Oggi è stato il mio giorno di riposo dal lavoro e ne ho approfittato per fare alcune commissioni in centro. Mi sono recato a piedi in un negozio di articoli sportivi. Mi servivano delle nuove scarpe da palestra e un nuovo paio di guantoni.
Una volta arrivato, dal momento che il negozio non dista molto dal mio luogo di lavoro, ne ho approfittato per andare a salutare i miei colleghi per poi proseguire per la mia strada.
Quando sono entrato nel negozio ero l'unico cliente e i commessi mi hanno subito servito in maniera cordiale e professionale. Ho comprato un paio di scarpe da ginnastica di una nota marca tedesca bianche con strisce verdi e un paio di guantoni, come mi ero prefissato.
Uscito dal negozio mi sono recato ad un bar lì vicino che frequento spesso. La titolare era li insieme ad altre due bariste. Una stava pulendo alcuni tavoli vuoti, l'altra lavava alcune tazze. Il bar non era vuoto, vi erano alcuni clienti che consumavano e parlavano tra di loro. La titolare mi ha salutato e preparato il cappuccino che le avevo chiesto. Abbiamo cominciato a chiacchierare del più e del meno. È una donna sui 40 anni ma ne dimostra massimo 25 o 30. Non è bellissima ma sicuramente è una donna molto piacente. Ha un viso da stronza piuttosto rabbioso ma è invece molto simpatica e amichevole. Tutte le sue collaboratrici amano lavorare con lei. Si diverte spesso a prendermi in giro in maniera totalmente priva di cattiveria. Una volta, ad esempio, mentre stava preparando una spremuta fece finta di lanciarmi un'arancia in faccia. Un'altra volta, invece, dopo essere andato a prendere il caffè con un collega, ha finto di darmi un pugno in un occhio. Insomma, una sorta di bullismo bonario. Talvolta credo di avere un debole per lei. Peccato sia sposata e abbia due figlie.
Una volta pagato il cappuccino e salutata, sono uscito dal bar e non so perché, istintivamente, ho alzato gli occhi al cielo e, sul tetto di un altro edificio, mi è sembrato di scorgere due sagome umanoidi.
"Due statue." Ho pensato ma dopo pochi secondi già non c'erano più. Non ci ho badato più di tanto e stavo già recandomi in un altro negozio ma all'improvviso alle mie spalle, a distanza di diversi metri, è echeggiato un violento boato. Proveniva dal negozio di articoli sportivi dove mi ero recato poco prima. Una disperata folla di curiosi cominciava a raccogliersi. Non so con quale sangue freddo e con quale coraggio sono entrato nel negozio. L'esplosione aveva seriamente danneggiato l'ambiente diventato sporco e polveroso. I corpi dei commessi giacevano sul pavimento. Non sembravano presentare segni di ustioni ma erano coperti da vistosi lividi sul volto e tutti avevano l'osso del collo spezzato da quello che pareva esser stato un violento strangolamento. I loro occhi erano rivolti verso l'alto.
Ho deciso di andarmene sconvolto da quella visione. La folla all'esterno era aumentata mentre le sirene della polizia e delle ambulanze cominciavano ad echeggiare.
Volevo tornare a casa e ho deciso di prendere la metropolitana. Dovevo riprendermi da quella visione. Mi sono fermato a sedere su una panchina di una piazza poco distante. Mi dovevo distrarre. Sarei tornato a casa, avrei chiamato qualche amico e avremmo passato la giornata insieme. Una semplice birretta, tutto qui.
Mentre fumavo ho alzato di nuovo gli occhi al cielo e di nuovo ho avuto quella visione: di nuovo quelle due sagome erette ancora sulla cima di un altro altissimo edificio. Mi sono stropicciato gli occhi più volte per vederle meglio ma i raggi del sole occludevano la visione. Tutto inutile dal momento che le due sagome erano svanite nel nulla. Di nuovo. Ho buttato la sigaretta per terra dal nervoso e ho cominciato ad incamminarmi verso la metro.