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Vecchio 13-01-2013, 15:01   #81
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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Oggi mi trovavo alla Feltrinelli; ero entrato per passare un po' il tempo guardando libri e cd. Ero nella zona della musica che piace a me, intento a consultare il retro di un cd, e dopo un po' noto che una ragazza molto carina è ferma vicino allo stesso scaffale. Era morettina, coi capelli corti e gli occhi da cerbiatta. Io mi volto (prima non mi ero accorto di lei). Ho avuto l'impressione che stesse sbirciando il mio cd ma non sono sicuro. C'è un breve incrocio di sguardi, più di sorpresa che altro. Poi lei si mette a guardare i cd sullo scaffale.

Cosa faccio io? Dai che lo sapete.
Bravi, avete indovinato: ripongo il cd sullo scaffale e dopo poco me ne vado.
Mi sarebbe piaciuto conoscerla, scambiare qualche parola, chiederle i suoi gusti musicali, o letterari...
Niente. L'unica cosa che sono riuscito a fare è stata aspettare che uscisse, seminascosto in un'altra zona della libreria, e poi seguirla per un tratto di strada, a una discreta distanza, e poi lasciar perdere.

Ho fatto bene ad evitare? Forse sì, visto che quando ho pensato di rivolgerle la parola già mi sentivo in ansia da approccio, e probabilmente ci avrei rimediato solo una figura poco convincente e semi-patetica. Senza contare che se l'avessi fermata per strada dopo averla seguita per un breve tratto ("Ehi ciao, ti ho vista nella libreria prima...") sarei forse risultato un po' creepy e sicuramente molto needy.


Voi come avreste agito in quel caso? Secondo voi qual è un modo "giusto" per approcciare una ragazza da cui si è incuriositi in libreria?

Lo chiedo anche alle ragazze: se siete in una libreria e un ragazzo vi approccia, cosa pensate? Siete infastidite e lo ritenete l'ennesimo provolone oppure siete incuriosite? Che tipo di approccio (spontaneo, s'intende) gradireste di più? E di meno?


Be dai ma è normale... cioe' alla fine a meno che uno non sia proprio sfacciato in un modo assurdo è difficile attaccare bottone in una situazione come quella. Cmq anche a me è capitato l'altro giorno un fatto simile(pero' per strada) e ovviamente non mi sono fermato
Vecchio 13-01-2013, 16:55   #82
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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Per vivere l'approccio in maniera spontanea e naturale, sento che deve esserci un contesto che sorregge e unisce le due persone che fino a quel momento non si sono mai incontrate prima. Ad esempio, ai tempi dell'università mi sono fidanzata con un ragazzo che conobbi lavorando proprio nella biblioteca di facoltà. Lì il percorso di conoscenza l'ho trovato naturale, visto che lavoravamo come borsisti gomito a gomito e in un certo senso era la situazione stessa che ci ha messo nella condizione di chiacchierare e di conoscerci e poi per me, conoscere un ragazzo con la mediazione del mondo dei libri e della letteratura è una cosa meravigliosa!
Insomma, se si crea un aggancio reale, un ponte solido in grado di unire e mettere a contatto due persone sconosciute va bene, ma se l'approccio si fonda su presupposti eccessivamente labili e/o aleatori, io mi sento a disagio, perché avverto tutto come se fosse in atto il "grande teatrino del rimorchiamento", che proprio non fa per me: troppo strategico e innaturale.
In gergo PUA riassumerei dicendo che bisogna prima raggiungere l'hook point

Ma al di là delle giuste considerazioni sulla sensazione di "forzosità" in un approccio basato su elementi troppo fatui, fluttuanti, per poter essere solido, ti faccio una domanda: secondo te è plausibile ammettere che le possibilità di connessione tra due sconosciuti siano molte di più di quelle che effettivamente vengono messe in atto, e che con un po' di pratica volta a sovrastare l'ansia e la timidezza che bloccano e intorpidiscono le capacità comunicative del wannabe broccolone di turno, questo potenziale potrebbe emergere ed essere sfruttato, creando connessione in contesti molto più variegati rispetto agli scenari canonici che ben si prestano a questo genere di eventi?
Voglio dire: salvo i più fobici avremo tutti notato come sia piuttosto triviale (relativamente al proprio grado di timidezza) arrivare alla conoscenza tra due persone che si trovano a condividere degli spazi per ragioni terze (lavoro, università, hobbies), da cui lo stabilire la connessione è anche in quel caso facilitata.
Qualsiasi sconosciuto o sconosciuta sono potenziali colleghi, compagni, amici di amici. Persone che in altri contesti ci troveremmo a invitare ad uscire, o ad accettare loro inviti, senza alcuna malizia, senza avere la sensazione di scopi ambigui o significati nascosti all'interno dell'invito.
Perciò sono estremamente affascinato dalla capacità che hanno alcune persone di riuscire a "creare" questa sensazione di neutralità, di non belligeranza, quando parlano con persone sconosciute dell'altro sesso e di età "compatibile" a fini relazionali/sessuali, e confesso che mi piacerebbe tantissimo acquisire questa capacità, anche se sono bloccato dal preconcetto di rischiare il "dare fastidio" alla ragazza di turno.
Preconcetto che in parte sto superando, ricevendo i feedback di amiche su approcci e rendendomi conto che un approccio educato fa sempre piacere, a prescindere dall'esito dello stesso, e che le ragazze per lo più odiano gli approcci forzati, "labili" (come dici te), per non parlare poi dell'innumerevole quantità di approcci volgari che giustamente intimoriscono.
Vecchio 13-01-2013, 17:19   #83
y
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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Personalmente mi è capitato più volte di essere approcciata a freddo da un ragazzo. A volte per strada, a volte pure sul treno o al cinema (spesso da ragazzi più piccoli, visto che da sempre sembro molto più piccolina della mia età).
Ogni volta sono fuggita a gambe levate, perché questo tipo di avvicinamento a me sembra azzardato, imbarazzante e poco spontaneo. Un tizio addirittura mi lasciò su un foglietto il suo numero di telefono e ovviamente io non l'ho mai richiamato, anche perché non avevo elementi per esserne realmente incuriosita. Ok, fisicamente non era male, ma a me non basta questa caratteristica per essere attratta da qualcuno.
Per vivere l'approccio in maniera spontanea e naturale, sento che deve esserci un contesto che sorregge e unisce le due persone che fino a quel momento non si sono mai incontrate prima. Ad esempio, ai tempi dell'università mi sono fidanzata con un ragazzo che conobbi lavorando proprio nella biblioteca di facoltà. Lì il percorso di conoscenza l'ho trovato naturale, visto che lavoravamo come borsisti gomito a gomito e in un certo senso era la situazione stessa che ci ha messo nella condizione di chiacchierare e di conoscerci e poi per me, conoscere un ragazzo con la mediazione del mondo dei libri e della letteratura è una cosa meravigliosa!
Insomma, se si crea un aggancio reale, un ponte solido in grado di unire e mettere a contatto due persone sconosciute va bene, ma se l'approccio si fonda su presupposti eccessivamente labili e/o aleatori, io mi sento a disagio, perché avverto tutto come se fosse in atto il "grande teatrino del rimorchiamento", che proprio non fa per me: troppo strategico e innaturale.
A me nessuna mi ha mai "approcciato". (Ah, si, di solito son gli uomini che lo fanno... gh!)
Comunque pure a me non è mai piaciuta sta cosa che bisogna andare lì da una e fare i numeri da circo. Non son capace.
Vecchio 13-01-2013, 18:00   #84
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L'avatar di clizia
 

