Vorrei parlare di come diamo valore di verità a stati emotivi predominanti e valore di falsità e inganno a quelli secondari.
Non molto tempo fa avevo un atteggiamento predominante negativo sulle mie possibilità lavorative per il futuro e sul futuro in generale.
Avevo la classica mancanza di autostima e il senso di inadeguatezza di fronte a molte possibili situazioni.
Mi ricordo che quando mi prendeva lo sconforto con il classico atteggiamento del tipo "non ce la posso fare" , "non è possibile", "non sono in grado" ecc, davo a questo sconforto valore di verità e davo invece ai pochi e sporadici entusiasmi e momenti positivi valore di inganno.
Li riconscevo come positivi, ma stavo ben attento a seguirli perchè sapevo che sarebbero venuti meno, pertanto seguirli sarebbe stato un disastro(cosa certamente vera). Ma non in quanto le mie autoconnotazioni legate agli stati negativi fossero vere, ma perchè il loro persistere le rendeva vere. E io le ricnoscevo quindi come tali, se non dando, ma almeno aggiungendo loro appunto valore di verità.
Oggi dopo diversi mesi di lavoro sul controllo dei pensieri prima,e sulla creazione di stati emotivi migliori poi, mi rendo conto che la cosa si sta lentamente ribaltando.
Mi capita di essere positivo spesso, e quando mi arriva il momento down rischia di prendermi, ma riesco a classificarlo in tempo come falso,fuorviante ostacolante. Questo mio ricooscerlo come tale lo riduce ulteriormente.
Immagino che quando l'emotività positiva sarà predominante su quella negativa, gli stati negativi verranno da me considerati immadiatamente come ingannevoli,così come prima mi accadeva con quelli positivi.
Quello che voglio dire è che si tratta quindi di spostare lago della bilancia emotiva nella zona positiva, solo allora è possibile essere in grado di considerare in modo vero e non astratto la parte negativa come falsa e ingannevole. E' come se quell'ago tracciasse il confine tra possibile e impossibile. Positivo è possibile,negativo impossibile. Finchè l'ago resta su impossibile pensare positivo resta astrazione.
Non mi riferisco in questo discorso a paure, timidezze e fobie a livello istintivo, ma a stati emotivi di tipo tendenzialmente depresso,distimico e di senso di inadeguatezza o tendenzialmente entusiasta possibilista.
Io ho proceduto nel seguente modo: ho iniziato eliminando i pensieri negativi. Questo può essere fatto con uno sforzo di pensiero. Basta impedirli. Non serve pensare positivo, basta smettere di pensare negativo. In questo modo si limitano gli stati emotivi tristi e depressi. Io ho eliminato così ,lentamente e con pazienza, le frequenti crisi di pianto.
Poi bisogna passare a lavorare a livello direttamente emotivo. Non basta pensare in modo astrattamente positivo,ovvero positivo in senso semplicemente dialettico.
Per questa seconda fase io mi sono basato sul libro di Richard Bandler "Tecniche di pnl". E' molto semplice ed è sufficiente applicare i primi capitoli per iniziare.
Scrivo questo non per fare il guru, vi descrivo semplicemente la mia esperienza.Che per il momento è solo l'inizio di un processo di lento,paziente,delicato e speriamo continuo miglioramento.
Non mi interessa per ora nemmeno aprire una vera e propria discussione,pertanto non so se parteciperò oltre(non offendetevi se non riceverete risposta,per consigli nei limiti di quanto mi è possibile sono disponibile in privato),anche perchè per me sono temi delicati e in realtà meno ci penso e ci rimugino e meglio è, per ora. Volevo solo riportarvi la mia esperienza che forse può essere di spunto a qualcuno.
Devo dire che nel mio caso mi ha aiutato anche una certa dose di Fede che io ho e che forse non tutti hanno.