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Vecchio 16-07-2025, 11:59   #1
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L'avatar di perennial
 

Ciao

non posto spesso qui, di solito mi piace frequentare altre piattaforme, ma in questi giorni ho riflettuto parecchio su una questione che a me è sempre stata a cuore e vorrei qualche parere, esperienza o consiglio.

Fin da piccolissimo ( diciamo cinque, sei anni) sono sempre stato un bambino timido e ritroso. Sentivo all'interno di me un senso consapevole di vergogna, umiliazione e timidezza. Non saprei i motivi consapevoli e perchè avessi questi sentimenti, ma è qualcosa che provavo quotidianamente. Mi vergognavo di me stesso ma non sapevo perchè. Forse sono nato così, forse ho avuto un'educazione non amorevole, non so.

Come tutti i ragazzini desideravo una fidanzatina ma purtroppo la realtà si rivelò molto amara.
Le mie compagne di classe facevano le classifiche sui maschi più belli della classe e io mi classificavo sempre all'ultimo posto. Ricevevo insulti quotidiani di quanto fossi brutto. Ricordo gli attimi di terrore quando i compagni di classe volevano giocare al gioco della bottiglia e loro mi escludevano. Una compagna di classe arrivò a dire che tra scegliere me e l'immondizia preferirebbe l'immondizia. Tornavo a casa e piangevo per queste umiliazioni quotidiane.

Questi sono piccoli episodi di scuola media e superiore, ora siamo grandi e cresciuti e certamente non possono ancora influenzarci. Però se dicessi che questi ricordi non mi facciano più né caldo né freddo mentirei.

Intorno ai diciotto anni ero consapevole di non essere abbastanza, di non avere i requisiti giusti per essere desiderato e rispettato. Così ho perso venti chili, ho fatto l'operazione laser per togliere gli occhiali, ho cominciato a curare l'abbigliamento, ho cominciato a prendermi cura dei capelli, curavo la barba, ho fatto di tutto perchè desideravo essere un uomo attraente, meritevole di attenzioni, di sguardi, anche di desiderio.

Crescendo ho avuto le mie esperienze, ho avuto incontri occasionali, fidanzate, relazioni più o meno lunghe, ma ho sempre avuto un'insoddisfazione generale, come se non fossi stato mai amato e desiderato a sufficienza. Desideravo una sorta di rivalsa, non sono mai arrivato a dirmi "questo è abbastanza" e ora posso ritenermi soddisfatto. Desideravo sempre di più e non mi bastava mai. Volevo stare bene con me stesso.

A circa quindici anni ho iniziato a giocare a uno sport che non voglio rivelare perchè di nicchia. Avevo il desiderio di diventare un grande giocatore, essere ammirato e rispettato per il mio talento. Ci sono in parte riuscito dato che mi sono qualificato due volte a giocare al campionato italiano e hanno ripreso diverse volte le mie partite. Questo non era abbastanza e presto realizzai di non apprezzare il gioco e di non amare qualcosa di intrinseco, ma qualcosa di esterno ad esso. Il rispetto degli altri giocatori, l'invidia di alcuni di loro nei miei confronti, avere gli sguardi e le riprese su di me, io che vinco, loro che perdono.
Non mi sono mai fatto nessun amico all'interno di quello sport e ci ho giocato per venti anni.

Ora ho trentacinque anni e non sono cambiato. Porto sempre dentro di me un senso di rancore verso gli altri, odio per me stesso e disgusto per quello che sono. Un senso di vuoto interiore ed emotivo. Sento di essere qualcuno e qualcosa di meritevole, ma ho sentimenti reconditi di inadeguatezza, vergogna e malessere, di non meritare nulla.

Sono stato ricoverato qualche volta all'ospedale psichiatrico perchè volevo suicidarmi, vado da quando ho ventiquattro anni da psicoterapeuti. Sono stato visitato da parecchi psichiatri, prendo quattro psicofarmaci diversi. La mia psicoterapeuta mi ha diagnosticato un disturbo di personalità narcisistico ed evitante, disturbo ossessivo compulsivo e depressione maggiore episodio ricorrente.

Non so come uscirne, vorrei cancellare tutto e ripartire da capo. Un nuovo inizio, sento di non avere mai iniziato. Mi sento triste, disperato, abbandondato, non voluto bene, incompreso, ignorato, messo da parte, sò di aver commesso errori di cui mi pento e provo senso di colpa. Non riesco a vedere una via d'uscita.
Vecchio 16-07-2025, 12:59   #2
Esperto
 

Ho letto il tuo messaggio e per certi versi mi ci ritrovo, soprattutto in quella sensazione di voler essere visto, riconosciuto, come se niente bastasse mai davvero.

