È un mesetto che vorrei sfogarmi su una cosa, che considero molto intima eppure anche molto al di fuori di "me".
Innanzitutto sento di dovermi scusare con gli utenti del forum, per più motivi.
Perché è un argomento abbastanza deprimente, quando specialmente qui ci dovrebbero essere soprattutto thread che si
occupassero di argomenti più concreti e positivi, volti al miglioramento individuale e non allo scopo di aumentare
il numero di complessi inutili che già ci tormentano, di qualsiasi natura essi siano.
Inoltre non vorrei mancare di rispetto ad alcune persone che hanno figli o che desiderano averli, alcune cose dette possono offendere
o comunque turbare chi è completamente in disaccordo, anche se non è assolutamente un attacco diretto nei loro confronti, o quantomeno per me non dovrebbe esserlo.
Quello che vi chiedo è di non farvi troppo influenzare, non perché vi creda un mucchio di creduloni che si fanno plasmare
il cervello dal primo deficiente che passa, ma perché personalmente a me questa idea ha influenzato e turbato non poco (quindi semmai il
credulone son io).
Infine, scusatemi per il papiro, in realtà la cosa potrebbe essere molto più breve ma volevo presentarvi anche le mie sensazioni in merito.
Fornisco prima una definizione di "antinatalismo" e spiego le sue motivazioni, per poi spiegare la mia posizione.
Preso direttamente da Wikipedia, l'antinatalismo è "una posizione filosofica che assegna un valore negativo alla nascita" e quindi per
estensione alla vita, all'esistenza, che inizia appunto con l'atto della procreazione. Si invita quindi, a non procreare, in quanto far partecipare una nuova creatura alla vita è ritenuto un atto "maligno" per così dire, o comunque irresponsabile, egoista. La giustificazione di questa posizione
risiede (da quello che ho capito) in due punti, in breve:
1) la vita è più che altro sofferenza e turbamento, e non vale così tanto la pena viverla. Anche se ovviamente non manca di esperienze positive queste sono sempre assoggettate da un gran numero di esperienze negative ed un tedio vivere di fondo.
2) La procreazione sarebbe immorale, in quanto forziamo l'esistenza di un individuo su questa terra, che non ha scelto di farlo ne può farlo, ovviamente. È immorale e anche non necessario, visto che di motivi altruistici (cioè verso il bambino) concreti per cui dovrei figliare non ce ne sono, mentre ce ne sono a bizzeffe per non farlo. Il non esistere è sempre e comunque meglio dell'esistere, il quale è fatto di costanti turbamenti.
La questione dell'immoralità la trovo buffa perché, come si può definire immorale un meccanismo della natura? quindi la vita stessa
(che ha "creato" indirettamente la morale attraverso noi) è immorale? Capisco il ragionamento e sono anche d'accordo, ma è la definizione di "immorale" che non trovo opportuna.
In sintesi è questo, se volete potete fare altre ricerche. Ha fatto molto scalpore il libro di un certo David Benatar "better never to have been", tra l'altro è il tizio che ha reso famoso il termine (non coniato).
La domanda che mi pongo è, perché, fondamentalmente, dovrei fare un figlio? Per rendermi più felice perché i figli sono una cosa bella? sono d'accordo ma in questo caso metterei in secondo piano gli interessi di mio figlio, pertanto figliare è sempre e comunque un atto egoistico. A portare avanti la specie? non mi interessa per niente...
Magari sarei più felice con un figlio, magari saprei crescerlo
e lui saprebbe far crescere me di riflesso, ma non è questo il punto.
Vi rendete conto di cosa significa portare alla luce una nuova coscienza? che pensa e fa esperienze allo stesso modo vostro? Io la trovo una cosa immensa. Meravigliosa e spaventosa allo stesso tempo.
Spaventosa per il livello di responsabilità e potere assoluti che abbiamo nei suoi confronti. Quindi il punto è che non trovo sia vantaggioso per un individuo (che ancora non esiste) far parte di questo mondo.
Trovo due citazioni molto importanti per capire questo, una presa direttamente da wikipedia, di Peter Wessel Zapffe, un filosofo pessimista norvegese dichiaratamente
antinatalista: "Secondo la mia concezione della vita, ho scelto di non portare al mondo figli. Una moneta è esaminata, e solo dopo un attento esame data a un mendicante,
mentre un bambino è gettato nella brutalità cosmica senza esitazione".
