Hai preso un bel calderone e ci hai messo dentro
tutto.
Rispondo al pezzo che penso di conoscere meglio...
Quote:
Originariamente inviata da ste_
l'essere umano nasce per soffrire, nel corso della sua vita ha anche dei momenti piacevoli, ma che durano poco, e servono solo ad alleviare la continua sofferenza...i
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Premetto che questo discorsetto non è mio (sebbene le parole lo siano)
Non è chiara (a nessuno) la distinzione tra momenti di gioia e di sofferenza, in realtà non abbiamo una visione larga abbastanza per coglierne la differenza.
Ad esempio, i primi possono portare molta felicità per un breve periodo di tempo, abituandoci a quel nuovo livello. Di conseguenza, per paura di una diminuzione o di una perdita di quella felicità, quei momenti generano in noi attaccamento (Cioè, la voglia di mantenerli). L'attaccamento così generato porta ad essere difensivi, e ciò porta ad essere aggressivi in vista di una possibile perdita. A quel punto può ingenerarsi rabbia verso chi/cosa ha il potere di causare la perdita di quella felicità, e la rabbia genera odio, violenza, che generano infelicità. Siamo passati da gioia a infelicità! (Può essere una macchina sportiva -problemi di meccanica, ladri, vandali; una fidanzata- fighetti, concorrenti; un figlio- malattie, bulli; un'amicizia- tradimento, menefreghismo; etc.)
La felicità genera infelicità, e si può argomentare (con lo stesso procedimento) l'inverso. Quindi?
Quindi crea grande sollievo prendere atto del fatto che non c'è momento felice o infelice, tutto è realtà, è quello che è. Il passo successivo è realizzare che tutto è meraviglioso per quello che è, ma non è roba per noi...