La differenza tra le classi sociali si è talmente assottigliata che è difficile distinguere il materialismo prettamente arricchito da quello proletario, la cui dittatura si è persa nelle definizioni del sesto fratello Marx. Roba da riderci sopra. Roba su cui solo Fusaro, ultima speranza intellettuale, può rimanere serio.
Ogni filosofia, ogni senso pratico e perfino ogni materialismo filosofico applicato, teorie popperiane... spazzato via dal feroce capitalismo.
L'essere umano è entrato a far parte del sistema mercificatorio in cui del mercato rappresenta il moto in quanto compratore, eviscerato da ogni sentimentalismo puro e carnale. Intellettualmente attivo, egoista dell'ultima ora. Portavoce di una verità subdola e personale, lucido nemmeno nei notturni.
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Disperata ricerca dei propri simili, seguendo il filo logico secondo cui "chi mi assomiglia mi capisce". Ma chi rinnega sè stesso, deve scegliersi la croce giusta. Quella che deve portarsi per tutta la vita e accettare d'essere inchiodato su di essa. "Pregherò per te che hai la morte nel cuor".
L'avessi scritta io questa storia, terminerebbe non più con un petto nudo e testa rasata su un balcone che urla "Popolo Italiano!", ma con uomini in giacca senza cravatta e forse anche senza giacca.
La borghesia è, adesso, ancora più influente. Il proletariato inseguiva diritti concreti. Inizialmente per i propri figli. Adesso tutti sono diventati (piccoli piccoli) borghesi. Influenti. Pericolosi. Tutti laureati. Certificati della propria ignoranza.
Il fascismo è di nuovo alle porte.
Andrà bene, come allora.