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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
In gergo PUA riassumerei dicendo che bisogna prima raggiungere l'hook point

Ma al di là delle giuste considerazioni sulla sensazione di "forzosità" in un approccio basato su elementi troppo fatui, fluttuanti, per poter essere solido, ti faccio una domanda: secondo te è plausibile ammettere che le possibilità di connessione tra due sconosciuti siano molte di più di quelle che effettivamente vengono messe in atto, e che con un po' di pratica volta a sovrastare l'ansia e la timidezza che bloccano e intorpidiscono le capacità comunicative del wannabe broccolone di turno, questo potenziale potrebbe emergere ed essere sfruttato, creando connessione in contesti molto più variegati rispetto agli scenari canonici che ben si prestano a questo genere di eventi?
Voglio dire: salvo i più fobici avremo tutti notato come sia piuttosto triviale (relativamente al proprio grado di timidezza) arrivare alla conoscenza tra due persone che si trovano a condividere degli spazi per ragioni terze (lavoro, università, hobbies), da cui lo stabilire la connessione è anche in quel caso facilitata.
Qualsiasi sconosciuto o sconosciuta sono potenziali colleghi, compagni, amici di amici. Persone che in altri contesti ci troveremmo a invitare ad uscire, o ad accettare loro inviti, senza alcuna malizia, senza avere la sensazione di scopi ambigui o significati nascosti all'interno dell'invito.
Perciò sono estremamente affascinato dalla capacità che hanno alcune persone di riuscire a "creare" questa sensazione di neutralità, di non belligeranza, quando parlano con persone sconosciute dell'altro sesso e di età "compatibile" a fini relazionali/sessuali, e confesso che mi piacerebbe tantissimo acquisire questa capacità, anche se sono bloccato dal preconcetto di rischiare il "dare fastidio" alla ragazza di turno.
Preconcetto che in parte sto superando, ricevendo i feedback di amiche su approcci e rendendomi conto che un approccio educato fa sempre piacere, a prescindere dall'esito dello stesso, e che le ragazze per lo più odiano gli approcci forzati, "labili" (come dici te), per non parlare poi dell'innumerevole quantità di approcci volgari che giustamente intimoriscono.
Oddio, non saprei, probabilmente sì...quasi sicuramente le possibilità di connessioni uomo-donna sono molte di più di quelle che effettivamente vengono messe in atto, però, per me, è fondamentale un aspetto.
Più volte ho notato che in questi approcci "freddi", la persona che fa il primo passo di avvicinarsi è spesso poco attenta nel cercare di comprendere, anche mediante la propria intuitività e sensibilità, l'indole e la personalità che ha di fronte a sé. La cosa che più mi ha respinta in questo tipo di approccio è l'aver intuito e osservato (sono una grande riflessiva e osservatrice) che la persona che "ti sceglie" lo fa sulla base di elementi spesso superficiali o casuali, riponendo poco attenzione all'aura e alla personalità dell'individuo che in quel momento sta puntando come obiettivo. Spesso ho avuto come la sensazione che un ragazzo non stesse scegliendo me, bensì semplicemente una ragazza "caruccia" da rimorchiare in quel momento e basta.
Non so, mi sembra che spesso in questo approccio manchi il processo di individuazione, per cui, la ragazza dovrebbe sentire di essere stata scelta tra una miriade di altre ragazze per una sua speciale e unica caratteristica. Ecco, spesso questa sensazione viene a mancare; sembra che la scelta sia dettata dal caso o da un capriccio momentaneo e sentirsi scelta per semplice capriccio spesso non è piacevole. Una o due volte invece sono stata avvicinata da ragazzi che mi sono parsi un po' più sensibili, ma ho sempre declinato gli inviti che mi sono stati rivolti perché all'epoca avevo il ragazzo e comunque (anche se fossi stata single) non so se avrei accettato mai un invito così su due piedi, perché, personalmente, il sapere di essere fermata per eventuali motivi di interesse relazional-sessuale mi innervosisce alquanto; tutta questa situazione mi farebbe sentire sotto esame, giudicata e valutata in continuazione e se s'innesca in me il meccanismo del giudizio, è la fine: perdo di spontaneità e naturalezza.
In genere, quando ho a che fare con un ragazzo, preferisco inizialmente passare attraverso la fase dell'amicizia disinteressata, per approdare eventualmente ad altro; questa però è una visione mia che non generalizzo ed forse è strettamente collegata alla mia forte timidezza con l'altro sesso. Avendo un'autostima traballante, non mi piace tutto ciò che mi ricorda una competizione, una gara o una performance, per intenderci.
Vecchio 13-01-2013, 18:14   #85
y
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Come se a me dispiacesse di essere "scelto" perché sono io. Ma per me che son maschio non si pone nemmeno il problema, dato che io dovrei fare proprio la parte del corteggiatore... Poi se andiamo sul discorso "esame", vabbè, li sfondi na porta aperta...
Vecchio 13-01-2013, 18:21   #86
Esperto
L'avatar di clizia
 

