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Vecchio 17-05-2010, 20:08   #1
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Bene vedo di spiegare meglio la mia situazione.

Fin da quando'ero piccolo sono molto lunatico e quindi a volte molto estroverso, a volte molto introverso. Con poche vie di mezzo. Ho la fortuna di avere molti amici e amiche con cui ho un legame molto profondo. Poi gli eventi della vita ci hanno un po' separato ma quando sto con loro è come se fossi ancora quello di un tempo. La mia estroversione è da una parte viscerale, dall'altra dovuta al contesto sociale in cui mi trovo. Nel senso che quando sono all'interno del mio gruppo di amici, o anche in presenza di un solo mio amico tendo a non avere molti freni inibitori, sto bene, so scherzare e parlare di cose serie, insomma vivo normalmente e anzi ho la tendenza innata a stringere nuove amicizie tranquillamente, trovandomi nuovamente a mio agio con gli altri e mi viene naturale comunicare.

Ma allo stesso tempo sotto altri aspetti sono sempre stato molto introverso, nel senso che mi trovo a mio agio a passare anche molto tempo con me stesso, sia per leggere, sia per disegnare, sia per camminare, sia semplicemente per riflettere. Altro esempio di introversione è il mio rapporto con le ragazze, posso risultare simpatico, soprattutto quando ci sono più persone, provarci anche disinvoltamente e magari anche con succeso ma poi instaurare un vero rapporto io e lei diventa un problema. Mi chiudo, di blocco divento freddo e anaffettivo. Credo di non essere mai riuscito veramente ad amare una persona ne ad odiarla. Non che il resto del mondo mi sia indifferente, ho provato e provo moltissime altre sensazioni di affetto e di disprezzo sotto diverse forme ma odio e amore mai. Per nessuno.

Credo che tutto sia iniziato con il mio allontanamento dal “branco”. Cambio città per studiare e mi ritrovo in un nuovo mondo. Abituato a vivere in una grande famiglia e in un piccolo centro con tanti amici mi ritrovo in una grande città praticamente solo. Inizialmente in un modo o nell’altro faccio qualche tentativo di stringere nuove amicizie ma la mia insicurezza emerge quasi subito. Non stringo abbastanza bene, ne abbastanza in fretta, forse anche con persone sbagliate per cui dopo poco torno a isolarmi. A volte mi capita di conoscere una persona e mi ci trovo subito a mio agio, scherziamo, stiamo bene insieme, poi la volta successiva mi richiudo nella mia freddezza e quella giustamente si chiede se c'è qualche problema e a cosa sia dovuto il mio cambiamento. E' chiaro che di questo passo non si va lontano. Non posso costruire niente senza un briciolo di continuità.

E da qui si comincia a scendere nel vortice. Più ci pensi peggio è, ogni errore, ogni mancata occasione pesa di più. Non riesci a trovare la concentrazione nello studio, o in tutto quello che fai, passano i giorni, i mesi, gli anni, ti guardi indietro e sei li. A volte capita la giornata buona che sorridi al mondo, a volta capita la giornata in cui ti domandi con una cinta in mano perché cazzo le case le facciano senza travi sul soffitto. Ogni tanto provi a risolvere le cose, con tante iniziative personali più o meno fantasiose ma tutte fallimentari. La psicoanalisi secondo me non è una soluzione, l’ho sempre considerata una branca legale dell’usura. E forse nel mio caso non serve o non basta.

Insomma questa situazione si trascina avanti da un po' e devo dire che non posso permettere che vada avanti in eterno. Devo imparare a relazionarmi col mondo.
Vecchio 17-05-2010, 20:35   #2
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quanti anni hai?
Vecchio 17-05-2010, 20:41   #3
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23. La situazione ormai va avanti da...5 anni.
Vecchio 17-05-2010, 20:43   #4
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cosa studi?? Dove??? Che ambiente c'è nel tuo ateneo????

p.s.
il thread non è una chat scusami, se ti và di chiacchierare un pò sono sulla mini chat....ciao!
Vecchio 17-05-2010, 20:45   #5
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Ammazza, sei partito subito col terzo grado.

