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18-09-2013, 10:30
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#1
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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Ciao a tutti,
torno su questo forum dopo tanto tempo per sfogarmi ancora una volta e ricevere dei consigli. Non so più come uscire da una situazione che mi pesa tantissimo, e sempre per colpa della mia incapacità di stare con gli altri, a questo punto.
La premessa è che sono una persona estremamente insicura, mi sento sempre in colpa se non faccio quello che "vogliono" gli altri, cerco sempre di accontentare tutti e il risultato è che anniento la mia persona, a partire dalle piccole cose.
Ormai da mesi nel weekend mi sento obbligata ad uscire con un gruppo di persone, che sono abituate al fatto che io gli organizzo le uscite (perchè sento tutti, i quali si rivolgono separatamente a me perchè sono SEMPRE disponibile. Non riesco a non rispondere alle chiamate o ai messaggi, figuratevi). Il problema è che in questo gruppo di amici alcuni non si sopportano, in particolare c'è una persona che tende ad escludere chi non gli va a genio, e io di questa persona ho paura, perchè in passato mi ha fatto molto male. Sempre perchè non riesco a fregarmene. Quindi ogni volta è un destreggiarsi tra chi non vuole chi e le preferenze (o pretese?) di tutti. La situazione mi pesa da un po' perchè ci sono altre persone che frequento in tutta tranquillità senza avere paura di nulla, persone che mi fanno stare tranquilla e con loro non hanno nulla a che fare. Ma vabbè. Non riesco a inventare bugie e mi dispiace lasciarli soli, so che sbaglio, ma è così, ed è diventata fonte di stress continuo questa cosa. Anche se devo ammettere che non sono cattivi, con loro quando esco sto anche bene, e molti mostri che mi creo sono nella mia testa. Anche perchè una ragazza di questo gruppo ha capito la situazione, con lei mi sono sfogata e abbiamo legato molto e spesso mi aiuta ad uscire dal pantano senza che mi venga continuamente l'ansia, perchè ragioniamo e capiamo che spesso molti problemi li vedo solo io. Adesso purtroppo mi sembra che stia succedendo che vogliono escludere anche lei a causa di un ragazzo che frequenta. io mi sento terribilmente in colpa con lei perchè non le ho detto nulla. So che non ce l'hanno con lei ma con lui, che lei capirebbe ma non riesco a non pensare a come dirglielo (e se dirglielo). Mi metterei probabilmente contro gli altri. Però penso anche che se è arrivato il momento di farsi rispettare sarebbe questo. Vivo questa cosa con molta ansia, non riesco a dormire e non mi va di fare nulla, mi sento una pazza.
L'ultima è che quella persona che esclude ha organizzato una festa a casa sua con tutti e non vuole dirlo a lei a causa del ragazzo. Io ho paura che mi chiedano di mentirle o che se la prendano se le dico la verità, ma a me non sembra giusto essere falsa con lei, altre volte ho assecondato queste cose con altre persone che non sopportavano ma di cui non mi importava nulla, ma con lei è diverso.
Mi aiutate a capire che devo fare, e come razionalizzare? Devo affrontare questa paura e risolverla. Grazie e scusate se ho scritto così tanto!
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18-09-2013, 10:48
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#2
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Principiante
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: m
Messaggi: 34
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Non credo che dirlo che il ragazzo è inviso ad altri sia un dramma. Se è una persona adulta e capace, e probabilmente se ti è vicina lo sarà, si può avere tatto nel dire che credi che il suo fidanzato non vada a genio a X persone, ragion per cui ti sei accorta di alcuni tentativi di allontamento da parte di altri.
D'altronde non puoi sentirti in colpa se Tizio non invita Caio con il fidanzato a una festa: che c'entri te? Sarà Tizio a dover, nel caso, giustificare la sua mossa.
Puoi benissimo fargli presente che Tizio non l'ha invitata per tali motivi: le persone che non si sopportano prendono inevitabilmente strade diverse, che tu lo voglia o no.
Non sforzarti di tenere uniti gli altri: pensa a te e a come ti diverti frequentando chi vuoi senza ansie. Fidati, le cose prendono il loro corso da sole dopo un po', non farti travolgere (che è diverso da coinvolgere e che è lecito, eh).
