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Vecchio 02-04-2019, 21:14   #61
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A parte gli scherzi, ti riporto un pezzetto del saggio "le basi morali di una società arretrata" di Banfield, sia perché fornisce interessanti informazioni sullo stile di vita dei contadini dell'Italia meridionale degli anni '50 (che, vedrai, erano tutto fuorché felici), sia perché viene anche spiegato in modo sufficientemente chiaro in che cosa consiste la felicità e la soddisfazione per la propria condizione esistenziale:

"Quando il contadino parla della miseria, intende in primo luogo il suo pesante lavoro, gli abiti miserabili, e il pane che spesso è tutto quello che ha da magiare. Tuttavia la povertà, per quanto dura, non spiega la perenne malinconia di questa gente.
[...]
La malinconia del contadino è in parte causata dalle preoccupazioni. Egli non ha denaro da parte, ed è sempre angustiato da ciò che potrebbe succedere. Quelli che per altri possono essere contrattempi, sono per lui sventure. Quando il maiale restò strangolato dalla corda che lo legava, un contadino e sua moglie ebbero una crisi di vera disperazione: la moglie si strappava i capelli e batteva la testa contro il muro, mentre il marito sedeva sgomento e senza parole. La morte del maiale significava che non avrebbero avuto carne per tutto l'inverno, né lardo da mettere sul pane, niente da vendere per pagare le tasse, e comprare un altro maialino per l'anno dopo. Disgrazie di questo genere possono venire da un momento all'altro [...] Essere contadino significa starsene indifeso di fronte a questi accidenti.
Tuttavia, né la fame presente, né la previsione del peggio, bastano a giustificare pienamente il profondo scontento del contadino. Ci sono società primitive in cui il livello di benessere biologico é anche inferiore, ma le popolazioni non sono cronicamente scontente.
[...]
Ciò che costituisce la differenza tra un generico «basso livello di vita» e la «miseria», è un fattore culturale. A differenza del primitivo, il contadino si sente membro di una società più vasta in cui è immerso ma senza esserne partecipe. Vive nell'ambito di una cultura in cui l'ammirazione degli altri è molto importante, ma, in base ai criteri di questa cultura, si rende conto di non poter essere in alcun modo oggetto di ammirazione.
In base a questi criteri egli, e ogni cosa del suo ambiente, sono anzi oggetti di disprezzo e derisione.
Questa consapevolezza lo riempie di odio verso la sua condizione, e di astio verso il suo destino.
[...]
Secondo gli standard della società più ampia, il lavoro stesso del contadino, i suoi abiti, quello che mangia, sono un segno della sua degradazione. Per questo, oltre che per ragioni biologiche, egli li trova insufficienti e anche odiosi.
[...]
La miseria, sembra ragionevole concludere, è causata da privazioni di ordine sociale oltreché biologico; questo significa che non ci si può aspettare che un aumento moderato del reddito allevierebbe l'atmosfera di cupa malinconia del paese."


Ed è così, con quell'ultima frase in grassetto, che si spiega il perché, oggi, nonostante il benessere diffuso, le persone restino comunque scontente della propria condizione. Il bisogno di ammirazione di molti di noi viene frustrato, oggi come ieri. Con il passare del tempo e l'aumento progressivo del benessere e della ricchezza, l'asticella, cioè lo standard, si alza sempre di più, e la maggior parte della gente finisce comunque per rimanere esclusa dalla platea degli ammirati (per questo gli scontenti continuano ad esistere, nonostante l'opulenza della nostra società). Questo però, come vedi, non vuole dire che in passato fossero tutti più felici; anche perché alle privazioni di ordine sociale, loro, dovevano sommare quelle di ordine biologico, cosa di non poco conto.

Ultima modifica di E. Scrooge; 03-04-2019 a 01:23.
Vecchio 02-04-2019, 21:27   #62
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Originariamente inviata da E. Scrooge Visualizza il messaggio
...
Beh, però secondo me in questo caso l' esempio è pesantemente viziato da alcuni fattori, come il fatto che il piccolo contadino italiano degli anni ' 50 era già allora un anacronismo ( un agricoltore di sussistenza in un paese industrializzato ), come pure del fatto che la cultura italiana stessa non pare molto incline a valorizzare quel tipo di attività, con risultato la condizione emotiva disastrosa che riporti.

