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Vecchio 23-03-2008, 22:40   #1
Esperto
L'avatar di alone85
 

Io vado in terapia da ormai un anno e mezzo , non penso serva a molto , perché si dicono tante cose però tu la forza di agire non la riesci a trovare dentro di te l'ansia è davvero una cosa terribile è paralizzante non ti permette davvero di vivere ed è una cosa davvero triste.
Quando parli poi con persone che ti dicono che nessuno cambierà la tua vita se non tu.......... quindi cosa si va a fare in terapia sono solo tante belle parole e basta.
Voi riuscite ad agire???insomma con questa malattia cosa ci vuole un miracolo.....io sono davvero sconfortato perché io ci provo ma vedo che tutti i miei sforzi sono inutili.

sperando di non avervi annoiato


ciao a tutti
Vecchio 23-03-2008, 22:48   #2
Esperto
 

Non annoi affatto.
Mettere azione e creare delle contro-tendenze alle mie cattive abitudini sta diventando sempre piu' difficile. Ma mi piace pensare che gli sforzi non siano mai inutili, anche se a te sembra non succeda nulla.

Dov'è che non riesci a mettere azione? Lo puoi dire?
Vecchio 23-03-2008, 22:48   #3
Esperto
L'avatar di vetro
 

Volonta'.Ci vuole anche quella.Volonta' di cambiare le cose.
Vecchio 23-03-2008, 22:52   #4
Esperto
L'avatar di alone85
 

Nelle semplici azioni quotidiane , sai che sbagli ma continui a farlo perché purtroppo non puoi fare diversamente.
Vecchio 23-03-2008, 23:33   #5
Esperto
 

Non so se hai mai letto qualcosa di Daniel Pennac. Io lo trovo geniale mi è venuta in mente questa frase tratta da Abbaiare stanca:

"A forza di riflettere, si finisce per arrivare a una conclusione. A forza di giungere a una conclusione, succede che si prende una decisione. E una volta presa la decisione, succede che si agisce per davvero".

E' vero, non abbiamo ancora deciso.
Vecchio 23-03-2008, 23:39   #6
Esperto
L'avatar di calinero
 

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Originariamente inviata da alone85
Io vado in terapia da ormai un anno e mezzo , non penso serva a molto , perché si dicono tante cose però tu la forza di agire non la riesci a trovare dentro di te l'ansia è davvero una cosa terribile è paralizzante non ti permette davvero di vivere ed è una cosa davvero triste.
Quando parli poi con persone che ti dicono che nessuno cambierà la tua vita se non tu.......... quindi cosa si va a fare in terapia sono solo tante belle parole e basta.
Voi riuscite ad agire???insomma con questa malattia cosa ci vuole un miracolo.....io sono davvero sconfortato perché io ci provo ma vedo che tutti i miei sforzi sono inutili.

sperando di non avervi annoiato


ciao a tutti
in effetti le parole non servono a niente se non sono seguite dai fatti
per questo la terapia non è cosa per tutti
le medicine invece forzano la cosa e possono funzionare, ma alla lunga sono deleterie...
e quindi?
quindi è come ti hanno detto, solo tu puoi farcela
puoi trovare stratagemmi per renderti la cosa meno difficile, questo forse puoi farlo, anche se non è facile
Vecchio 24-03-2008, 00:17   #7
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

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Originariamente inviata da alone85
Io vado in terapia da ormai un anno e mezzo , non penso serva a molto , perché si dicono tante cose però tu la forza di agire non la riesci a trovare dentro di te l'ansia è davvero una cosa terribile è paralizzante non ti permette davvero di vivere ed è una cosa davvero triste.
Quando parli poi con persone che ti dicono che nessuno cambierà la tua vita se non tu.......... quindi cosa si va a fare in terapia sono solo tante belle parole e basta.
Voi riuscite ad agire???insomma con questa malattia cosa ci vuole un miracolo.....io sono davvero sconfortato perché io ci provo ma vedo che tutti i miei sforzi sono inutili.

sperando di non avervi annoiato


ciao a tutti
Che genere di terapia fai?
Vecchio 24-03-2008, 00:23   #8
Esperto
 

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Originariamente inviata da alone85
Io vado in terapia da ormai un anno e mezzo , non penso serva a molto , perché si dicono tante cose però tu la forza di agire non la riesci a trovare dentro di te l'ansia è davvero una cosa terribile è paralizzante non ti permette davvero di vivere ed è una cosa davvero triste.
Quando parli poi con persone che ti dicono che nessuno cambierà la tua vita se non tu.......... quindi cosa si va a fare in terapia sono solo tante belle parole e basta.
Voi riuscite ad agire???insomma con questa malattia cosa ci vuole un miracolo.....io sono davvero sconfortato perché io ci provo ma vedo che tutti i miei sforzi sono inutili.

