Se qualcuno di voi ha letto quel che ho scritto poco tempo fa, saprà anche che, di norma, penso molto più spesso all'amore che al sesso, lo ribadisco e non me ne vergogno...sono, o credo di essere, una persona, se così la si può definire, tendenzialmente "coccolosa" e non posso farci nulla...ma certo, è ridicolo ed infantile...fa, di me, meno un uomo è più un povero sfigato però, in quanto pazzoide, dovrò pur fare e dire, di tanto in tanto, delle pazzie...no?. Posso ammettere, ad esempio, che mi piacciono moltissimo le, forse ormai in disuso, lettere d'amore: quelle vere...quelle fatte con carta e penna intendo...mi piace definirle cinicamente come dei pateticamente vani tentativi di materializzare, in cellulosa ed inchiosto, degli umani ed inevitabili sentimenti...tanto intensi e vitali quanto, al contempo, crudelmente ineffabili e, perciò, da sempre ed in verità, essenzialmente incondivisibili...ed eternamente intrappolati dentro noi stessi, senza via di scampo (...sì!!!...Wow...che linguaggio sofisticato e forbito!...Ecco, è arrivato quello che vuol fare il figo...presto...correte tutti a leggere dei suoi affascinanti pensieri!).
No...calma...non affrettatevi a chiamare la neuro...non sono in preda ad una crisi di glossolalia acuta (...o sì?).
Provo a spiegarmi meglio: penso sia noto ai più che nessuno può dire, con certezza, se una persona sia innamorata oppure no, solo quella
persona lo può sapere...chiunque altro, al massimo, lo può credere...sospettare...o intuire, che dir si voglia...ma niente di più; allo stesso
modo, ad esempio, se un'ipotetica persona che, io, avrei sempre visto come nulla più d'una semplice amica, ad un certo punto della sua vita, si
decidesse a dichiararmi il suo segreto amore...non potrei che trovarlo un gesto dolcissimo...ma è anche vero che, purtroppo, non potrei,
comunque, mai essere sicuro che lei sarebbe, davvero e sinceramente, innamorata di me ( ...dovremmo poter fare una fusione mentale, come
i vulcaniani in Star trek, affinchè io ne potessi ricavare una prova inconfutabile...si da il caso, però, che io sia un terrestre...e mentecatto,
per giunta )...lei e solo lei, questo, lo potrebbe sapere...e suppongo sia per la medesima ragione che, ad esempio, stando, almeno, a quel che
ho letto, gli innamorati si guardano di frequente negli occhi...allo scopo di cercare di carpire, nelle pupille dell'altro (...che pare si dilatino
lievemente quando si osserva una persona amata), una reazione rivelatrice...un qualcosa che dia un segno, una sorta di conferma, per
quanto effimera, involontaria ed inconscia, di ciò che esso, davvero, sente nel proprio cuore...perchè noi umani, secondo la mia modesta
opinione, possiamo essere vicini, fisicamente, coi nostri corpi; possiamo percepire, con i nostri molteplici organi di senso, la presenza dei corpi
altrui...ma con la nostra mente, invece, siamo, siamo sempre stati e sempre saremo, inesorabilmente, soli...per puro caso, poi, proprio a
proposito di questo, mi sono imbattuto, poco tempo fa, leggendo un interessante quanto deprimente libretto ( ...il titolo è "Sentirsi soli" di
Maria Miceli, una ricercatrice che si occupa di neuroscienze presso il CNR, ed è edito dalla società editrice "il Mulino" ) in quella che ho
interpretato come una conferma a questo mio gioioso pensiero, cioè nell'opinione di un tal James Howard ( uno psicologo )...la cito
testualmente, da pagina 13: " ...anche quando siamo profondamente legati a qualcuno e ne condividiamo le gioie ed i dolori, avvertiamo
che, come dice Laing, << lui non è me, ed io non sono lui. Per quanto ci possa far sentir soli o tristi, la nostra stessa esistenza è
solitudine >> ". Lo psicologo James Howard, con toni ancor più duri e disperati, descrive gli uomini come prigionieri reclusi in << gabbie di
carne >>, da cui essi non possono uscire ed in cui nessun altro può entrare, e sottolinea che le sensazioni ed i pensieri di ciascuno hanno un
carattere inevitabilmente unico e privato e sono, fondamentalmente, incomunicabili ( ...come volevasi dimostrare ). Quando l'ho letto per la
prima volta, forse avrei dovuto sentirmi compiaciuto dall'aver scoperto di aver conquistato, in precedenza e senza nemmeno sospettarlo, coi
pochi neuroni che ancora mi restano, un'intuizione apparentemente degna di un professionista della psicologia...invece credo d'aver provato solo
un'intensa delusione...perchè, pensando a quell'intrinseca inutilità delle lettere d'amore, non volevo credere che la vita potesse fare tanto
schifo e speravo, davvero, di sbagliarmi...ma, forse, invece, la semplice verità consiste nell'altrettanto semplice fatto che, io, a differenza dei
normali, sembrerei proprio accuratamente progettato e costruito per la vita in solitudine...e, forse...dico forse, sono anche solito convincermi,
inconsciamente...molto inconsciamente, di aver bisogno di fuggirla a causa del dover continuamente, nella vita, non poter far altro che
constatare che, tutti gli altri, a differenza di me, paiono esserne terrorizzati ( un po' come quegli individui che non hanno mai fumato e non
individuano alcuna ragione logica per cui dovrebbero iniziare a farlo...ma vedono che tutti gli altri fumano e, questo, basta per indurli a sentirne
il bisogno...così cominciano comunque...come mossi da un irrazionale ed invisibile, quanto insidioso istinto di conformismo: quanti avranno
cominciato da ragazzi e non saprebbero, in fondo, nemmeno spiegare perchè? Si tratta di un esempio classico... ). Al mio psichiatra, una volta,
ho confidato d'aver spesso avuto la forte impressione di essere...come un alieno travestito da terrestre, capitato qui in un qualche ignoto modo
e da un qualche sconosciuto e lontanissimo pianeta...approssimativamente 27 anni terrestri fa ed, ancora, come se sentissi sempre una forte
nostalgia del mio ambiente naturale ed originario...e come se avvertissi sempre, costantemente, latente in una qualche recondita parte di me,
la sensazione che questo non sia il mio posto e che la mia esistenza sia "sbagliata"...perchè mi sento come, forse, si debba sentire un
elefante costretto a lavorare in un circo...non voglio più stare qui, voglio tornare al mio mondo, ovunque e qualunque cosa esso sia.
Parrebbe quasi che io, alieno in terra aliena, sia allergico agli esseri umani...quindi, in quanto tale, anche a me stesso...e se fosse questa la
vera fonte della mia, quindi, così scarsa autostima e, di conseguenza, della mia timidezza?
Ed...a proposito di psicopatia...adesso che provo a leggerlo, non mi sento nemmeno sicuro che, quel che ho appena scritto, abbia
senso...potrebbe darsi sia giunto, per me, il momento di reincontrare i simpatici terrestri del centro di igiene mentale più vicino...ho come il
sospetto che non sarebbero molto sorpresi di rivedermi.