paule

Pensavo...
Ci sentiamo quasi tutti un pò incompleti, (forse) è che ci giudichiamo troppo? Quante cavolate mi hanno messo nel gulliver...invece di pensare: "va tutto bene, andiam bene così"
Penso sempre di dover far chissà cosa per "esistere"..ma io esisto già...

le persone "normali" non sentono sempre di dover accontentare un tiranno capriccioso a cui non va mai bene nulla, come invece capita a me, e non so se me ne libererò mai.

calimerlo

è nella tua natura, inconscio, non c'è un motivo, sei insofferent inside, sempre alla ricerca di qualcosa, sposti il paletto sempre più avanti
chissà se con la vecchiaia sta cosa passerà

paule

è vero. nn ne posso più di me stessa.

Intro-spettivo

l'ansia esistenziale è necessaria alla vita, non si può eliminare xke sarebbe come azzittire le emozioni.

bisogna solo attaccarla a cose ke sentiamo nostre (qui ovviamente ci stanno gusti, inquietudini etc etc...lo stare fuori posto: è quello ke ammazza)

quando si collega la strada alla macchinina è solo questione di momenti per incazzarsi di quanto poco controllo abbiamo sulle cose in realtà. però è così, da li si rinizia (e sono terremoti!). alla fine è tutta una questione di ambiente e di culo, fondamentalmente. quindi culo e culo, visto ke te modifichi l'ambiente molto solo quando sei piccolino piccolino o se sei un leader delle masse, ma penso ke li si tratti di manipolazione

comunque ripeto: noi per noialtri con la sincerità possiamo fare molto

Intro-spettivo

essere inquieti e finire in giri strani mentali però sono 2 cose diverse, altrimenti ke ci stanno a fare 100 anni di psicologia sulla terra?

faccio sempre un esempio: sul'asfalto non ci cresce un oleandro, ma l'erbaccia

in un prato può crescere di tutto. quindi da qui si capisce ke l'oleandro ha bisogno di un prato rispetto alla semplice erbaccia.

beh sembra un po' un giudizio di valore, in realtà è per dire ke comunque le persone hanno bisogno di un ambiente affettivo/culturale possibilmente sentito su cui attecchire. sono convinto ke la maggior parte dei problemi della nostra epoca sono sicuramente riferibili all'indifferenza, a questo senso di non valore.

io vivevo megli quando seguivo della roba ke non adesso ke invece mi si dice ke non devo pensare troppo o rompere le palle!

Milo

Spostare il paletto sempre più avanti non è sbagliato...chi si ferma è perduto io credo nella continua evoluzione positiva...il problema è affrontare la rincorsa al paletto irraggiungibile con il giusto stato d'animo...

calimerlo

ma così milo non ti godi quello che hai
te lo dis uno che ha sempre vissuto così
"la solitudine dei numeri primi" (cit.)

Milo

Infatti con giusto stato d'animo intendevo che bisogna apprezzare i risultati raggiunti ma nel contempo spingersi ancora più avanti,perchè io penso che nel momento in cui ti fermi il rischio di tornare indietro aumenta...

calimerlo

bò spero che non sia così, il mio scopo è l'equilibrio perfetto e la pace (da non confondere col modo di vivere muttlesco)
sarebbe una rottura dover sempre lottare per mantenere l'equilibrio, casso, voglio il superattack!

Milo

Secondo me nel momento in cui non ti poni più obbiettivi di miglioramento tu in realtà spezzi un equilibrio che magari ti fa anche stare bene...secondo me il trucco stà nel scegliere più o meno obbiettivi del stesso grado di difficoltà mantenendo così una costante evoluzione con basso rischio di fallimento e abbattimento che ne consegue....

calimerlo

ma magari invecchiando non hai più la putenza di un tempo, quindi è inevitabile che pian piano abbassi sempre più
secondo me qui si va nel campo psicoanalitico del lutto, del saper rinunciare alle naturali perdite che avvengono durante il corso dell'esistenza
diverse persone, che non superano alcune fasi dello sviluppo (e qui ce ne è a bizzeffa x ovvi motivi), non riescono a superare i più elementari lutti e ogni volta subiscono micro traumi che si sommano e che ci rendono sempre peggiori e mai sereni
detto in parole povere, non siamo in grado di ritirarci come farebbe qualsiasi normalone

Milo

Bah io non ho capito bene questa cosa dei lutti...io so solo che se non ho la testa impegnata in qualocosa un progetto o un'obbiettivo mi sento svuotato e mi accartoccio su me stesso....

calimerlo

è come se cercassi distrazione, per non pensare al fatto che non sei ancora completo
e ti capisco assai se è così, perchè pure io ho agito così x anni e anni

paule

vabbè, cercare distrazione è un sintomo di una certa spensieratezza...

calimerlo

dipende, i meccanismi di difesa individuati dalla sacra psicoanalisi sono inconsci
tu pensi di fare una cosa per un determinato motivo in realtà il motivo è tutt'altro e spesso meno onorevole
però vabbè, la psicoanalisi non è una scienza (cit.)

muttley

Una delle tante colpe ascrivibili alla perfida famiglia tradizionale
Ma se tu sai che vai bene, inizieranno a capirlo anche gli altri e cominceranno a valorizzare i tuoi pregi, non soltanto a rinfacciarti i deficit (

JohnReds

mah diciamocelo questo spostare il paletto in avanti nasce perché non siamo normali
anch'io ho una fortissima spinta all'automiglioramento ma sono sicuro che quando riterrò di aver raggiunto un livello accettabile di normalità mi metterò l'animo in pace

il confronto con gli altri c'è sempre ed è una fortissima spinta

Who_by_fire

Tuo padre? [beccate sta freudata ]

paule

Troppo facile, sei cascato nei miei indizi da istrionica per creare il personaggio!

Comunque, credo sia una specie di mostro tipo chimera che ha fagocitato tutte le mie figure di riferimento dell'infanzia, ma gli son rimaste sullo stomaco.

Ciko

C'è un detto Cinese che dice proprio:"Il peggior nemico sei te stesso".
Bhe! In un certo senso questo è vero: le lotte più "intestine" le facciamo proprio con noi stessi per noi stessi.
Poi "qualcuno" ha aggiunto:"Ama il tuo nemico": quindi prediti cura di lui perchè proprio in questa lotta riuscirai a liberare te stesso dalla paura che ci appesantisce, e trovare il coraggio e la fiducia in se stessi.

Sicuramente le nostre menti sono piene di schemi e giudizi che ci appesantiscono l'essere, ma sopratutto sono piene di paura. Per liberarsi dalla paura ci vuole "il coraggio" (da cor-cordis in latino, Cuore) di provare a superare quei limiti che ci vengono incontro, ritrovando dentro di se il desiderio ardente di essere liberi.