sperando di non avervi annoiato

ciao a tutti
La terapia ti porta ad un punto in cui sei tu a decidere per te stesso, perchè maturi la capacità e il punto di vista necessario. Non è un'altra persona che decide per te. La frase di Pennac citata da Jeanne è molto bella, e credo rispecchi molto bene le cose.
Le conclusioni sono "relativamente" facili da maturare, è il passaggio alla decisione che è difficile, perchè è un salto nel vuoto, supportato solo dalla teoria maturata. Il nostro corpo ha una consapevolezza di sé che va al di là della ragione (hurryup, so già come la pensi) e in qualche modo rifiuta ciò che percepisce come una forzatura al proprio essere, come un qualcosa di esterno e diverso...una conclusione immateriale, appunto. Per questo l'esperienza desensibilizza la paura: il corpo matura la propria consapevolezza e si avvicina alla mente, alla conclusione, ma per vie proprie, che sono quelle dell'azione concreta. La forzatura è quindi una via inevitabile, previa illusione e "rabbonimento" del corpo tramite l'analisi e il ragionamento. Ma illudersi che la conclusione sia l'unica parte della lunga via che porta allo stare bene, significa crearsi una possibile aspettativa che può spingerci, in caso di mancati risultati, a mollare tutto. Per questo non credo né a chi mi dice che se ne può uscire col solo intelletto, né a chi mi parla esclusivamente di terapia d'urto. Anche buttarsi nelle cose, senza comprenderle a fondo, porta a confusione e alla possibilità di ricaderci in ogni momento. Io sto raggiungendo dei risultati, per ora piccoli, ma che sono stabili e che nessuno mi può portare via.
Vecchio 24-03-2008, 01:06   #9
Banned
 

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Originariamente inviata da bardamu
Il nostro corpo ha una consapevolezza di sé che va al di là della ragione (hurryup, so già come la pensi)
non so che pensare, perchè non mi è chiaro il senso di questo postulato, se intendi dire che la percezione conscia e inconscia non è razionale, nel senso di intelligente, sono d'accordo, perchè penso che l'intelligenza razionale faccia parte di una parte della percezione.
Se invece intendi dire che la consapevolezza di se' è irrazionale, cioè che ammette proprietà contraddittorie, non sono d'accordo (non sai che se è vera anche solo una contraddizione in un sistema formale, automaticamente diventa vero tutto e il contrario di tutto? Come risolvi questa reazione a catena?)
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
e in qualche modo rifiuta ciò che percepisce come una forzatura al proprio essere, come un qualcosa di esterno e diverso...
Sì, l'ho notato.
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
una conclusione immateriale, appunto.
Non sono d'accordo: sentirla immateriale dipende dal livello di astrazione del soggetto.
Ricordi l'esempio del cane che non raggiunge l'osso perchè ostacolato dal recinto, e l'altro cane che intuisce che, se si sposta più a destra, può trovare l'uscita dal recinto e raggiungere l'osso? In questo caso, il primo cane percepirebbe come immateriale l'idea del secondo cane, perchè il primo cane non ha raggiunto un livello di astrazione particolare.
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Per questo l'esperienza desensibilizza la paura: il corpo matura la propria consapevolezza e si avvicina alla mente, alla conclusione, ma per vie proprie, che sono quelle dell'azione concreta. La forzatura è quindi una via inevitabile, previa illusione e "rabbonimento" del corpo tramite l'analisi e il ragionamento.
Ma illudersi che la conclusione sia l'unica parte della lunga via che porta allo stare bene, significa crearsi una possibile aspettativa che può spingerci, in caso di mancati risultati, a mollare tutto. Per questo non credo ne a chi mi dice che se ne può uscire col solo intelletto, ne a chi mi parla esclusivamente di terapia d'urto.
La tua argomentazione dimostra l'infondatezza della sola terapia d'urto, ma mi sembra in contraddizione con la conclusione che non se ne esce con il solo intelletto.
Invece l'intelletto non è solo necessario, ma anche sufficiente, perchè l'intelletto sa capire quando deve cedere la guida alla terapia d'urto, o no?
Non puoi uscirne neanche se volessi sostituire l'intelletto con l'intuito, perchè l'intuito è una manifestazione dell'intelletto, quindi mi sembra che su questa conclusione tu faccia confusione, l'unica spiegazione plausibile è che probabilmente hai un rapporto conflittuale con l'intelletto a qualche livello della tua psiche.
Io credo che sia un grave errore non educare il paziente a uno studio dei fondamenti della logica e del modello di riferimento, e non semplicemente spiegarglielo lasciandogli libera interpretazione.
Tu lo intuisci, ma in qualche modo non ti piace, e quindi lo sottovaluti, quasi come se percepissi che questo porterebbe a un errore, a un'illusione, e invece è proprio questa omissione ad essere in gran parte responsabile della non efficacia delle terapie.
Vecchio 24-03-2008, 17:26   #10
Esperto
 

