Amicizie assillanti - Pagina 3

~~~ · 08-02-2016, 18:58

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Originariamente inviata da Dedalus

Ti aspettavo.

Infatti l'hai detto, c'è qualcosa che non va. Tanto più, per questo, se non si riesce ad educarsi all'amicizia, vale la pena intanto educarsi alla sincerità.
La fobia sociale azzoppa? Va parlata, mostrata; va assunto il coraggio della propria infermità.

Ma non è vero, perché il problema non è l'amicizia ma io che mi sento scomparire, non è che non sono capace di congedarmi o di posticipare o di prendermi i miei spazi perché mi manca il buon senso di farlo.

È una cosa incomprensibile per chi non la prova, ti pigliano solo per pazzo, tanto che la frase "ma non sei tu sono io" è al primo posto delle scuse.

Nel senso che quando dici a uno: "ho dei problemi con me stessa, gna fo" quello invece di ringraziarti ti piglia per vogliacca stronza e bugiarda, perché dovevi dirgli che ti faceva cagare al culo, mica che ci hai i pobblemi.

poi però quando i pobblemi vengono fuori si lamentano, e allora andassero in culo

~~~ · 08-02-2016, 19:16

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Originariamente inviata da Dedalus

È quel che ho detto.

Te la giro in un altro modo: Se il problema non è l'amicizia, cioè l'altro, con la fuga che risolvi con l'altro?
Eppure chi fugge crede appunto di aver risolto qualcosa con gli altri, e non di lasciare un mucchio di irrisolti con se stesso.

Non direi propria.
La fuga è solo “quello che si riesce a fare in quel momento”, poi si apre bocca e si completa il disastro

Comunque la complicazione non sta (solo) nel gesto, ma in come ti senti tu quando compi quel gesto.

Fra me e uno che si piglia i suoi spazi senza problemi e se si sente assillato lo comunica serenamente c'è una differenza, se non si vuole capirlo pazienza. Tanto più che ci si allarga proprio co quelli che non sono capaci a dire di no per bene.

Anzi ma tu lo sai che c'è un momento che per alcuni la fuga è addirittura un successo? Perché almeno sei riuscito a fuggire?

Però no, uno deve passare per stronzo perché la gente sta a rosica.

Mi dà fastidio che a chi ha questi problemi finisce che gli si dice ma chi ti caga oh!, e allora pure loro sono insicuri e stanno lì colla paura dell'inculata.

Le cose hanno un loro decorso, non è tutto netto, ci sono degli stadi, non è tutto taaaaac!

~~~ · 08-02-2016, 19:42

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Originariamente inviata da Dedalus

Sapessi quanto lo so.

Voglio ricordarti però che qui fin dall'inizio la cosa s'è posta parlando di amicizie assillanti.
Dunque, se il problema sono le amicizie, la cosa si risolve.

Se il problema poi non sono le amicizie ma sé stessi, allora cominciamo a ruotare la cosa di centottanta gradi e a dire che molte volte anche se gli altri son stronzi che si pigliano troppo spazio, il problema è che si vivono forme di insofferenza patologica; e che al problema non dài una soluzione scegliendo amici più premurosi, accoglienti, solidali.
Perché per come sei fatto, ti perdi anche quelli.

La fobia sociale ti pone su un piano che sta prima di ogni possibile amicizia. Da qui si parte, non facendo finta di quasi nulla per fame d'affetto e poi scoprire che si è incapaci di portare avanti un'amicizia quando questa è già avviata.
Sei problematico? Mostra all'altro quali problemi porti. Se ti vuole bene, si avvicina.

Appunto uno si mostra, ma il problema quello rimane.

Ma essere insicuri e senza un buon senso del sé è una colpa?

Ora però sto immaginando la conversazione tenuta dai nostri avatar

~~~ · 08-02-2016, 20:37

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Originariamente inviata da Dedalus

Ovviamente non è una colpa. Diventa solo una complicazione se, da fobici sociali, ci si forza a fingere di essere persone in grado di reggere delle amicizie.

Non è che uno si forza, uno fa quello che può.

(ecco, poi però se decidiamo che non siamo capaci e ci arritiriamo giù a dire che dobbiamo stare cogli altri, che si migliora solo cogli altri (che è abbastanza vero), e allora che dobiamo fa? babò)

cancellato16981 · 08-02-2016, 20:47

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Originariamente inviata da Leucina

Avevo un'amicizia un po' assillante, mi chiamava ogni due giorni e se non rispondevo continuava a squillarmi in continuazione. A me scocciava sentirla così spesso, mi scocciava raccontarle i fatti miei e mi scocciava ascoltare i fatti suoi. Poi a un certo punto non l'ho sentita più, è passato quasi un anno e sono finiti gli amici.

Leucina, credo che tu abbia confuso un'amicizia con una conoscenza. Credo che due amici non si annoino o infastidiscano nel confidarsi, poi ovviamente ci possono essere dei momenti un po' più particolari.
Per quanto riguarda la assiduità delle comunicazioni o degli incontri, io credo che questo dipenda dalle persone stesse: ci sono amici che si vedono ogni giorno e stanno bene e altri che si vedono ogni mese e stanno altrettanto bene.
Per esempio chi mi conosce sà che se non rispondo è meglio non riprovarci perché non è aria ed è meglio aspettare che sia io a richiamare...

~~~ · 08-02-2016, 21:56

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Originariamente inviata da Dedalus

Ma chiediti se dietro questo “fare quel che si può” uno non tradisce le sue difficoltà cercando di non farle pesare nel rapporto, soffrendole poi enormemente quando poi nel rapporto si affacciano.

Eh, ma una volta che uno lo sa che fa, se deve murare vivo?

Io per fare quel che può intendo avere rapporti con gli altri entro quello che riesce, e entro quello che gli altri riescono a reggere.

O je dobbiamo mette ncampanaccio.

~~~ · 08-02-2016, 22:09

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Originariamente inviata da Dedalus

No. Giusto è più cosciente che il sacrificio di sé non nobilita alcunché e che il rischio anzi è di finire nell'inerzia e nei sensi di colpa.

Comunc con me sfondi una porta aperta, pure se non mi sono ancora arresa.

Allora poi però non criticare gli eremiti X)

~~~ · 08-02-2016, 22:12

cerco compagni per: menarje X(