Ho sempre provato stima ed ammirazione verso Federica, una grande campionessa, che non sempre vince la sua battaglia con l'ansia. Pero' ci prova.. ci prova e ci riprova. E' una grande atleta e grande donna.
La adoto
ecco l'articolo.
Assoluti di nuoto:
Federica vince gli 800
e scoppia a piangere
GIULIA ZONCA
INVIATA A RICCIONE
Ottocento metri da panico, Federica Pellegrini si ritrova di nuovo davanti all'ansia, proprio quando i campionati italiani stanno per finire. All'ultima gara, la nona, comprese batterie e staffette, «son petit problème», come lo chiama Philippe Lucas, la assale a tradimento, solo che stavolta lei nuota. Piange quando esce dall'acqua, realizza che almeno è crollata dopo il traguardo e che ancora non ha una soluzione alle crisi.
Cosa è successo?
«Saperlo, il solito, non esiste una definizione e non so dare un motivo. Questi attacchi arrivano senza senso e non è facile per me. Quel che è assurdo è il momento, perché non capita durante i Mondiali o le Olimpiadi ma in gare con meno pressione, in posti dove nessuno mi chiede niente e sono proprio io che ho delle pretese, che vorrei fare tutto per bene».
Quando si è accorta che qualcosa non andava?
«Proprio nell'istante in cui stavo per salire sui blocchi, sono diventata rossa e ho capito che non girava, mi sono messa di spalle alla piscina, ho cercato di calmarmi e ho pensato: o scappi ora o superi questa cosa».
E l'ha superata?
«Ho nuotato, ma l'ansia mi ha seguito in acqua, credevo di uscire a ogni bracciata e ho dovuto sconfiggere il desiderio di andarmene a ogni vasca, per 16 vasche. Alla fine ero esausta di testa. Per questo ho pianto».
Colpa del programma troppo impegnativo che ha portato agli Assoluti?
«Ma no, certo sono stanca, però non è per quello che all'improvviso perdo sicurezza. Sono rimasta un po' così per i 200 metri buttati a causa di un problema con gli occhialini. Avrei voluto rifarli tirati in allenamento, sono la mia gara e non me la sono goduta, ma poi c'erano gli 800 e non sarebbe stato possibile. Avere quel riferimento era importante per me».
Il problema sono le distanze più lunghe?
«Siamo tutti convinti che potrei fare dei grandi 800 metri, solo che evidentemente sono impegnativi per me. Detto questo non si può spiegare la mia crisi così. Se ci fosse una logica sarebbe successo agli ultimi Europei dove ho provato questa gara per la prima volta».
Per la tranquillità futura preferisce eliminare dal programma gli 800 metri?
«Bisogna affrontarli, è estenuante avere a che fare con questo blocco, sono stufa di trovarmi sempre allo stesso punto però sento che è meglio insistere. Stavolta non è stata una lotta contro il tempo o le avversarie, è stata una lotta contro me stessa».
Ora che ha finito gli 800 metri nonostante il panico si sente più tranquilla?
«Non voglio che il problema abbia la meglio su di me, ma mi sento solo stanca».
Preoccupata per i Mondiali?
«Va avanti tutto come prima: adesso una settimana di vacanza, poi il lavoro a Verona anche con il fisioterapista e a inizio maggio si parte per il collegiale a Tenerife. Magari poi, arrivare ai Mondiali così è meglio che arrivarci con dei temponi. Sono meno esposta. Non lo so neanche io, avrei fatto volentieri a meno dell'ennesimo incidente».