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Originariamente inviata da HurryUp2
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Originariamente inviata da bardamu
una conclusione immateriale, appunto.
Non sono d'accordo: sentirla immateriale dipende dal livello di astrazione del soggetto.
Ricordi l'esempio del cane che non raggiunge l'osso perchè ostacolato dal recinto, e l'altro cane che intuisce che, se si sposta più a destra, può trovare l'uscita dal recinto e raggiungere l'osso? In questo caso, il primo cane percepirebbe come immateriale l'idea del secondo cane, perchè il primo cane non ha raggiunto un livello di astrazione particolare.
All'inizio avevo usato il termine "mentale". Quello che intendo sta nella differenza fra il pensiero e l'atto fisico che segue a tale pensiero, che sono comunque due cose diverse. Con immateriale non volevo intendere che il pensiero manchi di concretezza o utilità.

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp2
Invece l'intelletto non è solo necessario, ma anche sufficiente, perchè l'intelletto sa capire quando deve cedere la guida alla terapia d'urto, o no?
Non puoi uscirne neanche se volessi sostituire l'intelletto con l'intuito, perchè l'intuito è una manifestazione dell'intelletto, quindi mi sembra che su questa conclusione tu faccia confusione, l'unica spiegazione plausibile è che probabilmente hai un rapporto conflittuale con l'intelletto a qualche livello della tua psiche.
Io credo che sia un grave errore non educare il paziente a uno studio dei fondamenti della logica e del modello di riferimento, e non semplicemente spiegarglielo lasciandogli libera interpretazione.
Tu lo intuisci, ma in qualche modo non ti piace, e quindi lo sottovaluti, quasi come se percepissi che questo porterebbe a un errore, a un'illusione, e invece è proprio questa omissione ad essere in gran parte responsabile della non efficacia delle terapie.
Ma io non voglio sostituire l'intelletto con l'intuito. Intelletto e azione sono entrambi necessari ma non sufficienti. Quello che dico (e che dici anche tu) è che ad un certo punto l'intelletto si accorge di dover cedere la guida all'azione, ma il corpo rimane comunque disabituato e non desensibilizzato, anche se la ragione ha risolto il conflitto interno. Quindi la mente, a livello razionale, non può risolvere il blocco fino in fondo, può solo rendere più facile la forzatura.
Vecchio 24-03-2008, 18:45   #11
Esperto
L'avatar di thx1138
 

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Originariamente inviata da alone85
Io vado in terapia da ormai un anno e mezzo , non penso serva a molto , perché si dicono tante cose però tu la forza di agire non la riesci a trovare dentro di te l'ansia è davvero una cosa terribile è paralizzante non ti permette davvero di vivere ed è una cosa davvero triste.
Quando parli poi con persone che ti dicono che nessuno cambierà la tua vita se non tu.......... quindi cosa si va a fare in terapia sono solo tante belle parole e basta.
Voi riuscite ad agire???insomma con questa malattia cosa ci vuole un miracolo.....io sono davvero sconfortato perché io ci provo ma vedo che tutti i miei sforzi sono inutili.

sperando di non avervi annoiato


ciao a tutti
Non credo che andare in terapia sia inutile. A qualcuno aiuta un po', ad altri meno, ma qualche stimolo lo dà e serve anche a vedere dove e quando si hanno impatti non propriamente giusti. Credo che anche la terapia farmacologica aiuti, se non si a tenere a bada l'ansia. Ci vuole pazienza, sia per l'una che per l'altra, ma alla fine qualcosa (e forse anche di più di qualcosa) può davvero cambiare. Tempo. Io credo che sia sempre il caso di provare mettendosi nelle mani di uno specialista serio di cui occorrre imparare a fidarsi. Da soli, spesso, non ci si riesce.

