Da un po' di tempo stavo pensando a una cosa, che delle volte certi atteggiamenti, stili di comunicazione o maniere li apprendiamo o non li apprendiamo in famiglia, e dunque quando poi nel mondo esterno troviamo modalità simili o diverse, a seconda riusciamo o non riusciamo ad adattarci.
Faccio un paio di esempi poi ognuno se vuole potrà fare i suoi
Non molto tempo fa dopo un dialogo con una persona mi sono resa conto che io patisco tanto l'atteggiamento dello sfottò (anche amichevole) o i commenti sull'aspetto eccetera perché nella mia famiglia queste modalità non si usavano MAI per comunicare. Non ho mai sentito mio padre fare un commento su una donna brutta, mai. Lo stesso mia madre non è una che fa commenti sull'aspetto, se non sul proprio.
Poi, la cosa dello sfottò: nella mia famiglia non c'è mai stata la cosa dello sfotticchiarsi, anche per gioco, abbiamo un altro tipo di umorismo basato sul no-sense, o sul ridere degli strafalcioni (parole dette in modo sbagliato), o sulle cose buffe che accadono, insomma non c'è tanto la cosa della presa in giro, non so come dire.
È come se non fossi stata vaccinata contro certi atteggiamenti e quindi quando mi ci sono scontrata poi non ho saputo adattarmici.
Un'altra caratteristica della mia famiglia è che tente ad essere un po' passiva, a subire, e anche quella è una cosa che ho imparato
Probabilmente è il problema principale quello dell'aver introiettato la fragilità, la debolezza etc. ma è una cosa che ho già ripetuto tante altre volte mentre invece magari non mi ero soffermata su altri aspetti magari più lievi ma che rientrano sempre negli stili comunicativi della famiglia, ad esempio possono esserci famiglie in cui non si riesce a parlare chiaramente, o a esprimere i propri sentimenti, magari ci si punzecchia, ci si sfotticchia, e quella diventa la modalità che si “apprende” in qualche modo e che si riporta anche all'esterno. Oppure si cerca di attirare l'attenzione esagerando, dicendo qualcosa di eclatante perché magari ci si sente poco considerati dai famigliari.