La mia situazione universitaria è un po'...intricata e forse causa ed effetto di molti miei problemi. Magari dopo cena mi spiego un po' meglio.
Vecchio 17-05-2010, 20:50   #6
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Insomma, nel tuo ambiente familiare, cordiale, rassicurante hai vissuto la tua introversione in maniera positiva; il contatto con una nuova realtà ti ha procurato un comprensibile disagio.

Riuscire ad entrare in relazione con un mondo sconosciuto è IL PROBLEMA.
Vecchio 17-05-2010, 20:55   #7
Esperto
L'avatar di Nick
 

YouTube- Captain Beefheart - Yellow Brick Road
Benvenuto
Vecchio 17-05-2010, 21:54   #8
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Bene vedo di spiegare meglio la mia situazione.

Fin da quando'ero piccolo sono molto lunatico e quindi a volte molto estroverso, a volte molto introverso. Con poche vie di mezzo. Ho la fortuna di avere molti amici e amiche con cui ho un legame molto profondo. Poi gli eventi della vita ci hanno un po' separato ma quando sto con loro è come se fossi ancora quello di un tempo. La mia estroversione è da una parte viscerale, dall'altra dovuta al contesto sociale in cui mi trovo. Nel senso che quando sono all'interno del mio gruppo di amici, o anche in presenza di un solo mio amico tendo a non avere molti freni inibitori, sto bene, so scherzare e parlare di cose serie, insomma vivo normalmente e anzi ho la tendenza innata a stringere nuove amicizie tranquillamente, trovandomi nuovamente a mio agio con gli altri e mi viene naturale comunicare.

Ma allo stesso tempo sotto altri aspetti sono sempre stato molto introverso, nel senso che mi trovo a mio agio a passare anche molto tempo con me stesso, sia per leggere, sia per disegnare, sia per camminare, sia semplicemente per riflettere. Altro esempio di introversione è il mio rapporto con le ragazze, posso risultare simpatico, soprattutto quando ci sono più persone, provarci anche disinvoltamente e magari anche con succeso ma poi instaurare un vero rapporto io e lei diventa un problema. Mi chiudo, di blocco divento freddo e anaffettivo. Credo di non essere mai riuscito veramente ad amare una persona ne ad odiarla. Non che il resto del mondo mi sia indifferente, ho provato e provo moltissime altre sensazioni di affetto e di disprezzo sotto diverse forme ma odio e amore mai. Per nessuno.

Credo che tutto sia iniziato con il mio allontanamento dal “branco”. Cambio città per studiare e mi ritrovo in un nuovo mondo. Abituato a vivere in una grande famiglia e in un piccolo centro con tanti amici mi ritrovo in una grande città praticamente solo. Inizialmente in un modo o nell’altro faccio qualche tentativo di stringere nuove amicizie ma la mia insicurezza emerge quasi subito. Non stringo abbastanza bene, ne abbastanza in fretta, forse anche con persone sbagliate per cui dopo poco torno a isolarmi. A volte mi capita di conoscere una persona e mi ci trovo subito a mio agio, scherziamo, stiamo bene insieme, poi la volta successiva mi richiudo nella mia freddezza e quella giustamente si chiede se c'è qualche problema e a cosa sia dovuto il mio cambiamento. E' chiaro che di questo passo non si va lontano. Non posso costruire niente senza un briciolo di continuità.

E da qui si comincia a scendere nel vortice. Più ci pensi peggio è, ogni errore, ogni mancata occasione pesa di più. Non riesci a trovare la concentrazione nello studio, o in tutto quello che fai, passano i giorni, i mesi, gli anni, ti guardi indietro e sei li. A volte capita la giornata buona che sorridi al mondo, a volta capita la giornata in cui ti domandi con una cinta in mano perché cazzo le case le facciano senza travi sul soffitto. Ogni tanto provi a risolvere le cose, con tante iniziative personali più o meno fantasiose ma tutte fallimentari. La psicoanalisi secondo me non è una soluzione, l’ho sempre considerata una branca legale dell’usura. E forse nel mio caso non serve o non basta.

