Ieri mi trovavo a passeggiare in riva al fiume. Lo faccio spesso, il fiume è un fiume carsico e camminare sul suo letto nei punti in cui si nasconde e tornare a riva quando riemerge è un rito, per me, simbolico e comunicativo: se una cosa non la vedo non significa che non sia presente.
Accade che incontro un conoscente che fino a qualche anno fa definivo amico (ignorandone l'etimologia) e mi parla del suo lavoro, di come guadagni "quasi 2000 euro al mese",- inizio a sudare, volevo solo passeggiare e passeggiare solo, il fiume mostra il proprio letto privo di acqua-, la compagna aspetti un figlio ("auguri"), - ecco che il fiume riappare, merito anche della diga costruita ad uopo -, mi parla di nomi per il bambino e spiccano un paio di nomi americani di quelli che terminano con la s che proprio non sopporto (nel mio gergo Mattias diventa Mattia, Nicholas Nicola, persino un Achille esiste nella mia vita ma è Chille, proprio Chille, perchè Achille va meritato e nel suo caso è ancora presto, e così via), progetti per comprare una casa e smettere una volta per tutte di pagare l'affitto - il fiume si interra nuovamente - la ragazza che si è laureata e adesso lavora a tempo pieno nel luogo in cui finchè studiava faceva part-time.
Mi ritrovo sudato e ho pure un inizio di emicrania. La soluzione migliore, sul momento, sarebbe spingerlo in acqua dicendo che non l'ho fatto di proposito.
Ma il fiume da questo punto in poi non riemerge fino a valle.
Mi domanda di me, senza interesse e senza interesse gli rispondo.
Le nostre strade si separano.
Mi siedo su quel letto di fiume vuoto come i miei pensieri del momento. Ogni poesia è sparita, sudo e l'emicrania è aumentata com'è salita la nausea.
Passo la serata al buio e oggi non va meglio.