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18-03-2025, 11:23
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#1
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,937
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Mi sono accorto e ho riflettuto su questa cosa, mentre ero al lavoro e stavo parlando con un assistente.
Parlavo di che cosa si faceva nel weekend e ad un certo ho temuto che mi invitasse ad uscire con lui.
La mia non era una paura dell' etero che non vuole rapporti gay, ma era la paura del colpevole che non vuole essere scoperto e denunciato.
Ma quale è la mia colpa?
Sono due: curriculum sessuale inaccettabile dalla nostra religione e qualcosa che non so raccontare. Qui parlerò di questa seconda cosa che non riesco a raccontare.
Lo faccio brevemente proprio perché non so raccontare e il racconto non è solo il mezzo ma è l' oggetto del racconto. In pratica devo parlare del mio parlare, che è tremendamente difficile.
Non so più che cosa dire, anche perché ho la sensazione che non me ne importa niente di nulla.
Io credo che ognuno di noi abbia una percentuale di verbalizzazione delle cose in cui pensa. Questo valore, che in me è stato sempre più basso del normale, si dovrebbe essere ulteriormente abbassato.
Non ne so precisamente i motivi: l' adesione al Mgtow con conseguente rinuncia alla speranza di avere una donna, la perdita di mio padre, normale processo di irrigidimento dovuto al disuso dell' apertura espressiva.
Credo di essere diventato una sorta di robot che al lavoro pensa solo al lavoro e al luogo di allenamento pensa solo a quell' ambito. Troppo poco interessato a tutto il resto, credo che manchi qualcosa.
Adesso non so il problema primario sia puramente interiore o sia il filtro espressivo, ma sicuramente il filtro espressivo è ipertrofico e credo che sia arrivato il momento di renderlo più flessibile e meno retratto, come se facessi un normale piano di allenamento di mobilità articolare.
Mi piacerebbe ascoltare da voi le vostre riflessioni sull'esternazione dei vostri pensieri, ad esempio se siete migliorati o peggiorati, se secondo voi è un valore stabile e dipendente unicamente dall' interno, se dipende dall' autostima che controlliamo o meno; se per voi è allenabile indipendentemente dall' interno, oppure se ad esempio gli sforzi hanno senso solo sul breve termine perché alla lunga non si riesce ad essere continui. Ad esempio, voi che frequentate gli psicologi, che cosa vi hanno detto e come ve lo hanno spiegato?
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Ultima modifica di Warlordmaniac; 20-03-2025 a 10:44.
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18-03-2025, 11:38
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#2
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 14,212
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Non ho mai parlato di questo con psicologi e psichiatri.
Posso solo riportare il mio caso specifico, cioè l'aver perso molte capacità verbali durante un periodo di isolamento durato alcuni anni, capacità che poi ho riacquisito semplicemente con l'allenamento. Negli ultimi anni ho maggiori interazioni con altre persone, in alcune delle quali è fondamentale esprimersi, e così un po' alla volta ho reimparato "come si fa". All'inizio faticavo a mettere insieme le frasi, le spezzavo e lasciavo a metà, mi si ingarbugliavano. Ora sono molto più sciolto e riesco a fare di nuovo discorsi sufficientemente organici.
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18-03-2025, 11:56
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#3
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Guest
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La mia più grande paura. Una delle maggiori, comunque.
Perdere progressivamente la capacità di esprimermi, a causa della vita troppo isolata.
Come farò quando non potrò più parlare al telefono in italiano a volte anche per una due ore al giorno?
Temo comincerò a parlare da sola ammattire del tutto.
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18-03-2025, 12:02
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,937
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Parli proprio di fluidità del linguaggio quindi, un altro mio problema che però non credo che possa migliorare.
Io qui parlavo più che altro di autocensura, come pensieri del tipo "questo non interessa", "questi sono fatti miei", "questo sarà considerato un piagnisteo", "questo mi esporrà ad attacchi sul mio carattere"....
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18-03-2025, 12:21
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2020
Ubicazione: Verona
Messaggi: 6,621
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Amico mio, è la fobia sociale o ansia sociale il problema, poi ci sono altre cose che possono aggravarla, come ad esempio la perdita di tuo padre ma il punto rimane la FS.
