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05-05-2008, 18:34
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#1
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Banned
Qui dal: Jan 1970
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riporto qui la riflessione che ho fatto in un altro forum.
In medicina si fa una differenza netta tra pazzia e normalità, tra una psicologia alterata ed una normale...si parla anche di psicologie semplici e psicologie composite (più districate e raccapriccianti).
C'è gente che si chiama "Alda merini" ed è stata in un manicomio, c'è gente che violenta per anni sua figlia e si meriterebbe per tutti altrettanti anni di manicomio. Chi è il più pazzo tra i due?
C'è gente che si chiede come...chi è che decide (decideva) che eri da manicomio o meno?
In base a cosa? Chi è che decide che è normale la normalità ed è problematica una psicologia più composita (o addirittura squilibrata?).
Chi è che decide che un uomo per scegliere il male oggettivo anzichè il bene deve per forza avere grossi problemi sotto il punto di vista psicologici (c'è chi pensa che queste stesse frasi, queste stesse affermazioni siano frutto di psicologie alterate/composite/non ordinate; c'è chi pensa siano il frutto di un genio, chi di una malattina), chi decide che farsi 20h su 24 una serie di domande e risposte sia da alterati mentali/depressi e chi decide se tu sei solo un povero pazzo o un Celan/Alda Merini non ancora compresi.
Chi vi dice che non è il contrario? che forse qualcuno che riteniamo sotto il punto di vista psicologico anormale in verità sia solo più consapevole di limiti e non limiti e che chi si considera normale semplicemente stia sfuggendo alla propria stessa follia?
Perchè il malato è il depresso (questioni ormonali e cianfrusaglie varie a parte) e non è il normale (cioè colui che rimane passivo alla vita)?
Perchè la Merini in manicomio, Celan un salto da un ponte non sono normali e un pinco pallino qualunque sì?
Cosa significa essere non conformi psicologicamente alla normlità? E cosa ti discosta tanto dalla normalità da renderti anormale?
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18-08-2008, 23:09
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#2
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
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tecnicamente una persona umana estroversa e nella media della normalità rare volte pensa a qualcosa di strambo/anormale.
Quale uomo pensa al suicidio come atto tecnicamente fattibile?
si rimane scandalizzati/intimoriti...diventa un tabù quasi...
Quale uomo pensa che "sta pensando di pensare a cosa sta pensando"?
Quale uomo pensa molto, mentre vive e non si accontenta solamente di vivere molto e pensare poco?
Ecco...sembra banale...ma nella vita frenetica di oggi questo non è poi così banale...
io vedo sempre meno gente abituata a pensare....ma non pensieri semplici...pensieri contorti anche...pensieri che sfondando anche ogni limite.....pensare alle emozioni, pensare alla vita, pensare alla pazzia, pensare a non pensare, pensare cosa sia il pensiero, le paure, le debolezze, i sentimenti.
Sembrerà banale, ma soprattutto io trovo sempre meno coetanei, soprattutto, che non lo fanno.
Sempre tutti ammucchiati l'uno sull'altro...a parlare...parlare....parlare...tempo per pensare ne rimane poco e non pensi....io lo so....una volta ero uno di loro...una volta parlavo sempre e pensavo il minimo.
Oggi anche il solo pensiero del suicidio credo che qualche psicologo lo cataloghi in una qualche malattia o ossessione (sono quasi pronto a giocarmi le mutande): una persona che si sveglia al mattino ed inizia a pensare.
Lei è morta....la mia ragazza mi ha anche lasciato....sono diventato meno loquace e più lupo solitario...
ora penso...penso al dolore e posso rosicare...penso alla vita e mi chiedo che senso abbia e rosico...penso alla morte e penso a quanto sia STRON*A e rosico....penso che tra tanti pensieri sto pensando anche che sto mettendo tanti....troppi....PUNTINI di sospensione....ma quanti pensieri!
