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25-01-2017, 20:09
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#21
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Banned
Qui dal: Dec 2016
Ubicazione: nebbia
Messaggi: 2,265
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Quote:
Originariamente inviata da XL
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no-body, quel che hai raccontato può funzionare con qualcuno, ma io non riesco a distrarmi neanche con queste cose qua, anche se volessi praticare la meditazione non riuscirei mai a pormi in modo disinteressato nei confronti dell'esistente, la voglia di vivere si è ritirata proprio perché il mondo che ho attorno, del quale faccio parte anche io stesso, non mi piace più, lo detesto.
Mi diverte solo l'umorismo nero talvolta.
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Non hai la sensazione che il tempo si dilati nei momenti di sofferenza
e invece vola nei momenti di gioia ?
Gli studi recenti di alcuni scienziati confermano che la sensazione soggettiva
del tempo ha una base biologica. E' sinteticamente spiegato in un abstract
della rivista Science:
http://science.sciencemag.org/content/354/6317/1273
Avvicinarsi alla morte con il suicidio significa quindi dilatare
il tempo. Su un piano metafisico si puo' dire che un suicidio
ti proietta nel dolore infinito; in quello che potrebbe essere
il peccato in senso cristiano che ti condanna all'Inferno per sempre.
Io credo che questa dilatazione del tempo a mano a mano che aumenta
la sofferenza e' l'indizio che stai forse uscendo dalla vita dalla porta
sbagliata. Si deve uscire quando si ha la certezza di farlo attraverso
la porta giusta.
Riporto le sensazioni di chi e' stato malato oncologico
1) anestesia totale: e' un interruttore che spegne il cervello, non
e' come il sonno dove sei presente. Con l'anestesia non ci sei proprio.
2) I farmaci chemioterapici ti alterano il sonno, fai sogni vividi.
Siamo molto materiali anche nelle situazioni borderline vicine alla morte.
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25-01-2017, 20:24
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#22
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Esperto
Qui dal: Mar 2015
Messaggi: 865
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Ormai certe domande non me lo faccio più nemmeno, anche perché le risposte sono davanti ai miei occhi e non sono confortanti.
Si cerca di sopravvivere.
Poi si vedrà.
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25-01-2017, 21:31
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#23
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 302
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Io più che non aver voglia non traggo piacere nella vita di tutti i giorni. Alla mia età può far sorridere un discorso simile ma è così.
Perché continuo?
Per non dare un dispiacere ai miei, se mi buttassi via rovinerei loro l'esistenza.
Non ho il coraggio di farla finita e ho ancora qualche speranza di cambiare in positivo, pochissime, ma voglio vedere come va a finire.
Per concludere dico che la vita non è per tutti: ci sono persone portate per le più svariate attività, anche vivere è un'attività e io non ne sono capace, non posso farci nulla.
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26-01-2017, 01:26
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#24
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Esperto
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 672
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se qualcuno mi trova un motivo per vivere forse potrei trovare la voglia, ma al momento il vuoto cosmico
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26-01-2017, 14:57
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#25
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Chi dice di non avere voglia di vivere mi ricorda quei bambini che tirano le trecce o ignorano le bambine verso cui sentono attrazione, ma anche soggezione. Un bambino non aiutato a comprendere sé stesso in quel caso può arrivare a credere che quello che prova sia effettivamente odio / disinteresse e non attrazione.
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Desideri vaghi per la verità li ho ancora, il problema è che non riescono più a trovare alcuna collocazione ed espressione nel mondo.
Ho l'impressione di desiderare certi oggetti e relazioni ideali, non quelli/e che esistono effettivamente.
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Ultima modifica di XL; 26-01-2017 a 15:02.
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26-01-2017, 15:35
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#26
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da no-body
Non hai la sensazione che il tempo si dilati nei momenti di sofferenza
e invece vola nei momenti di gioia ?