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Originariamente inviata da y Visualizza il messaggio
Come se a me dispiacesse di essere "scelto" perché sono io. Ma per me che son maschio non si pone nemmeno il problema, dato che io dovrei fare proprio la parte del corteggiatore... Poi se andiamo sul discorso "esame", vabbè, li sfondi na porta aperta...
Ciao y,
lo so che a voi ragazzi può risultare fastidioso che una ragazza si lamenti di essere corteggiata o infastidita. Lo so, come molti forumisti qui capisco che vediate tutto ciò come un privilegio della donna, però questo stesso privilegio è controbilanciato da un sacco di svantaggi tutti "al femminile" che forse notate di meno, essendo voi uomini.
Te ne elenco solo due che mi stanno particolarmente a cuore. Come insegnante, se sei un maschio, hai molto più carisma e molta più presa sugli studenti, soprattutto negli ambienti maschilisti di periferia. Se sei un ragazzo puoi viaggiare da solo anche in paesi di un certo tipo con una certa sicurezza, senza il pericolo di essere importunato. Così fa un mio amico ogni anno, che se ne parte da solo con lo zaino in spalla. Noi donne siamo molto più vincolate in questo senso e più esposte al pericolo. Desidererei tantissimo anche io viaggiare come il mio amico G. da sola a Cuba o in Indonesia.
Insomma, questo per dire che lo so che in determinati ambiti voi siete svantaggiati, ma purtroppo anche noi lo siamo in altri!
Però dai, magari ogni tanto succede anche a un ragazzo di essere avvicinato da qualche giovine fanciulla!

Insomma ogni sesso ha i suoi svantaggi!
Vecchio 13-01-2013, 18:28   #87
Avanzato
L'avatar di Area Cronica
 

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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Sono andato alla Feltrinelli più di una volta e non ho MAI visto scene di broccolaggio. Qualcuno ne ha viste?
Se non è facile neanche per i non fobici, figuriamoci per un utente di questo sito...
Non è un posto per fare nuove conoscenze, ci vado molto spesso e non ho mai visto nessun tipo di interazione tra sconosciuti. Quindi, se non riuscite/riusciamo ad approcciare lì dentro, non c'è niente di strano, gli atteggiamenti da fobia sociale sono altri.
Vecchio 13-01-2013, 18:32   #88
Esperto
L'avatar di Herzeleid
 

È curioso che io vada alla Feltrinelli praticamente ogni volta che esco, all'apparenza quasi un rituale, e non mi sia mai capitato di sentirmi dello spirito di provarci con una ragazza. Peraltro, quando scorro con gli occhi i titoli dei libri che mi interessano, che ho letto, che vorrei leggere, sono così assorto che non riesco ad avere nozione per nulla che mi circondi e se ritorno alla realtà, bruscamente, è solo perché qualcuno mi rivolge la parola.
Vecchio 13-01-2013, 19:07   #89
y
Banned
 

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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Però dai, magari ogni tanto succede anche a un ragazzo di essere avvicinato da qualche giovine fanciulla!
magari succede agli altri...

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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Insomma, questo per dire che lo so che in determinati ambiti voi siete svantaggiati, ma purtroppo anche noi lo siamo in altri!
[...]
Insomma ogni sesso ha i suoi svantaggi!
Che ognuno dei due sessi abbia i propri vantaggi e svantaggi son daccordo. Il mio era solo un appunto (probabilmente mal'espresso) relativo a una brutta sensazione che ho molto di frequente, ovvero che troppe donne siano focalizzate sulle proprie necessità e i propri bisogni femminili, come se il rapporto dovesse "nascere" da questo, dimenticandosi invece che ci sono anche i bisogni dell'altro (che oltretutto di solito non sono poi così diversi). Peccato che all'uomo spetti questa ingrata parte di fare la famosa prima mossa. E qui torniamo al discorso del sentirsi sotto esame...
Sai, una volta una tipa chattando in internet, m'ha detto che per farmi notare dalle ragazze dovrei "emergere, distinguermi dalla massa". La stessa persona però si irritava alquanto a sentirsi messa al livello delle altre ("io sono io, non sono le altre!").
Continuo a non capire perché il mio valore di persona, la mia individualità, IO la devo dimostrare, lasciando comunque la possibilità di scelta alla controparte, mentre così tante donne vogliono che la LORO individualità sia data per scontata (certo magari non da tutti, magari solo da QUELL'uomo, ma fintanto che ci si riferisce ad un "approccio", e non ad una storia già iniziata, la controparte è un virtuale chiunque). Vorresti che l'uomo ti facesse sentire speciale, ti scegliesse perché sei tu! Ma se non gli dai la possibilità di conoscerti non PUO' farlo. Come fa? Non ha elementi. E poi anche lui vorrebbe essere scelto perché è lui. Il fatto è che col peso della prima mossa l'uomo in realtà è quello tra i due che si sbilancia e si mette in gioco per primo.
A me sta cosa non mi va giù proprio. Non sarebbe meglio per tutti considerarsi come delle persone, invece di pretendere una separazione dei ruoli, col risultato di tirare per i capelli e snaturare una cosa (la separazione dei ruoli, appunto) che invece dovrebbe essere naturale?