Parlo per me, ovviamente, ma mi capita di rendermi conto che a volte non sto davvero cercando una soluzione. Sto solo cercando attenzione. Un contatto, anche solo virtuale, che mi faccia sentire meno invisibile.
E a volte è difficile distinguere se sto cercando aiuto o conferme.

Non voglio giudicarti, né fare diagnosi. Ma leggendo ciò che hai scritto, mi è venuto da chiedermi: vuoi davvero cambiare qualcosa? O stai solo urlando perché nessuno ti ha mai ascoltato abbastanza?
E se fosse quest’ultima, è comunque legittimo. Ma almeno lo si può chiamare con il suo nome.
Ringraziamenti da
perennial (16-07-2025)
Vecchio 16-07-2025, 13:59   #3
Principiante
L'avatar di perennial
 

Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof Visualizza il messaggio
Ho letto il tuo messaggio e per certi versi mi ci ritrovo, soprattutto in quella sensazione di voler essere visto, riconosciuto, come se niente bastasse mai davvero.

Parlo per me, ovviamente, ma mi capita di rendermi conto che a volte non sto davvero cercando una soluzione. Sto solo cercando attenzione. Un contatto, anche solo virtuale, che mi faccia sentire meno invisibile.
E a volte è difficile distinguere se sto cercando aiuto o conferme.

Non voglio giudicarti, né fare diagnosi. Ma leggendo ciò che hai scritto, mi è venuto da chiedermi: vuoi davvero cambiare qualcosa? O stai solo urlando perché nessuno ti ha mai ascoltato abbastanza?
E se fosse quest’ultima, è comunque legittimo. Ma almeno lo si può chiamare con il suo nome.
nelle richieste d'aiuto c'è sempre una ricerca di attenzioni.

Io nel quotidiano sono abbastanza invisibile, uso pochissimo i social, non ho amici di cui mi fido a parlare di queste cose ( anche se ce li avessi non capirebbero), la mia psicoterapeuta mi aiuta ma dice questo è un lavoro molto lungo ( anche dispendioso aggiungerei lol).

La tua è una domanda interessante, anche se nello scrivere di queste cose c'è anche un che di catartico, mi sento di non saper rispondere. Sono abituato fin da piccolo ad essere così, a comportarmi così, a reagire in maniera stereotipada in maniera X a stimolo X. Non so valutare chi sono davvero e come essere diversamente.
Vecchio 16-07-2025, 15:15   #4
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

Perennial, secondo me il punto della questione è proprio questo

Quote:
Originariamente inviata da perennial Visualizza il messaggio
Fin da piccolissimo ( diciamo cinque, sei anni) sono sempre stato un bambino timido e ritroso. Sentivo all'interno di me un senso consapevole di vergogna, umiliazione e timidezza. Non saprei i motivi consapevoli e perchè avessi questi sentimenti, ma è qualcosa che provavo quotidianamente. Mi vergognavo di me stesso ma non sapevo perchè.
Non ti senti abbastanza (e fidati, qui nel forum è un'esperienza ben conosciuta) da sempre.
In situazioni simili, spesso, ci rivolgiamo agli altri. Cerchiamo una forma di convalida e di riconoscimento esterno. E, a volte, per ottenerlo ci impegniamo in attività che, però, non sentiamo veramente nostre.
In alcune occasioni i riscontri non sono buoni (capita a tutti, eh), in altre sì. Eppure anche nelle circostanze positive percepiamo una sorta di amarezza.. ti sei chiesto perché?
Forse perché ci stiamo impegnando più per ottenere una forma di accettazione altrui piuttosto che per nostro diletto personale. E tanto non basterebbero tutti i "bravo bravissimo" del mondo per colmare quella sensazione di vuoto (chiamiamolo così) iniziale.

Dobbiamo essere noi stessi a intervenire sul problema. Dobbiamo imparare a volerci bene quel tanto che basta per sentirci "abbastanza".

Credo che tu possa provare a ricominciare mettendo al centro te stesso. Cosa ti piace veramente? Cosa vorresti?
Ascoltati bene, non ignorarti. Non farti confondere dalla paura o dalle frasi negative che ti ripeti da tanto (non basto, non vado bene, ecc).
Cerca anche di non pensare alle percezioni esterne, piuttosto prova a perdonarti. I sensi di colpa logorano soltanto.
Ringraziamenti da
bukowskiii (16-07-2025)
Vecchio 16-07-2025, 15:56   #5
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da perennial Visualizza il messaggio
nelle richieste d'aiuto c'è sempre una ricerca di attenzioni.