E intanto sono le 9...pensi che potresti tagliarti le vene in modo netto per morire il prima possibile...pensi che potresti farlo lentamente in modo che la tua famiglia ti possa vedere...provare pena per te...paura...dolore per la tua scomparsa...
pensi che potresti buttarti dalla finestra in silenzio...pensi che potresti lasciare una lettera invece...una lettera in cui scrivi le persone che più odi e maledici...in cui confessi il tuo amore per quella tua famosa amica con cui siete quasi fratello e sorella...magari lei vuole tu e tu vuoi lei...ma ha già un vecchio ragazzaccio che gli sa fatica mollare...in cui maledici il giorno in cui è morta lei....in cui ti ha lasciato anche la tua ragazza...maledici il fatto che 19 anni fa tra tanti spermatozoi e potenziali fratellini hai vinto la corsa tu e sei entrato nella tua nuova casuccia (l'ovulo)....poi ci ripensi e dici "bella fortuna però....per poco e puf...al posto mio mi avrebbe fregato un altro essere con un'altra testa/cuore/anima"....
intanto pensi che i punti sono stucchevolmente troppi....pensi ancora....pensi...
pensi che potresti essere colpito, per volere della sorte, da un cancro incurabile...e allora...moriresti in silenzio...oppure....oppure andresti dalla ragazza che ami e glielo confesseresti....magari lei proverebbe pena per te....magari il tuo cervello proverebbe pena per te stesso...
pensi che potresti schiantare ai 100 all'ora in macchina..."che botto" pensi...
pensi che potresti prendere quella pistola nascosta nel cassetto e boom...finito di pensare!
pensi che una volta fatto il passo finalmente scopriresti se dopo esiste davvero qualcosa....ma potresti anche non scoprirlo.
In caso lo scoprissi? quante volte ti sei detto nella mente "se mi ama come un figlio mi accetterà anche se negli ultimi anni non ho creduto in lui?", o ancora "quando creperò io e lui dovremo fare un bel discorsetto".
In caso non lo scoprissi? che orrore....non potresti più pensare...
A volte pensi e non ti capaciti come tutti sembrano pensare così poco; come pochi rimangano a bocca aperta in una serata in collina sotto il cielo stellato, quella luna che ti divora il viso, quel buio che ti sventra l'animo.
Altre volte pensi a quanto sia allo stesso bello e orrendo non pensare...
bello perchè sei pronto a qualsiasi follia;
orrendo perchè se non pensi che senso ha vivere? se non pensi al fatto che in quel preciso istante in cui stai avendo l'orgasmo sei unito più che mai con la persona che ami? Che senso ha vivere se non sai/vuoi pensare? E molta gente dice parlando che pensa poco perchè pensando a questi fatti piacevoli arrivi al punto di pensare anche alla sofferenza, al dolore, alla morte, alla vita....e pensi che staresti troppo male.
E intanto si fanno le 10, le 11, mezzogiorno....pensi che sarebbe ora di pranzo. Pensi che non hai fame....
pensi che a questo punto uno psicologo potrebbe dire "stai male davvero".
Tu pensi ancora di più e con rabbia...
pensi che tu non stai affatto male...pensi che pensare possa far male, ma che pensare sia vivere...che la vita non sia solo rosa e fiori e pensi che chi voglia far credere questo è LUI IL VERO MALATO.
Pensi che tu sei sano...pensi che ha meno senso vivere se smetti di credere...
tu hai smesso di credere da anni...non credevi più quando tua nonna è morta....non credevi più quando hai detto in ginocchio, con conati di vomito, la pressione aggrappata al pavimento e il cuore supplichevole "anche se non riesco più a credere in te....se esisti davvero...prendi me...lei non merita di lasciare sto mondo ancora....prendi me ti chiedo solo questo"...pensi che nonostante la tua "pseudopreghiera" da ateo/agnostico qualcosa non deve essere funzionato se sei ancora vivo e l'altra persona a cui tenevi più della tua anima non c'è più.
Pensi che se racconti ad un bimbo che Babbo Natale non esiste, il bimbo non troverà più un vero senso per festeggiare il natale e aspettare mezzanotte...non ha più senso nemmeno la "n" maiuscola....e infatti è natale, non Natale.
