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Vecchio 16-04-2016, 20:45   #1
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L'avatar di strigoi
 

In mezzo al periodo no, ci sono delle giornate ancora più no.
Un periodo pieno di cambiamenti, di stress emotivo, di stress fisico, in cui ti vengon tic strani, pensieri ancora più strani e deprimenti.
Quando ti stai facendo la doccia e da un secondo all'altro ti trovi a pensare "quest'anno sono 30. Sembra sian finite ieri le superiori e invece...Cos'hai combinato nella tua vita? Sarà un attimo arrivare ai 40 e poi un battito di ciglia e arriveranno i 50 e poi basterà poco per esser anziani e buio".
Quando invece vedi un documentario sull'universo e citano fior di nomi di grandi scienziati e luminari...e tu a 30 anni crolli in lacrime davanti al tuo cv e all'idea di presentarti a dei colloqui.
La solitudine ti turba, la compagnia ti mette ansia.
La voglia di fare qualcosa, di arrivare ad un dunque, evolversi e far evolvere la situazione, essere soddisfatti di se stessi e delle proprie azioni...
Forse non sono abbastanza presenti in me visto che vince sempre la paura di mettersi in gioco, il terrore di esser giudicata male o "non idonea", l'ansia dell'attesa di risposte.
L'unica reazione immediata è anche quella più semplice, quella più inutile. Un pianto che non porta a nulla, che non risolve nulla.
Nel lavoro, nelle "amicizie", in famiglia, nelle passioni...mi sembra di fare troppo e di non fare nulla allo stesso tempo.
Come si fa a reagire davvero? come si fa a capire che quello che facciamo darà i suoi frutti prima o poi? come si possono mettere a tacere le critiche "di troppo" che ci autorivolgiamo?
Ringraziamenti da
cancellato16916 (17-04-2016), Vale90 (16-04-2016)
Vecchio 16-04-2016, 21:21   #2
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Originariamente inviata da strigoi Visualizza il messaggio
Come si possono mettere a tacere le critiche "di troppo" che ci autorivolgiamo?
Controllando i pensieri.
Devi fermare i pensieri di critica e di "autofustigazione" che portano con se inevitabilmente l'autosvalutazione andando ad alimentare il circolo che diventa vizioso.
Ringraziamenti da
Vale90 (16-04-2016)
Vecchio 16-04-2016, 21:31   #3
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Aggiungi anche sensi di colpa oggettivamente esagerati...
Vecchio 16-04-2016, 21:55   #4
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Originariamente inviata da Marceline Visualizza il messaggio
Neo addirittura ci salta i tetti, con 'sto metodo. Almeno il piacere di azioni molto meno eclatanti, ecco. Forse dobbiamo cominciare a concedercelo.
Ma è appunto quest'ultimo concetto di essere degni o meno a frenare. Allora è come dice Semifobico, bisogna bloccarlo
Ecco,ovviamente affianco all'attività mentale(e può non bastare frenare i pensieri cattivi), bisogna iniziare ad agire,altrimenti l'autostima con il solo lavoro mentale non va da nessuna parte...

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Originariamente inviata da strigoi Visualizza il messaggio
La voglia di fare qualcosa, di arrivare ad un dunque, evolversi e far evolvere la situazione, essere soddisfatti di se stessi e delle proprie azioni...
Secondo me bisogna conservare "la voglia di fare qualcosa" e la voglia di "evolversi e far evolvere la situazione". Mentre bisogna non fissarsi troppo sull'arrivare al dunque e sull'essere soddisfatti,che comunque sono l'obiettivo sottinteso, ma appunto e meglio che resti sottinteso,altrimenti uno sta sempre li a misurare ciò che ha fatto o meno.
Ringraziamenti da
The_Sleeper (17-04-2016), Vale90 (16-04-2016)
Vecchio 16-04-2016, 22:07   #5
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L'avatar di strigoi
 