Con questo non è che voglia prendere nettamente posizione, per me siamo sempre criceti sulla ruota, un tempo la ruota era più brutta e più scomoda ma si poteva correre più piano, ora è più bella e più comoda ma c'è da sfiatarsi di più... a seconda del punto di vista uno può elogiare questo o quel periodo, ma finché il criceto non molla la sua ruota differenze davvero sostanziali non ce ne sono.
Vecchio 02-04-2019, 21:36   #63
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Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
un tempo la ruota era più brutta e più scomoda ma si poteva correre più piano, ora è più bella e più comoda ma c'è da sfiatarsi di più...
Questo è più o meno quello che penso anch'io. Il fatto è che per le mie esigenze la ruota del passato risulta davvero troppo scomoda. Cioè, se devo essere triste tanto vale che lo sia con la pancia piena .
Vecchio 02-04-2019, 21:48   #64
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Originariamente inviata da E. Scrooge Visualizza il messaggio
Questo è più o meno quello che penso anch'io. Il fatto è che per le mie esigenze la ruota del passato risulta davvero troppo scomoda. Cioè, se devo essere triste tanto vale che lo sia con la pancia piena .
E' già una buona cosa che tu sia in pace con la tua epoca, tanto comunque indietro non ci puoi tornare.
Ringraziamenti da
E. Scrooge (02-04-2019)
Vecchio 02-04-2019, 22:08   #65
Esperto
L'avatar di Milo
 

Cmq mia nonna ha sofferto di depressione,mio padre idem quindi non è vero che erano tutti più felici.
Vecchio 02-04-2019, 23:33   #66
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A proposito di internet io chiederei: ma se uno avesse tutto ciò di cui ha bisogno a parte la connessione a Internet al giorno d'oggi dovrebbe stare per forza male? Ovvero se c'è qualcosa dell'utilizzo delle risorse virtuali in sè che è necessario all'uomo. Per lo scambio di alcune informazioni direi di sì, e mi riferisco al poter venire a conoscenza di soluzioni in modo più veloce che per altre vie, ma per il resto se ci fossero certe condizioni sarebbe superfluo. Magari in parte è anche dannoso: ad esempio dei problemi che può portare stare un sacco di tempo davanti a pc o smartphone non se ne parla più molto, che io sappia.
Immagino un raduno di utenti di FS in cui a un certo punto alcuni si connettono al forum per scrivere qualcosa. Non so se sia successo o quante volte possa succedere ma è un tipo di tentazione che c'è spesso quella di allontanarsi dalla realtà 'locale' e presente e preferire prendere un'altra forma inserendo le proprie credenziali o scrivendo qualche messaggio su un dispositivo. Si vuole stare sempre altrove, in un altrove virtuale. Internet, in particolare i forum, i social, ecc. sono una specie di via di mezzo tra quello che si può fare nella realtà comunemente detta e quanto si proverebbe a figurarsi con la sola mente senza supporti e assist virtuali. Ti alzi dal letto per attaccarti al pc pensando di fare qualcosa di più concreto e in effetti lo fai, ma non si sa quanta illusione ci sia in questa operazione. Magari uno decide un giorno di lasciare il forum e tutto ciò che esso aveva rappresentato cade.
Ma uno che è solo se non avesse neanche la connessione dove cavolo andrebbe e cosa farebbe? Ci sarebbe un calo della comunicazione con il mondo esterno e la noia sarebbe vissuta al 100%.
Ci vorrebbero più luoghi di ritrovo alla portata di un vasto numero di persone, di vari tipi di persona. Dei posti e delle iniziative anche per chi non riesce bene a socializzare; che arrivata la sera uno può decidere di raggiungere, dove non è vietato l'uso degli smartphone ma è privilegiato il tentativo di vivere proprio quel luogo con quelle persone.

Ultima modifica di alien boy; 02-04-2019 a 23:38.
Vecchio 03-04-2019, 12:17   #67
Esperto
L'avatar di DeadSoul
 

Io sono totalmente dipendente da Internet: panno intere giornate tra Instagram, Youtube ed Fobiasociale.com.
A volte mando curriculum senza, ovviamente, successo.
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