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Vecchio 20-09-2014, 19:32   #1
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L'avatar di Passiflora
 

«Fra uccidere e morire c’è una terza via, vivere»

(Christa Wolf)

Dobbiamo smetterla una buona volta di vederla solo in termini di sconfitta o vittoria !!!
Ho sempre odiato le competizioni, ma soprattutto non sono mai stata gelosa dei vincitori, in qualsiasi campo.
La vita è molto di più di una continua competizione.

Quando riesci a far passare questo messaggio, spesso scopri che anche i volti di chi hai al fianco si rasserenano: nemmeno loro avevano molta voglia di fare a gara con te.

Mi sono spesso domandata: fai come la volpe con l'uva...?
La risposta è sempre la stessa, e ne sono sempre più certa: NO.

Eppure io amo vincere, ma senza dover sconfiggere qualcun altro.
Io voglio vincere CON gli altri !!!
Vecchio 22-09-2014, 18:36   #2
Avanzato
L'avatar di Passiflora
 

...sto cercando di trovare il modo di lasciar andare qualcuno...
...sto cercando di autoconvincermi che è il meglio per entrambi...ci soffriamo troppo.
...sto lavorando sui pensieri giusti che mi possono tenere in piedi in questo periodo.

La terza via...voler "vivere"...può essere un pensiero giusto...?
O me ne pentirò ???
Me ne pentirò !!! io lo so già !!!

Scrivetemi... qualsiasi cosa, vi prego.
io...non voglio la guerra, con nessuno...voglio solo un po' di serenità...
Ho un peso troppo grande sul cuore.
Sento un casino la responsabilità...e il fatto che di qui non si torna indietro, e il fatto che ogni scelta comporterà dei dolori.

(E non quotate...mi sa che tra un po' cancello...)
Vecchio 22-09-2014, 19:12   #3
Banned
 

Anche io ho sempre rifuggito ogni sorta di competizione.
La mia preoccupazione però è che così facendo si venga isolati dalla società.
Quindi c'è da una parte la scelta di essere sereni ed estraniati ma soli, dall'altra di essere in compagnìa ma sotto pressione e infelici (perchè si fanno i confronti) e siccome "c'è sempre un pesce più grosso" i confronti saranno sempre infelici indipendentemente da ciò che si può essere o diventare.

Per il momento io scelgo la "serena solitudine"..
Vecchio 22-09-2014, 19:37   #4
Esperto
L'avatar di SugarPhobic
 

Quote:
Originariamente inviata da 1367142
non sono mai stata gelosa dei vincitori, in qualsiasi campo.
La vita è molto di più di una continua competizione
Questo bellissimo concetto ti qualifica certamente come una persona in eccezione riguardo la norma.
Il mondo naturale dal quale ci siamo tanto allontanati è una costante guerra. Una caccia alle preda. Una fuga dal cacciatore. Un tentativo di raggiungere la luce solare prevaricando gli altri alberi, o strisciando su di essi come parassiti.
Proveniamo dalla competizione. Abbiamo fatto un salto su tutto questo grazie all'intelletto ma questo non ci permette di allontanarci tanto dai canoni che purtroppo ci hanno partorito.
Oh, certo, se apro la porta di casa non trovo persone col mitra che si ammazzano, sono fortunato; ma gli isolati, gli emarginati, chi si sente tale o tale è, avvertono comunque quel meccanismo istintivo e animalesco che li ha portati dove sono... a non aprire quella porta. A non scegliere, a restare fermi perché fermi, pensano, è più sicuro.

Ma il tempo passa e tu resti fermo. In quella linea del tempo dove dovresti muoverti, tu invece sei immobile. Ma la linea scorre sotto i tuoi piedi allora, come un tapis roulant... invecchi immobile, ripiegato su te stesso e, anche da fermo, perdi comunque.


Quote:
Originariamente inviata da 1367142
Eppure io amo vincere, ma senza dover sconfiggere qualcun altro.
Io voglio vincere CON gli altri !!!
Bello, sensibile, dolce. Una rarità. Ti capisco.

Arrivando alla risposta che cerchi: lo stesso pensiero che sei qui, a ponderare su questo, significa che la situazione ti fa star male.
Non esiste più un equilibrio che ti permetta di star bene. Non te lo permette ORA, non penso con una bacchetta magia sia possibile ristabilire quel qualcosa che permise al tutto di avviarsi. Mh? E di certo ci avrai pensato a fondo.

