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13-03-2015, 18:53
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#1
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Spesso su questo forum parliamo della "società" come un'entità unica, aggregata poco spontaneamente e complessivamente malevola.
Ora, a mio parere questa è una di quelle tipiche cose che possono crearci difficoltà nell'inserirci nella società stessa. Perché è questo il nostro scopo, giusto? Siamo qui perché abbiamo problemi ad interagire, no?
Si dice spesso che "gli altri", quelli "normali", seguono le mode, si svagano, non hanno una mente propria. Invece, osservando quelli che stanno in società, posso dire che hanno una sola differenza rispetto a noi: si integrano col prossimo, si confrontano, vogliono contatti e vogliono conoscere gli altri. Per il resto i "normaloni" possono avere qualsiasi tipo di problema. Una mia amica ha gravi attacchi di panico e non può salire in treno ma è in società perché quando incontra le persone ci parla volentieri.
Seguire una moda può essere un modo, appunto, di integrarsi con gli altri, di imitarli perché in fondo li stimiamo. Non è una cosa necessariamente da condannare. Quando io a Roma ero in un piccolo gruppetto e all'interno di esso andava "di moda" utilizzare un certo lessico divertente ("Supremo!", "sei proprio uno scalzacani", ecc.) lo facevo per integrarmi meglio. Ovvio, sarebbe meglio non imitare gli altri se non li stimiamo, ma alla nostra età dovremmo saperlo riconoscere.
Distinguerci dagli altri, cercare di essere diversi o migliori, ci condannerà ad isolarci ancora di più e a trovare repellenti gli altri...
Con questo voglio dire che per rimediare ai nostri problemi dobbiamo cercare di vedere la società come un'entità positiva. Come riuscirci? Dipende dalla persona, ma tendenzialmente... questo penso sia essenziale.
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13-03-2015, 19:05
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
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Capisco ciò che intendi, ma io non so nemmeno cosa sia la società
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13-03-2015, 19:23
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
sinceramente io tutta questa positività non la vedo.
mi spiego meglio, ci sono anche persone di valore, ma perlopiù vedo: scavalcare il prossimo per fini personali, infedeltà nei rapporti di coppia, corruzione, arroganza e via dicendo. Per me l'importante non è integrarmi in toto nella società e neanche ci tengo, vorrei solo coltivare una cerchia ristretta di persone con cui condivido gli stili di vita e non avere paura di interagire con tutti gli altri, qualora ce ne fosse per forza bisogno.
Non bisogna integrarsi per forza se non lo si vuole, ma visto che si parla di fobie, il traguardo sarebbe sconfiggere o alleviare le paure.
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Appunto, io le cose che dici tu non le vedo così spesso, e quindi sono invogliato ad integrarmi. Penso che ciò che dici sia una demonizzazione. Anzi, penso che se c'è solo un goccia di individualismo quasi tutti tendano ad identificarla negli altri come una cosa repellente, così una società già in parte divisa, si frantuma.
Gli altri hanno tutti pregi e difetti. Come noi. La maggior parte delle persone è globalmente piacevole, per quanto ho visto, nelle situazioni ottimali.
Superare le nostre paure significa anche rendere vacue le idee che le generano.
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13-03-2015, 19:53
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#4
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Secondo me la grande difficoltà di chi disprezza la società è la paura di perdere la propria identità nel marasma. Lo stesso motivo per cui si disprezzano le mode, non considerando la possibilità che l'accettazione di esse possa essere un atto cosciente e voluto.
Per quanto mi riguarda infatti, non sento alcun bisogno di uniformarmi a un qualche standard della società perché possa sentirmi integrato, tuttavia non mi faccio problemi a far mio un qualche elemento di "moda" se vedo che si confà alla mia personalità e al mio particolare senso estetico.
Cioé, non è che inizio a mettermi i pantaloni risvoltati perché vanno di moda. Li vedo in giro, penso "mi piacciono", e lo faccio anche io.
Me ne sbatto altamente se la gente mi vede omologato.
Tanto, chi ha da parlare ha da parlare qualsiasi cosa tu faccia... Tanto vale fare ciò che ci piace.
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13-03-2015, 20:06
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#5
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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E' un'etichetta.
Ormai credo che le le etichette negative, giudicare negativamente, dica molto della persona che giudica.
Su questo forum si rifiutano spesso etichette e "imposizioni della società", ma alla fine anche se i thread dicono questo, l'atteggiamento degli utenti è il contrario: ovvero sono legatissimi alle etichette e imposizioni. Tantè che non riescono ad uscirne.
Giudicare negativamente la società nel suo insieme dice sono che probabilmente la rifiuti e non cercherai mai di fare quello che serve per integrarsi in essa. Che non vuol dire diventare una pecora, ma trovare il proprio posto nel mondo.