Pensi che se qualche psicologo ti possa considerare malato, tu sei fiero di essere malato...stai forse più male rispetto ad altri, ma ti senti allo stesso tempo più vivo nell'animo...una vita mezza morta - pensi - ma vivo più degli altri.
Pensi che è più malato chi vuole curare un depresso a cui gli è morta l'intera famiglia (una moglie ed una figlia) in un incidente, che il depresso stesso.
Cosa c'è di malato (cioè di sbagliato) nel sentire il cuore spezzarsi ad ogni battito e nel desiderare la morte quando le uniche persone che amavi e per cui avresti dato l'anima non ci sono più?
Questa non è malattia? Quell'uomo - pensi...- è più sano di tutti noi...solo un VERO PAZZO vorrebbe continuare a vivere, invece di lasciarsi andare.
Pensi che il tempo passa lentamente, ma anche rapidamente...75 anni di media per persona....eppure sono ancora le 14....pensi...continui a pensare....
Pensi a quante persone superficiali al mondo esistano, ma pensi che fortunatamente hai guardato negli occhi anche a delle persone straordinarie nell'animo.
Pensi che solo 15 anni fa eri un marmocchietto di pochi anni che quasi non emetteva sillaba....pensi che la vita è strana...quei 15 anni ti sono sembrati così eterni ed invece a 18 anni ti rendi conto che sono stati una bazzeccola...e intanto altro tempo è passato...
Pensi... perchè l'incesto è un tabù per tanti?
Perchè se sono attaccato ad un letto non posso morire in santa pace?
perchè non posso andare a letto con chi mi pare e avere i miei diritti e il mio rispetto?
perchè la metà della gente considera normale che un uomo soltanto posso permettersi 100 ville e 100 castelli pieni di diamanti, mentre c'è gente che muore di fame?
Perchè più della metà è stufa di tale situazione è guarda inebetita?
Pensi che quello malato non sei affatto tu...
pensi che arrivano le 17 e che il 17 porta sfortuna..ma anche il 13...
pensi che è bello pensare...fantasticare anche sulla morte...sulla propria morte...tanto pensi...non avrai mai il coraggio di farlo...perchè pensi che come hai amato ieri, potrai amare anche domani...e pensi che se non succederà ci sara dopo domani...oppure c'è sempre tempo per smettere di pensare in un modo....o nell'altro.
EDIT: continua....
RIEDIT: sono pazzo 8)
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19-08-2008, 12:59
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#3
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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alcuni pensieri come quelli di morire lentamente o scrivere una lettera,o perche cavolo sono nato proprio io tra quegli spermatozoi li ho pensati anchio.
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19-08-2008, 15:20
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#4
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
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Quote:
Originariamente inviata da gemini
giova tu si che hai il dono della sintesi :lol:
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me lo dicono tutte....quando parlo :P
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19-08-2008, 20:44
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: My HoMe
Messaggi: 2,194
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Hey Giova, sei troppo un grande!!! Hai riassunto in paratica quello che penso anche io.....A me succede anche un'altra cosa: dal troppo pensare a un certo punto mi sa che il mio cervello diventa assuefatto e sento come un disturbo di fondo in testa che delle volte dure giorni interi....in quei momneti sarei davvero grata se venisse un boia a tagliarmi la testa.. :lol:
PS: pensa e ripensa comunque noi siamo sempre qui.....pensare non frutta niente, si deve agire anche
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19-08-2008, 21:22
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 666
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Quote:
Originariamente inviata da piocca
Hey Giova, sei troppo un grande!!! Hai riassunto in paratica quello che penso anche io.....A me succede anche un'altra cosa: dal troppo pensare a un certo punto mi sa che il mio cervello diventa assuefatto e sento come un disturbo di fondo in testa che delle volte dure giorni interi....in quei momneti sarei davvero grata se venisse un boia a tagliarmi la testa.. :lol:
PS: pensa e ripensa comunque noi siamo sempre qui.....pensare non frutta niente, si deve agire anche
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anche questo me lo dicono tutte 8) ...ultimamente un po' meno però :lol:
però mi avete bruciato il finale :cry: sono arrivato alle ore 17...ed io volevo arrivare alla mezzanotte almeno :twisted:
Comunque in questa prima parte ho riassunto il motivo per cui mi sento negli ultimi anni diverso rispetto agli altri.