Allora, se soffri non vuoi continuare a soffrire. Cosa fai? Lasci andare quel qualcosa, soffrendo tantissimo col pensiero positivo e propositivo di star meglio domani o resti immobile, per paura, e scegli di continuare a star male e far star male lui?

Fosse per me una storia non dovrebbe mai finire, fosse per me il cavaliere starebbe su uno stallone bianco e lei avrebbe capelli biondi e vestiti sgargianti, e l'amore sarebbe sempre per sempre... ma nulla di questo esiste.
Nella realtà bisogna muoversi, o ci si ritrova fermi, a star male in un limbo che diventa una prigione.
Se avessi avuto la forza, avrei fatto cose che col senno del poi, so che mi/ci avrebbero fatto soffrire assai di meno.

No, non c'è ritorno da tutto ciò, come non c'è mai un ritorno di qualcosa. Se da una porta esce solo il dolore senza speranza, se sai che nulla in tuo potere potrà cambiare questa cosa, se coinvolge qualcun altro, allora chiudila per te (prima) e per l'altro. E prosegui lungo la linea del tempo.
Soffrirai, ma su quella linea, se ti muovi, gli angoli del dolore un po' si smussano, e starai meglio.
Fatti forza.
Vecchio 22-09-2014, 22:52   #5
Avanzato
L'avatar di Passiflora
 

Grazie per le risposte, grazie davvero.
Volevo solo dirvi che vi ho letto e stasera penserò a ciò che mi avete scritto...molti spunti interessanti.
Ma la cosa più importante è che avete compreso.

Domani vi risponderò con più calma.
Sì, sono una persona molto riflessiva.
Troppo, forse.
Vecchio 22-09-2014, 23:11   #6
Esperto
L'avatar di Supermanes
 

Si chiama gioco a somma diversa da zero quando si vince tutti insieme e non ci sono perdenti. Il mondo dovrebbe essere così.
Vecchio 23-09-2014, 18:18   #7
Avanzato
L'avatar di Passiflora
 

Quote:
Originariamente inviata da Hal86 Visualizza il messaggio
Anche io ho sempre rifuggito ogni sorta di competizione.
La mia preoccupazione però è che così facendo si venga isolati dalla società.
Quindi c'è da una parte la scelta di essere sereni ed estraniati ma soli, dall'altra di essere in compagnìa ma sotto pressione e infelici (perchè si fanno i confronti) e siccome "c'è sempre un pesce più grosso" i confronti saranno sempre infelici indipendentemente da ciò che si può essere o diventare.

Per il momento io scelgo la "serena solitudine"..
Ok ci intendiamo sul rifuggire le competizioni.
Per quanto riguarda me, questo atteggiamento è sì nato dal timore del confronto, ma poi negli anni si è sviluppata dentro di me come un’esigenza vera e propria, la consapevolezza della profonda ingiustizia che si cela dietro al voler impostare le relazioni in questi termini.

Per quanto mi riguarda, a me non capita però di sentirmi serena quando a causa di ciò mi sento estraniata (sono una strana specie di introversa, lo so: ho sempre comunque bisogno di sentire il contatto con gli altri).
Ecco quindi che cerco sempre di trovare il modo per essere “in compagnia” ma non “sotto pressione”, come dici tu.
E del resto non mi costa fatica… Provo sincero disinteresse per tutte quelle cosette più o meno materiali su cui di solito si fanno i confronti.
Una sola cosa mi fa star male davvero, è quando vedo un rapporto VERO tra due persone, e io non ne sto vivendo di altrettanto soddisfacenti.

Ecco perché io non posso scegliere la serena solitudine: la solitudine per me non può mai essere serena, per come sono fatta.
Ecco perché cerco altre soluzioni, tipo quella che ho detto: io vinco, ma anche tu vinci. Senza competizione.

Ma tu, come fai a stare sereno nella tua solitudine ???
Vecchio 23-09-2014, 18:20   #8
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L'avatar di Passiflora
 

Quote:
Originariamente inviata da Marcofobik Visualizza il messaggio
Questo bellissimo concetto ti qualifica certamente come una persona in eccezione riguardo la norma.
Il mondo naturale dal quale ci siamo tanto allontanati è una costante guerra. Una caccia alle preda. Una fuga dal cacciatore. Un tentativo di raggiungere la luce solare prevaricando gli altri alberi, o strisciando su di essi come parassiti.
Proveniamo dalla competizione. Abbiamo fatto un salto su tutto questo grazie all'intelletto ma questo non ci permette di allontanarci tanto dai canoni che purtroppo ci hanno partorito.
Oh, certo, se apro la porta di casa non trovo persone col mitra che si ammazzano, sono fortunato; ma gli isolati, gli emarginati, chi si sente tale o tale è, avvertono comunque quel meccanismo istintivo e animalesco che li ha portati dove sono... a non aprire quella porta. A non scegliere, a restare fermi perché fermi, pensano, è più sicuro.

