Concludo velocemente la rievocazione dei tempi andati.
Le elementari e le vacanze estive mi hanno fatto amare la solitudine, le medie mi hanno fatto sentire dolorosamente diverso e solo. L'essere circondato da sentimenti e brame che sboccivano e si esprimevano in tutta la loro schiettezza e trivialità ed la consapevolezza di essere escluso da tutto ciò ha creato quel disincanto che da allora avrebbe caratterizzato definitivamente la mia personalità.
Emblema di questo periodo della mia vita è la gita a Rimini della terza, la prima esperienza di tre giorni lontano da casa. Confinato con altri tre nella camera degli sfigati, tormentato non modo esagerato dai compagni presi dalle ragazze, rimarrà indelebile nella mia memoria la serata vissuta a Riccione.
Ricordo la lunga camminata tra le vie della capitale del divertimento, gli alcolici consumati dai fighi e fighe bulle, i cellulari nokia e le prime videocamere digitali...
in spiaggia a sera tarda, c'era chi giocava a calcio o a beach volley e chi si appartava con ragazze o fumo; io solo lontano da tutti, di fronte a me il nero immenso del mare preso da una tristezza infinita.
Scelta sbagliata della scuola superiore (istituto tecnico), rapporti cordiali e amichevoli con i compagni, quasi nulli quelli con le compagne di classe.
Università iniziata e lasciata dopo qualche mese, serie di lavori insulsi.
Sarebbe potuta essere diversa la mia vita? C'era una strada giusta da percorrere? O come diceva Tonio Kroger tutte le possibilità sono altrettante impossibilità?
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