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18-09-2013, 10:57
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#3
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Intermedio
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 207
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Ti capisco perfettamente perché mi ci sono trovato più volte nella vita.
Stesse dinamiche, e questo mi consola, perché mi viene quasi da dire che nei gruppi si creino quasi dei "ruoli".
Io però ne sono uscito.
Il primo passo è stato quello di dirmi: " Non sono il responsabile di questo gruppo. Se è un gruppo, ognuno deve mettere del suo, e io non posso essere sempre il collettore di tutti gli eventi. "
Il secondo passo è stato agire: mi sono creato dei programmi personali, alternativi a quelli del gruppo. Cose che piacevano veramente a me.
Per cui quando le persone si rivolgevano a me per sapere " che si fa ? " io rispondevo che avevo altri programmi, che ero impegnato, di chiedere agli altri. E' molto comodo avere un centro organizzativo, ma ogni tanto serve passare un testimone.
Questo aiuta per staccare un attimo, ma mi rendo conto che non è risolutivo.
Il passo successivo è quello di non considerare più il gruppo come una entità, ma come singoli. E quindi uscire con quelli che sono veramente tuoi amici, chiamare solo loro, anzi ( e andrebbe meglio ) una sola persona per volta.
Se riesci a resistere un mese, poi si riorganizzano da soli.
Inoltre, non sei responsabile neanche dei rapporti tra loro. Se non si prendono, tu non c'entri. So che è bello che siano tutti amici, ma tu puoi garantire per te stessa. Te lo dico, perché l'ho visto, e ancora mi capita. Sono situazioni che fanno soffrire, ma non sono sotto il tuo controllo.
Spero di esserti stato un po' utile.
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18-09-2013, 11:00
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#4
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Principiante
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: m
Messaggi: 34
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Perfettamente d'accordo con Datagram. In questo caso, non dovresti neanche dire bugie.
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18-09-2013, 11:13
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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Grazie ragazzi, siete stati più che utili. Avete perfettamente centrato il punto.
Per quanto riguarda il dire a lei come stanno le cose, ho paura che - giustamente - rimanga male 1) per l'esclusione del ragazzo,e che magari litigano con il "capogruppo" diciamo, quello di cui ho paura e 2) perchè io vado lo stesso a divertirmi con loro anche se questa volta hanno fatto un torto a lei, dopo tutte le volte che con lei mi sono lamentata di loro. Non voglio deluderla, e vorrei capire quanto sarebbe esagerato e quanto invece davvero non dipende da me e non c'è nulla di male se esco comunque con loro (nello specifico, se vado alla festa).
Per ora non le ho detto nulla, in quanto colui che fa gli inviti mi ha detto che è ancora indeciso se invitarla o meno. Speriamo bene. Ma comunque il problema di fondo rimarrebbe.
Per quanto riguarda l'organizzarsi diversamente, magari: e dire che ho anche altri amici con cui esco con molto più piacere. Eppure, loro insistono così tanto (perchè altrimenti non sanno che fare immagino) che mi sento sempre in dovere di includerli. Inoltre, sono stata fuori città per due mesi e al mio ritorno eravamo punto e a capo!
Concretamente, cosa devo pensare per non sentirmi in colpa?
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18-09-2013, 11:27
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#6
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Intermedio
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 207
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Hai già la risposta: se sei stata per due mesi fuori città, loro di sicuro si saranno organizzati per i fatti loro! Non hanno bisogno di te, abbandona il pensiero che se non fai qualcosa per loro, loro sono inabili. Diamine, son grandi! Abbi fiducia in loro. La loro è solo una abitudine che va spezzata. Anzi, al prossimo che ti scrive, rispondi che hai da fare, e se loro organizzano qualcosa, che ti facciano sapere. Passa la palla, è questo il concetto! Fallo per qualche volta e noterai che:
1) a volte capiterà che non ti chiameranno nemmeno, dopo tutto quello che hai fatto per loro, e ci rimarrai male
2) il gruppo si sfalderà, perché il collante sei tu
Se è come per me, in fondo il gruppo rispondeva ad una mia esigenza, e io lo tenevo in piedi perché a me faceva comodo così.
