Provo a ripresentarmi anche se trovo molto difficile parlare di me non sapendo chi sono. So solo che mi piace il colore viola.
Comincio dal passato. Una bambina che andava molto bene a scuola e ha sempre continuato ad andare bene fino alla fine del liceo. I miei genitori hanno divorziato quando ero molto piccola, troppo piccola per capirne qualcosa, ma ricordo urla al telefono per chi dovesse tenermi e quando. Mia madre, iperapprensiva e iperprotettiva tanto da non permettermi gite scolastiche, mi ha messo sempre contro mio padre parlandomene il peggio possibile e lui non ha mai fatto nulla per sfatare questo quadro. Un uomo sfuggente, anaffettivo, duro.
Delle medie ricordo solo il bullismo. Non avevo amici e ad un certo punto ho smesso di studiare. Pensavo che andando male a scuola, avrei evitato dispetti, prese in giro ed emarginazione. Invece no.
Ad un certo punto, entra in scena un nuovo personaggio, il nuovo compagno di mia madre. Invadente, giudicante, sprezzante. Non potevo leggere un libro in camera mia perché lui esigeva la mia presenza al suo cospetto. E stato colui che mi ha insidiata sessualmente, ponendomi di fronte ad un ricatto.
Sono andata via di casa ed è iniziato il baratro. Depressione, attacchi di panico,uso di lamette, disturbi alimentari di vario genere, isolamento da tutti. Mi facevo del male perché non avevo nient’altro che mi facesse provare emozioni, nessuno che mi volesse bene, ero totalmente SOLA. Ho smesso di frequentare i corsi, mi sono rinchiusa in casa, mi sembrava tutto troppo grande per me.
Sono stata spinta ancora più in fondo, se mai fosse stato possibile, dall’abbandono in un’amicizia, l’unica che avevo e che credevo vera: mi sono sentita tradita, rifiutata come fossi la feccia della società (e probabilmente lo sono).
Ora sono passati diversi anni, ne ho 31 e li vedo tanti, troppi, non sono adatta ad averli. Sono andata da uno psichiatra che mi ha diagnosticato tratti borderline, ansia sociale e abbassamento del tono dell’umore. Sono in cura da una psicologa e ho i mei farmaci a portata di mano.
Da poco ho ripreso a studiare, ma ogni esame mi sembra un’impresa impossibile anche perché mi sento vecchia. Sento sempre una sensazione di morsa allo stomaco, un'ansia sottile che esplode a tratti con risultati disastrosi per i rapporti. Ho un rapporto conflittuale con il cibo e con me stessa. Non esco volentieri: ho sempre paura di stare male, che mi venga un attacco di panico se le cose non vanno come io ho bisogno che vadano.Odio il mio corpo e pensare che sta arrivando la stagione calda mi fa disperare perché non voglio mostrare lo schifo che sono, scoprirmi. Vorrei vivere in una grotta! Scappo dalle situazioni in cui mi trovo a disagio, non riesco ad affrontarle. Non so relazionarmi con le persone, le vedo tutte più avanti, più realizzate mentre io soffoco tra i ricordi e le ossessioni. Non so mai cosa dire, non riesco ad iniziare un discorso perché mi sembra sempre di dire delle cavolate e di essere derisa. La mia testa è un continuo rincorrersi di voci e a volte vorrei tanto farle smettere per sempre, in qualsiasi modo.
Spero di aver scritto un quadro di me più completo anche se fatto di tanti frammenti e di trovare qui un luogo di comprensione e di poter partecipare con quello che ho da dare, me stessa.