Vorrei raccontarvi alcuni episodi traumatici avvenuti quando ero più piccolo..
Ovviamente la traumaticità è un fatto relativo. Io li ho vissuti male, e sento che mi hanno segnato. Ma possono risultare alquanto ridicoli.
1) La vecchia degli alimentari
Entro in un negozio di generi alimentari insieme ad un mio amichetto. La vecchia proprietaria chiede al mio amichetto: “lei è la tua ragazza?” riferendosi a me. (Io avevo i capelli lunghi e i lineamenti molto delicati.)
2) La compagna di classe
Elementari. Non ricordo l’anno. Una certa Carlotta dice una cosa tipo: “in questa classe voi ragazzi siete tutti fighi”, poi si gira verso di me e continua: “…tranne An. naturalmente” . Io annuisco convinto.
3) Boh
Un tizio che era amico del mio amichetto prese l’abitudine di portarmi con lui sul suo scooter. Un giorno mi dice: “non ti voglio portare più perché con quei capelli sembra che sto portando la mia ragazza”. (Io avevo i capelli lunghi e i lineamenti molto delicati.)
A pensarci adesso non capisco: quel tale era tormentato dall’idea che gli altri potessero pensare che lui stesse portando una ragazza sul suo scooter…
4) Il bullone
Stavo passeggiando. Passa uno che è stato un rompipalle per me e per molti altri. Si chiama Matteo. Ebbene, mi urla una cosa tipo: “hahahah, mi sembri una troia!”( io avevo i capelli lunghi e i lineamenti molto delicati.). Sicchè io ribatto ingenuamente: “altrettanto..”. Lo stronzo mi raggiunge e mi da una testata sul naso.
5) Il bullone, di nuovo
Le prime sbornie con gli amichetti. Ero ubriaco e stavo baciando una amichetta! (si trattava di una conquista formidabile, mi sentivo un grande, sentivo musiche trionfali)... poi sento un pugno in faccia. Era di Matteo, lui mi stava dando dei pugni in faccia. Diceva: “lei è la mia ragazza”. (Lei non era la sua ragazza.)
6) Mia madre è una persona discreta
Credo fossero i primi giorni di scuola elementare. Io feci tardi perché per l’emozione non riuscivo ad urinare, (questo sarebbe diventato il mio sintomo più temibile) e quindi ci misi molto tempo ad uscire di casa. Quando arrivai a scuola, mia madre, che mi aveva accompagnato, disse alla maestra che il mio ritardo era dovuto al fatto che “non ero riuscito ad urinare perché mi ero emozionato”.
7) Semplicità
Questa è quasi surreale. Asilo, primi giorni. Un bambino cinico mi dice di “toccare il sedere ad un ragazzo, di nome Andrea” io dissi di no, ma poi lui aggiunse: “dai, io l’ho già fatto..” e allora lo feci. Insomma finisce con il mio labbro inferiore sanguinante.
Se ne ricordo altri li posto.