Gli studi recenti di alcuni scienziati confermano che la sensazione soggettiva
del tempo ha una base biologica. E' sinteticamente spiegato in un abstract
della rivista Science:
http://science.sciencemag.org/content/354/6317/1273
Avvicinarsi alla morte con il suicidio significa quindi dilatare
il tempo. Su un piano metafisico si puo' dire che un suicidio
ti proietta nel dolore infinito; in quello che potrebbe essere
il peccato in senso cristiano che ti condanna all'Inferno per sempre.
Io credo che questa dilatazione del tempo a mano a mano che aumenta
la sofferenza e' l'indizio che stai forse uscendo dalla vita dalla porta
sbagliata. Si deve uscire quando si ha la certezza di farlo attraverso
la porta giusta.
Riporto le sensazioni di chi e' stato malato oncologico
1) anestesia totale: e' un interruttore che spegne il cervello, non
e' come il sonno dove sei presente. Con l'anestesia non ci sei proprio.
2) I farmaci chemioterapici ti alterano il sonno, fai sogni vividi.
Siamo molto materiali anche nelle situazioni borderline vicine alla morte.
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Non so, solo certe volte mi è sembrato che fosse passato molto tempo, ma in certi stati di incoscienza tra il sonno e la veglia. Ti addormenti con a fianco l'orologio e pochi minuti di sonno disturbato, perché ti trovi in uno stato di dormiveglia - non so come descriverlo - ti sembrano almeno un 40 minuti. Solo in casi del genere sono riuscito a modificare, per così dire, l'orologio interno.
Comunque forse è la noia che fa percepire il tempo che si allunga e dilata un po', io però sono un depresso anomalo, non mi sono mai annoiato, anche se sto facendo qualcosa che non mi piace, la mia mente si distrae in automatico e pensa ad altro e così poi il tempo passa lo stesso.
Quando dico di non aver più voglia di vivere intendo dire che mi sembra di aver perso interesse per gli "oggetti concreti" (lasciatemi usare questo termine in generale anche per relazioni e persone, giusto per capirci) perché penso che la vita e le relazioni sono soprattutto là fuori, questa è la voglia di vivere che mi sembra sia venuta a mancare.
Prima la voglia di cercar qualcosa c'era (perché pensavo ad un'assenza reale), adesso non più, è venuta meno.
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Ultima modifica di XL; 26-01-2017 a 15:41.
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26-01-2017, 15:42
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#27
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Questa è una condizione normale quando si è piccoli, poi normalmente si viene aiutati, in maniera progressiva, a sopportare il contatto con la realtà e trovarla abbastanza soddisfacente.
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Ma non so in base a cosa poi la si riuscirà a trovare abbastanza soddisfacente, è qualcosa che si dovrebbe sentire, io questa cosa non la sento. In effetti io credevo che la mancanza di soddisfazione fosse legata ad oggetti reali, in passato ho idealizzato certe relazioni ed in quel frangente ho provato soddisfazione (chiaro che credevo fossero reali mentre le vivevo), poi però una volta conosciuto come stavano davvero le cose è precipitato tutto. Tante relazioni iniziano così e finiscono davvero male, e lo fanno gli adulti questo, mica i bambini, nel tirar le trecce forse sono anche più sinceri degli adulti, non si raccontano che gli piace per intero quello verso cui sono attratti per certi aspetti ma che poi detestano nell'insieme. Posso guardare una donna e pensare "mi piace", sì ma magari mi piace il suo aspetto, questo magari è vero, ma questo non implica mica che mi piace tutta la donna concreta e il tipo di relazione che dovrei instaurare con lei per far le cose che desidero, può essere vero e come che queste altre cose poi si detestano o non si riescono nemmeno a costruire e mantenere, non vedo perché bisogna supporre che non si sia sinceri.
Non vale la proprietà transitiva che dalla parte mi fa passare al tutto, almeno io non funziono così. Se nell'insieme la somma per me produce dispiacere, il piacere verso le poche parti buone va a farsi benedire, è questo che mi sta capitando adesso, prima nell'insieme probabilmente speravo di trovare qualcosa, adesso questa speranza è diminuita.
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Ultima modifica di XL; 26-01-2017 a 16:34.