Se elimini l'esigenza di avere un gruppo, ma invece ti focalizzi sulle persone, sull'amicizia con le persone, tu chiami chi vuoi e non sei obbligata a stare con chi non vuoi.
Se la festa non la organizzi tu, al massimo puoi chiedere all'organizzatore se invita una tua amica; se dice di no, amen. Per quella sera, se vuoi andare alla festa, non starai con la tua amica. Ma i rapporti tra la tua amica e l'organizzatore, per quanto tu ti auspichi che siano belli, non è detto che lo siano, e non dipende da quello che tu poi fare.
E poi, esci con gli altri amici con cui stai bene, e invita chi ti pare!
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18-09-2013, 11:34
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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Per quei due mesi non si sono organizzati affatto, anzi un paio di loro si sono pure lamentati che "non c'ero mai"! (mi è tornata da più parti questa cosa...)
Sinceramente, pensandoci, penso che il problema comunque sia una persona sola. Appunto il tipo che mi fa "paura", che non invita e che esclude. Io lo frequento ancora perchè è il ragazzo di una mia amica e fa parte del gruppo. In realtà non lo condivido affatto, mi fa paura, non ci si può ragionare e ha sempre un motivo per sparlare e per portare rancore. Non mi piace, insomma. Eppure invece di allontanarlo a cuor leggero ne ho paura, penso che se se la prende con me poi mi fa litigare con tutti, che ne so. Anche altre persone non ha invitato, ma ci tengo meno rispetto alla ragazza in questione, ma anche in quel caso ho quasi paura a dire anche a quei conoscenti che lui non li ha invitati, che poi lui è capace di prendersela perchè l'ho detto, e non ho mantenuto la discrezione ecc (pretese assurde, dovrei inventarmi bugie??)
Perciò mi sento anormale, davvero!
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18-09-2013, 12:02
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#8
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Intermedio
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 207
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Secondo me, se è come nel mio caso, è una stratificazione di situazioni.
Quella più esterna, più evidente ( parlo sempre per me, per quello che sono riuscito a capire ) è che mi sono reso conto di mettere sempre gli altri davanti a me, mettere i desideri e i problemi degli altri davanti ai miei.
Mi sono chiesto perché e la risposta che mi sono dato è stata che io ho bisogno della approvazione degli altri, ho bisogno di sentirmi sempre ben considerato. Non sopporterei, per esempio, se qualcuno mi odiasse.
Inoltre, ho sempre sofferto le situazioni in cui due persone A e B, mie amiche, per qualche motivo litigano e io non posso stare contemporaneamente con A e B. E' una questione di sensibilità, di essere molto colpiti da situazioni di "non pace", di litigio.
Da qui, dovevo scegliere: stare con A oppure con B. E scegliere significava automaticamente dare ragione ad A e torto a B o viceversa ( a seconda della scelta ). Questa cosa è arrivata all'esasperazione quando due miei amici si lasciarono ( e pensare anche che in passato io mi ero dichiarato a lei, ma lei si mise con l'altro ) e io andai a parlare separatamente con entrambi per farli rimettere insieme. Io che non c'entravo niente, mi sono sentito in DOVERE di intervenire!
Da qui, ho cominciato a farmi delle domande e a smantellare il mio "finto altruismo" ( ripeto, parlo solo per me )
Ho cominciato a comunicare più apertamente cosa mi va bene e cosa no. Ho cominciato a dire no. Inoltre, ho cominciato a non dare delle giustificazioni per il mio dire no. Una giustificazione può sempre essere smontata. Io do giustificazioni solo se:
1) sono davvero interessato alla proposta a cui dico no;
2) voglio chiedere aiuto al proponente
3) la giustificazione è un vero motivo per cui devo dire no, e non una scusa
Una cosa che ho imparato è stata quella di cominciare ad imparare a convivere con il mio senso di "sentirmi sporco", cattivo.