vabé... sarò io che fuso..
Vecchio 13-01-2013, 20:51   #90
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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Più volte ho notato che in questi approcci "freddi", la persona che fa il primo passo di avvicinarsi è spesso poco attenta nel cercare di comprendere, anche mediante la propria intuitività e sensibilità, l'indole e la personalità che ha di fronte a sé
non è che in quel poco tempo si può fare la radiografia a raggi infrarossi su un individuo, è ovvio che si prova con una ragazza che si ritiene carina o disponibile, a seconda dei casi

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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
La cosa che più mi ha respinta in questo tipo di approccio è l'aver intuito e osservato (sono una grande riflessiva e osservatrice) che la persona che "ti sceglie" lo fa sulla base di elementi spesso superficiali o casuali, riponendo poco attenzione all'aura e alla personalità dell'individuo che in quel momento sta puntando come obiettivo. Spesso ho avuto come la sensazione che un ragazzo non stesse scegliendo me, bensì semplicemente una ragazza "caruccia" da rimorchiare in quel momento e basta.
Non so, mi sembra che spesso in questo approccio manchi il processo di individuazione, per cui, la ragazza dovrebbe sentire di essere stata scelta tra una miriade di altre ragazze per una sua speciale e unica caratteristica. Ecco, spesso questa sensazione viene a mancare
questa però mi sembra una tipica elucubrazione mentale femminile intrisa da numerose contraddizioni
perché spesso le donne respingono un uomo che le ritenga uniche e speciali, magari innamoratissimo, ma brutto
mentre prediligono ed apprezzano un uomo più bello ma cinico e spietato e che magari approccia molte donne a caso, magari anche te
quindi non ha molto senso questo tipo di ragionamento
diciamo che se un uomo è bello, ha una bella presenza, anche in un tipo d'approccio come questo alla Feltrinelli ha buone possibilità di riuscita, mentre un brutto ne ha zero
Vecchio 13-01-2013, 23:01   #91
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Ciao y,
lo so che a voi ragazzi può risultare fastidioso che una ragazza si lamenti di essere corteggiata o infastidita
E' vero stai sempre a lamentarti
Vecchio 13-01-2013, 23:51   #92
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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Oggi mi trovavo alla Feltrinelli; ero entrato per passare un po' il tempo guardando libri e cd. Ero nella zona della musica che piace a me, intento a consultare il retro di un cd, e dopo un po' noto che una ragazza molto carina è ferma vicino allo stesso scaffale. Era morettina, coi capelli corti e gli occhi da cerbiatta. Io mi volto (prima non mi ero accorto di lei). Ho avuto l'impressione che stesse sbirciando il mio cd ma non sono sicuro. C'è un breve incrocio di sguardi, più di sorpresa che altro. Poi lei si mette a guardare i cd sullo scaffale.

Cosa faccio io? Dai che lo sapete.
Bravi, avete indovinato: ripongo il cd sullo scaffale e dopo poco me ne vado.
Mi sarebbe piaciuto conoscerla, scambiare qualche parola, chiederle i suoi gusti musicali, o letterari...
Niente. L'unica cosa che sono riuscito a fare è stata aspettare che uscisse, seminascosto in un'altra zona della libreria, e poi seguirla per un tratto di strada, a una discreta distanza, e poi lasciar perdere.

Ho fatto bene ad evitare? Forse sì, visto che quando ho pensato di rivolgerle la parola già mi sentivo in ansia da approccio, e probabilmente ci avrei rimediato solo una figura poco convincente e semi-patetica. Senza contare che se l'avessi fermata per strada dopo averla seguita per un breve tratto ("Ehi ciao, ti ho vista nella libreria prima...") sarei forse risultato un po' creepy e sicuramente molto needy.


Voi come avreste agito in quel caso? Secondo voi qual è un modo "giusto" per approcciare una ragazza da cui si è incuriositi in libreria?

Lo chiedo anche alle ragazze: se siete in una libreria e un ragazzo vi approccia, cosa pensate? Siete infastidite e lo ritenete l'ennesimo provolone oppure siete incuriosite? Che tipo di approccio (spontaneo, s'intende) gradireste di più? E di meno?


ma che approccio e approccio hai fatto bene a lasciar perdere io avrei fatto lo stesso
Vecchio 14-01-2013, 02:16   #93
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

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Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Personalmente mi è capitato più volte di essere approcciata a freddo da un ragazzo. [...]
Ogni volta sono fuggita a gambe levate, perché questo tipo di avvicinamento a me sembra azzardato, imbarazzante e poco spontaneo. [...]
Per vivere l'approccio in maniera spontanea e naturale, sento che deve esserci un contesto che sorregge e unisce le due persone che fino a quel momento non si sono mai incontrate prima. [...]
Insomma, se si crea un aggancio reale, un ponte solido in grado di unire e mettere a contatto due persone sconosciute va bene

Clizia, sinceramente faccio difficoltà a capire il tuo punto di vista.

Per me è ovvio che, se scelgo di approcciare una ragazza sconosciuta (ho detto approcciare, come nel titolo del topic, non broccolare), sono mosso da principio dalle poche informazioni che posso avere su di lei (per esempio l'aspetto fisico o gli interessi culturali, come nel caso di questo topic) e non da una conoscenza profonda che in così poco tempo non ha chiaramente avuto modo essere...
...E per me è altrettanto ovvio che se approccio una ragazza questo non significa che l'ho scelta come obbiettivo sentimentale, dal momento che -appunto- non la conosco.
Perché l'avrei approcciata allora? Anche questo è ovvio: per aver modo di conoscerla: se incontro per caso una ragazza in libreria e scopro che è una che ascolta * ******** ** *********, ed è pure carina, che cosa c'è di poco naturale se mi viene la curiosità di conoscerla per capire se quei puntini si uniscono a formare una figura interessante (oppure no)?


Non so... a me sembrano molto più scontate e forzate (anche se mi rendo conto che la maggiorparte delle storie nascono così) quelle conoscenze che si originano perché il caso (perché -se ci pensi- di caso si tratta, in misura non minore che nell'esempio del presente topic) impone di frequentare lo stesso ambiente e lo stesso contesto. E se nel mio contesto, per una qualunque ragione, ci fossero ragazze interessanti per altri motivi ma non ci fossero ragazze -sempre per fare un esempio- che ascoltano * ******** ** *********?


Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
ma se l'approccio si fonda su presupposti eccessivamente labili e/o aleatori, io mi sento a disagio, perché avverto tutto come se fosse in atto il "grande teatrino del rimorchiamento", che proprio non fa per me: troppo strategico e innaturale.
Eh, ho capito che cominci la frase col "se" ipotetico, per metterti formalmente al riparo da generalizzazioni indebite (e dalle critiche stile Winston Smith).
Però davvero da quello che scrivi in realtà traspare che tu identifichi a priori un approccio da parte di un ragazzo sconosciuto con un approccio superficiale, costruito, e al limite pure un tantino volgare ("il grande teatrino del rimorchio").
Per esempio, non ti è venuto in mente che io potessi essere veramente interessato a curiosare se una ragazza carina che ascolta * ******** ** ********* avesse per caso altri elementi di compatibilità con me, senza che io dessi questo per scontato?
Non solo, ma il fatto che un ragazzo timido conosca una ragazza carina quasi per caso, sotto l'egida dei ******** ** ********* e della musica di **********, e abbia il coraggio di rivolgerle la parola, e pensare che magari nasca una conoscenza tra i due che possa sfociare in un amore in una notte di passione o in una bella amicizia, personalmente lo trovo più poetico che volgare.


Il tuo errore e quello di molte ragazze che hanno paura di essere approcciate è -sia detto senza offesa- di "presunzione".
Cioè tu presumi che un ragazzo che ti approccia ti abbia già scelta, magari solo perché sei carina o perché leggi Charlotte Brontë. Invece -mi spiace deluderti- non è così. Tolto il caso in cui quel ragazzo sia interessato solo al sesso (il che peraltro è del tutto legittimo) o il caso in cui sia uno un po' disperato, sta pur sicura che prima di "sceglierti" come obbiettivo sentimentale ti vorrà conoscere di più, vorrà vederti altre volte e capire davvero come sei. E questo non ha niente a che vedere col farti sentire sotto esame: è né più né meno quello che avviene in una conoscenza qualunque tra persone, col vantaggio (per te e -per ragioni diverse- per lui) che se aveva scelto di rivolgerti la parola almeno era un po' incuriosito o affascinato da te.

C'è davvero altro da aggiungere?
Vecchio 14-01-2013, 02:29   #94
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Più volte ho notato che in questi approcci "freddi", la persona che fa il primo passo di avvicinarsi è spesso poco attenta nel cercare di comprendere, anche mediante la propria intuitività e sensibilità, l'indole e la personalità che ha di fronte a sé. La cosa che più mi ha respinta in questo tipo di approccio è l'aver intuito e osservato (sono una grande riflessiva e osservatrice) che la persona che "ti sceglie" lo fa sulla base di elementi spesso superficiali o casuali, riponendo poco attenzione all'aura e alla personalità dell'individuo che in quel momento sta puntando come obiettivo. Spesso ho avuto come la sensazione che un ragazzo non stesse scegliendo me, bensì semplicemente una ragazza "caruccia" da rimorchiare in quel momento e basta.
Non so, mi sembra che spesso in questo approccio manchi il processo di individuazione, per cui, la ragazza dovrebbe sentire di essere stata scelta tra una miriade di altre ragazze per una sua speciale e unica caratteristica. Ecco, spesso questa sensazione viene a mancare; sembra che la scelta sia dettata dal caso o da un capriccio momentaneo e sentirsi scelta per semplice capriccio spesso non è piacevole. Una o due volte invece sono stata avvicinata da ragazzi che mi sono parsi un po' più sensibili, ma ho sempre declinato gli inviti che mi sono stati rivolti perché all'epoca avevo il ragazzo e comunque (anche se fossi stata single) non so se avrei accettato mai un invito così su due piedi, perché, personalmente, il sapere di essere fermata per eventuali motivi di interesse relazional-sessuale mi innervosisce alquanto; tutta questa situazione mi farebbe sentire sotto esame, giudicata e valutata in continuazione e se s'innesca in me il meccanismo del giudizio, è la fine: perdo di spontaneità e naturalezza.

Ecco, appunto. Anche questo che scrivi conferma quello che ho detto sopra: commetti un errore di "presunzione".
Cioè presumi che il ragazzo in questione ti abbia già scelta come "target pesante", quando invece ti ha solo scelta come interlocutrice perché lo incuriosivi (esteticamente o per altre ragioni), ti sta solo dando la possibilità di conoscerlo, e ti sta chiedendo di dargli la possibilità di conoscerti.

Vecchio 14-01-2013, 13:19   #95
kiu
Banned
 

il problema non sta tanto nel fatto che l'approccio è molto diretto, ma nel fatto che non sei in un luogo adatto all'approccio...mi spiego...

se ci provi in maniera molto esplicita e diretta in luogo deputato al "tacchinamento", come in una discoteca, non sei considerato "anormale"...se invece ci provi alla feltrinelli, o per strada, o alla fermata del bus, o sul treno, 99 su 100 la tipa ti manda a farti friggere...anche se le piaci...proprio perchè non è una cosa usuale, non lo fa nessuno, o quasi nessuno...in certi luoghi...
Vecchio 14-01-2013, 13:34   #96
Avanzato
 

alla fine il consiglio migliore te l'ha dato un ragazzo che si chiama Luca (non a caso..)
Ti posso dire che situazioni del genere sono capitate anche a me, pero' colto sul momento impreparato mi veniva sempre un po d'ansia e alla fine scambiavo solo 4 chiacchere e poi me la davo a gambe...
Col senno di poi non me ne sarei andato ma avrei mantenuto la conversazione accesa.
Peccato che non frequento piu librerie se non per sfruttare i bagni al momento del bisogno
Vecchio 14-01-2013, 15:32   #97
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Voi come avreste agito in quel caso?
Già leggere questo racconto m'ha messo ansia, immaginatevi parlare con quella ragazza…