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26-01-2017, 16:50
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#28
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Innanzitutto bisogna aver superato l'idea di essere onnipotenti (bambini e costumi da supereroi, anyone?), altrimenti ci si vergognerà e ci si sentirà in colpa con sé stessi e con gli altri di non riuscire ad ottenere tutto quello che si ha in mente (infatti la depressione è tipicamente associata al narcisismo).
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Non lo so, non penso sia la linea interpretativa corretta per la mia situazione e quel che sento io, forse può essere vero per altri.
Per me andrebbe benissimo anche non dover dimostrare niente a nessuno, ad esempio: se proprio dobbiamo ragionare per situazioni ipotetiche ideali (come questa relativa all'onnipotenza), questa andrebbe bene lo stesso.
In realtà alle altre persone concrete (torniamo alla realtà) questa cosa mica starebbe così bene come nella situazione ipotetica immaginaria.
Per relazionarmi con certe donne, ad esempio, io devo far certe cose, non è che sono io da solo a crearmi questi vincoli per rendermi insoddisfatto da solo. Nell'insieme per me è vero che la cosa mi disturba e la vivo male, tu dici "dovresti viverla bene", sì, va bene, ma così non la sento, che dovrei fare dire che mi va bene quel che a me non va bene?
La voglia di cercare relazioni è venuta meno, percepisco che posso ottener poco e molto faticosamente (rispetto a quel che vorrei), questo però non implica che non desidero assolutamente più nulla, altrimenti starei bene.
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Ultima modifica di XL; 26-01-2017 a 17:06.
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26-01-2017, 19:43
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#29
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Banned
Qui dal: Dec 2016
Ubicazione: nebbia
Messaggi: 2,265
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Quote:
Originariamente inviata da XL
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Quando dico di non aver più voglia di vivere intendo dire che mi sembra di aver perso interesse per gli "oggetti concreti" (lasciatemi usare questo termine in generale anche per relazioni e persone, giusto per capirci) perché penso che la vita e le relazioni sono soprattutto là fuori, questa è la voglia di vivere che mi sembra sia venuta a mancare.
Prima la voglia di cercar qualcosa c'era (perché pensavo ad un'assenza reale), adesso non più, è venuta meno.
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E' tipico del carattere molto introverso. Anche a me
gli oggetti esterni non interessano. Solo perche'
essendo fatto di materia organica e sensibile interagisco
con essi e sono costretto a farlo. Pero' cazzo, perche' pensiamo
alla morte ? E' un pensiero distruttivo, ingestibile, ingombrante,
privo di risposta, non risolutivo. Io me ne libero soprattutto
quando penso ora a chi mi dato la vita, cioe' mia madre.
Penso a lei quando ho bisogno di trovare l'unica cosa che mi
manca davvero; e quando la penso sento un richiamo alla vita.
In un rarissimo momento di comunicazione con lei
mi ha detto: ti ho voluto, sono stata felice e mi diceva
come allattava, quando piangevo si alzava, che era
sempre attenta a me. Ne dubitavo e ne dubito ancora;
ma io vorrei che fosse vero cio' che mi diceva; sento che
non puo' essere altrimenti. Se lei era felice, ed io la massima gioia
della sua vita, perche' io non la sento ? C'e' stata precoce discontinuita',
freddezza, distacco, estraniamento. E' passato tanto tempo da quando
sono andato a trovarla l'ultima volta al cimitero; a vedere
la sua foto mi sono vergognato di me stesso, non sapevo cosa dirle.
Questo mio dubbio
sull'esistenza di una gioia disinteressata e massima mi allontana
dalla vita. Siamo sempre stati soli, e percio' sempre lo saremo ?
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Ultima modifica di no-body; 26-01-2017 a 19:48.
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26-01-2017, 20:31
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#30
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,102
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boh, io non penso che non abbia voglia di vivere, è che non ce la faccio a fare cose che servono per vivere in modo decente. Non sopporto tutta una serie di situazioni e di pensieri che si presentano o possono presentarsi.
La non voglia di per sè non è un problema, ci sono abituato a non aver voglia di fare questo e quello, a essere demotivato, è il fatto che debba poi essere costretto (in teoria) ad agire in certi modi che fa male. E anche il senso di vuoto che deriva dal non sapere più a cosa rivolgersi quando niente stimola l'azione o delle emozioni positive.
