Trovo che l'esercizio della scrittura un po' sia catartico e che quindi partire con forse l'episodio (o per meglio dire, periodo della mia vita) in cui l'ansia e il malumore hanno preso piede sia di vitale importanza.
Ho 23 anni ora, e sono uno studente che prova a relazionarsi col mondo.
Circa tre anni fa, per circa 4mesi ho evitato tutti i miei coinquilini (dopo che un amico di appartamento se ne era andato). Uscivo presto alla mattina per non parlare e poi tornavo tardi la sera stando soprattutto in biblioteca e occupando la giornate in altre maniere. Sono stati mesi d'inferno, perché se volevo uscire con qualcuno potevo solo sperare di tornare una volta al mese a casa dai miei amici (non dell'uni) invece di uscire con quelli dell'Uni coi quali non ho mai legato.
Da qui ho capito che era meglio se facevo il pendolare per evitare persone e situazioni a cui io non ero proprio in grado di sopportare. Avete presente quando tutti riescono nelle relazioni sociali e voi a mala pena potete parlare due minuti per non sembrare di troppo?
Ho capito che in uni non avrei mai avuto amici dopo quei 4 mesi, e in questo spirale autodistruttiva non sapevo se uccidermi o voler dormire tutto il giorno. Ancora ora, a pensarci bene, anche se sono passati tre anni mi rendo conto che non ha senso ma anche ora, non sarei pronto per convivere con estranei. Capisco questo non sia vivere, ma come uscirne? Ho in questi anni di università conosciuto alcuni persone ma sembra che se si è dei "falliti" in partenza allora non ha senso nemmeno provare ad avere amici, e intendo amici veri. Vado molto d'accordo con alcuni compagni di corso ma - guarda caso - sono proprio i più timidi.
Il fatto di aver rifiutato di vivere fuori dalla zona di comfort mi ha portato poi a pensare che forse nella mia vita nulla sarà veramente positivo se non ci provo ora, durante la magistrale a darmi una seconda possibilità. In primis perché vorrei allargare la cerchia di amici e poi anche perché dalla mia ultima storia con una ragazza sono passati quasi due anni. Sento che se non vivo ora gli ultimi anni dell'uni a pieno sarò solo più depresso negli anni in cui dovrò lavorare e cercare di farmi una vita (anche controvoglia).
Il fatto è che sento questa cosa - costantemente - come una gara, una fottuta gara a chi scopa di più, a chi ha più amici, a chi ha più di me, e se mi paragono con la media mi sento solo uno sfigato. Ma capisco che non è così, e che è solo l'immagine distorta e distopica che mi sono creato per compiacermi e credere di non potercela fare mai e poi mai.
Quest'estate infatti sono uscito dalla zona comfort con successo per ben due volte, ma ora che un po' non ci provo a uscire dal nido sento che devo riprovarci, e soprattutto per me stesso.
Mille ansie si annidano nella mia mente:
troverò mai lavoro lontano da casa per avere una mia vita?
avrò mai la fortuna di tornare a scopare in modo regolare?
posso ambire ad amicizie nuove?
e più o meno su questa onda qui... e credo per ora, sia tutto.