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15-10-2013, 17:03
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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che cosa sono? si apprendono o sono innati? è possibile fare una distinzione condivisibile all'unanimità? si tratta di ideologie o sentimenti/sensazioni? cioè, agiamo in determinati modi perché coerenti a delle idee o piuttosto perché Sentiamo così?
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15-10-2013, 18:53
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#2
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Intermedio
Qui dal: Jan 2013
Messaggi: 243
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Sono due categorie antichissime. Probabilmente la prima dicotomia astratta che l'uomo abbia concepito. E sono quindi alle fondamenta di tutto il nostro pensiero, e, in conseguenza, del nostro comportamento.
Sono evidentemente una generalizzazione della dicotomia sensoriale piacere-dolore; e si basano sulla facoltà innata dell'uomo di riconoscersi nell'altro, ovvero sull'empatia, che permette di allargare lo sguardo oltre la propria esperienza sensibile, realizzando il primo passaggio da una originale dimensione soggettiva verso quella che oggi chiamiamo oggettività.
Sono due concetti che vengono sistematicamente mistificati e strumentalizzati, tanto che verrebbe la tentazione di superarli o di abbandonarli. Quando invece, secondo me, quello che occorre è ripulirli da tutta la sporcizia che ci si è sedimentata sopra; mentre nasconderli sarebbe invece ancor più deleterio, proprio perché restano comunque implicitamente alla base di tutta la nostra cultura.
E' sentito da tutti, perché fa parte del nucleo originale del concetto, che il bene è ciò che si dovrebbe fare, e viceversa il male è ciò che non si dovrebbe. Ma quali comportamenti sono bene oppure male? Ovvero in che forma si realizza l'etica?
E' una questione a cui sono sempre stato molto sensibile, e nel tempo ho ormai maturato la mia risposta.
Per me non c'è una dicotomia bene/male, nel senso che non li considero due poli distinti e indipendenti. Io considero male alcune semplici cose molto precise, e il bene è tutto il resto ovvero, semplicemente, il non-male. Cioè io considero il bene una condizione originaria, già data, non qualcosa verso cui tendere. Vi faccio un esempio tornando alla dimensione soggettiva del piacere/dolore. Noi siamo fatti per provare piacere in maniera spontanea, non abbiamo bisogno di raggiungerlo (per quanto oggi la società dei consumi ci voglia far credere il contrario), si tratta solamente di evitare la sofferenza.
Mi rendo conto che è un discorso complesso, ed è chiaro che non potrei esaurirlo in poche righe. D'altra parte non voglio nemmeno iniziare subito con una pappardella troppo lunga, per cui per adesso chiudo indicando le uniche due cose che per me gli uomini non dovrebbero fare. Ovvero il male è:
1) causare coscientemente la sofferenza di un essere umano
2) ostacolare coscientemente ad un essere umano l'accesso alla dimensione oggettiva; ovvero ingannare, nascondere, negare, mentire, tradire etc..
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15-10-2013, 19:16
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#3
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 913
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Quote:
Originariamente inviata da veracare
Sono due categorie antichissime. Probabilmente la prima dicotomia astratta che l'uomo abbia concepito. E sono quindi alle fondamenta di tutto il nostro pensiero, e, in conseguenza, del nostro comportamento.
Sono evidentemente una generalizzazione della dicotomia sensoriale piacere-dolore; e si basano sulla facoltà innata dell'uomo di riconoscersi nell'altro, ovvero sull'empatia, che permette di allargare lo sguardo oltre la propria esperienza sensibile, realizzando il primo passaggio da una originale dimensione soggettiva verso quella che oggi chiamiamo oggettività.
Sono due concetti che vengono sistematicamente mistificati e strumentalizzati, tanto che verrebbe la tentazione di superarli o di abbandonarli. Quando invece, secondo me, quello che occorre è ripulirli da tutta la sporcizia che ci si è sedimentata sopra; mentre nasconderli sarebbe invece ancor più deleterio, proprio perché restano comunque implicitamente alla base di tutta la nostra cultura.
E' sentito da tutti, perché fa parte del nucleo originale del concetto, che il bene è ciò che si dovrebbe fare, e viceversa il male è ciò che non si dovrebbe. Ma quali comportamenti sono bene oppure male? Ovvero in che forma si realizza l'etica?
E' una questione a cui sono sempre stato molto sensibile, e nel tempo ho ormai maturato la mia risposta.
Per me non c'è una dicotomia bene/male, nel senso che non li considero due poli distinti e indipendenti. Io considero male alcune semplici cose molto precise, e il bene è tutto il resto ovvero, semplicemente, il non-male. Cioè io considero il bene una condizione originaria, già data, non qualcosa verso cui tendere. Vi faccio un esempio tornando alla dimensione soggettiva del piacere/dolore. Noi siamo fatti per provare piacere in maniera spontanea, non abbiamo bisogno di raggiungerlo (per quanto oggi la società dei consumi ci voglia far credere il contrario), si tratta solamente di evitare la sofferenza.