Ultima modifica di barclay; 14-01-2013 a 15:35.
Vecchio 14-01-2013, 17:47   #98
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Che ognuno dei due sessi abbia i propri vantaggi e svantaggi son daccordo. Il mio era solo un appunto (probabilmente mal'espresso) relativo a una brutta sensazione che ho molto di frequente, ovvero che troppe donne siano focalizzate sulle proprie necessità e i propri bisogni femminili, come se il rapporto dovesse "nascere" da questo, dimenticandosi invece che ci sono anche i bisogni dell'altro (che oltretutto di solito non sono poi così diversi). Peccato che all'uomo spetti questa ingrata parte di fare la famosa prima mossa. E qui torniamo al discorso del sentirsi sotto esame...
Sai, una volta una tipa chattando in internet, m'ha detto che per farmi notare dalle ragazze dovrei "emergere, distinguermi dalla massa". La stessa persona però si irritava alquanto a sentirsi messa al livello delle altre ("io sono io, non sono le altre!").
Continuo a non capire perché il mio valore di persona, la mia individualità, IO la devo dimostrare, lasciando comunque la possibilità di scelta alla controparte, mentre così tante donne vogliono che la LORO individualità sia data per scontata (certo magari non da tutti, magari solo da QUELL'uomo, ma fintanto che ci si riferisce ad un "approccio", e non ad una storia già iniziata, la controparte è un virtuale chiunque). Vorresti che l'uomo ti facesse sentire speciale, ti scegliesse perché sei tu! Ma se non gli dai la possibilità di conoscerti non PUO' farlo. Come fa? Non ha elementi. E poi anche lui vorrebbe essere scelto perché è lui. Il fatto è che col peso della prima mossa l'uomo in realtà è quello tra i due che si sbilancia e si mette in gioco per primo.
A me sta cosa non mi va giù proprio. Non sarebbe meglio per tutti considerarsi come delle persone, invece di pretendere una separazione dei ruoli, col risultato di tirare per i capelli e snaturare una cosa (la separazione dei ruoli, appunto) che invece dovrebbe essere naturale?

vabé... sarò io che fuso..
Oddio, fatemi rispondere uno alla volta...lo sapevo che non dovevo impelagarmi contro voi maschietti in questa discussione dove sono in netta minoranza, ahi, ahi!
Allora, sono d'accordo con te su molte cose, in primis sul fatto che molte donne siano centrate sui loro bisogni e analizzino "il rituale del corteggiamento" solo dal loro punto di vista e basta.
Però è anche utile riconoscere che è proprio accettando un approccio così codificato e rigido nel rapporto uomo-donna che si viene a reiterare quel "teatrino" fasullo di cui parlavo e che io trovo tanto artificioso quanto fastidioso. Non penso che sia giusto che l'uomo debba emergere dalla massa (come ti disse questa ragazza in chat) mentre una donna si debba sentire giustificata nel suo rimanere passiva e inerte, proprio in virtù del fatto di aspettare di dover essere scelta.
Ecco, non mi piace proprio questo percorso, che prevede dei comportamenti obbligati e codificati da parte dell'uomo e della donna: l'uomo "rimorchia" e "approccia", la ragazza "si fa scegliere" e "attende".
Nella mia visione ideale ci si conosce come persone, individui (lo dici anche tu), cercando di mettere da parte qualsiasi strategia mirante a realizzare un determinato fine. E quando si decide che si vuole conoscere l'altro individuo (maschio o femmina che sia), per me è naturale voler dare il meglio di sé, questo perché - a mio avviso - in qualsiasi tipo di relazione umana si dovrebbe idealmente dare il meglio di se stessi.
Sarebbe bello dare il meglio di sé in veste di persone portatrici di un proprio personale bagaglio di esperienze e vissuti, e non solo nel ruolo di uomini alla ricerca della preda o donne il cui fine è quello di accasarsi. Sarebbe tutto più facile se semplicemente si decidesse di dare il meglio di sé perché si è veramente curiosi di conoscere qualcuno e si è desiderosi di mettersi in gioco. Certo, se qualcuno però non è di nostro gradimento è naturale evitare determinate situazioni.
Spesso mi è capitato di essere avvicinata da persone respingenti per via della loro invadenza e strafottenza (dei veri e propri "coatti") o da persone che non riuscivano a capire che in quel momento avrei desiderato rimanere da sola per conto mio, invadendo il mio spazio personale e il mio bisogno di pace e solitudine.
Certo che si deve dare la possibilità a qualcuno di farci conoscere, però devono esserci anche il momento e la situazione giusta, perchè non si possono forzare persone ed eventi.
Vecchio 14-01-2013, 18:31   #99
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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Clizia, sinceramente faccio difficoltà a capire il tuo punto di vista.

Per me è ovvio che, se scelgo di approcciare una ragazza sconosciuta (ho detto approcciare, come nel titolo del topic, non broccolare), sono mosso da principio dalle poche informazioni che posso avere su di lei (per esempio l'aspetto fisico o gli interessi culturali, come nel caso di questo topic) e non da una conoscenza profonda che in così poco tempo non ha chiaramente avuto modo essere...
...E per me è altrettanto ovvio che se approccio una ragazza questo non significa che l'ho scelta come obbiettivo sentimentale, dal momento che -appunto- non la conosco.
Perché l'avrei approcciata allora? Anche questo è ovvio: per aver modo di conoscerla: se incontro per caso una ragazza in libreria e scopro che è una che ascolta * ******** ** *********, ed è pure carina, che cosa c'è di poco naturale se mi viene la curiosità di conoscerla per capire se quei puntini si uniscono a formare una figura interessante (oppure no)?