Ma il tempo passa e tu resti fermo. In quella linea del tempo dove dovresti muoverti, tu invece sei immobile. Ma la linea scorre sotto i tuoi piedi allora, come un tapis roulant... invecchi immobile, ripiegato su te stesso e, anche da fermo, perdi comunque.




Bello, sensibile, dolce. Una rarità. Ti capisco.

Arrivando alla risposta che cerchi: lo stesso pensiero che sei qui, a ponderare su questo, significa che la situazione ti fa star male.
Non esiste più un equilibrio che ti permetta di star bene. Non te lo permette ORA, non penso con una bacchetta magia sia possibile ristabilire quel qualcosa che permise al tutto di avviarsi. Mh? E di certo ci avrai pensato a fondo.

Allora, se soffri non vuoi continuare a soffrire. Cosa fai? Lasci andare quel qualcosa, soffrendo tantissimo col pensiero positivo e propositivo di star meglio domani o resti immobile, per paura, e scegli di continuare a star male e far star male lui?

Fosse per me una storia non dovrebbe mai finire, fosse per me il cavaliere starebbe su uno stallone bianco e lei avrebbe capelli biondi e vestiti sgargianti, e l'amore sarebbe sempre per sempre... ma nulla di questo esiste.
Nella realtà bisogna muoversi, o ci si ritrova fermi, a star male in un limbo che diventa una prigione.
Se avessi avuto la forza, avrei fatto cose che col senno del poi, so che mi/ci avrebbero fatto soffrire assai di meno.

No, non c'è ritorno da tutto ciò, come non c'è mai un ritorno di qualcosa. Se da una porta esce solo il dolore senza speranza, se sai che nulla in tuo potere potrà cambiare questa cosa, se coinvolge qualcun altro, allora chiudila per te (prima) e per l'altro. E prosegui lungo la linea del tempo.
Soffrirai, ma su quella linea, se ti muovi, gli angoli del dolore un po' si smussano, e starai meglio.
Fatti forza.
Grazie per l’attenzione che mi hai dedicato… Grazie per le belle parole che mi hai regalato.

Hai posto l’attenzione sul fatto che ci si paralizza, si resta fermi, non si sceglie più, quando senti la pressione su di te… è vero.
E il tempo passa e tu resti immobile… E’ proprio questo ciò che mi rende insopportabile il “luogo” dove sono oggi.
E più sto ferma, per evitare il conflitto, più vengo accusata, messa alla prova !!!
E’ assurdo !

E’ vero…: si perde comunque.
“Lasciar andare”… era proprio il mio pensiero di ieri pomeriggio.
Perché io cerco sempre di trattenere tutto. Anche quando ormai non c’è più niente da fare.

E’ che io non voglio mai lasciare nulla di intentato.
Ho timore degli addii, li vedo sempre come una profonda sconfitta, penso sempre ci debba essere una soluzione.
In questi giorni invece “lasciar andare” era ciò che stavo mettendo in pratica, ma ieri ero arrivata a un punto di insostenibilità di tutto questo… anche se sapevo che era la via più giusta da percorrere, stavo cedendo all’angoscia del “poi”…

Ieri sera, poi, fuori tempo massimo, è giunta la tregua.
Oggi sono un po’ sollevata, respiro di nuovo…ma non mi illudo.
Aspetto la nuova onda che tenterà di travolgermi, cercherò di farmi trovare pronta.

Oggi la “mia” musica è questa… (e soprattutto le “mie” parole…) l’originale è ineguagliabile, ma ho voluto coccolarmi con la versione di un Maestro…e infatti non mi ha deluso, per niente.