Non ho voglia neanche di morire, perchè tutto sommato non è che ci sia tanto da guadagnare nel nulla se non il riposo, però è vero che sento più che altro il bisogno di staccare la spina in diversi momenti (e quindi quel riposo diventa un obiettivo verso cui lanciarsi).
La notte, mentre sto a letto, mi capita spesso di avere pensieri autodistruttivi, istinto a rompersi, interrompere il flusso vitale, con immagini violente.
Anche se non sembra, in questa immaginazione malata, che sia io a colpire, ma rimane qualcosa ancorato al profondo, ciò che si è accumulato e si accumula e vuole esplodere.
Il desiderio (di cose vitali) rimane fino alla fine, sono le ferite che ogni volta si riaccendono e la paura che in certi momenti diventa angoscia, a spezzarti le gambe, a farti strisciare e perdere ogni capacità di reazione, tanto che i desideri lì tieni sospesi come idee per passare il tempo, degradati a souvenir per gente senza futuro.
Ovviamente parlo per me.
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26-01-2017, 21:26
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#31
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Naturalmente no, ma capire perché gli altri funzionano in modo diverso può essere utile.
Credo che comunque il fatto di renderti conto via via che non può essere un oggetto esterno a soddisfarti forse significa che sei pronto sia a rinunciare all'idea di essere completamente soddisfatto e sia sei più in grado di renderti conto che la difficoltà, qualsiasi essa sia, è interiore e non riguarda una mancanza esterna.
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Ma comunque non risolve nulla questa forma di consapevolezza, tutto quel che penso e mi passa per la testa alla fine è interno, anche la rappresentazione del mondo è interna, ma da tutto questo cosa si dovrebbe concludere?
Io una strada che me lo faccia piacere abbastanza il mondo così com'è non l'ho trovata, per ora sono solo consapevole che sono arrivato a detestarlo.
Dopo svariate riflessioni l'unica strada percorribile ancora per me consiste nel trovare degli errori, devo solo sperare di essermi sbagliato in una maniera assurda e che il mondo non è così come me lo rappresento adesso ma molto più vicino a quello ideale in cui starei perfettamente bene.
Se il mondo o la realtà deficita di risorse, mezzi, spazi adatti a noi, alla fine il constatarlo non risolve nulla: se vivessi in un deserto sconfinato e avessi sete, la consapevolezza che in un deserto del genere non ci può essere acqua da nessuna parte ti farebbe solo arrestare in un qualsiasi punto perché sarebbe inutile muoversi.
Il desiderio di bere rimarrebbe comunque, non è che poi internamente lo risolvi sapendo che non c'è acqua e che adesso esiste solo nella tua immaginazione.
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Ultima modifica di XL; 26-01-2017 a 21:44.
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26-01-2017, 21:48
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#32
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da no-body
E' tipico del carattere molto introverso. Anche a me
gli oggetti esterni non interessano. Solo perche'
essendo fatto di materia organica e sensibile interagisco
con essi e sono costretto a farlo. Pero' cazzo, perche' pensiamo
alla morte ? E' un pensiero distruttivo, ingestibile, ingombrante,
privo di risposta, non risolutivo. Io me ne libero soprattutto
quando penso ora a chi mi dato la vita, cioe' mia madre.
Penso a lei quando ho bisogno di trovare l'unica cosa che mi
manca davvero; e quando la penso sento un richiamo alla vita.
In un rarissimo momento di comunicazione con lei
mi ha detto: ti ho voluto, sono stata felice e mi diceva
come allattava, quando piangevo si alzava, che era
sempre attenta a me. Ne dubitavo e ne dubito ancora;
ma io vorrei che fosse vero cio' che mi diceva; sento che
non puo' essere altrimenti. Se lei era felice, ed io la massima gioia
della sua vita, perche' io non la sento ? C'e' stata precoce discontinuita',
freddezza, distacco, estraniamento. E' passato tanto tempo da quando
sono andato a trovarla l'ultima volta al cimitero; a vedere
la sua foto mi sono vergognato di me stesso, non sapevo cosa dirle.
