Lo dichiaro prima, lo so, questa volta metto il riflettore su delle tonalità più scure, ma oggi il mood è questo, mi sento così, lo devo scrivere, sento che qui potete capirmi in maniera più approfondita. Mi scuso sin dal principio per quanto scriverò, e ringrazio coloro che avranno la pazienza di leggere. Di solito non parlo molto con gli altri dei miei problemi proprio perché penso che agli altri non interessino, o forse perché temo di appesantire l'atmosfera: in fondo ognuno ha i suoi problemi, perché dovrebbe passare ore ad ascoltare i miei? ( io l'ho sempre fatto con quelli degli altri, e in molte occasioni ho avvertito questo peso, è proprio per questo motivo che mi faccio tante remore a parlarne )
Però questo luogo mi sembra più adatto, e poi io scrivo, chi ha voglia di leggere leggere, chi è curioso va fino in fondo, chi non gliene frega niente, cambia post. Insomma, mi sento più a mio agio.
Come ho scritto da altre parti, il mio cruccio principale è quello di essere arrivato a 33 anni e di essere stato sempre senza una ragazza.
Questa cosa ha lasciato perplesso anche il moderatore, perché questa non è detto che sia una faccenda da trattare su questo forum, almeno non in maniera esclusiva. Però pensando e ripensando, e anche leggendo, mi rendo conto di quanto questo aspetto abbia qualcosa di diverso, che dipende dalla mia testa, da come sono fatto.
E' difficile descrivere a parole quello che provo, cosa che penso succeda a molti altri di voi. Però già il fatto che mi sforzo a pensarci può darmi una mano a chiarire le idee a me stesso. Provo a ricorrere ad una immagine: io mi sento monco, handicappato. Mi sento come se mi mancasse un pezzo. Un pezzo dentro, nella testa, nel cervello, nell'anima, non so dove.
Ma manca, lo sento. Da poco sono stato operato al ginocchio, ed ero impossibilitato a muovermi. Ecco quella sensazione. Il cervello mandava un comando, aveva un desiderio, ma il corpo non riusciva ad applicarla. In un modo diverso succede anche per quest'altro tipo di situazione, ossia sviluppare una relazione amorosa. Il desiderio c'è, ma la mia persona non riesce. Mi sento inabile. Non trovo un nome, non so dire cosa c'è, so dire che mi manca qualcosa, questo mi è fin troppo chiaro.
E' doverosa una parentesi che spieghi un po' la mia situazione sociale in senso generale. Io non sono un estroversone, come li chiamate qui, sono tendenzialmente introverso, taciturno, timido. Questo come base di natura. Non è una cosa bloccante, nel senso che riesco ad uscirne. Per citare degli esempi, sono stato per molti anni e lo sono tuttora animatore di bambini per il catechismo, e ho sempre avvertito da parte loro un profondo e sincero affetto, nonché una gioia molto intensa nel vedermi; e anche io mi trovavo a mio agio a scherzare con loro e a fare un po' la parte teatrale quando parlavo per farmi ascoltare. Non solo: ho fatto per 4 anni un corso di improvvisazione teatrale, sono anche andato sul palco, strappando qualche risata al pubblico. Ho sempre avuto amici e amiche, tanto da non potermi ritenere un asociale, che stanno in mia compagnia. Non sono un intrattenitore, ma nemmeno uno da evitare. Ho sempre avuto la vena dell'organizzatore, per mettere insieme persone e fare cose insieme; ho fatto da paciere in comitive; ho fatto vari corsi di comunicazione, e studiato tanto questa materia, tanto da ritenermi abbastanza esperto. Ho fatto presentazioni in pubblico e parlato a braccio. Mi ritengo ( e i risultati scolastici, universitari e lavorativi ) intelligente, con tratti che penso siano al di sopra della norma; ottimista, con buona volontà. Ho sempre praticato sport ( non sono un fenomeno, sono abbastanza mediocre, ma mi piace essere in movimento e all'aria aperta ). Non sono un adone, ma nemmeno un cesso; ma ultimamente ho perso 12kg e ho un fisico finalmente decente. ( ho visto molti che sono molto più brutti di me essere attorniati da belle ragazze, fidanzati e sposati )
Dopo tutta sta sviolinata molti di voi staranno pensando: ma che cazz ci sta a fare questo qua? So già che potrò provocare delle reazioni negative da parte vostra nei miei confronti, ma credetemi, non lo faccio per fare torto a qualcuno, ma solo per spiegare la mia situazione, situazione che più il tempo passa più mi sembra assurda.
La logica che mi contraddistingue mi porta a concludere quello che ho già anticipato sopra: mi manca qualcosa. Mi spiegate perché uno con un "curriculum" come il mio dovrebbe stare da solo? In base a cosa? Non ha alcun senso! Guardando la situazione dall'esterno, in maniera distaccata, non trovo soluzione.