Il giudizio negativo così esteso dice anche che non si riesce a vedere le eccezioni nella società, ma sono tutti uguali e 'negativi' [bulli, superficiali, stronzi, ecc]. Alla fine ogni persona è diversa anche solo nelle emozioni che può trasmetterci, è un mondo a se.
Liberarsi dai pregiudizi, dalle etichette e dal giudizio è un primo passo per stare meglio con se stessi e con gli altri. Perchè avere pregiudizi e giudicare è un LIMITE della persona che lo fa, non un LIMITE per gli altri.
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13-03-2015, 20:12
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Messaggi: 5,277
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La società avrà sempre una accezione negativa nella fase dell'individuazione,è salutare.
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13-03-2015, 20:29
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#7
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Intermedio
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Aiur, terra dei Protoss.
Messaggi: 235
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La verita é che tutti, chi piu chi meno, sono ipocriti e non é che essendo iscritto su fs.com allora non sei preso in causa.
Sai come si dice no? Quando il lupo non arriva all'uva...
Questo pezzo lo spiega bene.
Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Si dice spesso che "gli altri", quelli "normali", seguono le mode, si svagano, non hanno una mente propria. Invece, osservando quelli che stanno in società, posso dire che hanno una sola differenza rispetto a noi: si integrano col prossimo, si confrontano, vogliono contatti e vogliono conoscere gli altri. Per il resto i "normaloni" possono avere qualsiasi tipo di problema. Una mia amica ha gravi attacchi di panico e non può salire in treno ma è in società perché quando incontra le persone ci parla volentieri.
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13-03-2015, 20:59
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Appunto, io le cose che dici tu non le vedo così spesso, e quindi sono invogliato ad integrarmi. Penso che ciò che dici sia una demonizzazione. Anzi, penso che se c'è solo un goccia di individualismo quasi tutti tendano ad identificarla negli altri come una cosa repellente, così una società già in parte divisa, si frantuma.
Gli altri hanno tutti pregi e difetti. Come noi. La maggior parte delle persone è globalmente piacevole, per quanto ho visto, nelle situazioni ottimali.
Superare le nostre paure significa anche rendere vacue le idee che le generano.
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Io non dico di essere per forza dalla parte della ragione, non ho detto che sono tutti negativi, ci sono le eccellenze (poche), ci sono una percentuale non trascurabile di persone positive e poi c'è tutto il resto di cui parlavo prima.
ok, parliamone però prima di tutto dimmi dove vivi che ci vengo subito anche io
poi mi devi dire la tua età, e se hai mai lavorato.. con questo non voglio fare l'uomo di mondo vissuto, figurati, non stavo qui, ho ancora molto da imparare, però qualcosa l'ho vista e la vedo e non tutto mi piace.
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13-03-2015, 21:42
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#9
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Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: fuori Cagliari
Messaggi: 632
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io sono nato in italia negli anni 90 e non in una tribù della nuova guinea, quindi la parola "società" ha un senso perché implica vari contesti di vita.
Io (noi) vivendo in una società o in un'altra devo integrarmi, perché? perché l'uomo è un animale che vive in gruppo e la maggior parte delle volte sente di dover essere in gruppo per vivere. Io non cambierò mai troppo, al massimo potrei avere una compagna di vita e quei pochi veri amici, ma i pensieri, i dubbi, la volontà non sarà mai al 100% legata alla società che conosciamo.
Anche i "normaloni" hanno i loro problemi, anzi magari più di noi, però non si mettono problemi a sentirsi parte della società a creare quei ponti con altre persone, anche se sono ponti banali e senza nessuno scopo.
Il mio scopo non è seguire ciecamente ogni aspetto di questa società perché voglio integrarmi, io voglio poter creare nuovi ponti con altre persone, far parte della società ma sempre essendo me stesso.
Faccio un esempio terra terra, non andrei in discoteca per farmi degli amici o per trovare una ragazza, è un mondo che non mi piace e che non voglio frequentare, se fosse l'unico modo per potermi integrare in questa società, o me ne andrei o rinuncerei ad integrarmi.
Tutti siamo diversi e tutti avremo approcci diversi, la società potrà mostrare una visione abbastanza definita del mondo e delle persone, ma non l'integrazione, quella sarà diversa e in misura diversa.
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13-03-2015, 22:06
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Provincia di Milano
Messaggi: 4,745
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io sono tra 2 parti: la parte che mi dice che io non mi cambio con la società che c'è la fuori, con la gente, con quello che vogliono loro e tante altre cose.
dall'altra invece avrei e vorrei essere ben integrato.
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14-03-2015, 03:39
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 641
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Appunto, io le cose che dici tu non le vedo così spesso, e quindi sono invogliato ad integrarmi. Penso che ciò che dici sia una demonizzazione. Anzi, penso che se c'è solo un goccia di individualismo quasi tutti tendano ad identificarla negli altri come una cosa repellente, così una società già in parte divisa, si frantuma.
Gli altri hanno tutti pregi e difetti. Come noi. La maggior parte delle persone è globalmente piacevole, per quanto ho visto, nelle situazioni ottimali.
