Esperto
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Scusatemi, non avevo letto a fondo il regolamento (tanto per iniziare con la marcia giusta).
Il discorso è semplice, o meglio non lo è ma meglio semplificarlo, altirmenti scrivo dieci pagine di intervento. Ho sempre avuto grandi problemi con le situazioni socialmente impegnative, e con il relazionarmi con le persone in generale.
Questi "grandi problemi" sono in realtà di natura variabile, nel senso che ho attraversato periodi di relativo "miglioramento" alternati ad abissi di di asocialità totale. I punti più alti e più bassi sono stati raggiunti nel periodo delle superiori (strano a dirsi..).
La prima fase realmente abissale è stato un allineamento di eventi che possono sembrare banali ma per me non lo sono stati: il primo rifiuto veramente significativo a livello sentimentale, momentaneo allontanamento del mio fortunatamente attualmente migliore amico per inseguire conoscenze più "attive", integrazione con i compagni di classe pressoché inesistente, casini in famiglia (non mancano mai), reiterati anche se non particolarmente gravi atti di bullismo subiti, resa scolastica praticamente ignobile. Il tutto è sfociato in un'isolamento di diversi mesi in camera, con l'aggravarsi di una situazione di sovrappeso che è sfociata presto in obesità, i miei compagni fidati erano diventati il PC e Guild Wars (un gioco MMORPG piuttosto in voga al periodo). Non dico che non uscivo di casa, perché a scuola continuavo ad andarci, sempre con risultati osceni, ma di più di quello non facevo. Le amicizie latitavano o erano comunque indirizzati a persone "compatibili" nel loro status sociale, un piccolo nucleo di reietti che si è comunque sfaldato piuttosto rapidamente. In quel periodo sono stato veramente depresso, al punto che qualcuno se n'era anche accorto (inizialmente per tutti ero solo l'ennesimo ragazzino fancazzista) ma non è successo molto finché l'amico di cui sopra è ricomparso con una certa provvidenza. Inutile dire da parte mia verso di lui rimane un risentimento in sospeso per quel periodo, che tra non molto compie quasi una decade, ma è una cosa che rimarrà irrisolta.
Da lì in poi la mia vita si è relativamente normalizzata, inframezzata da periodi agghiaccianti ma non altrettanto prolungati, nel senso che piano piano ho ricominciato a vivere nel mondo reale riuscendo anche infine a strappare un diploma (solo due bocciature, poteva andare peggio..), in tempi relativamente recenti ho anche abbattuto in modo significativo il peso, ma quel periodo ha lasciato degli strascichi.
Sono rimasto socialmente molto schivo, mi sono sempre più immerso in interessi non sociali e tendenzialmente evasivi che occupano quasi totalmente il mio tempo libero (sono l'ennesimo serial tv dipendente, fumettaro di lungo corso, passo le mie 3 ore giornaliere con musica in cuffia, videogiochi, libri e via dicendo) ho sviluppato una percezione molto negativa del mondo con forti escursioni nel cinismo (in forte contrapposizione con la mia indole da sognatore, è un duello praticamente quotidiano), ho continuato a coltivare pochissimi rapporti di conoscenza con un indole molto passiva (della serie se proprio mi strattoni per un braccio e mi costringi a starti a sentire, si forse due chiacchiere le possiamo anche scambiare), e ho iniziato a soffrire di un forte imbarazzo verso il sesso femminile (incrementato ad ogni rifiuto), che in un primo momento avevo anche confuso con misoginia. Poi mi sono accorto del fatto che ammiro, in modo anche esagerato a volte, le donne. Ma mi fanno una paura insensata in ogni caso, se sono particolarmente avvenenti passiamo dalla paura al terrore.
Inutile dire (perché con queste premesse è ovvio) che non ho mai avuto modo di instaurare una relazione, anche solo occasionale, con una ragazza ma questo merita una discussione totalmente separata.
Ho anche sperimentato sulla pelle di essere totalmente inadatto a lavorare a contatto con il pubblico, adesso infatti mi sono rinchiuso al sicuro in un Help Desk informatico: pochissimo personale (siamo anche troppo pochi in realtà ma qua sfociamo in discorsi al limite del sindacalismo), turni osceni su 24 ore che mi creano spesso alibi facili per non unirmi all'evento sociale del caso, contatto solo tramite telefono e comunque molto funzionale (mi serve una soluzione, me la fornisci, addio oppure mi serve una soluzione, non sei in grado di fare nulla perché sto lavoro è una barzelletta, insulti e via dicendo). Un posto che la maggior parte di gente sana lascerebbe quanto prima, sono già stato oggetti di discussioni sul perché non cerco altro. Perché tutto sommato sto lavoro lo odio, fa schifo, ma calza a pennello alla mia situazione.
Finita questa, molto incompleta in realtà (ho saltato una marea di cose), introduzione a quel casino che è la mia vita pregressa, il motivo per il quale mi sono iscritto è che voglio cercare di iniziare a comprendermi meglio confrontandomi con chi ha vissuto esperienze e condizioni simili alle mie. Finora mi sono sempre classificato a seconda del periodo come un perdente senza speranza, o come un diverso incompreso, o un misto delle due cose. Ma sono arrivato alla conclusione che arrivato a 27 anni, dopo aver risolto le questioni pratiche (lavoro = soldi = sopravvivenza) devo approfondire il mio malessere, e questo forum mi sembra un buon posto per iniziare. Non pretendo di trovare una cura, perché sono di fondo convinto che ognuno di noi sia fatto in un certo modo e basta (quali che siano i fattori influenzanti e le storture nel percorso di crescita non importa) ma magari posso fare qualcosa per convivere meglio con quell'insopportabile asociale lamentoso e musone che si riflette nello specchio ogni mattina.
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