Non so... a me sembrano molto più scontate e forzate (anche se mi rendo conto che la maggiorparte delle storie nascono così) quelle conoscenze che si originano perché il caso (perché -se ci pensi- di caso si tratta, in misura non minore che nell'esempio del presente topic) impone di frequentare lo stesso ambiente e lo stesso contesto. E se nel mio contesto, per una qualunque ragione, ci fossero ragazze interessanti per altri motivi ma non ci fossero ragazze -sempre per fare un esempio- che ascoltano * ******** ** *********?




Eh, ho capito che cominci la frase col "se" ipotetico, per metterti formalmente al riparo da generalizzazioni indebite (e dalle critiche stile Winston Smith).
Però davvero da quello che scrivi in realtà traspare che tu identifichi a priori un approccio da parte di un ragazzo sconosciuto con un approccio superficiale, costruito, e al limite pure un tantino volgare ("il grande teatrino del rimorchio").
Per esempio, non ti è venuto in mente che io potessi essere veramente interessato a curiosare se una ragazza carina che ascolta * ******** ** ********* avesse per caso altri elementi di compatibilità con me, senza che io dessi questo per scontato?
Non solo, ma il fatto che un ragazzo timido conosca una ragazza carina quasi per caso, sotto l'egida dei ******** ** ********* e della musica di **********, e abbia il coraggio di rivolgerle la parola, e pensare che magari nasca una conoscenza tra i due che possa sfociare in un amore in una notte di passione o in una bella amicizia, personalmente lo trovo più poetico che volgare.


Il tuo errore e quello di molte ragazze che hanno paura di essere approcciate è -sia detto senza offesa- di "presunzione".
Cioè tu presumi che un ragazzo che ti approccia ti abbia già scelta, magari solo perché sei carina o perché leggi Charlotte Brontë. Invece -mi spiace deluderti- non è così. Tolto il caso in cui quel ragazzo sia interessato solo al sesso (il che peraltro è del tutto legittimo) o il caso in cui sia uno un po' disperato, sta pur sicura che prima di "sceglierti" come obbiettivo sentimentale ti vorrà conoscere di più, vorrà vederti altre volte e capire davvero come sei. E questo non ha niente a che vedere col farti sentire sotto esame: è né più né meno quello che avviene in una conoscenza qualunque tra persone, col vantaggio (per te e -per ragioni diverse- per lui) che se aveva scelto di rivolgerti la parola almeno era un po' incuriosito o affascinato da te.

C'è davvero altro da aggiungere?
Scusami, eh, ma secondo me parti col piede sbagliato. Allora, una persona che di punto in bianco si vede avvicinata in un negozio secondo te riconosce subito dal tuo visino se la stai solo "approcciando" oppure "broccolando"? Magari una persona è assorta nei suoi pensieri o ha deciso di fermarsi alla Feltrinelli per una commissione, quindi mi sembra naturale che magari non abbia voglia di mettere su conversazione in un contesto simile, magari perchè non si trova nello stato d'animo adatto ad accogliere su di sé la fatica di relazionarsi con degli estranei. Non è che siamo tutti tranquilli e rilassati da avere così voglia di intavolare una discussione in fretta e furia nel negozio dove ci si è fermati, magari un quarto d'ora per caso, per fare un regalo o per cercare qualcosa per sé.

Io ti ho risposto sulla base della mia persona esperienza, non pretendo mica di dire che quello che è capitato a me sia la regola o che corrisponda alle tue personali intenzioni, sottese al desiderio di avvicinare quella ragazza. Spesso mi è capitato di essere avvicinata in modo poco gentile e rispettoso dei modi e della sensibilità altrui, magari passando per una sgarbata o per una che "si pone sul piedistallo" solo perché ho declinato inviti o richieste. Magari una persona non sempre ha voglia di relazionarsi con degli estranei e non sempre questi sono in grado di suscitare il nostro interesse reale. Non pretendo di essere scelta per le mie doti profonde, né di essere scelta con chissà che significato recondito dietro questa parola; però, se permetti, sono anche libera di rifiutare un approccio superficiale se questo m'infastidisce, lo reputo tale (cioè superficiale), o addirittura superfluo per me.

Ti faccio un esempio: un po' di anni fa, in un pomeriggio di primavera, decisi di andare a scrivere un po' in piazza perché avevo voglia di respirare un po' di vento primaverile. Oh, ci credi che non ci sono riuscita? Ogni due per tre qualcuno mi interrompeva dal mio idillio personale-mentale, spezzava in modo spesso in cauto e grossolano l'incanto e il mio bisogno di stare un po' con me stessa e i miei pensieri (mi ero portata appunto un quaderno per scrivere).
Non che io volessi fare la scorbutica o quella superiore, ma magari sta anche nel tatto dell'altra persona capire i segnali non verbali di chi gli è di fronte, percependo quale sia il suo grado di ricettività al contatto esterno. Personalmente mi sono sentita invasa nei miei spazi, nonché infastidita, visto che ero alle prese con qualcosa e non avevo voglia di essere disturbata. Ora che c'è? Non c'è nemmeno più la libertà di andarsi a sedere su una panchina pubblica in una piazza per leggere o scrivere? Fatto sta che alla fine me ne sono tornata a casa, perché fuori non sono riuscita a trovare la giusta tranquillità emotiva (sarò stata interrotta 4-5 volte).