Questo mio dubbio
sull'esistenza di una gioia disinteressata e massima mi allontana
dalla vita. Siamo sempre stati soli, e percio' sempre lo saremo ?
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Mi ha colpito molto quel che hai scritto no-body, io non conosco bene la tua storia, l'hai persa da molti anni tua madre?
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26-01-2017, 23:18
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#33
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Banned
Qui dal: Dec 2016
Ubicazione: nebbia
Messaggi: 2,265
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Mi ha colpito molto quel che hai scritto no-body, io non conosco bene la tua storia, l'hai persa da molti anni tua madre?
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E' stato alcuni anni fa, quando io ero gia' grande e lei anziana.
Ora penso sia troppo tardi indagare il rapporto tra me e mia madre. Inoltre quel che e' stato e' stato; non c'e' rimedio credo.
Alla nascita non ho subito alcun trauma, e' stato un parto senza alcun problema, ne' prima, ne' dopo.
Che io sappia non mi e' mai mancato nulla. Eppure piu' ci penso, e piu' sono certo che qualcosa e' andato storto.
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27-01-2017, 00:07
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#34
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da no-body
E' stato alcuni anni fa, quando io ero gia' grande e lei anziana.
Ora penso sia troppo tardi indagare il rapporto tra me e mia madre. Inoltre quel che e' stato e' stato; non c'e' rimedio credo.
Alla nascita non ho subito alcun trauma, e' stato un parto senza alcun problema, ne' prima, ne' dopo.
Che io sappia non mi e' mai mancato nulla. Eppure piu' ci penso, e piu' sono certo che qualcosa e' andato storto.
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Tra le righe dell'altro messaggio è passato anche molto altro, non mi riesce a smuovere quasi mai niente, tu sei riuscito a toccare qualcosa.
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Ultima modifica di XL; 27-01-2017 a 00:14.
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27-01-2017, 00:12
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#35
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
boh, io non penso che non abbia voglia di vivere, è che non ce la faccio a fare cose che servono per vivere in modo decente. Non sopporto tutta una serie di situazioni e di pensieri che si presentano o possono presentarsi.
La non voglia di per sè non è un problema, ci sono abituato a non aver voglia di fare questo e quello, a essere demotivato, è il fatto che debba poi essere costretto (in teoria) ad agire in certi modi che fa male. E anche il senso di vuoto che deriva dal non sapere più a cosa rivolgersi quando niente stimola l'azione o delle emozioni positive.
Non ho voglia neanche di morire, perchè tutto sommato non è che ci sia tanto da guadagnare nel nulla se non il riposo, però è vero che sento più che altro il bisogno di staccare la spina in diversi momenti (e quindi quel riposo diventa un obiettivo verso cui lanciarsi).
La notte, mentre sto a letto, mi capita spesso di avere pensieri autodistruttivi, istinto a rompersi, interrompere il flusso vitale, con immagini violente.
Anche se non sembra, in questa immaginazione malata, che sia io a colpire, ma rimane qualcosa ancorato al profondo, ciò che si è accumulato e si accumula e vuole esplodere.
Il desiderio (di cose vitali) rimane fino alla fine, sono le ferite che ogni volta si riaccendono e la paura che in certi momenti diventa angoscia, a spezzarti le gambe, a farti strisciare e perdere ogni capacità di reazione, tanto che i desideri lì tieni sospesi come idee per passare il tempo, degradati a souvenir per gente senza futuro.
Ovviamente parlo per me.
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Vivo appeso anche io, ma anche altri davvero sono appesi ad un filo. Qualche giorno fa ho visto un conoscente che è diventato catatonico, non parla proprio più, nemmeno "ciao", ho provato ad interagire ma non sono riuscito a fare molto.
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Ultima modifica di XL; 27-01-2017 a 00:15.