rob
Vecchio 24-03-2008, 18:50   #12
Esperto
L'avatar di alone85
 

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Originariamente inviata da HurryUp
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Originariamente inviata da alone85
Io vado in terapia da ormai un anno e mezzo , non penso serva a molto , perché si dicono tante cose però tu la forza di agire non la riesci a trovare dentro di te l'ansia è davvero una cosa terribile è paralizzante non ti permette davvero di vivere ed è una cosa davvero triste.
Quando parli poi con persone che ti dicono che nessuno cambierà la tua vita se non tu.......... quindi cosa si va a fare in terapia sono solo tante belle parole e basta.
Voi riuscite ad agire???insomma con questa malattia cosa ci vuole un miracolo.....io sono davvero sconfortato perché io ci provo ma vedo che tutti i miei sforzi sono inutili.

sperando di non avervi annoiato




ciao a tutti
Che genere di terapia fai?


Faccio una Terapia di tipo cognitiva- comportamentale associata all'assunzione di medicine quali.....efexor 150 , alprazolam,neuleptil
Vecchio 24-03-2008, 19:36   #13
Esperto
 

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Originariamente inviata da bardamu
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Originariamente inviata da HurryUp2
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Originariamente inviata da bardamu
una conclusione immateriale, appunto.
Non sono d'accordo: sentirla immateriale dipende dal livello di astrazione del soggetto.
Ricordi l'esempio del cane che non raggiunge l'osso perchè ostacolato dal recinto, e l'altro cane che intuisce che, se si sposta più a destra, può trovare l'uscita dal recinto e raggiungere l'osso? In questo caso, il primo cane percepirebbe come immateriale l'idea del secondo cane, perchè il primo cane non ha raggiunto un livello di astrazione particolare.
All'inizio avevo usato il termine "mentale". Quello che intendo sta nella differenza fra il pensiero e l'atto fisico che segue a tale pensiero, che sono comunque due cose diverse. Con immateriale non volevo intendere che il pensiero manchi di concretezza o utilità.

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp2
Invece l'intelletto non è solo necessario, ma anche sufficiente, perchè l'intelletto sa capire quando deve cedere la guida alla terapia d'urto, o no?
Non puoi uscirne neanche se volessi sostituire l'intelletto con l'intuito, perchè l'intuito è una manifestazione dell'intelletto, quindi mi sembra che su questa conclusione tu faccia confusione, l'unica spiegazione plausibile è che probabilmente hai un rapporto conflittuale con l'intelletto a qualche livello della tua psiche.
Io credo che sia un grave errore non educare il paziente a uno studio dei fondamenti della logica e del modello di riferimento, e non semplicemente spiegarglielo lasciandogli libera interpretazione.
Tu lo intuisci, ma in qualche modo non ti piace, e quindi lo sottovaluti, quasi come se percepissi che questo porterebbe a un errore, a un'illusione, e invece è proprio questa omissione ad essere in gran parte responsabile della non efficacia delle terapie.
Ma io non voglio sostituire l'intelletto con l'intuito. Intelletto e azione sono entrambi necessari ma non sufficienti. Quello che dico (e che dici anche tu) è che ad un certo punto l'intelletto si accorge di dover cedere la guida all'azione, ma il corpo rimane comunque disabituato e non desensibilizzato, anche se la ragione ha risolto il conflitto interno. Quindi la mente, a livello razionale, non può risolvere il blocco fino in fondo, può solo rendere più facile la forzatura.
la soluzione quindi è violentare il corpo (non prendete la frase alla lettera però ), cioè forzare forzare l'inconscio ad assimilare la conclusione a cui si è giunti attraverso la maturazione della coscienza in seguito alla sofferenza, quest'ultima indispensabile a farci capire gli errori commessi, e a trovare la motivazione necessaria a correggerli, quindi io non sono contrario all terapia d'urto,anzi la promuovo in pieno se è sostenuta da un a totale consapevolezza dei propri obiettivi e dalla rabbia necessaria che ci permette in caso di cadute di rialzarci immediatamente e di riprovare....barda a te ancora manca un pizzico di coraggio in più per osare e fare passi più lunghi anzicchè passettini, ma se questa è la strada giusta per te allora seguila, io ho deciso di fare un po come un leone, affrontare anche sfide apparentemete più grosse di me ma che una volta compiute mi rendo conto che non erano poi cosi grosse, e parto col presupposto che posso scivolare e farmi male ma questo fa parte della vita, e se si vuole vivere bisogna rischiare di cadere, basta che dopo ci si rialza
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