Vecchio 23-09-2014, 18:22   #9
Avanzato
L'avatar di Passiflora
 

Quote:
Originariamente inviata da Supermanes Visualizza il messaggio
Si chiama gioco a somma diversa da zero quando si vince tutti insieme e non ci sono perdenti. Il mondo dovrebbe essere così.
Sì...Ci vuole fantasia, e coraggio.
Ma prova tu per primo, io ho ottenuto risultati, sai.
Anche se a volte, come vedi, no.
Vecchio 25-09-2014, 03:28   #10
Esperto
L'avatar di SugarPhobic
 

Quote:
Originariamente inviata da 1369231
E’ che io non voglio mai lasciare nulla di intentato.
Ho timore degli addii, li vedo sempre come una profonda sconfitta, penso sempre ci debba essere una soluzione.
L'addio è un distacco da una parte di noi, in qualche modo. Dire addio significa sentirsi certamente "più soli" di qualcosa, mancanti di qualcosa che avevi poco prima, e meno ha la persona che dice addio, più questa sensazione di mancanza si farà sentire... tangibile, angosciante, spropositata o semplicemente soggettivamente enorme.
E' comprensibile che gli addii non ti piacciano. Ma capita, nella vita (poiché, per quanto pensi di essere ironica, sappi che la vita lo è sempre più di te), di doversi distaccare da quel poco che abbiamo, anche da quel pochissimo, da quel niente, solo per poter, poi, "avere" di più.
Perché quel niente è nocivo. Tremiamo all'idea di restare anche senza quella piccola noce di burro, quel chicco di grano, quella parola, quella singola, ultima persona... ma se il burro è rancido, il grano ammuffito, e con quella singola, ultima persona stiamo camminando assieme a piedi scalzi su un percorso pieno di sassi appuntiti, dove andremmo a finire?
Capita che quel poco che hai ti fa star male.
Spero con tutti il cuore che non sia questo il tuo caso, il vostro caso, ma non sempre gli addii sono una sconfitta, anzi... può significare, magari, l'abbandono del campo di battaglia. La pace.

Quote:
Originariamente inviata da 1369231
Oggi sono un po’ sollevata, respiro di nuovo…ma non mi illudo.
Aspetto la nuova onda che tenterà di travolgermi, cercherò di farmi trovare pronta
Fatti trovare pronta con quante più consapevolezze sei riuscita a concettualizzare in questi giorni. Anche gli scogli più imponenti cedono alle onde, col tempo.
Il tempo...
Spero, ripeto, che la situazione si capovolga, che tu possa aprirti e esternare i tuoi dubbi, le tue frustrazioni... chiarirvi, per riprendere una strada meno dolorosa, anzi, ricca di positività, come dovrebbe essere, sempre.
Vecchio 25-09-2014, 04:15   #11
Banned
 

Quello che scrivi, almeno quanto da me letto è sempre lucido, profondo e super partes.
Trovo molto interessante e condivisibile "il voler vincere con gl'altri e non su altri".
Mi sembra di capire che tu al momento stia prendendo in seria considerazione la necessità di lasciar andare un "qualcuno", (se ho frainteso mi scuso).
Quando si tratta di legami importanti e di lunga data sono favorevole a tentare il possibile per ristrutturare e rinsaldare, purtroppo non può essere un tentativo unilaterale secondo me, a volte non c'è scelta, per comune benessere e ricerca della serenità non ci rimane che andare oltre ed affrontare il dolore dell'assenza.
Paura dell'abbandono... Tu sei riuscita ad investigare sulle cause che in te l'hanno fatta insorgere, una tua testimonianza mi interesserebbe molto.
Vecchio 25-09-2014, 18:29   #12
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Quote:
Originariamente inviata da Marcofobik Visualizza il messaggio
L'addio è un distacco da una parte di noi, in qualche modo. Dire addio significa sentirsi certamente "più soli" di qualcosa, mancanti di qualcosa che avevi poco prima, e meno ha la persona che dice addio, più questa sensazione di mancanza si farà sentire... tangibile, angosciante, spropositata o semplicemente soggettivamente enorme.
.....
Fatti trovare pronta con quante più consapevolezze sei riuscita a concettualizzare in questi giorni. Anche gli scogli più imponenti cedono alle onde, col tempo.
Il tempo...
Spero, ripeto, che la situazione si capovolga, che tu possa aprirti e esternare i tuoi dubbi, le tue frustrazioni... chiarirvi, per riprendere una strada meno dolorosa, anzi, ricca di positività, come dovrebbe essere, sempre.
…hai detto giusto, ed è proprio qui una buona metà del problema: meno hai, più l’esperienza che stai per affrontare ti pare enorme.
Sembra una scemenza, ma in questi momenti qualsiasi aiuto è buono, per chi non ha nient’altro.
E chi è messo come me si è ridotto a non avere nient’altro, pur di non doversi privare anche di quel tozzo di pane.

