Un altro anno è passato e viene naturale fare dei bilanci. Io sono iscritto da un bel pò qui ma non partecipo attivamente forse perchè come nella vita stò in disparte ad osservare quello che fanno gli altri e non trovo il coraggio di mettermi in discussione.
Si perchè quando non hai stima di te stesso e sei insicuro la scorciatoia più semplice da adottare è l'evitamento e poco importa se questa nel tempo provoca dei disastri, si pensa all'immediato e per il futuro ci si rassegna al fatto che debba essere tristamente mediocre come il presente.
Io sono ultimo di quattro figli. Mio padre ha lavorato per più di 30 anni come operaio in fabbirca e mia madre è casalinga, quindi la mia è una famiglia di modesta estrazione sociale.
I miei problemi credo siano iniziati dall'infanzia. Da piccolo ho assistito alla frequenti liti tra i miei genitori che partivano da torpiloqui e finevano anche con malmenamenti. Da bambino pensavo che il cattivo fosse mio padre, e
che le colpe fossero ascrivibili solo a lui ma col tempo ho capito che una percentuale potesse essere tranquillamente attribuita a mia madre.
Per quanto riguarda il rapporto coi miei posso dire che mio padre era severo, avevo molto timore di lui anche perchè non esitava a menare; mia madre invece credo non sia stata molto affettuosa con me, forse anche a causa
del fatto che doveva tirare avanti quattro figli e badare alle faccende di casa.
Da piccolo(2-3 anni) ricordo che mi mettevo su di un divano e mi dondolavo da solo, un pò come si vede fare agli autistici nei film. Delle volte ho pensato che questa potesse essere una prima prova che io non sentivo abbastanza
affetto e attenzioni intorno a me. Questa cosa del dondolarmi me la sono portato fin da adulto: quando sto da solo, ad esempio davanti al pc, lo faccio perchè è come se mi rassicurasse.
Credo che all'asilo già incominciai a sentirmi diverso, ricordo infatti episodi di "bullismo", se così si può definire a quell'età, come plastilina infilatami nelle orecchie da altri simpatici marmocchi. Ricordo anche che la maestra tirava dei bei ceffoni.
Alle elementari sono inziati invece i primi problemi nel rapporto col mio corpo e la mia immagine. Ero un bambino sovrapeso ed inoltre verso gli 8 anni mi diagnosticarano l'ambioplia all'occhio sinistro, ovvero un difetto visivo
comunemente detto "occhio prigo" perchè pur presentandosi l'occhio morfologicamente sano la mente per uno strano meccanismo decide di utilizzare più un occhio che un altro. Questo è uno di quei problemi per cui sembra strano ma la medicina non ha ancora tutt'oggi trovato una soluzione efficace. L'unico rimedio è di bendare l'occhio sano e sforzarsi ad usare l'altro, ma se questo bendaggio non viene fatto subito in età infantile ci sono pochissime probabilità che possa aver successo in seguito.
Quindi il sovrapesso unito al bendaggio e gli occhiali mi faceva sentire a centro delle derisioni dei miei compagni di classe, che puntualmente non esitavano a chiamarmi "grassone" e "quattrocchi".
Inoltre anche mio padre mi faceva pesare il mio aspetto, con le lavate di capo che dovevo mangiare di meno(ma a tavola non dava di certo il buon esempio, mangiava a sbafo) e poi in certe situazioni addirittura mi faceva notare quanto un mio cugino fosse di aspetto migliore del mio perchè più longilineo(cose come questa sono state credo le prime bombe che
hanno minato la mia autostima).
Per quanto riguarda il rendimento scolastico ho sempre auvto buoni voti, forse inconsciamente mi impegnavo per dimostrare che almeno in qualcosa valevo.
Alle medie grosso modo il copione si è ripetuto. Ogni anno mettevo su sempre qualche chiletto e mi autoescludevo dall'interagire con l'altro sesso come invece dei miei compagni inziavano a fare, la vedevo proprio una cosa impossibile per me.
A quei tempi come amicizie avevo un gruppo di ragazzini che abitavano nei pressi di casa mia, una buona metà erano miei cugini. Mediamente tutti questi avevano un paio d'anni in meno di me. Forse mi ci trovavo ben perchè vista l'età erano più inclini a birichellonare piuttosto che a pensare alle ragazze.
Alle superiori sono inziati i primi drammi. Mi iscrissi al liceo scientifico. Il rendimento negli studi cominciò a calare anche causa di un problema di integrazione credo. Troppe cose erano cambiate per me: avevo intorno adolescenti mentre io ero una sorta di bambinone cresciutello, non mi sentivo a mio agio e delle volte ero anche oggetto di schernimenti.
Ricordo che però per reagire a questo, non sò quanto consapevolmente, cominciai a rendermi simpatico facendo battute e devo dire che riscuotevo anche un discreto successo.
Sta di fatto però che questi compagni di classe non li ho mai frequentati al di fuori di quell'ambito. Sapevo che nei fine settimana molti si vedevano ma anche volendo per me non sarebbe stato facile incontrarli perchè lontani.
Durante il quarto anno ebbi un accenno di ripresa. Come molte cose che avvengono per caso, quell'anno ci sedemmo nello stesso banco io e un ragazzo con il quale non avevo legato particolarmente gli anni precedenti. Avevamo una certa affinità, forse perchè ci accumunavano le stesse insicurezze sulla prorpia immagine e nel rapporto con gli altri, anche se lui stava messo decisamente meglio. Grazie anche a questa persona ebbi lo stimolo a intraprendere una dieta perchè lui andava dal dietologo e me invito a farla insieme. Persi molti chili e riacquistai un pò più di autostima in me. Ricordo inoltre che in quel periodo ho sofferto molto anche il fatto che tutti si accingevano a festeggiare i 18esimi compleanni con tanto di festa nel locale e regali ed io non avrei potuta farlo perchè i miei genitori non me lo permettevano. Non mi permisero neanche di fare la gita di classe.