Come migliorare è la domanda da 100 milioni, Io sento di esser migliorato nel tempo, ma solo perché è migliorata la mia autostima che a sua volta è legata a qualche piccola soddisfazione che mi è arrivata, tutto qui.
Dare una soluzione generale al problema credo che sia molto difficile
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18-03-2025, 13:14
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#6
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,937
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Quote:
Originariamente inviata da Non registrato
La mia più grande paura. Una delle maggiori, comunque.
Perdere progressivamente la capacità di esprimermi, a causa della vita troppo isolata.
Come farò quando non potrò più parlare al telefono in italiano a volte anche per una due ore al giorno?
Temo comincerò a parlare da sola ammattire del tutto.
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Stai lavorando? Hai ancora una famiglia di origine?
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18-03-2025, 13:27
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 14,212
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Parli proprio di fluidità del linguaggio quindi, un altro mio problema che però non credo che possa migliorare.
Io qui parlavo più che altro di autocensura, come pensieri del tipo "questo non interessa", "questi sono fatti miei", "questo sarà considerato un piagnisteo", "questo mi esporrà ad attacchi sul mio carattere"....
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Quest'ultima cosa mi succede su internet, forse perché c'è un lasso temporale, per quanto piccolo, tra comporre un testo e inviarlo o postarlo, e dunque fanno in tempo a insinuarsi dei dubbî che quello che scrivo abbia poco valore, non sia pertinente, verrà attaccato, e soprattutto verrà ignorato. Infatti spessissimo comincio a scrivere e poi rinuncio.
Ma io ho notato che nel mio caso l'interazione su internet funziona con dei meccanismi molto diversi da quella fuori da internet.
Una volta mi pare anche di aver iniziato un topic sul forum su questa differenza, per vedere come fosse per gli altri utenti.
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18-03-2025, 13:56
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2023
Messaggi: 841
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Se può consolarti/vi io passo giorni, a volte settimane, senza parlare proprio con nessuno (ho interazioni via mail per lavoro, una volta a settimana spesa, ristorante e tabacchino con conseguenti convenevoli coi commercianti e rispondo a qualche testo WA al massimo). A volte non sento la mia voce da così tanto tempo che quando mi capita di dover parlare quasi non la riconosco.
Più che non sapere cosa dire, il fatto è che non mi importa nulla di dire niente. Ho da tempo perso fiducia e interesse nella quasi totalità dei rapporti umani, mi danno poco e nulla, anzi, a volte mi pento proprio di essermici infilato, stavo meglio non facendolo.
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18-03-2025, 14:45
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,317
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Parli proprio di fluidità del linguaggio quindi, un altro mio problema che però non credo che possa migliorare.
Io qui parlavo più che altro di autocensura, come pensieri del tipo "questo non interessa", "questi sono fatti miei", "questo sarà considerato un piagnisteo", "questo mi esporrà ad attacchi sul mio carattere"....
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Questa cosa capita anche a me.
Ma spesso mi pare di non avere nulla da condividere che possa interessare sia l'altro che me.
Mi accorgo che se provo a parlare di qualcosa che mi colpisce agli altri non frega un cazzo, viceversa quando gli altri dirottano la conversazione son poco interessato io ai discorsi altrui, mi pare proprio che non riesco a trovare una connessione valida che mi soddisfi abbastanza.
A volte mi chiedo seriamente: ma io e altri condividiamo davvero qualcosa? O ognuno vive nel suo mondo?
Per me il problema non è nemmeno esprimere qualcosa, magari riesci pure, è che non riesce ad innescare interesse, viceversa certe volte so che una cosa susciterebbe interesse ma sono io che mi rompo le palle perché sono io a non essere interessato.
A me pare ci sia una specie di negoziato che fallisce e non può che fallire.
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Ultima modifica di XL; 18-03-2025 a 15:01.
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18-03-2025, 18:10
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 26,880
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La mia mancanza di fluidità dipende dalle situazioni: se ho ansia posso avere blocchi, arrossire, brain fog. Per il resto, me la sono sempre cavata. Vivo da sola e passo molto tempo zitta( ma neanche troppo perché telefono faccio vocali e parlo da sola, pure in giro 🤭  . L'ansia comunque è il fattore che mi impedisce di esprimermi in modo corretto, anche se non mi blocco, magari al contrario divento logorroica, ho troppa foga nel parlare e la gente si sente incalzata, insomma così.