L’importante è crederci, come dico sempre io (non senza un pizzico di autoironia, si anche se lo so che la vita è molto più creativa di me )
…e io riesco a credere, spesso.
Ad esempio, in questo caso ritengo molto valido il vostro aiuto e le vostre parole perché penso che molte volte capita che un estraneo che non ha niente da perdere né da guadagnare, ma solo la voglia di confrontarsi un attimo con te, può essere molto più sincero di chi invece hai vicino da una vita.
Almeno in un caso saper credere mi aiuta anziché affossarmi ! …dato che a furia di credere a ciò che mi viene detto, mi sono persuasa di avere addosso tutte le colpe !

…Sì, è stato proprio il lavorìo quotidiano delle onde a rubarmi da sotto ai piedi la stabilità…poco a poco, pezzo a pezzo, un granellino per volta.
Troppo tardi, quando ci si è spinti troppo in là…ma alla fine mi sveglio anch’io.

Dicono che solo chi ha provato la paura possa sperimentare il vero coraggio, quello generato dalla consapevolezza, e non dall’incoscienza.
Per me essere pronta significa aver costruito quel coraggio.
Lo farò con un filo di voce, ormai in ginocchio, ma se verrà il momento la difenderò, la mia posizione.
Come al solito, una fatica bestiale.
Ma non mollo.
Vecchio 25-09-2014, 18:33   #13
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Originariamente inviata da rosadiserra Visualizza il messaggio
Quello che scrivi, almeno quanto da me letto è sempre lucido, profondo e super partes.
Trovo molto interessante e condivisibile "il voler vincere con gl'altri e non su altri".
Mi sembra di capire che tu al momento stia prendendo in seria considerazione la necessità di lasciar andare un "qualcuno", (se ho frainteso mi scuso).
Quando si tratta di legami importanti e di lunga data sono favorevole a tentare il possibile per ristrutturare e rinsaldare, purtroppo non può essere un tentativo unilaterale secondo me, a volte non c'è scelta, per comune benessere e ricerca della serenità non ci rimane che andare oltre ed affrontare il dolore dell'assenza.
Paura dell'abbandono... Tu sei riuscita ad investigare sulle cause che in te l'hanno fatta insorgere, una tua testimonianza mi interesserebbe molto.
…L’altra metà del problema è la paura dell’abbandono in sé, sì.
Qualcosa che mi mette in scacco e mi toglie libertà di scelta e di movimento.
La mia ricerca è durata molto, ma alla fine ho compreso che nel mio caso è stata generata da qualcosa che nell’infanzia NON è accaduto.
Non si riflette mai abbastanza sull’importanza dei NON-accadimenti nella nostra esistenza, si ragiona sempre su ciò che “ci è successo”…e invece ciò che non possiamo sperimentare è altrettanto importante !
Per dirla in termini tecnici, è fallito il primo legame di attaccamento con la figura del caregiver: “L’attaccamento originario svolge la funzione di prototipo della sicurezza interiore per l’intera vita della persona, di un bisogno che persiste nel tempo di una base sicura dalla quale la persona parte per vivere con fiducia la vita in modo autonomo”.
http://www.psicologi-psicoterapeuti....ttacamento.htm

Per dirla in parole povere: non mi hanno fatto niente.
Purtroppo.
E quando c’era (mi riferisco a mia mamma in particolare), era “controllante e interferente”.
Lo schema nel link che ti ho mandato è molto vero…

Sì, a volte ho proprio la sensazione che i miei siano tentativi unilaterali, e quindi inutili.
A volte è un bene restare inconsapevoli di certi meccanismi, e io lo sono stata a lungo.
Poi, quando la cosa si è fatta insostenibile (qualche anno fa) ho capito che era meglio iniziare ad approfondire.

Valuta tu…non c’è mai una risposta giusta in assoluto, ma la risposta giusta in un dato momento per quella data persona, quella sì.
Quella esiste, eccome.
Scrivimi in pvt, se vuoi ti ascolto volentieri.
Vecchio 26-09-2014, 15:10   #14
Banned
 

Io madre anaffettiva. Ora sono stanchissima ma intendo leggere con calma il link con relativo schema quando rientro. Per ora ho spulciato e mi sembra degno di attenzione. Grazie per avermelo segnalato.

Ultima modifica di rosadiserra; 26-09-2014 a 15:12. Motivo: supplemento
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