Nel luogo in cui sto svolgendo tirocinio, sono sul punto di avere un esaurimento nervoso, non riesco nemmeno più a dormire e rumigino costantemente su quello che accade.
Sono già settimane in cui, ogni tanto, mi viene detto di mettermi di più in gioco (e, credetemi, dal mio punto di vista faccio già tanto). Studio psicologia e svolgo un tirocinio magistrale in un centro che si occupa di persone con sindrome di down, quindi è molto importante che non manchino le abilità sociali per farlo. Purtroppo, nonostante i 5 anni di psicoterapia, più tutto lo studio che ho fatto per capire di più me stessa in termini anche razionali, ho ancora delle mancanze, temo ancora il giudizio degli altri e ho paura di sbagliare, ma sono certa di aver fatto grossi passi in avanti.
Tuttavia, anche la mia sede di tirocinio presenta alcune mancanze, cioè dovrebbe farmi svolgere attività che abbiano di più a che fare con la psicologia, ma mi fa lavorare solo in ambito educativo. Ho parlato della possibilità di assistere ai colloqui psicologici (molti miei compagni, in altre sedi di tirocinio, lo fanno, essendo un tirocinio pratico valutativo che ci abilità per essere psicologi) con la mia tutor, ma mi ha chiuso il discorso prima che lo finissi. Non mi farà fare nulla, non mi farà supervisionare i casi, né assistere ai colloqui con le famiglie e, se avevo la speranza di affiancarla in un progetto per le scuole, l'ho persa. È diventato un progetto con la chiesa (???), in cui affianco le educatrici. Ovviamente, di tutto questo ho parlato anche con la mia università, purtroppo è delicato cambiare sede perché ho fatto tante ore e non è detto che queste già fatte vengano mantenute e in più c'è gente che non ha ancora iniziato tirocinio perché le sedi sono piene.
Inoltre, ci sono diversi fraintendimenti, per cui non mi attribuirei nemmeno la colpa. Una settimana fa, avrei avuto appuntamento per discutere su come sta andando il tirocinio con un tizio che lavorà lì (che è importante in teoria come membro del centro, ma non è il mio tutor, né uno psicologo, né un educatore). Mi aveva dato appuntamento per le 16 del martedì, arrivo facendo le corse (anche perché al mattino, spesso, ho anche lezioni obbligatorie all'università) e scopro che non c'è. Gli scrivo un messaggio per capire e si scopre che lui aveva segnato l'appuntamento per il giorno dopo. Ok, potevamo aver frainteso in due (anche se vi assicuro di aver capito bene, sono estremamente precisa con date e orari proprio per evitare questi inconvenienti), no, secondo lui ho frainteso solo io e, a causa mia, toccava posticipare l'appuntanento.
Ieri vengo a scoprire che, questo weekend avrei dovuto scolgere le abitative (ore in più di tirocinio, anche nel weekend, di accompagnamento all'autonomia di 5 ragazzi down, in una casa appartenente al centro). Tralasciando il fatto che l'università, per questioni assicurative, è restìa a farci svolgere tirocinio nel weekend (e qui mi hanno chiesto anche se potessi fermarmi a dormire), a me fa anche comodo fare più ore possibili. Ad ogni modo, la mia tutor dice che è stata colpa mia a non essermi informata, quando io aspettavo che mi dicesse lei le date, man mano (come aveva fatto l'ultima volta). Bene, lei è convinta di avermele anche mostrate queste date (cosa non vera, lo può confermare persino una tirocinante che quel giorno ha assistito all' incontro in cui parlavamo di questo argomento), infatti ieri credo di aver alzato anche la voce, da quanto mi sentivo esaurita. Mi farei una colpa solo di non essermi informata (mi sono scordata di chiedere, passo 5 giorni su 7 là dentro e questa settimana diventeranno 6 su 7, in più in settimana ho anche le lezioni da seguire, non ho più mio tempo libero, è veramente stancante). Ma lei deve prendersi un minimo di responsabilità per non essermi venuta incontro, invece di accusarmi e basta. Peraltro, la cosa che mi ha fatto di più imbestialire è che ha osato insinuare che io abbia scelto di proposito di non informarmi perché mi conveniva.
1. Sono stata io a dare conferma di partecipazione alle abitative, pur sapendo che noi tirocinanti non siamo tenuti obbligatoriamente ad andare nel weekend e deve essere una cosa del tutto volontaria, se strettamente legata alla psicologia (eh no, non lo è, questo è ambito educativo);
2. Il problema di questa sede è che noi tirocinanti sostituiamo gli educatori che dovrebbero lavorare lì. Infatti, parlando poi con un' educatrice, il problema di questo weekend è che c'è bisogno di un secondo educatore. Quindi, in parole povere, ci sfruttano.
Ora, io sono già stravolta adesso che sta finendo la settimana. Ma, per ovviare alle mie mancanze, mi sono offerta (anche se per la tutor è un dovere che mi spetta) di andare domani sera alle abitive (ovvero domani mattina ho lezione, nel pomeriggio tirocinio al centro dei down fino alle 19 e poi corro a fare cena nella casa che appartiene a questo centro, insieme ai down) e domenica tutto il giorno. Sabato non ci potrò essere perché festeggio il mio compleanno (a cui tengo tantissimo, sarà una delle mie prime feste in cui mi sento bene, in cui invito amici a me cari).
Ma io vi giuro che mi sento a pezzi, ormai vivo con il terrore che succedano altri inconvenienti per mancanze nemmeno mie, e oggi c'è la possibilità che riaprano l'argomento. Non ho mai alzato la voce (non so nemmeno litigare, io ho paura delle conseguenze di un litigio), ma, se sono arrivata al punto di farlo, significa che la considero la mia ultima spiaggia per rimetterli a posto.
E, soprattutto, questa settimana non riposerò. Devo fare i conti con questa cosa. Che strazio.