Salve a tutti,
sono una ragazza di 28 anni che si trova su questo forum come ennesimo tentativo di uscire fuori da quella che, sempre di più per me, è diventata una sorta di prigionia.
Non che lo voglia o lo volessi, ma caratterialmente sono sempre stata una persona ingenua ed introversa, più concentrata a fantasticare che a vivere a contatto con la realtà.
La mia vita, fin’ora è stata costellata dal bullismo (come vittima), dalla dipendenza affettiva, dagli attacchi d’ansia, dalla psicoterapia e, come ciliegina sulla torta, da un rapporto sentimentale improntato sulla violenza psicologica e la manipolazione; rapporto che è terminato circa un anno fa, ma che mi ha lasciata privata di tutto e con degli strascichi che fatico ad eliminare.
Sono una studentessa universitaria, ormai ampliamente fuori corso.
Il campo di lavoro che ho scelto mi piace, mi piace davvero, eppure non riesco a studiare, non riesco ad andare avanti e questo mi fa sentire una fallita.
Mi chiedo come sia possibile che, una cosa così semplice e che tutti sono in grado di fare senza troppi sforzi, per me sia così difficile.
Non sono una persona stupida o ignorante, anzi: ho una buona cultura, delle normali doti relazionali ed anche una bella presenza, tuttavia ho l’impressione che, per quanto io mi possa impegnare, alla fine sia tutto inutile.
Anche per quanto riguarda le amicizie e la vita sociale è la stessa cosa.
Fare amicizia per me non è mai stato molto semplice: mi guardo intorno e mi rendo conto che i miei interessi (ed i miei problemi) non si accordano con quelli delle altre persone.
Spesso risulto “simpatica, ma strana” e, ancora più spesso, la mia timidezza viene scambiata per snobbismo; in ogni caso nessuno ha mai interesse a scoprire qualcosa di più su di me, nonostante io mi renda disponibile ad interessarmi ai problemi ed alle storie altrui.
Ho due o tre amici con i quali mi sento di rado, perché tutti molto più impegnati a vivere il loro rapporto di coppia, ed anche la mia, chiamiamola “migliore amica”, che è sempre stata la mia spalla ed il mio appoggio per anni, si è recentemente impegnata in un rapporto, diciamo “chiuso”, lasciandomi completamente sola.
Vedo tutto il mondo, tutte le persone intorno a me, che vanno vanti, si fanno la loro vita (con lavoro, famiglia e figli) e quasi te la sbattono in faccia, mentre io rimango ferma e senza trovare una via d’uscita.
Per fare una metafora: è come se fossi chiusa in una grande stanza e l’unica porta per uscire ha un codice di apertura che io non conosco; gli altri entrano ed escono tranquillamente e mi dicono anche che è facile e che è solo colpa mia perché non ci metto abbastanza volontà, perché non lo voglio davvero; invece, semplicemente, non riesco a trovare o a sapere il codice.
La mia famiglia, come tutti quelli che mi sono stati intorno, non comprende bene il mio disagio.
Secondo loro è solo una questione di volontà, nonostante la mia psicoterapeuta gli abbia spiegato che, in realtà, non è così semplice.
Io mi sforzo di fare qualcosa, in completa autonomia, ma i tentativi di uscire da sola: andare al cinema, a mangiare e persino a qualche serata, mi fanno solo sprofondare ancora più nella tristezza.
Senza contare la ricerca infruttuosa di lavoro: nonostante abbia acquisito esperienze lavorative, sembra che, comunque, non vadano bene e non siano mai abbastanza.
So che non sono l’unica. Mi rendo conto che molte altre persone vivono la mia stessa condizione, anche se non le ho mai incontrate.
Quindi eccomi qui.
Nel tentativo di trovare un modo per aprire quella dannata porta.
Spero di avervi annoiato abbastanza