Ciao a tutti...sono A., 32 anni, centro Italia. In cerca di occupazione da anni dopo una laurea brillantemente conseguita a 24 anni. Praticamente senza amici veri dai tempi del liceo, se non prima, vivo una condizione di solitudine profonda e di estremo disagio nel rapportarmi con gli altri, un senso di fastidio nell'approccio e di profonda angoscia nei luoghi affollati chiusi, con il timore di essere sempre al centro dell'attenzione. Sono giunto in questo forum facendo una semplice ricerca: "32 anni senza esperienza di lavoro". Dalla discussione ho poi iniziato a guardare il resto del forum e ho capito leggendo vari racconti di avere problemi che altri qui dentro condividono, condizione che nella vita reale vivo con profonda angoscia e senso di emarginazione. Il mio stato d'animo? E' di profonda angoscia, terrore per il futuro, desolazione guardando i successi lavorativi e personali degli altri.. i giorni di festa sono terribili. Accentuano la solitudine e il disagio, anche se esco non trovo pace da nessuna parte. I rapporti con gli altri spesso sfociano in un senso di frustrazione e di incomprensione, con delusioni a raffica. La mancanza di lavoro accentua enormemente la preesistente difficoltà a relazionarmi con gli altri, con un senso di inadeguatezza e impotenza totali. Mi ferisce profondamente la mancanza di empatia negli altri, e certi pensieri finiscono con l'essere un grido nel vuoto. Poi, casualmente, ho scoperto questo forum in cui per la prima volta in vita mia ho letto parole di rassegnazione, di ribellione, di rabbia, di malinconia che mai ho sentito e letto così vicini ai miei pensieri. Mai stato sotto cura medica per questa problematica che mi ha comunque portato a dover ricorrere per disturbi alimentari in passato. Cosa mi aspetto dall'essere qui? Mi fa stare meglio leggere pensieri affini ai miei, sapere che ci sono persone che vivono il mio stesso disagio e la pensano allo stesso modo, pur provenenedo da esperienze di vita molto differenti e/o distanti fisicamente. In fondo, in tutta questa alienazione quotidiana, non è così anormale condurre una vita piatta, apatica, senza amicizie, senza prospettive. Chiudo la presentazione con una delle mie citazioni preferite, "Fuga senza fine":
"Era il 27 agosto del 1926, alle quattro del pomeriggio, i negozi erano affollati, nei magazzini le donne facevano ressa, nelle case di moda le mannequins giravano su se stesse, nelle pasticcerie chiacchieravano gli sfaccendati, nelle fabbriche sibilavano gli ingranaggi, lungo le rive della Senna si spidocchiavano i mendicanti, nel Bois de Boulogne le coppie d'innamorati si baciavano, nei giardini i bambini andavano in giostra. A quell'ora il mio amico Franz Tunda, trentadue anni, sano e vivace, un uomo giovane, forte, dai molti talenti, era nella piazza davanti alla Madeleine, nel cuore della capitale del mondo e non sapeva cosa dovesse fare. Non aveva nessuna professione, nessun amore, nessun desiderio, nessuna speranza, nessuna ambizione e nemmeno egoismo. Superfluo come lui non c'era nessuno al mondo"
