Mi è venuto in mente che c'è un qualcosa che non ho mai detto a questo forum, un'esperienza che però è significativa perché secondo me è un valido specchio della fobia sociale e di una sua possibile risoluzione. Era l'anno scorso. Stavo a Roma, nella libreria della stazione, Borry Book. Me ne stavo al reparto psicologia, che spulciavo tranquillamente tra i libri, quando mi si avvicina una ragazza. Aveva un'età indefinibile. Capelli corvini, ricci, che le scendevano fino alle spalle strette. Indossava vestiti semplici: una maglietta sopra un paio di jeans abbastanza attillati, che lasciavano intravedere la rotondità del suo sedere, secondo me molto bello. Aveva labbra carnose, sensuali, e secondo me era una ragazza molto bella, anche se certamente non una Miss Italia. Mi venne vicino e mi fece: <<Scusami vorrei scegliere un testo di psicologia, non è che mi potresti aiutare perché non so quale scegliere?>>
Io all'inizio restai di sasso, quasi gelato. Non capita tutti i giorni che una ragazza faccia il primo passo verso di te, e le parole mi uscivano a tentoni. Il cuore batteva forte, come un motore impazzito. Cominciai a dirle: <<Guardi io non sono un commesso e così via>>, perché mi colse alla sprovvista; poi però cominciammo a parlare e io mi sciolsi gradualmente. Siamo stati un'ora dentro quella libreria e scoprì delle cose di lei. Aveva 16 anni (ne dimostrava 4 in più) e aveva dei problemi: autolesionismo; si tagliava insomma; desiderava studiare da psicologa, per questo stava scegliendo un libro. Fu gentile, carina e simpatica. Non era di Roma ma di Reggio Calabria. Stava col padre in quella libreria, venuto a Roma per non so cosa. Ci scambiammo il numero e ci mandammo molti messaggi. Io le piacevo, anche lei mi piaceva, ma decidemmo che per via della distanza (900km) non avremmo potuto stare assieme. Lei non aveva mai fatto l'amore. Vergine come un foglio bianco. Insomma quello che volevo dire è questo: lì per lì quando finì di parlare con quella ragazza, quando uscì dalla libreria cioè, mi sentivo quasi stessi camminando sull'aria, leggero, forte, determinato, come se quella semplice conversazione avesse provocato un apertura. Ci rendiamo conto quanto a volte può bastare poco per uscire dalle proprie prigioni, magari solo una semplice conversazione che ci tocca il cuore. Purtroppo con il passare dei giorni quella sensazione si è disciolta come tempera colorata in un grosso bicchiere d'acqua, come neve al sole. A voi è mai successo che una qualche circostanza provocasse in voi una sorta di apertura, di cambiamento improvviso? E voi come avete reagito? Avete cavalcato la tigre o avete lasciato correre senza sfruttare l'occasione?