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Originariamente inviata da Semifobico Visualizza il messaggio
Controllando i pensieri.
Devi fermare i pensieri di critica e di "autofustigazione" che portano con se inevitabilmente l'autosvalutazione andando ad alimentare il circolo che diventa vizioso.
Non fa una piega, giustamente. Razionalmente ci arrivi, è un discorso sensato che prima o poi riesci a farti. Tante volte riesci pure ad """"autoconvincerti"""" che qualcosa la sai fare, che te la cavi in quello o l'altro, che hai da dare anche tu idee, consigli, il tuo contributo alla vita.
Tutto però decade al primo ostacolo un pelo più grande di te o più deciso, o davanti a qualcuno di più "arrogante". La parte irrazionale di te prende il sopravvento.
Questo perchè? non hai davvero fiducia nelle tue capacità?l'opera di autodistruzione ormai è ad un livello avanzato e tu che stai reagendo invece sei un nabbo? T_T
Vecchio 16-04-2016, 22:38   #6
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Originariamente inviata da strigoi Visualizza il messaggio
Non fa una piega, giustamente. Razionalmente ci arrivi, è un discorso sensato che prima o poi riesci a farti. Tante volte riesci pure ad """"autoconvincerti"""" che qualcosa la sai fare, che te la cavi in quello o l'altro, che hai da dare anche tu idee, consigli, il tuo contributo alla vita.
Tutto però decade al primo ostacolo un pelo più grande di te o più deciso, o davanti a qualcuno di più "arrogante". La parte irrazionale di te prende il sopravvento.
Questo perchè? non hai davvero fiducia nelle tue capacità?l'opera di autodistruzione ormai è ad un livello avanzato e tu che stai reagendo invece sei un nabbo? T_T
Diciamo che più che autoconvincerti che qualcosa la sai fare,si tratta innanzitutto semplicemente di mettere a tacere il pensiero di autosvalutazione. Non parlo quindi di un'attività proprio razionale,e piuttosto un atto di volontà: impedire che un pensiero abbia diritto di esistere, stroncarlo sul nascere. Non è facile. Ma è il metodo che ho usato in fase di scoraggiamento e apatia per smettere di "piangere guardando il curriculum". Non è ancora utile all'azione, e forse nemmeno all'autostima, serve innanzitutto per iniziare a uscire dalla fase no,dalla fase depressoide.
Poi iniziare ad agire e non farsi buttare giù al primo ostacolo è già un passo oltre. Ed è ancora più difficile. Li ci vuole una terapia o qualche metodo di autoterapia che vada oltre i ragionamenti razionali(secondo me).
Ringraziamenti da
strigoi (19-04-2016)
Vecchio 16-04-2016, 23:55   #7
Intermedio
L'avatar di Evitante88
 

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Originariamente inviata da strigoi Visualizza il messaggio
come si possono mettere a tacere le critiche "di troppo" che ci autorivolgiamo?
Dobbiamo imparare a dare il giusto peso sia alle nostre mancanze ma anche ai nostri successi, piccoli o grandi che siano.

Se ad ogni nostra sconfitta le associamo un peso specifico di 10 mentre ogni piccola vittoria o traguardo che raggiungiamo vale poco o niente perchè è qualcosa che le altre persone riescono a fare senza problemi, allora perderemo sempre questa partita che giochiamo contro noi stessi perchè ci basterà solo sbagliare di una virgola per sprofondare, di nuovo, nel baratro.
Ringraziamenti da
strigoi (19-04-2016)
Vecchio 17-04-2016, 09:44   #8
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Originariamente inviata da Semifobico Visualizza il messaggio
Diciamo che più che autoconvincerti che qualcosa la sai fare,si tratta innanzitutto semplicemente di mettere a tacere il pensiero di autosvalutazione. Non parlo quindi di un'attività proprio razionale,e piuttosto un atto di volontà: impedire che un pensiero abbia diritto di esistere, stroncarlo sul nascere. Non è facile. Ma è il metodo che ho usato in fase di scoraggiamento e apatia per smettere di "piangere guardando il curriculum". Non è ancora utile all'azione, e forse nemmeno all'autostima, serve innanzitutto per iniziare a uscire dalla fase no,dalla fase depressoide.
Poi iniziare ad agire e non farsi buttare giù al primo ostacolo è già un passo oltre. Ed è ancora più difficile. Li ci vuole una terapia o qualche metodo di autoterapia che vada oltre i ragionamenti razionali(secondo me).
Tutto molto bello, ma non può funzionare se per metterlo in atto abbiamo bisogno di quello di cui non disponiamo: la volontà.
La depressione è una vera e propria malattia della volontà. Quest'ultima è meglio interpretabile come energia psichica, ed è quell'energia di cui un individuo dispone e utilizza per realizzare i propri scopi.