Soprattutto quando sapevo che non era così. Quando, dopo accurato ragionamento a freddo, mi rendevo conto che il mio agire era giusto, agivo. E se mi sentivo in colpa, mi immaginavo dei personaggi che io amo e che vengono odiati da qualcuno per i loro atteggiamenti ( Mourinho ad esempio ... )
Da quello che scrivi, tu hai paura che il tizio di allontani da tutti, ti faccia litigare con tutti.
Allora vuol dire 2 cose, secondo me:
1) Hai bisogno degli altri, del gruppo
2) Non sei sicura delle amicizie con loro, se temi di perderle per le parole di uno
3) Se le perdessi per quel motivo, forse non sono vere amicizie, e sarebbe per te una liberazione
Non si tratta di escludere il tipo, ma nelle occasioni in cui non vuoi starci, non starci.
Non si tratta di non vederlo mai, ma di esserne indipendente.
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18-09-2013, 12:10
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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E' incredibile: hai capito, esposto e analizzato PERFETTAMENTE quelle che sono anche le mie sensazioni. Non ho davvero altro da aggiungere. Oltre al fatto che la mia situazione è esasperata dal fatto che dura da diversi mesi, forse più di un anno, anche se la consapevolezza è giunta recentemente. Prima pensavo che fossi io a non avere voglia di uscire per motivi miei, che fosse normale che loro avessero antipatie e io dovessi inventarmi qualche bugia con i non graditi, poi pian piano ho cominciato a capire che quegli atteggiamenti proprio non li condividevo (e tuttora non li condivido). Io sono di natura mite, e non voglio dire con questo che sono migliore di loro, anzi probabilmente sono molto più debole. Ma anche io mi sento sempre in dovere di intervenire, di non creare problemi. Io nei litigi ci sto male, che posso farci?
Non ti dico poi quando mi sono trovata in mezzo a due amici che avevano litigato, nella condizione di scegliere...un incubo.
Non so ancora che fare, intanto aspetto che mi dicano se decide di invitarla ma sono in ansia, non ho neanche fame nè voglia di lavorare nè di fare nulla.
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18-09-2013, 14:11
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#10
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Mantova
Messaggi: 3,395
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Quote:
Originariamente inviata da confusa86
Mi aiutate a capire che devo fare, e come razionalizzare? Devo affrontare questa paura e risolverla.
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Io credo che l'unico modo per poter risolvere tali disagi (che avevo anche io) sia quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, come ad esempio ho fatto io.
Uno specialista ti può aiutare a gestire certe situazioni che vengono create da noi stessi, come tu sai già perchè lo hai scritto.
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18-09-2013, 15:35
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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Ci ho pensato, sai? Ma sono molto timida e non so se riuscirei ad aprirmi.
Il tuo psicoterapeuta che consigli ti dava? su cosa ti faceva ragionare?
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18-09-2013, 16:28
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#12
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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leggiti questo libro
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18-09-2013, 17:45
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#13
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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L'ho letto, è meraviglioso e molto adatto in effetti
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19-09-2013, 13:04
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#14
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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Aggiorno: i miei "amici" mi hanno invitata per un weekend fuori, non che non mi vada ma non mi sento a mio agio con loro, anche con l'organizzazione:ho sempre paura di fare presenti le mie esigenze. Almeno lei l'hanno invitata però non credo che verrà. Ho paura a dire di no, ho paura a dire ai non invitati che vado da lui perchè ho paura di creare litigi, la tentazione è non andare proprio ma so che sbaglio
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20-09-2013, 22:11
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 735
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Uff, eccomi, sono ancora qui. In ansia. Provo a spiegarvi.
Ci sono problemi con l'organizzazione, anche se ho fatto il possibile mi sembra sempre che sia tutto dovuto, che mi rispondano in modo strano, mi sento un'incapace e forse è perchè sono troppo in ansia, ho paura di rispondergli nel modo sbagliato, di creare casini, non riesco ad esprimere le mie esigenze. E dire che alcuni di loro si disinteressano totalmente (anche in modo molto maleducato) e nonostante questo vengono stimati secondo me più di me.
Adesso ci stiamo "accordando" o meglio sto aspettando la loro risposta, sono agitata, non credo che dovrei stare così se sono davvero miei amici, ma la mia amica dice che esagero io e devo fregarmene. Sempre la stessa storia
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