Mi rendo conto che è un discorso complesso, ed è chiaro che non potrei esaurirlo in poche righe. D'altra parte non voglio nemmeno iniziare subito con una pappardella troppo lunga, per cui per adesso chiudo indicando le uniche due cose che per me gli uomini non dovrebbero fare. Ovvero il male è:
1) causare coscientemente la sofferenza di un essere umano
2) ostacolare coscientemente ad un essere umano l'accesso alla dimensione oggettiva; ovvero ingannare, nascondere, negare, mentire, tradire etc..
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Tanto di cappello non sarei mai riuscito a esprimere il concetto così chiaramente
Complimenti
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15-10-2013, 19:46
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,518
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si, discorso molto interessante quello di veracare
la mia concezione di bene-male non è molto complessa
dopotutto, son concetti che si sono sviluppati con l'evolversi delle organizzazioni sociali
e ogni soggetto ha una propria personale concezione bene-male
le concezioni di bene e di male dei vari soggetti vengono a scontrarsi tra loro, e questo può essere un bene o un male a seconda
ma è chiaro sintomo di una grande confusione a proposito
non esisteranno concetti accettabili di bene o male fin quando l'intera umanità non sarà d'accordo sul dare loro una definizione universalmente accettata
non possiamo dire se quei concetti che verranno fuori, poi, saranno giusti o sbagliati
anche se venisse fatta una distinzione universale da tutti gli abitanti della terra di un determinato periodo, quellid el periodo successivo naturalmente andranno col rimetterla in discussione, in teoria non è certo, in pratica è inevitabile
in poche parole, dubito bene e male siano concetti che si possano definire con certezza
la mia personale concezione di bene è di evitare di danneggiare volontariamente il prossimo, fisicamente o moralmente che sia
ma non si pouò mai sapere quando il prossimo venga danneggiato, dopotutto, se una persona ad esempio è molto sensibile, basta un nonnulla di per nulla malsano a ferirlo moralmente, quindi a quel punto bisogna ogni volta cercare di comprendere la concezione bene-male di chi hai di fronte, per poterti regolare di conseguenza
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15-10-2013, 20:39
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 1,970
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Per me il male è proprio l'esistenza in sè della sofferenza negli esseri coscienti (tutti gli esseri coscienti), sia essa causata da altri esseri coscienti o da calamità naturali o simili. Il bene invece mi è meno facile definirlo, sebbene sono sicuro che esista un bene oggettivo. Si potrebbe dire che è il non-male, ma mi sembra un pò debole come definizione, poco esplicativa.
Quote:
Originariamente inviata da veracare
Noi siamo fatti per provare piacere in maniera spontanea, non abbiamo bisogno di raggiungerlo (per quanto oggi la società dei consumi ci voglia far credere il contrario), si tratta solamente di evitare la sofferenza.
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Non so ho qualche dubbio su questo. Per quello che ho capito dell'uomo, mi sembra che il piacere sia tutt'altro che spontaneo. Ciò che è spontaneo non è il piacere ma la tendenza al piacere, che l'uomo soddisfa solo per breve tempo, per poi tornare a questa tensione, a un senso di inappagamento. Ciò può essere spiegato con ragioni evolutive. Essere per natura sempre inappagato e "volere sempre di più" dà maggiori chances di sopravvivenza, perchè spinge sempre a voler migliorare la propria condizione
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15-10-2013, 20:39
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#6
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Banned
Qui dal: Oct 2013
Ubicazione: nel mio cazzo di mondo d'autista
Messaggi: 137
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Il bene ed il male esistono in senso relativo. Infatti, ogni cosa che è bene, lo è per qualcuno o per qualcosa e nel contempo è sempre male per qualcun'altro o qualche altra cosa.
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15-10-2013, 20:48
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 1,970
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Quote:
Originariamente inviata da Hodor
Il bene ed il male esistono in senso relativo. Infatti, ogni cosa che è bene, lo è per qualcuno o per qualcosa e nel contempo è sempre male per qualcun'altro o qualche altra cosa.
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Se si definisce il male a partire dalla sofferenza, non è più un qualcosa di relativo. La sofferenza è oggettiva. Il fatto che un essere senziente soffra, è appunto un fatto incontrovertibile. Incontrovertibile non nel senso che tutti concorderebbero sul fatto che soffra (ovviamente uno può essere consapevole solo dei propri stati mentali e non di quelli degli altri), ma nel senso che SE uno soffre, ALLORA sua sofferenza ESISTE, indipendentemente da quello che ne pensino gli altri
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15-10-2013, 22:09
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#8
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Banned
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 3,106
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Quesito interessante, me lo sono chiesto anche io più volte.La risposta che posso darti per adesso è "non lo so" ed è probabile che nessuno in questo mondo sappia con certezza cosa siano esattamente il bene e il male.
