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19-12-2012, 17:32
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#1
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
Ubicazione: in un tunnel arredato in stile minimal
Messaggi: 1,485
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Ciao a tutti,
oggi ho avuto una sorta di illuminazione e ho buttato giù questo minipapiro, che credo possa essere utile a tutti coloro che lavorano o stanno entrando (o rientrando) nel mondo del lavoro.
Io, come qualcuno forse ricorda, ho commesso un errore (dimissioni) e sono ancora in altomare.
Quest'articolo è una sorta di immplicito mea culpa con soluzione, e spero possa servire a tante persone che si trovano a che fare con capi "difficili". O che ce li avranno.
Nell'articolo c'è un passaggio in cui faccio un'analogia con le problematiche di socializzazione delle persone affette da forte timidezza o fobia sociale.
http://intelligenzaemotivainazienda....ategie-di.html
Buona lettura!
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19-12-2012, 19:41
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: Sicilia Orientale
Messaggi: 896
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Purtroppo i superiori, i capi, le persone che stanno al vertice di un'azienda e di uno stato, spesso devono risultare antipatici a coloro che stanno in basso, perchè hanno più competenze. A scuola succede la stessa cosa, con i professori. E spesso queste antipatie, sono del tutto indipendenti da altre idee di persecuzione. Perchè appunto non c'è una reale offesa, e la vittima è solo paranoica. Avverte un delirio di persecuzione. A me succedeva questa cosa a scuola, con i professori. E penso che anche nel lavoro, bisognerebbe distinguere tra mobbing e pseudomobbing. Spesso infatti si tratta solo di soggetti paranoici. Non mi riferisco ovviamente al tuo caso.
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19-12-2012, 20:43
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
Ubicazione: in un tunnel arredato in stile minimal
Messaggi: 1,485
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Quote:
Originariamente inviata da EdgarAllanPoe
Purtroppo i superiori, i capi, le persone che stanno al vertice di un'azienda e di uno stato, spesso devono risultare antipatici a coloro che stanno in basso, perchè hanno più competenze. A scuola succede la stessa cosa, con i professori. E spesso queste antipatie, sono del tutto indipendenti da altre idee di persecuzione. Perchè appunto non c'è una reale offesa, e la vittima è solo paranoica. Avverte un delirio di persecuzione. A me succedeva questa cosa a scuola, con i professori. E penso che anche nel lavoro, bisognerebbe distinguere tra mobbing e pseudomobbing. Spesso infatti si tratta solo di soggetti paranoici. Non mi riferisco ovviamente al tuo caso.
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Talvolta invece queste competenze non ce le hanno e complicano la vita al prossimo - specie se molto competente - perché lo temono.
Chi ha competenze e capacità di leadership non ha bisogno di far leva più di tanto sull'autorità, perchè è autorevole e viene rispettato e seguito.
Una distinzione analoga la si può fare sulle persone autenticamente sicure di sè e carismatiche.
Loro non hanno bisogno di vantarsi, di elencare successi, partner, ecc.
Tendenzialmente è proprio chi decanta ossessivamente le proprie capacità ad avere qualche "tara" a livello di autostima.
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19-12-2012, 21:46
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 4,900
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Interessante davvero, nella mia esperienza lavorativa ho messo in essere una strategia proattiva nei confronti di un responsabile piuttosto problematico, e devo dire che ha dato parecchi frutti per diverso tempo. Nell'ultimo anno però le cose si sono improvvisamente complicate, ha "acceso i fari" inspiegabilmente su di me facendomi incazzare di brutto in alcune situazioni, questo ha generato un fortissimo stress psicologico in me.
Ritengo tuttavia che la non conflittualità alla lunga con questo soggetto sia la strategia vincente, anche se si tratta di un tipo lunatico e dalle svolte emotive incomprensibili....
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19-12-2012, 22:06
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,205
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molto bello questo articolo e giusto anche il riferimento al molto timido/sociofobico
il concetto che hai espresso credo sia assolutamente vero ed applicabile praticamente a qualunque contesto sociale (non solo lavorativo) tranne forse solamente nei contesti ipermega professionistici nei quali è obbligatorio agire, se non addirittura pensare in maniera analitica razionale e lucida al 100%
ad esempio "il mio collega/capo è un pezzo di mer.... ma è un fenomeno nel suo campo e può farci vincere"
ero partito pensando all'esempio di una sezione marketing e pubblicità di una grande azienda, ma scrivendo mi è anche venuto in mente l'esempio Ibrahimovic (chi segue il calcio sa di cosa parlo)
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20-12-2012, 00:00
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#6
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
Ubicazione: in un tunnel arredato in stile minimal
Messaggi: 1,485
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Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
molto bello questo articolo e giusto anche il riferimento al molto timido/sociofobico
il concetto che hai espresso credo sia assolutamente vero ed applicabile praticamente a qualunque contesto sociale (non solo lavorativo) tranne forse solamente nei contesti ipermega professionistici nei quali è obbligatorio agire, se non addirittura pensare in maniera analitica razionale e lucida al 100%
ad esempio "il mio collega/capo è un pezzo di mer.... ma è un fenomeno nel suo campo e può farci vincere"
ero partito pensando all'esempio di una sezione marketing e pubblicità di una grande azienda, ma scrivendo mi è anche venuto in mente l'esempio Ibrahimovic (chi segue il calcio sa di cosa parlo)
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Ti ringrazio!
concordo con te, quando abbiamo a che fare con persone di grande competenza, siamo (o dobbiamo essere) più propensi a "perdonare" atteggiamenti variamente ruvidi.
Della serie: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Ma quando invece la moglie è piena e la botte ubriaca son dolori de panza , e giacché nelle aziende si creano connivenze tendenzialmente sfavorevoli alle "ultime ruote del carro", occorre trovare soluzioni che, a fronte di un calice amaro iniziale, (e quindi un atto di "cedevolezza", nascondendo l'orgoglio sotto il tappeto) possano condurre verso una bevanda dal gusto assai più nobile.
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