Salve a tutti, faccio questa presentazione ad un orario insolito, complice anche il fatto l'emergenza Covid19 mi tiene a casa da ormai un mese e mi porta a restare sveglio la notte. Sono un ragazzo di 29 anni con alle spalle 6-7 mesi di terapia cognitivo-comportamentale, ma anche con splendidi amici, ai quali tengo molto, forse troppo.. Ho voluto interrompere una psicoterapia analitica iniziata appena 1 mese e mezzo fa perché non riesco a farla da casa, in quanto vi sono i miei familiari e sono estremamente riservato su queste cose. Ero ad un passo dal chiedere un appuntamento con uno psichiatra perché la mia produttività è calata di molto e ho cercato di tentare questa via per arrivare agli psicofarmaci e salvare i miei prossimi esami universitari, ma non ho il coraggio di rivolgermi a chi di dovere per evitare i contatti con qualsiasi persona nuova ed esterna a causa del Covid19.
Inoltre, mi sono iscritto perché sono arrivato ad un punto della mia vita nel quale esercito, quasi ogni giorno, un controllo esasperato su alcuni aspetti della mia persona che prima erano caratterizzati dalla spontaneità, come appunto le relazioni sociali (in qualsiasi forma, chat, appuntamenti, impegni ecc..). Le interazioni sociali o l'attesa di dover incontrare persone, anche via telefono, mi genera molto spesso ansia o bisogno di "rincorrere" appuntamenti o telefonate, mettendo in secondo piano impegni fondamentali, come lo studio o non facendomi godere la visione di serie TV, e causando un attaccamento alla puntualità e una mania di rispettare gli orari che mi sta logorando mentalmente e non riesco più a gestire. Senza dilungarmi eccessivamente, vi dico che l'altro grande problema è rappresentato dall'indifferenza che provo verso situazioni spiacevoli o addirittura pericolose (es. rumori notturni forti): è come se a una parte del mio cervello non gliene importasse un cavolo di trovarmi di fronte ad una minaccia esterna, mentre con la parte rimanente sento di dover contrastare questa mia negligenza, il tutto dopo minuti nei quali rimango fermo e dominato dall'ansia, seguito a volte da sensi di colpa (anni fa dovetti affrontare un evento traumatico legato ad un tentativo di rapina nella mia abitazione, nel quale rimasi letteralmente bloccato e poi indifferente). Per concludere, finalmente riesco a scrivere questa presentazione, perché gli incubi che la mia testa possa ritrovarsi "vuota" o impreparata di fronte a situazioni di pericolo mi stanno tormentando da un po' di tempo, probabilmente per la paura generata dall'emergenza del virus, e anche perché un video di una lezione universitaria sui disturbi di personalità mi sta mettendo di fronte ad una situazione nella quale ho troppi sospetti di soffrire proprio di questo tipo di disturbi. Sperando di confrontarmi con qualcuno che potrà capirmi e ne avrà voglia, vi mando un caloroso saluto!