Insomma questa situazione si trascina avanti da un po' e devo dire che non posso permettere che vada avanti in eterno. Devo imparare a relazionarmi col mondo.

uh se sei complicato... non so io non ti riesco a leggere come affetto da una vera e propria fobia,ma credo tu sia molto insicuro d te stesso e questo in un ambiente nuovo è tragico perchè senza "punti fissi" è dura fare nuove amicizie, insmma secondo me se ti fossi trasferito anche solo con un amico al seguito ora nn avresti di questi problemi... mettici che ti sarà andata anche di sfiga per conoscenze non sempre giuste e ora ti ritrovi così.
Vecchio 17-05-2010, 22:43   #9
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Non ho mai pensato in quest'ottica... e se mi fossi trasferito con qualcuno? Geniale. Forse sono stato troppo orgoglioso pernon farmi da solo una domanda del genere.

Ma penso che non sia questo il fulcro del problema. Cioè, io ho qualche difficoltà di fondo nel relazionarmi con le persone, il fatto che quando ci sono determinate persone sono normale (e ultimamente neanche moltissimo) non risolve la questione. Questa...paura del mondo sconosciuto. Che forse non è neanche paura. E'...incapacità?

Forse sarò inscuro, certamente non ho un carattere forte. Sono sensibile, ho uno strano e innato spirito del gregario. Ma sono un insicuro molto strano. Nel senso che io nella mia vita ho fatto certe cose che da una persona insicura, ma forse anche da una persona vagamente timida, non mi aspetterei mai.

Forse le risposte a tutto sono davvero nel mio passato. Un rapporto sempre molto teso con la mia famiglia, una spruzzatina di traumi infantili di diversa natura (alimentari, sessuali...) e in ultimo l'università. Io non lo so cosa sto facendo della mia vita. Sto buttando all'aria i miei anni così. Rimanendo fisso allo stesso punto, cambiando facoltà, senza risolvere nulla.
Vecchio 17-05-2010, 23:58   #10
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Non ho mai pensato in quest'ottica... e se mi fossi trasferito con qualcuno? Geniale. Forse sono stato troppo orgoglioso pernon farmi da solo una domanda del genere.

Ma penso che non sia questo il fulcro del problema. Cioè, io ho qualche difficoltà di fondo nel relazionarmi con le persone, il fatto che quando ci sono determinate persone sono normale (e ultimamente neanche moltissimo) non risolve la questione. Questa...paura del mondo sconosciuto. Che forse non è neanche paura. E'...incapacità?

Forse sarò inscuro, certamente non ho un carattere forte. Sono sensibile, ho uno strano e innato spirito del gregario. Ma sono un insicuro molto strano. Nel senso che io nella mia vita ho fatto certe cose che da una persona insicura, ma forse anche da una persona vagamente timida, non mi aspetterei mai.

Forse le risposte a tutto sono davvero nel mio passato. Un rapporto sempre molto teso con la mia famiglia, una spruzzatina di traumi infantili di diversa natura (alimentari, sessuali...) e in ultimo l'università. Io non lo so cosa sto facendo della mia vita. Sto buttando all'aria i miei anni così. Rimanendo fisso allo stesso punto, cambiando facoltà, senza risolvere nulla.

Mi sà che io ti comprendo alla perfezione, come te, a partire dall' adolescenza sono stato sempre un tipo molto lunatico, a sprazzi introverso ed estroverso, a seconda delle situazioni, dei luoghi e delle persone che mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita(se così possiamo chiamarla). Inoltre ho avuto sempre un cattivo rapporto con mio padre, incapace di comprendere le miè capacità e le mie aspettative, una persona capace solo di denigrare, sminuire e svalutare tutto ciò che facevo. Io credo, anzi sono certo che la causa dei miei problemi sia stato lui,e per questo vorrei scannarlo, ma cmq avrò la possibilità di vendicarmi a dovere, anche se la mia vendetta nei suoi confronti è già in atto. Come te quando ero nel mio paese, con molte persone riuscivo a legare senza particolari dificoltà, e non nascondo che in alcuni periodi ho avuto una foltissima cerchia di amici, nonchè moltissimi conoscenti, ovunque andassi avevo gente che mi fermava e mi salutava. Poi ho deciso di dare un taglio per motivi miei personali, e da allora ho letteralmente perso il bandolo della matassa della mia vita. Non ti dico poi da quando mi sono trasferito, nuovo posto, differente mentalità, nonchè gente molto diversa da quella con cui sono stato abituato a trattare. Ora mi trovo letteralmente nella merda e non sò come uscirne....sto affondando, è come se mi trovassi nelle sabbie mobili, e pian piano vengo letteralmente inghiottito...sto facendo pure della psicoterapia di gruppo, che mi sta creando più problemi che altro.....ti capisco..sul serio...è una situazione bruttissima.....si cerca di andare avanti, ma la rabbia per le occasioni ed il tempo perso è davvero tanta.... l' unica speranza e quella di avere la fortuna di incrociare persone simili a noi...ma è dura....cmq combatti, vai avanti...non lasciarti prendere dallo sconforto
Vecchio 18-05-2010, 00:22   #11
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Ah, quindi c'è qualcun'altro che come me ha sviluppato eccessivamente l'introversione a partire da un certo momento. Pensavo di essere l'unico.