Ho pensato a lungo: forse dipende dal fatto che non mi accontento? Ci può stare, ma allora avrei dovuto avere dietro di me una lunga serie di "scarti". E invece, se conto bene, sono stato sempre io lo scartato. Se io non mi accontento avrei dovuto avere almeno una qualche occasione di quelle in cui avrei dovuto dire di no a qualcuna. No, niente di niente.
Ho sbagliato i tempi? Può essere. Diamine però... o troppo lunghi o troppo corti, non ci prendo mai?
Ho sbagliato persona? Anche quello ci può stare.
Ho sbagliato metodo? Non lo metto in dubbio.
Ho tentato poco? Vero, può sembrare che la mia raccolta di elementi sia vasta e invece non è tanto vasta. Forse nemmeno 20 tentativi in tutto questo tempo, di cui solo 4-5 dichiarazioni vere e proprie.
Come potete vedere, non ho mai messo in discussione la mia responsabilità. E' sempre stata per qualche motivo una mia mancanza. Non ho mai voluto dare la colpa alla sfiga, alla donna, agli astri, ecc. Ho sempre cercato di capire l'errore e rimediare le volte dopo. Piccoli progressi certo, ma infinitesimi. Sono sempre arrivato al solito punto di svolta, tipo bivio in cui un passo e ti indirizzi verso l'amicizia, e un passo e ti dichiari. Come ho illustrato in un altro post, proprio oggi ho capito che ho acquisito esperienza a capire i segnali per cui una non ci sta un po' prima. E il copione è sempre lo stesso. Sempre. Mi dico: sbaglierò qualcosa! E cambio. Ma il risultato è quello. E allora vuol dire solo una cosa: che nella cerchia delle possibilità che ho a disposizione, quelle giuste, efficaci, non rientrano nelle mie capacità, semplicemente. Non ho altra ragione. Non ho mai voluto dare colpa a cose che non sono sotto il mio controllo, ma consentitemi per una volta di piangermi addosso: non ci riesco! per quanto ci provi, non ho soluzioni. Il mio ottimismo mi spinge a non arrendermi e tiene accesa una fiammella di speranza che non fa altro che continuare a farmi soffrire, perché sento ogni giorno di più che il mio destino è segnato, in quanto sono troppo congelato in uno status mentale che se anche cambierà, risulterà una sofferenza per chi mi starà accanto.
Altro aspetto: le frequentazioni femminili. Diamine, creo ogni occasione per cercare di frequentare una tipa o l'altra, ma alla fine si tratta solo di mezzucci per poter stare insieme a lei, tanto più quanto percepisco che non ci sta. E si organizzano aperitivi e cene insieme per poter vedere una o l'altra e parlarci e sperare di trovare la direzione giusta quando poi alla fine il risultato è scontato. Mi sento anche abbastanza disonesto in questo.
In termini informatici mi sento come un buon "server". Colui che da tanti servizi, mette a disposizione tante cose, ma non è in grado di dare niente di per sé. Può dare solo su richiesta. E' utile per essere usato. Questa cosa non mi piace, però la accetto, perché anche io a mia volta uso. Faccio i favori o do i passaggi per poter stare con quella o con quell'altra.
Solo un paio di volte ricordo due abbracci, intensi, con due amiche, immagino siano stati veramente sinceri nel senso che esprimevano quello che significavano, ossia l'affetto e la voglia di stare vicini.
Molto spesso trovo che molti gesti di affetto siano falsi e di convenzione. Molto spesso mi devo fare forza per farli, per rispettare convenzioni sociali, anche quando non mi trovo ad esprimere quello che quei gesti vogliono dire. Molte altre volte sono spinto a farli, ma le circostanze mi bloccano o mi fanno sentire quella manifestazione che voglio esprimere inadeguata.
Quando capita che mi innamoro di una, sono costretto a dimenticarla, a lasciar perdere, perché ormai sono già proiettato in una situazione di sconfitta.
E infine, per sprofondare nei meandri più bui e profondi del mio io, quando vedo un ragazzo e una ragazza baciarsi appassionatamente, penso: ma se ci fossi io? cosa farei? Io non sono in grado, non sono capace; che delusione! Sono il primo che pensa che in una coppia ci debba essere molto affetto e sono il primo che sa di non essere capace di darlo personalmente. E in un futuro, nel letto, a fare l'amore? Perché una persona dovrebbe stare con me, se la cosa più peculiare per cui due persone stanno insieme è l'amarsi, cosa che io non sono capace di dare, a partire dall'inizio per proseguire in tutto il resto? Se ci sono bisogni di altri tipi, ci sono gli amici o chi fa le cose a pagamento. Il ragazzo, il fidanzato, il marito, è altro. Cosa che io non ho, e non so neanche dare un nome a questa cosa che mi manca. E questo mi fa ancora più rabbia.
Ringrazio tutti coloro che lo leggeranno, non è cambiato una cippa, scriverlo, ma l'ho scritto, se non altro resterà scritto e anche io lo potrò leggere.