Ci sono situazioni anche nei rapporti con pochi (2 o 3) che mi creano ansia o argomenti che mi eritrofobizzano. Pensavo di perdere eloquenza e capacità di relazione nel periodo lockdown che ho passato quasi tutto a casa da sola, ma non é successo. Stessi problemi di sempre. Che non sono i pegiri al momento.
Oggi però al lavoro non riuscivo ad ottenere silenzio in classe ed ero pure in compresenza, mi sentivo un po' incapace e giudicata.
Poi la compresente ( in gambissima, sveglia e tosta ) mi dice he non riuscirebbe a tenere la classe "come noi". Lei ha sempre fatto sostegno. Intanto io trovo che coi bambini si rapporti benissimo anche nel grande gruppo e abbia spiccate doti... Le ho risposto "ah, nemmeno io ci riesco a tenerli come ben vedi ...comunque non ti manca niente". E lei no ma io vedo che voi sapete come si fa a gestirli tutti insieme. Boh a me oggi parevano scatenati e con le orecchie foderate di bambagia. Ho richiamato per ore ma quelli sono insensibili, o a me pare così. Per contro ne ho una che ha pianto disperata per aver fatto un errore, non accetta. Anche se non è stata rimproverata affatto, ho dissimulato dicendole che era andata bene ma lei ha capito che le ho fatto un segnetto e apriti cielo, mezz'ora a consolarla, a dirle che so che è brava , che si impegna sempre, e a rispiegare a tutti che l'errore è un amico che serve ad imparare e che non succede niente quando si sbaglia, che pure la maestra sbaglia spesso , oggi mi sono dimenticata un libro bla bla... Altri se ne scatafottono pure se li gridi che stanno lavorando da cani e si comportano da culo. Il mondo è vario.
Cerco ultimamente di stare meno sulle mie quando "performo" e di ammorbidirmi e mettermi in discussione, con autocritica. Non che dentro di me non la faccia ma cerco anche di estendere le difficoltà che ho, scoprendo che tutti , meno i convintoni, si autocriticano e si ritengono inadeguati
.
No quote.
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18-03-2025, 23:35
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#11
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,937
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Questa cosa capita anche a me.
Ma spesso mi pare di non avere nulla da condividere che possa interessare sia l'altro che me.
Mi accorgo che se provo a parlare di qualcosa che mi colpisce agli altri non frega un cazzo, viceversa quando gli altri dirottano la conversazione son poco interessato io ai discorsi altrui, mi pare proprio che non riesco a trovare una connessione valida che mi soddisfi abbastanza.
A volte mi chiedo seriamente: ma io e altri condividiamo davvero qualcosa? O ognuno vive nel suo mondo?
Per me il problema non è nemmeno esprimere qualcosa, magari riesci pure, è che non riesce ad innescare interesse, viceversa certe volte so che una cosa susciterebbe interesse ma sono io che mi rompo le palle perché sono io a non essere interessato.
A me pare ci sia una specie di negoziato che fallisce e non può che fallire.
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Credo che l' 80% dei discorsi degli estroversi neurotipici sia riassumibile in simil-Zelig e small talk. Battute, tentativi di essere brillanti e non annoiare, frasi fatte e ripetitive e di cortesia ( ciao, come va? Dai bene tu? Non c' è male su...auguri a te e famiglia).
Che cosa si condivide? Di solito esperienze e conoscenze in comune.
Spesso ricordando "i vecchi tempi" in maniera molto edulcorata, per non dire romanzata.
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19-03-2025, 10:13
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,317
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Credo che l' 80% dei discorsi degli estroversi neurotipici sia riassumibile in simil-Zelig e small talk. Battute, tentativi di essere brillanti e non annoiare, frasi fatte e ripetitive e di cortesia ( ciao, come va? Dai bene tu? Non c' è male su...auguri a te e famiglia).
Che cosa si condivide? Di solito esperienze e conoscenze in comune.
Spesso ricordando "i vecchi tempi" in maniera molto edulcorata, per non dire romanzata.
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Agganciandomi a quello che hai scritto alla fine del tuo messaggio, cosa alla quale non avevo mai pensato...