Superare le nostre paure significa anche rendere vacue le idee che le generano.
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"la maggior parte dele persone è globalmente piacevole" ? per favore mi dici dove vivi ?
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14-03-2015, 04:53
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#12
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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Quote:
Originariamente inviata da nellamerda
"la maggior parte dele persone è globalmente piacevole" ? per favore mi dici dove vivi ?
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Un fobico è fobico in qualsiasi città. Poi se trasferendosi si mette pesantemente in gioco è un altro discorso.
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14-03-2015, 10:14
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#13
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Attenzione però a non confondere l'integrazione in società con certe derive caratteriali: l'omologazione forzata, per es., che porta a delle deficienze di personalità più o meno marcate nelle persone che "decidono" (anche se dubito che si tratti di una reale decisione) di rinunciare a se stesse pur di rientrare nella sicurezza e nella protezione dei ranghi.
E comunque essere socialmente integrato non significa non dover mai criticare il sistema di valori a cui ci si deve attenere...
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14-03-2015, 11:09
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#14
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,384
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Quote:
Originariamente inviata da berserk
La società avrà sempre una accezione negativa nella fase dell'individuazione,è salutare.
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colgo lo spunto per aggiungere che una certa fase "critica" è funzionale per affrancarsi dalla pratica imitativa/omologante (mimesis), necessaria nella crescita per l'apprendimento ma deformante a lungo termine, perchè risulta un freno allo sviluppo dell' individualità.
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14-03-2015, 13:23
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#15
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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No, comunque, mi è venuto in mente.
Pensate a un gioco di società. Dai, non posso credere che nessuno di voi abbia giocato almeno una volta nella vita a qualche gioco in scatola.
Non so, monopoli o risiko.
Ok, ora immaginate di giocarci da soli.
Triste neh?
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14-03-2015, 14:09
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#16
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Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: fuori Cagliari
Messaggi: 632
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probabilmente è più dungeons and dragons
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14-03-2015, 14:33
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#17
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Qualche anno fa pensavo che esistesse una entità chiamata società, e che il gioco fosse "società Vs me". Solo negli ultimi anni, attorno ai 25, ho capito che quel muro tra me e loro non esiste. La società è un insieme di persone, ognuna delle quali mantiene la sua individualità. C'erano dei ragazzi che all'epoca della scuola consideravo "fighi" con cui io in quanto "sfigato " non sentivo di poter avere rapporti. Solo successivamente ho iniziato a considerare molti di loro come persone, a capire che su molte cose potevamo dialogare, e soprattutto che, usciti dalle dinamiche della scuola, anche loro non avevano verso di me alcuni pregiudizi negativi che io davo per certi.
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14-03-2015, 16:57
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#18
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Ribadisco che personalmente tutta questa individualità non la vedo: i soliti film, la solita musica, i soliti libri...
La società ha il compito di creare cittadini ossia gente in grado di fare bene il suo compitino senza uscire dal quadrato.
Gli eccessi, creativi per esempio, non vengono mai visti di buon occhio poiché la dispersione non può far parte di una cultura che mira sostanzialmente alla massima produttività e alla serialità.
Poi, se vogliamo, raccontiamoci pure la favola che siamo tutti speciali e che nelle cose che facciamo (cioè quelle che fanno tutti) ci distinguiamo dagli altri.
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15-03-2015, 04:02
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#19
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Messaggi: 641
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Quote:
Originariamente inviata da Kody
Un fobico è fobico in qualsiasi città. Poi se trasferendosi si mette pesantemente in gioco è un altro discorso.
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si kody, capisco il tuo discorso, ma io non intendevo dire che la mia fobia esiste solo con certi tipi di persone, sia chiaro
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15-03-2015, 04:18
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#20
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Ribadisco che personalmente tutta questa individualità non la vedo: i soliti film, la solita musica, i soliti libri...
La società ha il compito di creare cittadini ossia gente in grado di fare bene il suo compitino senza uscire dal quadrato.
Gli eccessi, creativi per esempio, non vengono mai visti di buon occhio poiché la dispersione non può far parte di una cultura che mira sostanzialmente alla massima produttività e alla serialità.
Poi, se vogliamo, raccontiamoci pure la favola che siamo tutti speciali e che nelle cose che facciamo (cioè quelle che fanno tutti) ci distinguiamo dagli altri.
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Questo discorso va su un altro piano rispetto al mio. Penso che, se questa è la nozione di società, io ne faccio parte pienamente. Mi riconosco nei principali valori della società in cui vivo, non ho eccessi, non sono stravagante, guardo quelli che credo possano essere definiti i soliti film e ascolto la solita musica.
Non lo dico come se me ne dovessi vantare. Ma se il discorso è quello, io sono tale e quale agli altri pecoroni, in quel senso nemmeno io sono un individuo. Sono un non-individuo insieme agli altri.
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