Sarà che io abito in una città del centro-sud, dove l'estroversione la fa da padrona e dove i ragazzi spesso hanno un modo di fare aggressivo e un po' rude ed è forse per questo che io tendo un po' a chiudermi in me stessa, quando scorgo un certo tipo di approccio che avverto come aggressivo e invasivo. Forse tu percepisci questo mio pormi sulla difensiva come presunzione perché pensi a te stesso nella situazione di chi "approccia", ma sicuramente credo che tu abbia una ben altra classe e un modo più delicato e rispettoso e quindi non riesci a comprendere il perché di certi miei atteggiamenti nei racconti che ti ho riportato.
Considera anche che sono una ragazza timida e quindi un certo tipo di approccio a me un po' spaventa visto che temo di non sapere cosa dire o come comportarmi. Da timido potresti comprendere anche tu stesso il tipo di imbarazzo e comprendere perché io preferisca conoscere qualcuno mediante la mediazione di qualcuno (un amico/a) o qualcosa (un contesto specifico).
Questo però non significa che io sia chiusa o mi metta sul piedistallo con presunzione.
Anzi, se andiamo sul personale, io credo di essere una ragazza acqua e sapone, molto semplice e anche auto-ironica. Spesso ho anche attaccato io stessa bottone con gli estranei e uno dei miei migliori amici (maschio) l'ho conosciuto proprio ad una conferenza di letteratura, visto che abbiamo iniziato a parlare dal nulla. In questo caso mi sono sentita a mio agio subito, perché con questo ragazzo ho immediatamente percepito dell'affinità e un terreno comune, e proprio tutto ciò mi ha permesso di relazionarmi serenamente e in maniera decisa e aperta con lui. Come vedi, il comportamento dipende molto dal contesto in cui ci si trova e dal modo di porsi delle persone in gioco. Non mi reputo né chiusa, né respingente, nè passiva, anzi.
Addirittura, in un festival di musica internazionale, mi sono ritrovata alle due di notte (io stavo cercando di tornare alla tenda per andare a dormire) ad avere a che fare con un pazzoide ubriaco (un ragazzetto ventenne a me sconosciuto) che, per farmi uno scherzo, mi è saltato addosso da dietro, facendomi ruzzolare a terra. Dato che ho compreso che stavano tutti "fuori di testa" a causa dei fumi dell'alcol, io unica sobria, sono stata al gioco e ho abbracciato quel ragazzo che mi ha fatto più tenerezza che altro. Non ho fatto né la scandalizzata nè mi sono messa sul piedistallo, tanto che, lui stesso mi ha detto alla fine: "You're a friendly woman!" Sì, appunto perchè invece di mollargli uno ceffone come avrebbe fatto qualsiasi ragazza sicura di sé e del fatto suo, l'ho tirato su da terra e gli ho dato questa stretta fraterna , vivendo tutta la situazione con la giusta dose di ironia.
Vecchio 14-01-2013, 18:52   #100
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Originariamente inviata da Kalimero Visualizza il messaggio
non è che in quel poco tempo si può fare la radiografia a raggi infrarossi su un individuo, è ovvio che si prova con una ragazza che si ritiene carina o disponibile, a seconda dei casi



questa però mi sembra una tipica elucubrazione mentale femminile intrisa da numerose contraddizioni
perché spesso le donne respingono un uomo che le ritenga uniche e speciali, magari innamoratissimo, ma brutto
mentre prediligono ed apprezzano un uomo più bello ma cinico e spietato e che magari approccia molte donne a caso, magari anche te
quindi non ha molto senso questo tipo di ragionamento
diciamo che se un uomo è bello, ha una bella presenza, anche in un tipo d'approccio come questo alla Feltrinelli ha buone possibilità di riuscita, mentre un brutto ne ha zero
Allora, proprio perchè nessuno di noi (uomini e donne) è dotato di raggi infrarossi o di palle di cristallo, io direi che l'approccio più sincero e sereno sia quello fondato su una prima conoscenza in contesti ben precisi, dove lo scopo non è approcciare nessun/a ragazzo/a per nessuno fine specifico.
Le situazioni "di approccio" avulse da qualsivoglia contesto, a me infastidiscono.
Ancora con questa storia dei belli avvantaggiati. Ok, i belli hanno più successo dei brutti, ma allo stesso modo anche le belle hanno più successo delle brutte. Quindi questa grande ingiustizia estetica è equamente ripartita tra uomini e donne, ahimè!
Siamo tutti (parlo di uomini e donne)n avvantaggiati o svantaggiati allo stesso modo, non credi?

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E' vero stai sempre a lamentarti
Ma lamentarmi "de che??" Parli te che ti fai sempre cercare per primo e non cerchi mai e poi....io non mi lamento, perchè sono una discepola delle sorelle Bronte, austera, spirituale, amante della solitudine e degni amori sognati. Sei te il vizioso "bukowskiano", che va in crisi di astinenza e muore se non rimedia a tutti i costi le donne!

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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Vabbeh, anch'io concordo con il rifiuto del teatrino della seduzione stereotipata e coatta, mica ci vuole tanto.

Ma a leggere alcuni commenti sembra che ogni
E poi io vorrei vedere ste donne a dover essere "obbligate" a fare il primo passo di conoscenza (altrimenti nada) se farebbero tanto le schizzinose.
Secondo me siete voi uomini ad avere 'sto stereotipo che le donne non facciano mai il primo passo. Personalmente sono stata sempre propositiva nelle amicizie e nel proporre qualcosa a qualcuno (uomo o donna che fosse), se questo qualcuno ha saputo suscitare il mio interesse. Mi sembra che ci sia questo stereotipo della donna-manichino alla "Casa di bambola" di Ibsen. Non mi pare che le cose siano più così e le donne che sono totalmente inerti e passive forse sono state abituate male da voi maschietti, perchè nell'adolescenza siete soliti mettere sul piedistallo un certo tipo di fanciulla (quella carina, smorfiosa e un po' gnègnè) che quindi è viziata ed è abituata a non guadagnarsi le cose da sola, sentendosi un po' come la principessa sul pisello.
Se devo dirla tutta, data la mia personale storia, per essere accettata e apprezzata dagli altri, sin da bambina mi sono sempre dovuta impegnare molto a migliorare me stessa e ad aprirmi al prossimo, quindi questa storia della donna passiva può valere giusto per alcune ragazze "perfettine", quelle che solitamente ammirate proprio voi uomini...lo so, perchè essendo andata a scuola proprio con una ragazza che adesso è una famosa donna di spettacolo, mi sono resa conto che certe persone sono abituate sin da piccolissime a "non dover chiedere mai" e a non doversi impegnare affatto per costruire la propria autostima o per avere un po' di approvazione e conferme dal mondo esterno. Tutto gli era/è dovuto...

Ultima modifica di clizia; 14-01-2013 a 18:56.
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