Sono tornato a casa da lavoro per le sei come ogni giorno. Mia moglie stava apparecchiando la tavola per la cena e, appena ho varcato la soglia della porta, mi è venuta incontro sorridendo e baciandomi. Mi ha chiesto come fosse andata la giornata e mi ha dato una birra. Sono andato in cucina e ho dato un bacio alla nostra terzogenita che, con il ciuccio in bocca, anche lei mi ha sorriso seduta sul seggiolone. Anche il nostro levriero mi è venuto incontro a farmi le feste. A breve gli altri nostri due figli più grandi sarebbero tornati da scuola e avremmo mangiato l'arrosto che mia moglie aveva preparato.
Quando i bambini sono tornati con il pullmino della scuola ho subito notato qualcosa che non andava. Nostra figlia sembrava in tutti i modi intenta a consolare nostro figlio. Lui è un bambino non tanto ubbidiente e, a differenza di nostra figlia, non è uno studente modello. Ci hanno convocati più volte a scuola per discutere del suo comportamento in classe durante le lezioni e degli scherzi, anche piuttosto pesanti, che faceva agli insegnanti e al preside. E' entrato in cucina con sguardo afflitto, qualcosa lo turbava. Mia figlia mi ha abbracciato appena mi ha visto lui, invece, ha subito preso posto a tavola, senza dire una parola. Ha addirittura ignorato il cane che era felicissimo di vederlo. Anche la nostra figlia piccola ha notato che c'era qualcosa che non andava in lui.
Il ragazzo era pallido in viso, i suoi occhi erano tristi e lucidi.
Quando mia moglie gli ha chiesto se fosse tutto a posto e se avesse avuto qualche problema a scuola o con la maestra è scoppiato a piangere. Non era un pianto infantile tipico di un bambino di dieci anni che ha ricevuto una nota disciplinare o un brutto voto. C'era qualcosa di disperatamente maturo nelle sue lacrime di afflizione. La sua maestra era morta.
Mia moglie lo ha subito abbracciato e ha cominciato a coccolarlo come solo lei sa fare. Io ho preso le mie due figlie sulle ginocchia. La nostra figlia più grande, anche lei commossa, ha cacciato il suo volto sulla mia spalla.
Mio figlio è sempre stato un ragazzino molto vivace e pestifero, non sono state rare le volte che mi ha fatto arrabbiare, ma ho sempre saputo che fosse un bambino buono. Mia moglie me lo ha sempre detto, io stentavo a crederle ma quel suo pianto di afflizione me ne ha dato la conferma.
Il bambino è voluto salire in camera sua senza mangiare la sua cena e si è buttato sul letto cacciando il suo volto nel cuscino. Ha continuato a piangere tutto il tempo.
Sua sorella è salita anche lei e ha provato a consolarlo. Litigano spesso, come tutti i bambini, ma in momenti difficili si sono sempre sostenuti a vicenda.
Quella notte mia moglie ha dormito con lui. Avevano bisogno l'uno dell'altra. Sono rimasto seduto ai piedi del letto di mio figlio finché non si è addormentato. Poi ho rimboccato le coperte a mia figlia maggiore e l'ho rassicurata. Era molto dispiaciuta per il fratello. Ha pianto anche lei e non ho esitato a stringerla tra le mie braccia.
Il pomeriggio successivo, nel cimitero della città in cui viviamo, ci sarebbero stati i funerali. Mio figlio sembrava davvero ansioso di arrivare in orario per dare l'ultimo saluto alla sua maestra. Abbiamo trovato tutti i nostri concittadini, compreso il preside della scuola dei nostri figli. Quando mio figlio lo ha visto è scoppiato a piangere di nuovo e si è abbandonato tra le braccia del suo preside che lui ha sempre considerato un suo acerrimo nemico. Anche il dirigente della sua scuola piangeva. Era noto a tutti quanto fosse innamorato di quella giovane insegnante che ormai giaceva senza vita in una bara.
Mio figlio ha insistito perché assistessimo alla cerimonia seduti alle prime file. Mentre ascoltava il sermone del reverendo lo vedevo stringersi a sua madre come mai aveva fatto in vita sua. Io, invece, mentre tenevo in braccio nostra figlia minore, ero anche impegnato a rassicurare la maggiore che anche lei, ad un tratto, era scoppiata a piangere.
Quando il feretro è stato sepolto e la cerimonia funebre è finita, mio figlio ha baciato la lapide della sua maestra più volte prima di abbracciarla e, prima di tornare a casa, ha salutato il suo preside che, presici da parte, ci ha detto di quanto dobbiamo essere fieri dei nostri bambini.
Quando siamo tornati a casa, mio figlio si era addormentato sul sedile posteriore. I suoi occhi chiusi erano rossi dalle numerose lacrime che aveva versato quel pomeriggio. Con garbo l'ho sollevato e preso in braccio e, cercando di non svegliarlo, l'ho portato in camera sua. Il nostro cane, appena lo ha visto, è subito accorso ma gli ho fatto segno di non avvicinarsi e lui ha ubbidito. Aveva intuito la gravità della situazione. Tuttavia non si è allontanato ma si è accucciato vicino al letto del bambino.
Sono rimasto parecchio tempo seduto accanto a lui illudendomi che il giorno dopo, una volta aperti gli occhi, avrebbe potuto ritornare alla sua vita da piccolo teppista ma già sapevo che quella perdita lo avrebbe segnato per sempre. Non mi sarei mai aspettato che la morte della sua maestra lo avrebbe potuto sconvolgere in maniera così traumatica.
Devi farti forza, ragazzo. Sappi che in qualsiasi momento noi saremo sempre con te. Ci sarà tua madre così come ci sarà sempre quel ciccione pelato di tuo padre. Coraggio, bagarospo.