Anche per il rapporto col padre sembra abbiamo una situazione piuttosto simile.

Essendo il suo primo ed unico figlio maschio ha sempre nutrito delle aspettative tutte proprie nei miei confronti sminuendo e svilendo ogni mio passione e propensione naturale. Si, probabilmente è in parte causa dei miei problema ma, sinceramente non lo odio. L'ho odiato senza dubbio in determinati momenti. Quando mi ha urlato in faccia che avrei fatto meglio a spararmi, che mi avrebbe preferito morto e in tante altre uscite simili. Ma ora, a freddo non riesco a odiarlo. So come è fatto e forse su determinate cose aveva pure ragione.
Vecchio 18-05-2010, 00:32   #12
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Beato te che non riesci ad odiarlo.....se potessi(se non ci fossero conseguenze giuridiche) lo prenderei a calci in bocca fino a fargli saltare l' ultimo dente rimasto.....un padre non può permettersi di umiliare il proprio figlio, men che meno davanti agli altri....lui lo ha fatto....poi essendo passati un pò di anni ha cambiato totalmente giudizio nei miei confronti....intanto la mia adolescenza è terminata, anche se non è stata tanto male, ma cmq il suo comportamento petulante ha avuto delle fortissime ripercussioni sul mio carattere, che purtroppo ora sto pagando a caro prezzo....a me chi mi ripaga il tempo perso, e il disagio continuo che provo oggi giorno in molte situazioni?
P.S.Io da bambino ero estroversissimo, spontaneo e senza problemi.....poi è successo quel che è successo......cmq io non condivido affatto il tuo perdono nei confronti di tuo padre....ma è chiaro che ognuno è libero di pensarla come gli pare
Vecchio 18-05-2010, 00:39   #13
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Mhà, non è un perdone dettato da chissà quale bontà. E' che non mi viene da odiarlo, lo guardo e penso a lui con molta freddezza. E' un uomo che ha fatto bene alcune cose, male delle altre. Ripeto anch'io in certi momenti gli sframaccherei qualcosa in testa ma non servirebbe a niente. E poi credo che alla fine certe esperienze temprino il carattere.
Vecchio 18-05-2010, 00:49   #14
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Mhà, non è un perdone dettato da chissà quale bontà. E' che non mi viene da odiarlo, lo guardo e penso a lui con molta freddezza. E' un uomo che ha fatto bene alcune cose, male delle altre. Ripeto anch'io in certi momenti gli sframaccherei qualcosa in testa ma non servirebbe a niente. E poi credo che alla fine certe esperienze temprino il carattere.
Ma dici sul serio o scherzi....scusa ma non hai detto che buona parte della tua introversione è stata causata dal rapporto con tuo padre....e poi mi dici che certe esperienze temprano il carattere.....sarà che non ho capito bene, ma mi sembri un pò contraddittorio
Vecchio 18-05-2010, 00:55   #15
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Ah, sempre contraddittorio.

Ma come cazzo si fa al giorno d'oggi a essere coerenti? E' impossibile.

Si, ha causato alcuni problemi e nonostante questo non lo odio. Che ti devo dire. E' così.
Vecchio 18-05-2010, 01:02   #16
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Ah, sempre contraddittorio.

Ma come cazzo si fa al giorno d'oggi a essere coerenti? E' impossibile.

Si, ha causato alcuni problemi e nonostante questo non lo odio. Che ti devo dire. E' così.
Ti invidio....magari riuscissi io a perdonarlo...
Vecchio 18-05-2010, 22:25   #17
Esperto
L'avatar di calinero
 

azz, io yellow chiamavo già un altro utente
cmq benvenuto
Vecchio 19-05-2010, 14:08   #18
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Qualcuno ha aperto una discussione per parlare di un suo guaio. Ecco ora io vi dico il guaio più grosso in cui mi sono andato a infilare.