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27-01-2017, 00:19
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#36
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,113
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Quote:
Originariamente inviata da JericoRose
A volte sento di essermi stancata della vita e di voler semplicemente "andare", non è un pensiero che sopraggiunge in momenti di disperazione ed offuscato dal dolore, è un pensiero lucido, razionale, "sereno" (tanto che lo accolgo con il sorriso sulle labbra)... è una cosa inquietante lo so, che a 26 anni sia tanto lucida nel prendere coscienza di tali pensieri, è solo che io sento di aver fatto tutto, tutto quello che c'era da fare, (tuttavia nulla di significativo) ripetere tutto ancora e ancora non ha molto senso per me
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fino a questo punto vale anche per me. Anche io penso di aver fatto tutto, e cmq non è poi tutto questo granché, mancherebbero ancora tante cose, ma so che non le affronterei con la spensieratezza di un tempo.
Poi ci sono le giornate positive come oggi e ieri, ma che derivano soltanto dall'aver avuto un grosso sfogo di rabbia, una tensione che si è allentata, ma durerà poco e la tensione e la fatica ricominceranno ad accumularsi, ma è ovvio che non posso sfogarmi sempre, finirei in rovina o avrei guai con la giustizia.
Non sopporto il lavoro e le sue dinamiche maligne.. se trovassi un modo di campare lo stesso ma libero da certi meccanismi..forse rivivrei con i sapori e i colori di quando ero più giovane.. forse..se la mia psiche non è troppo compromessa
Tocca andare avanti così, sperando nel niente e ascoltando buona musica
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Ultima modifica di Keith; 27-01-2017 a 00:22.
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27-01-2017, 00:55
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#37
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,102
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Vivo appeso anche io, ma anche altri davvero sono appesi ad un filo. Qualche giorno fa ho visto un conoscente che è diventato catatonico, non parla proprio più, nemmeno "ciao", ho provato ad interagire ma non sono riuscito a fare molto.
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Qualche volta mi domando come appaio all'esterno. Da molto tempo frequento quasi esclusivamente il contesto della famiglia e ho una certa libertà di (non) espressione non verbale.
Ultimamente quando sono a tavola, per esempio, resto a guardare nel vuoto senza cercare alcuna interazione e devo essere richiamato per essere recuperato alla realtà.
È che dopo tanti inutili tentativi e disconferme continue, hai solo voglia di salutare tutti, sprofondare in un mondo protetto e dire: 'continuate tra di voi, io sono assente giustificato'.
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27-01-2017, 14:41
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#38
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 646
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Più passa il tempo e più mi accorgo che a tenermi in vita è la paura di morire più che la voglia di vivere..
Sono giunto ormai a metà del mio percorso, considerando la vita media degli individui su questo pianeta in base alle più rosee previsioni.
Il viaggio finora devo dire che è stato tutt'altro che entusiasmante.
A giudicare la carrozza che mi è stata assegnata penso si tratti di una terza classe.
Questo spiegherebbe perchè continua ad essere "vuota"..
"Tutti vogliono viaggiare in prima" Canta Ligabue. Ed hanno ragione!!!..
La seconda classe è scomoda.. e non parliamo della terza!
Ne ho viste di persone salire sul treno.. alcune le ho viste anche "scendere".. e mi è parecchio dispiaciuto.
E' bello osservare il paesaggio dal finestrino durante la marcia.. anche se un pò inquieta vedere tutto scorrere davanti cosi' velocemente.
Il mondo sembra avere una gran fretta.
Non so di preciso cosa me lo facesse credere, ma ero convinto che prima o poi sarei stato felice. E questo a tratti ha reso il viaggio decisamente più piacevole.
Ma la prerogativa della vita è disilludere le aspettative..
La tentazione di scendere dal treno rimane forte, ci sono momenti che prenderei il martelletto custodito nell'apposito scomparto, frantumerei il vetro e mi getterei dal finestrino..
Ma la paura alla fine ti salva sempre..
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Ultima modifica di cancellato17738; 27-01-2017 a 14:44.
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Ringraziamenti da
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Grale (27-01-2017), XL (29-01-2017) |
27-01-2017, 19:35
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#39
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Principiante
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 67
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"Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto."
Nazim Hikmet
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28-01-2017, 00:31
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#40
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 646
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Quote:
Originariamente inviata da Grale
"Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto."
Nazim Hikmet
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Bello!!
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