Ecco io credo di aver esaminato questa moneta, e credo che non la vorrebbe né il mendicante né chiunque altro.
Un'altra, che non è una citazione ma è un intervento di Woody Allen in un intervista a quanto pare, che secondo me esprime perfettamente questo sentimento: "Mia moglie ed io non abbiamo portato nessun bambino in questo mondo, invece abbiamo adottato. Ma avere il proprio bambino non è una bella cosa. Forse sbaglio, forse sono troppo duro,
ma non credo di star facendo un favore a nessuno dandogli la vita".
Il fatto è che non ho nemmeno una concezione così negativa della vita come ben altri pessimisti col cappio alla gola. Mi sono aggiunto a due gruppi privati su facebook che parlano di questo argomento, ed esiste una certa somiglianza con il movimento femminista: cioè oltre a persone che semplicemente sono a favore dell'ideologie e alle motivazioni teoriche di questa filosofia, c'è gente estremista super depressa e negativa, che dice di odiare le persone, di odiare chi fa figli, chiamandoli
addirittura "breeders" e considerando i genitori alla stregua di "criminali" e "assassini" (perché, banalmente, facendo nascere figli permettono loro anche di morire). Ancora poi, alcuni che accettano questa filosofia per questioni ambientali... no dico QUESTIONI AMBIENTALI!
altre son delle femministe isteriche childfree. Insomma parecchi dicono di essere antinatalisti per altre ragioni personali.
Dicono che il genere umano sia disgustoso, che ripudiano i bambini. Bha...
Non posso odiare chi fa figli ovviamente, sarebbe misoginia allo stato puro,
e poi alla fine quelli strani non sono gli altri, ma sono io che la penso così, anche se ho delle mie ragioni.
E non odio i bambini, tutt'altro, penso siano meravigliosi. Ma penso anche che il mondo sia pieno di merda e che eventualmente soffriranno, ma il peggio per me non è nemmeno questo. Il peggio è la mancanza di necessità.
Se questa sofferenza, e quindi questo esistere, portasse a qualcosa, avesse un significato, un obiettivo concreto, solo in questo caso lo riterrei ammissibile... invece un senso non ce l'ha. Anche se i miei figli vivessero una vita relativamente felice,
perché prendersi la briga? perché prendersi la briga di introdurli in un universo senza senso? così possono correre avanti e dietro su questa terra, dandogli il tempo giusto per domandarsi lo scopo di tutto ciò, per poi morire? No, non voglio farli partecipare a questo giogo insensato, io ho la possibilità di risparmiargli questa follia togliendogli del tutto la possibilità di esistere, e quindi desiderare e soffrire.
Ci sono due problemi ora. Indirettamente, secondo questa linea di pensiero, si è a favore dell'estinzione del genere umano. Ne sono consapevole. Il fatto che io non mi preoccupi più di tanto di questo, mi fa venire i brividi.
Ed ecco che sorge l'altro problema, il mio, personale: sento una contraddizione dentro di me. Nel profondo, pensandola in questa maniera, mi sento un mostro, un dispensatore di morte, un pessimista/depresso/negativo che fa il doppio gioco, che indossa sempre una maschera. Mi sento in colpa per pensarla in questo modo,
sento (non dico che sia razionalmente così) che vivo in una costante bugia, in cui posso sentirmi ed essere sereno e positivo, vitale se vogliamo, ma nel frattempo mi passano per la testa pensieri spaventosi di questo genere.
Come se questo pensiero non mi permettesse di essere appieno me stesso, la mia spinta positiva e vitale è in costante contraddizione con questa posizione, e allo stesso tempo non riesco a non credere a questo ragionamento. Suppongo sia una sensazione che scomparirà col tempo.
Ora che sono vivo, questa vita la posso anche amare, e lo faccio.
Fin quando si tratta di me posso anche sopportare, ora che esisto. Amo molte cose della mia esistenza, ma non abbastanza da far passare tutto questo ad un'altra creatura. E nonostante questo, se avessi potuto, mi sarei risparmiato anche io.
Fino ad ora non sono riuscito a pensare a nessun contro argomento che mi facesse cambiare idea.
Quindi le solite domande, che ne pensate? pensate che sia una cazzata causata da pensieri depressivi et similia (anche se sono veramente quasi tutti spariti a dire il vero)? se si, perché? Pensate che i ragionamenti alla base di questa posizione siano superficiali e privi di una solida base teorica (o pratica)? ancora, perché?