Oggi è un giorno particolare. Domani avrei un esame. E mi sento lo stomaco a pezzi, le viscere mi si attorcigliano, si strizzano tra loro. Penso che non mi presenterò.

Sono i sensi di colpa a causarmi veri e propri dolori fisici, a volte davvero terribili. Mi inchiodano al letto, con una mano sulla pancia. Sto la e più penso, peggio è.

Penso a quando sono uscito dal liceo. Una maturità strappata con un voto decente più per le mie capacità di intuito e di arrangiarmi che per lo studio vero e proprio. Ho sempre avuto tanti interessi, ho sempre letto molto e devo dire che ho un ottima capacità di parlare, spiegare, fare collegamenti tra le diverse cose che leggo. Trattavo i professori con rispetto ma pretendevo altrettanto rispetto per il mio modo di fare, spesso provocatorio ma mai irrispettoso, spesso con uscite che sanno di pazzia. Ho rischiato spesso dei seri provvedimenti disciplinari ma ogni volta con il rispetto guadagnatomi con i professori riuscivo ad evitare una giusta sospensione. E addirittura a lasciare i miei genitori all'insaputa di tutti i casini. Provocatorio è la parola giusta. Ho sempre provato un gusto inspiegabile per il non andare daccordo con le persone. Se una persona mi dice "A" io rispondo "non A", e se quella persona nonostante tutto non è d'accordo con me allora la rispetto, se dannatamente la convinco, la disprezzo un po'. Disprezzo il disederio che le persone hanno di andare d'accordo, cioè il fatto di credere che se due persone sono amiche la devono pensare allo stesso modo. Io stringo più facilmente legami con persone che la pensano diversamente da me, e contestano apertamente il mio modo di pensare. Ma sto divagando.

Riflettendoci a freddo l'uscita dal liceo è stato un trauma non immediatamente percepito. E' stato durante la scarsa preparazione per gli esami di maturità che ho cominciato a fumare. Il giorno prima di quell'esame mi sono preso una sbronza colossale con una mia amica. Senza dormire, la mattina una lavata e via all'esame. Con la mia impeccabile faccia da stronzo mi dilungavo serissimo in improbabili presentazioni pseudoscientifiche in cui avevo incollato la testa di scienziati su corpi stilizzati stile southpark. Alle domande dei professori ribattevo con decisione, anche era chiaro che non sapevo la risposta sapevo sempre porla in maniera da lasciarli un attimo colpiti. Ora credo di aver perso molto di quello smalto...forse sono emerse troppe insicurezze.

Comunque uscito dal liceo mi si apriva dinanzi un grande vuoto. Immenso vuoto. Il mio desiderio in quel periodo era fare il servizio militare. Non per far carriera, voleva essere un modo per dire che mentre tutti tirano un sospiro di sollievo per la fine della leva, io mi sono presentato. Inoltre rispecchiava le mie idee di fondo, sarebbe stata un esperienza caratterialmente formante. Sentivo insomma che non ero pronto per l'università a cui i miei volevano assolutamente farmi iscrivere. Poi c'è il discorso un po' più nevrotico sulla morte mentre si compie qualcosa in sui crede, ma questo credo avesse un valore secondario. Ricordo quando ne parlai a mio padre. Scoppiai a piangere. E anche lui. Ma quando vide che ero convinto per questa scelta, che stavo preparando le carte ed avviare la procedura per partire, bè, li mi arrivò una stroncatura terribile. Non so se fu crudele o vigliacco, comunque disse una cosa che fanno cambiare prospettive ad un ragazzo un po' immaturo. Mi preannunciò la sua morte imminente. E lo fece con foga, con rabbia, con disprezzo nei miei confronti. Forse doveva solo scaricarsi, quando ne abbiamo parlato in seguito lui nega sempre di aver detto certe cose. Come sempre.

Scartata questa opzione dovevo scegliere una facoltà... bè forse per il momento ho detto abbastanza. Ci sarebbero altre cose ma mi sono accorto che ho tirato fuori abbastanza.
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