Io nel quotidiano sono abbastanza invisibile, uso pochissimo i social, non ho amici di cui mi fido a parlare di queste cose ( anche se ce li avessi non capirebbero), la mia psicoterapeuta mi aiuta ma dice questo è un lavoro molto lungo ( anche dispendioso aggiungerei lol).

La tua è una domanda interessante, anche se nello scrivere di queste cose c'è anche un che di catartico, mi sento di non saper rispondere. Sono abituato fin da piccolo ad essere così, a comportarmi così, a reagire in maniera stereotipada in maniera X a stimolo X. Non so valutare chi sono davvero e come essere diversamente.
Capisco cosa intendi. Anche per me scrivere certe cose ha un effetto catartico. È un modo per dare forma a un caos che spesso rimane dentro, senza parole.
E sì, è vero: ogni richiesta d’aiuto porta con sé anche il bisogno di attenzione. In fondo siamo umani, e avere bisogno degli altri non è una colpa.

Mi ha colpito quello che dici sul non sapere chi sei davvero. È una sensazione che conosco: come se avessimo costruito un modo di reagire automatico, appreso chissà quando, che si è radicato così a fondo da confondersi con la nostra identità.
Non so se serva a qualcosa dirtelo, ma almeno ti confermo che non sei l’unico a sentire tutto questo. E anche solo poterlo dire senza dover fingere altro, a volte alleggerisce.
Vecchio 16-07-2025, 16:08   #6
Esperto
L'avatar di Nightlights
 

Comunque si può dire tranquillamente, senza sensi di colpa e lasciando da parte buonismo ipocrita, che a qualsiasi età si può capitare benissimo in ambienti di merda con gente di merda.
Certo poi la mente può giocare brutti scherzi ed è molto facile cominciare a pensare che il mondo esterno funziona come quei 4 idioti con cui si deve stare per forza dentro quelle 4 mura.

Ultima modifica di Nightlights; 16-07-2025 a 16:17.
Ringraziamenti da
perennial (16-07-2025)
Vecchio 16-07-2025, 18:29   #7
Principiante
L'avatar di perennial
 

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Originariamente inviata da Xchénnpossoreg? Visualizza il messaggio
Perennial, secondo me il punto della questione è proprio questo



Non ti senti abbastanza (e fidati, qui nel forum è un'esperienza ben conosciuta) da sempre.
In situazioni simili, spesso, ci rivolgiamo agli altri. Cerchiamo una forma di convalida e di riconoscimento esterno. E, a volte, per ottenerlo ci impegniamo in attività che, però, non sentiamo veramente nostre.
In alcune occasioni i riscontri non sono buoni (capita a tutti, eh), in altre sì. Eppure anche nelle circostanze positive percepiamo una sorta di amarezza.. ti sei chiesto perché?
Forse perché ci stiamo impegnando più per ottenere una forma di accettazione altrui piuttosto che per nostro diletto personale. E tanto non basterebbero tutti i "bravo bravissimo" del mondo per colmare quella sensazione di vuoto (chiamiamolo così) iniziale.

Dobbiamo essere noi stessi a intervenire sul problema. Dobbiamo imparare a volerci bene quel tanto che basta per sentirci "abbastanza".

Credo che tu possa provare a ricominciare mettendo al centro te stesso. Cosa ti piace veramente? Cosa vorresti?
Ascoltati bene, non ignorarti. Non farti confondere dalla paura o dalle frasi negative che ti ripeti da tanto (non basto, non vado bene, ecc).
Cerca anche di non pensare alle percezioni esterne, piuttosto prova a perdonarti. I sensi di colpa logorano soltanto.
Io cerco di distrarmi, ho qualche hobby e amici. Cerco di prendere gli hobby come divertimento e cerco di passare il tempo con i miei amici, ma purtroppo non riesco a stare da solo. Prima mi piaceva tanto giocare ai videogiochi, guardare film ma ora hanno perso di significato e mi annoio parecchio. Non so se sono super depresso, non sento sensazioni di tristezza ma non riesco a provare piacere e soddisfazione in nulla.
Poi ho una stupidissima convinzione di essere troppo vecchio e che ormai il mio treno sia passato. Da giovane non avrei mai pensato la mia vita potesse prendere questa china, pensavo avrei reagito, ma i mesi gli anni, un decennio è passato e mi trovo in questa situazione.
Il fatto che io non basto e dovrei fare di più ha un fondo di verità, c'è sempre stato il mio cugino dottore ed ingegnere, ho avuto relazioni ma queste andafano via per un altro, persone coinvolte in altri più fighi, interessanti di me.
So che fare queste comparazione è inutile e deleterio però non so, fa male e soffrire e mi fa sentire vuoto e rancoroso.
Quote:
Originariamente inviata da Sikerhoof Visualizza il messaggio
Capisco cosa intendi. Anche per me scrivere certe cose ha un effetto catartico. È un modo per dare forma a un caos che spesso rimane dentro, senza parole.
E sì, è vero: ogni richiesta d’aiuto porta con sé anche il bisogno di attenzione. In fondo siamo umani, e avere bisogno degli altri non è una colpa.