Quando sei depresso questa energia è al livello zero: sei come un'auto senza carburante o, nella migliore delle ipotesi, con rosso fisso. Ergo che non puoi andare lontano e sei costretto a fermarti.
Quando la fase down si attenua le cose non migliorano: hai trovato la stazione di servizio dove fare il pieno, ma il problema è il serbatoio che è bucato ed ecco che dopo un paio di km ritornerai col rosso fisso. E devi tornare indietro, sempre nella stessa stazione di servizio, a rifare il pieno. E per l'ennesima volta ti sarai accorto di avere fatto la stessa strada, stesso tragitto, come in un loop infinito.
Ringraziamenti da
strigoi (19-04-2016)
Vecchio 17-04-2016, 11:28   #9
Avanzato
L'avatar di mmmax
 

Quando conosci veramente te stesso capisci che non è colpa tua. Non sei in questa situazione a causa della tua inferiorità ma perché ti ci hanno messo fin da piccolo e non avevi le risorse per opporti.
Allora verrebbe spontaneo arrabbiarsi verso chi ci ha educato ma poi ci si rende conto che anche loro sono il risultato di una vita di sofferenza alla quale non sono riusciti a sfuggire.
Comunque credo che proprio il CAPIRE la nostra storia possa liberarci dalle autocritiche.
Ringraziamenti da
cancellato16760 (17-04-2016), SimpleBreakfast (17-04-2016)
Vecchio 17-04-2016, 13:43   #10
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Originariamente inviata da GameOver Visualizza il messaggio
Tutto molto bello, ma non può funzionare se per metterlo in atto abbiamo bisogno di quello di cui non disponiamo: la volontà.
La depressione è una vera e propria malattia della volontà. Quest'ultima è meglio interpretabile come energia psichica, ed è quell'energia di cui un individuo dispone e utilizza per realizzare i propri scopi.

Quando sei depresso questa energia è al livello zero: sei come un'auto senza carburante o, nella migliore delle ipotesi, con rosso fisso. Ergo che non puoi andare lontano e sei costretto a fermarti.
Quando la fase down si attenua le cose non migliorano: hai trovato la stazione di servizio dove fare il pieno, ma il problema è il serbatoio che è bucato ed ecco che dopo un paio di km ritornerai col rosso fisso. E devi tornare indietro, sempre nella stessa stazione di servizio, a rifare il pieno. E per l'ennesima volta ti sarai accorto di avere fatto la stessa strada, stesso tragitto, come in un loop infinito.
Si certo,dipende dal tipo di depressione. Io mi riferivo al caso in questione dove la tristezza e magari anche la staticità sembra derivasse da pensieri ben individuabili.
Se poi parliamo di una depressione più profonda,che qualcuno definirebbe organica e forse lo è, che si manifesta come astenia pervasiva e apparentemente immotivata allora la cosa è diversa. In quel caso si che la puoi chiamare malattia della volontà(e su quella non saprei che consigli dare).
Ma finchè la depressione è una profonda tristezza è comunque generata da pensieri ben riconoscibili e quindi anche bloccabili. Non ho detto che è facile e che uno lo fa in pochi giorni,ma è possibile. Poi ognuno ha la sua storia,la sua condizione...
Vecchio 19-04-2016, 15:13   #11
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L'avatar di strigoi
 

Grazie a tutti per le opinioni, i consigli e le proprie esperienze.

Stamani, un pò obbligata e un pò obbligandomi, sono entrata in un'agenzia interinale.
Mal di testa, tensione, ansia, mille interrogativi su cosa mi avrebbe chiesto, i perchè, i per come, i lavori fatti, i vari spostamenti....
L'ansia non è dovuta alla mancanza totale di esperienze ma alla discontinuità, sia come tempi che come ramo.
Tutta l'ansia è iniziata già molto prima di entrare nell'agenzia; ultimo ripasso generale del mio cv, storia modellata su quello che ho fatto e non fatto e via.

Il fato ha voluto donarmi la possibilità di parlare con una ragazza gentilissima e disponibile...non mi ha chiesto di raccontarle nulla e quindi discorsoni e paranoie fatte fino a quel momento non sono serviti a nulla ma non posso lamentarmi sempre di tutto.

Mi sono sentita sciocca, perchè tutta quell'ansia? eppure se dovessi ripetere la forzatura di un altro colloquio probabilmente avrei esattamente le stesse reazioni.
Uscita dall'ufficio poi è subentrato un altro pensiero "ma adesso devo aspettar una telefonata!?" apriti cielo. O_O non ho speranze.
Eppure forse a qualcosa di buono è servito.
Ringraziamenti da
cancellato13564 (19-04-2016)
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