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Originariamente inviata da muttley
Ve le ricordate le famigerate vacanze studio all'estero che si fanno ai tempi della scuola? Le più comuni in Inghilterra o comunque oltremanica per "imparare" l'inglese...
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I divertenti racconti di Muttley relativi ai viaggi studio adolescenziali nei paesi anglosassoni mi hanno fatto tornare alla mente le prime esperienze disastrose dei miei personali viaggio studio, intrapresi tra i 14 e i 18 anni di vita.
Posso dire che le prime due esperienze – quelle compiute tra i 14 e i 15 anni – le ricordo all’insegna dell’ansia e dell’inadeguatezza. Mi ritrovai anch’io, come sir Muttely, tagliata fuori dai rapporti sociali che gli altri ragazzi si erano riusciti a costruire in me che non si dica; le uniche opportunità sociali che mi rimasero (e da cogliere al volo!) furono quelle con “i disadattati” della situazione.
Nel mio caso non vi erano ragazzini cleptomani nei paraggi, bensì lesbiche mascoline di origine teutonica, con la voglia di scaricare la loro energia repressa attraverso mosse di lotta libera, sferrate contro ragazzine piccole, italiane e magroline come me! La mia prima vacanza studio fu quindi a dir poco un incubo! Capitai poi in una classe di soli tedesconi di 17-18 anni ed io ero la più piccola ed impedita del gruppo, anche perchè il mio inglese era più deboluccio e non capivo nulla di quello che veniva detto attorno a me! L’ostacolo linguistico non mi aiutò di certo a migliorare le mie già scarse doti socio-relazionali….mi sembrava di dovermi relazionare con marziani parlanti una strana lingua più simile al’ostrogoto che all’inglese!
Nella seconda esperienza invece vissi più una situazione alla “Caterina va in città”, dove la mia timidezza e remissività mi portava facilmente ad essere mira delle ragazze più convinte di sé e dell’assoluta giustezza delle proprie idee. Così incappai nella pseudo-amicizia con una ragazza che voleva indottrinarmi con “Marx & co” (non Max!) e rendermi esperta sui misteri della oscura vita adulta che a me – in quanto brava bambina obbidiente – erano ancora preclusi! Se ci ripenso mi viene ancora da ridere, soprattutto quando 'sta tipa mi vestì con tanto di kephia attorno al collo e bandana in testa usata a “mo” di fascia, giusto per dare un tocco più alternativo al mio viso di brava bambina!:?
Però quello che posso dire è che queste mie prime esperienze disastrose da sola all’estero mi sono servite per maturare nel tempo maggiori abilità sociali, perchè nelle due successive esperienze avute sempre in terra anglo-irlandese è andata decisamente meglio per quanto concerne la relazione con individui a me sconosciuti. Insomma, mi sentivo più sicura e partecipe e meno “imbranata” di prima, più incline al dialogo e allo scambio.
Avevo imparato un po’ di trucchetti relativi al “come stare in società” senza essere né eccessivamente invadenti ma nemmeno delle “mummie”. Insomma, questi viaggi mi avevano insegnato molto di più di qualsiasi lettura di Jane Austen a proposito delle convenzioni sociali! Anzi, leggere libri così “demodè” mi rendevano ancora più incapace nell’operazione di decifrazione delle regole implicite insite nel mondo sociale contemporaneo, visto che i miei unici parametri conoscitivi erano le società inglesi e francesi di fine '800! 8O 8O
Se posso consigliarlo, quindi, una vacanza studio potrebbe risultare un’ottima soluzione per chi è costretto a viaggiare da solo, ma nel contempo intende instaurare delle relazioni con gente sconosciuta in contesti “più protetti” e sorvegliati, come potrebbe essere appunto una scuola di lingua inglese.
Come esperienza consiglierei anche il volontariato all’estero, ma quello che feci io era così faticoso (era di tipo ambientale) che di certo non lo suggerirei ai lavoratori, che magari scelgono di andare in vacanza anche per riposarsi un po’ dallo stress quotidiano. Di certo è un’esperienza unica, perché ti mette a contatto con persone di tutto il mondo, ognuna con il suo bagaglio di vita alle spalle.
Comunque ci sono parecchi siti di “viaggi-fai-da-te” nei quali molte persone sono alla ricerca di compagni di viaggio che condividano con loro la bellezza della scoperta di nuove mete. Ad esempio ho letto di gente che cercava compagni per andare a capo nord, sud-America ecc….
Insomma, le occasioni non mancano!