Mi ha colpito quello che dici sul non sapere chi sei davvero. È una sensazione che conosco: come se avessimo costruito un modo di reagire automatico, appreso chissà quando, che si è radicato così a fondo da confondersi con la nostra identità.
Non so se serva a qualcosa dirtelo, ma almeno ti confermo che non sei l’unico a sentire tutto questo. E anche solo poterlo dire senza dover fingere altro, a volte alleggerisce.
Grazie. Sì penso sia abbastanza comune. Io intanto ho contattato il mio medico per vedere se può farmi un cambio di terapia e migliorare qualcosa......
Vecchio 16-07-2025, 20:16   #8
Esperto
L'avatar di SugarPhobic
 

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Originariamente inviata da perennial Visualizza il messaggio
... ho sempre avuto un'insoddisfazione generale, come se non fossi stato mai amato e desiderato a sufficienza. Desideravo una sorta di rivalsa, non sono mai arrivato a dirmi "questo è abbastanza" e ora posso ritenermi soddisfatto. Desideravo sempre di più e non mi bastava mai. Volevo stare bene con me stesso.
E in tutto questo la controparte si esprimeva o era afona? Cerco di capire la argomentazioni che avete affrontato

Quote:
Originariamente inviata da perennial Visualizza il messaggio
Non so come uscirne, vorrei cancellare tutto e ripartire da capo. Un nuovo inizio, sento di non avere mai iniziato. Mi sento triste, disperato, abbandondato, non voluto bene, incompreso, ignorato, messo da parte, sò di aver commesso errori di cui mi pento e provo senso di colpa. Non riesco a vedere una via d'uscita.
Un nuovo inizio è virtualmente SEMPRE possibile, purché si sia disposti con consapevolezza e venire a patti e vedere i propri limiti.
Detto ciò, possiedi un cerchia di qualche tipo attorno a te, a parte la diagnosi dico, riesci a carpire come si relazionano con te?
Possiedi qualche gioia nella vita?
Vecchio 17-07-2025, 10:35   #9
Principiante
L'avatar di perennial
 

Quote:
Originariamente inviata da SugarPhobic Visualizza il messaggio
E in tutto questo la controparte si esprimeva o era afona? Cerco di capire la argomentazioni che avete affrontato

scusa, ad essere sincero credo di aver intuito ma non sono certo di aver capito cosa mi chiedi esattamente. Potresti spiegarmi?

Un nuovo inizio è virtualmente SEMPRE possibile, purché si sia disposti con consapevolezza e venire a patti e vedere i propri limiti.
Detto ciò, possiedi un cerchia di qualche tipo attorno a te, a parte la diagnosi dico, riesci a carpire come si relazionano con te?
Possiedi qualche gioia nella vita?
Ho un gruppo di amici con cui esco ogni settimana, in gioventù uscivo ogni venerdì e sabato sera, ma ora esco meno e faccio pranzi o cene il finesettimana.
Non credo di avere gioie nella vita, tutto mi risulta piatto, monotono, poco eccitante e già visto. Parlo spesso di ciò alla mia psicoterapeuta che è esperta di narcisismo e dice che è tipico di queste personalità in quanto non ci interfacciamo con la realtà oggettiva ( per quanto possa esserlo), ma con una realtà filtrata da una ricerca di idealozzazione irrealistica.
Vecchio 17-07-2025, 14:00   #10
Esperto
L'avatar di varykino
 

Quote:
Originariamente inviata da perennial Visualizza il messaggio
Parlo spesso di ciò alla mia psicoterapeuta che è esperta di narcisismo e dice che è tipico di queste personalità in quanto non ci interfacciamo con la realtà oggettiva ( per quanto possa esserlo), ma con una realtà filtrata da una ricerca di idealozzazione irrealistica.
ma nn è che potrebbe essere anche al contrario? uno filtra la realtà e idealizza perchè gli fa schifo la realtà vera e propria?
Vecchio 17-07-2025, 20:45   #11
Esperto
L'avatar di Miky
 

Non solo basto a me stesso, ma mi sono pure rotto i coglioni di me stesso.
Ringraziamenti da
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