Forse più che verbalizzare bisogna proprio fare delle cose insieme per poi poterle verbalizzare. Se si ha un passato in comune in cui si son fatte certe cose con altri, c'è qualcosa di cui parlare che magari suscita l'interesse di entrambi.
Non si verbalizza molto forse perché non c'è niente che troviamo rilevante da verbalizzare che susciti una forma di condivisione.
Forse bisogna prima fare certe cose con gli altri (anche che so un pranzo, una cena, un'uscita) e solo poi viene fuori qualcosa di cui poter parlare con loro.
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20-03-2025, 10:53
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#13
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,937
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Quote:
Originariamente inviata da XL

Agganciandomi a quello che hai scritto alla fine del tuo messaggio, cosa alla quale non avevo mai pensato...
Forse più che verbalizzare bisogna proprio fare delle cose insieme per poi poterle verbalizzare. Se si ha un passato in comune in cui si son fatte certe cose con altri, c'è qualcosa di cui parlare che magari suscita l'interesse di entrambi.
Non si verbalizza molto forse perché non c'è niente che troviamo rilevante da verbalizzare che susciti una forma di condivisione.
Forse bisogna prima fare certe cose con gli altri (anche che so un pranzo, una cena, un'uscita) e solo poi viene fuori qualcosa di cui poter parlare con loro.
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Eh sì, poi durante il pranzo di che cosa parli? E dopo il pranzo parli del cibo e di quanto è bravo il cuoco?
Purtroppo c'è gente che è nata per intrattenere e gente che è negata. Dicono cose inutili, cose cioè che non aggiungono nulla, ma a tutti sta bene così perché "riempiono i silenzi" e anche perché la loro abnegazione all' intrattenimento ci è rassicurante.
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20-03-2025, 12:25
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#14
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Esperto
Qui dal: Jun 2024
Messaggi: 828
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Credo che l' 80% dei discorsi degli estroversi neurotipici sia riassumibile in simil-Zelig e small talk. Battute, tentativi di essere brillanti e non annoiare, frasi fatte e ripetitive e di cortesia ( ciao, come va? Dai bene tu? Non c' è male su...auguri a te e famiglia).
Che cosa si condivide? Di solito esperienze e conoscenze in comune.
Spesso ricordando "i vecchi tempi" in maniera molto edulcorata, per non dire romanzata.
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È un topic molto interessante e ho bisogno della tastiera e di un po’ di tempo per pensare alla risposta.
Intanto confermo quanto hai scritto qua. Io faccio un lavoro in cui interagisco molto con i colleghi. Molto per i “nostri” standard. Fuori dal forum verrebbe considerato un lavoro da reclusi.
Però diciamo che vivo spesso situazioni di convivenza forzata in ambiente molto ristretto, che si protrae anche per ore, ed obbliga ad avere una conversazione.
Questo mi accade con molte persone diverse, nell’ordine delle decine, e sforando le centinaia. Nel corso degli anni.
Ti posso dire che mi è stato fatto notare (e l’ho considerato un complimento, ma non ne sono certo) che con me la discussione è solitamente un po’ più profonda e articolata, rispetto allo small-talk che appunto esprime la maggior parte delle persone. E lo farei anche io se ne fossi in grado.
La cosa mi ha fatto piacere e cerco spesso di andare in quella direzione. Nel senso che se non ho qualcosa da dire o non ho un argomento di discussione interessante da trattare e approfondire, piuttosto sto zitto. Non per tutto il tempo però perché è impossibile. L’ancora di salvezza è parlare di lavoro, che accomuna ovviamente i colleghi, ma farlo in chiave più personale, o sociale, o psicologica o quello che ti pare.
Secondo me tu sei in grado di fare questa cosa molto meglio di me perché ad esempio io non capisco quasi niente di quello che dici, e forse pure adesso sto rispondendo a cose che non hai chiesto.
Un consiglio pratico è parla degli altri. Non parlare di te, ma fai domande, mostrati o fingiti interessato a qualcosa che li riguarda, e cerca trarne uno dei tuoi ragionamenti astrusi (ma non troppo) sul senso della vita.