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15-10-2013, 23:42
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#9
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,054
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"Il male non esiste, Professore, o per lo meno non esiste da se stesso. Il male è semplicemente l’assenza di bene… Conformemente ai casi anteriori, il male è una definizione che l’uomo ha inventato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non creò il male…
Il male è il risultato dell’assenza di Dio nel cuore degli esseri umani. Lo stesso succede con il freddo, quando non c’è calore, o con l’oscurità, quando non c’è luce“ Sto citando albert einstein eh, non è un mio concetto ma lo condivido
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15-10-2013, 23:54
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#10
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Valdelatresca
Messaggi: 1,092
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bene e male sono categorie umane e in quanto tali non esistono in natura. Poichè come esseri umani possiamo percepire la presenza/assenza di dolore, abbiamo creato questi concetti. Come ha già detto qualcuno, andando al succo il bene è assenza di dolore e fare del bene vuol dire quindi fare qualcosa che migliori la condizione del soggetto a cui ci si rivolge. Il male è il suo opposto. Ovviamente da esseri umani spesso pensiamo al bene e al male come qualcosa che abbia a che fare solo con la nostra specie, fregandocene bellamente dell'ambiente e degli altri esseri viventi, ma questo è un altro discorso.
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16-10-2013, 01:32
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#11
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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Bene e male come amore e odio: due facce della stessa medaglia.
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16-10-2013, 13:33
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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Risposte molto interessanti. Alcuni hanno parlato di empatia; io credo che la capacità di comprendere l'animo altrui dipenda dalla presenza o meno in noi, di sentimenti affini a quelli che in un dato momento affliggono altri; perché non sarebbe possibile altrimenti immedesimarsi in una persona e comprenderne i dolori, se in noi non venissero richiamate alla mente particolari sensazioni. Io non credo che si possa sentire il bene o il male in maniera oggettiva, e poi quale sarebbe il confine, la linea netta? Sperimentare sugli animali è bene? Lo è per l'uomo perché così può verificare quali sono gli effetti collaterali di alcune terapie, ma non lo è per le scimmiette o i topi protagonisti dell'esperimento.
Quote:
Originariamente inviata da veracare
Ovvero il male è:
1) causare coscientemente la sofferenza di un essere umano
2) ostacolare coscientemente ad un essere umano l'accesso alla dimensione oggettiva; ovvero ingannare, nascondere, negare, mentire, tradire etc..
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Sempre e comunque? E se ciò fosse necessario per un bene più grande, se danneggiando uno si migliorassero le condizioni di molti?
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16-10-2013, 14:12
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#13
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Intermedio
Qui dal: Jan 2013
Messaggi: 243
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Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Risposte molto interessanti. Alcuni hanno parlato di empatia; io credo che la capacità di comprendere l'animo altrui dipenda dalla presenza o meno in noi, di sentimenti affini a quelli che in un dato momento affliggono altri; perché non sarebbe possibile altrimenti immedesimarsi in una persona e comprenderne i dolori, se in noi non venissero richiamate alla mente particolari sensazioni. Io non credo che si possa sentire il bene o il male in maniera oggettiva, e poi quale sarebbe il confine, la linea netta? Sperimentare sugli animali è bene? Lo è per l'uomo perché così può verificare quali sono gli effetti collaterali di alcune terapie, ma non lo è per le scimmiette o i topi protagonisti dell'esperimento.
Sempre e comunque? E se ciò fosse necessario per un bene più grande, se danneggiando uno si migliorassero le condizioni di molti?
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Sempre e comunque! Poi è chiaro che, come si suol dire, non tutti i mali vengono (solo) per nuocere; ma questo per me dovrebbe essere un discorso separato.
Per quanto riguarda gli animali; sarebbe bello includere anche loro, come suggerisce Architeuthis, e chi arriva a cotanta sensibilità per me è certamente benvenuto. Ma già non è banale, come ognun se ne avvede, essere etici verso i propri simili; e non vorrei che tirare in ballo gli animali fosse una delle tante capziosità per, sostanzialmente, buttarla in caciara. Dimenticando il punto centrale che per me è costituito dal fatto che la sofferenza, come ha detto Clend, è qualcosa di molto concreto, ineludibile, non è un artificio retorico
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Ultima modifica di veracare; 16-10-2013 a 14:41.
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16-10-2013, 15:51
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#14
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Esperto
Qui dal: Jan 2013
Messaggi: 1,556
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Il libero arbitro ci permette di scegliere se arrecare danno a persone e cose.
Fare del male è, aihme, insito nella natura dell'uomo.
L'educazione dateci dai nostri genitori insieme alla nostra anima ci permette d'essere o meno persone oneste e giuste.
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