Non si può fare con tutti. Se uno ad esempio inizia a parlare di calcio a me viene istantaneamente un calo di zuccheri e rischio di svenire. Però a seconda dell’ambiente che frequenti le conversazioni possono prendere pieghe interessanti.
In ultimo aggiungo che l’ideale sarebbe che la conversazione sia spontanea quantomeno per agevolarne l’esposizione. Sul risultato, se tu sei intrinsecamente sgradevole forse è anche peggio. Parlo per esperienza.
Mi fermo qui perché non sono certo di essere IT.
P.s non ho affrontato la parte dei tuoi problemi personali. Io ammetto di avere la mente abbastanza sgombra da pensieri, e non so come reagirei se non fosse così. Probabilmente male. Al minimo stato di disagio evito come la peste ogni interazione. Però non è una regola generale. Mio fratello ad esempio parla anche coi muri ed è in uno stato di perenne ansia/paranoia.
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Ultima modifica di 3stm; 20-03-2025 a 12:31.
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20-03-2025, 12:42
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,317
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Eh sì, poi durante il pranzo di che cosa parli? E dopo il pranzo parli del cibo e di quanto è bravo il cuoco?
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No, magari di come tu (io parlo di me ovviamente, che son maldestro) sia riuscito a rovesciarti il pranzo addosso  .
In genere capitano molte altre cose quando si esce insieme.
Mi hai fatto riflettere un po' tu a questa cosa, alla fine comunque è una piccola occupazione, si ordinano le pietanze, si commenta, si guarda in giro com'è fatto il locale, com'è il servizio, cose proprio inutili inutili non lo sono.
Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Purtroppo c'è gente che è nata per intrattenere e gente che è negata. Dicono cose inutili, cose cioè che non aggiungono nulla, ma a tutti sta bene così perché "riempiono i silenzi" e anche perché la loro abnegazione all' intrattenimento ci è rassicurante.
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Comunque su questo hai ragione, il vero problema qua è trovare qualcuno ben disposto a cominciare a fare queste cose con te, quando risulta evidente che non si è persone brillanti che intrattengono chissà come e si è praticamente alle prime armi anche se si è persone mature in termini di età.
Poi penso che la verbalizzazione verrà da sé, se si riesce un po' ad instaurare un qualche legame dove si condivide qualche esperienza insieme.
Se però si vogliono verbalizzare pensieri e preoccupazioni più complicate e pesanti, trovare interlocutori adatti che non ti comunichino direttamente o indirettamente "ma a chi vuoi rompere i coglioni!" è molto più difficile (E come ho detto altrove alla fine a questo potrebbero servire 'sti cazzo di psicologi, non ad aggiustare menti malate!), su questo hai ragione, se si tratta di verbalizzare qualcosa che magari interessa sia te che l'altro, forse si riesce dopo aver messo in piedi roba simile, ammesso che si riesca a metterla in piedi, la difficoltà ora si sposta nel riuscire a creare o spingere altri a creare occasioni simili.
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Ultima modifica di XL; 20-03-2025 a 12:47.
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20-03-2025, 13:14
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#16
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Esperto
Qui dal: Jun 2024
Messaggi: 828
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Ci sarebbe anche da affrontare il tema della difficoltà rispetto all’interlocutore.
Giovane, vecchio, uomo, donna, di bell’aspetto oppure no.
Inutile dire che la nemesi assoluta è femmina, giovane, attraente.
Penso che con un anziano in una rsa le parole le troviamo tutti..
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20-03-2025, 14:12
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#17
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,937
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Quote:
Originariamente inviata da 3stm
È un topic molto interessante e ho bisogno della tastiera e di un po’ di tempo per pensare alla risposta.
Intanto confermo quanto hai scritto qua. Io faccio un lavoro in cui interagisco molto con i colleghi. Molto per i “nostri” standard. Fuori dal forum verrebbe considerato un lavoro da reclusi.
Però diciamo che vivo spesso situazioni di convivenza forzata in ambiente molto ristretto, che si protrae anche per ore, ed obbliga ad avere una conversazione.
Questo mi accade con molte persone diverse, nell’ordine delle decine, e sforando le centinaia. Nel corso degli anni.
Ti posso dire che mi è stato fatto notare (e l’ho considerato un complimento, ma non ne sono certo) che con me la discussione è solitamente un po’ più profonda e articolata, rispetto allo small-talk che appunto esprime la maggior parte delle persone. E lo farei anche io se ne fossi in grado.
La cosa mi ha fatto piacere e cerco spesso di andare in quella direzione. Nel senso che se non ho qualcosa da dire o non ho un argomento di discussione interessante da trattare e approfondire, piuttosto sto zitto. Non per tutto il tempo però perché è impossibile. L’ancora di salvezza è parlare di lavoro, che accomuna ovviamente i colleghi, ma farlo in chiave più personale, o sociale, o psicologica o quello che ti pare.
Secondo me tu sei in grado di fare questa cosa molto meglio di me perché ad esempio io non capisco quasi niente di quello che dici, e forse pure adesso sto rispondendo a cose che non hai chiesto.
Un consiglio pratico è parla degli altri. Non parlare di te, ma fai domande, mostrati o fingiti interessato a qualcosa che li riguarda, e cerca trarne uno dei tuoi ragionamenti astrusi (ma non troppo) sul senso della vita.
Non si può fare con tutti. Se uno ad esempio inizia a parlare di calcio a me viene istantaneamente un calo di zuccheri e rischio di svenire. Però a seconda dell’ambiente che frequenti le conversazioni possono prendere pieghe interessanti.
In ultimo aggiungo che l’ideale sarebbe che la conversazione sia spontanea quantomeno per agevolarne l’esposizione. Sul risultato, se tu sei intrinsecamente sgradevole forse è anche peggio. Parlo per esperienza.
Mi fermo qui perché non sono certo di essere IT.
P.s non ho affrontato la parte dei tuoi problemi personali. Io ammetto di avere la mente abbastanza sgombra da pensieri, e non so come reagirei se non fosse così. Probabilmente male. Al minimo stato di disagio evito come la peste ogni interazione. Però non è una regola generale. Mio fratello ad esempio parla anche coi muri ed è in uno stato di perenne ansia/paranoia.
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Sì, è un' idea buona quella del chiedere dell' altro e fargli domande sulla sua vita. Il problema è che a me frega fino ad un certo punto e lo faccio in situazioni puramente di riempitivo. Dopo anche lì ci sono delle regole da seguire, come quella del non giudicare e non mettersi a fare il consigliere, nel caso l'interlocutore dovesse aprirsi veramente, però in qualche modo bisogna partecipare.
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20-03-2025, 19:43
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#18
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Esperto
Qui dal: Jun 2024
Messaggi: 828
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beh si ci deve essere interesse da parte tua a fare conversazione altrimenti è un problema.
Io ho difficoltà, ma vorrei parlare, parlare tanto e più o meno con chiunque. Infatti mi piace molto parlare con gli sconosciuti. Faccio molta più fatica con persone che conosco o che si aspettano qualcosa da me.
Ho la fortuna di essere tanto ignorante quanto curioso quindi qualsiasi cosa mi si dica la ascolto volentieri.
Tranne se mi parlano di alcune cose tipo il calcio, in quel caso non ce la faccio proprio. o, scusate il termine, "la figa" è un altro argomento di conversazione che mi provoca istantaneamente una paralisi verbale/espressiva. Però fortunatamente quest'ultimo vedo che tra le mie frequentazioni non è un argomento molto gettonato.
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Ultima modifica di 3stm; 20-03-2025 a 19:46.
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20-03-2025, 20:23
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 4,615
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Quote:
Originariamente inviata da 3stm
o, scusate il termine, "la figa" è un altro argomento di conversazione che mi provoca istantaneamente una paralisi verbale/espressiva. Però fortunatamente quest'ultimo vedo che tra le mie frequentazioni non è un argomento molto gettonato.
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Pensa che io non di rado mi son trovato nel mezzo a discussioni sessuali iniziate proprio da donne. Uno spasso, se sai districarti nella ehm... matassa 
Una sofferenza, per molti qua dentro: perché in quei momenti inizia la "valutazione" di quanto tu (generico) sia sveglio, spigliato e reattivo.
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20-03-2025, 21:08
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#20
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Esperto
Qui dal: Jun 2024
Messaggi: 828
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Credo di non aver mai avuto una discussione sessuale con una donna. Il solo pensiero mi manda già in paranoia.
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