Di base non c'è nemmeno un assoluta introversione...sono partito da una estreme estroversione, sono giunto ad una estrema introversione e sono arrivato ad equilibrare un po' le cose.
In fondo non giudico un male il mio pensare...anzi è la parte che più amo di me.
Perchè quando agivo solamente avevo la sensazione di essere quasi incapace di amare, di ascoltare, di percepire ogni minimo dettaglio della vita.
Invece da quando crescendo ho imparato in automatico a soffermarmi su ogni parola, battito,emozione,pensiero,sguardo in fondo mi sento di vivere più di tutti e meno superficialmente.
Magari si può soffrire di più, si possono pensare cose che possono sembrare dall'esterno alquanto "folli", ma invece per me non è così.
Ed è proprio questo che mi fa stare in pace con me stesso...ed è proprio per questo che sicuramente non sarò fobico, ma non mi catalogo nemmeno nel 90% dell'altra gente.
Credo di essere un introversone in pace con se stesso...credo che la forza di "agire" l'ho riacquisita per la consapevolezza che non ero io la parte "marcia" della vita.
Sembrerà banale, ma tra le ore e ore di silenzio, tra un sabato sera che magari passi in campagna con amici/e, ma i ncui preferisci il silenzio quasi assoluto (o pochi cenni) prendi la consapevolezza di ciò.
Anche se sei stato estroverso, sei diventato altro...e prendendo consapevolezza che questo ALTRO non è di certo un male (ma anzi è un pregio visto dalla prospettiva giusta) non trovi difficoltà quando "scegli" di agire: proprio perchè sei tu a SCEGLIERE di agire.
Ed è così che magari una notte sotto la luna, in campagna con amici/e inizi a parlare...a raccontarti....e spiegare perchè non sei più quello estroverso di una volta, ma spiegare altrettanto quanto ti va bene essere quello che sei ora (perchè ti senti migliore dentro).
E da lì è tutta discesa: è proprio la voglia di credere che interiormente a te non vali meno di altri che ti fa acquisire fiducia in te stesso e grinta....e così se una volta preferisci passare 2 ore in silenzio non te ne fai un problema, perchè sai che tra altre 2 ore (o tra 4 o 8) ti verrà la voglia di parlare e di agire.
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19-08-2008, 21:58
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#7
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 666
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...e allora pensi che sarebbe meglio arrivassero le 18 ed inizi a fissare la lancetta...e i secondi che avanzano, avanzano,avanzano...
Pensi a quanto eri spensierato a 5-6 anni, ma anche a 10...
e pensando ti viene alla mente l'amico del cuore...Luca proprio lui...il più classico dei nomi, ma non un'amicizia banale.
Quell'amicizia fatta d'amore e di odio...ti ricordi quando da bambini andavate nel cortile della scuola, raccoglievate un sassolino e dicevate con un insolito luccichio negli occhi "da qui nascerà un bruco".
Poi arrivavano i litigi...lui che inciampava sul tuo piede, ti diceva che eri "cattivo" (ma solo a parole, perchè fisicamente eri il doppio di lui), poi tu lo spintonavi un po' perchè non credevi alle tue orecchie "io....non ho fatto nulla".
Pensando ti rendi conto che non lo vedi più dal periodo delle medie ormai; ti chiedi cosa stia facendo....se magari sta pensando a te...se qualche volta almeno gli sei ripassato per la testa e se gli è venuto quel tuo stesso istinto di acchiappare il telefono dopo anni e fare uno squillo.
E così piano piano ripassi in rassegna tutti gli amici e le amiche, i compagni di classe, i "nemici" e per ognuno ti fai le stesse domande.
Poi riflettendo pensi che, probabilmente, nessuno oggi si lascia così tanto tempo per pensare a certe cose...ti avranno dimenticato (ma non per cattiveria..perchè così li ha abituati il mondo).
Pensi che sono già le 19,30. A quell'ora nel periodo delle medie rientravi trafelato in casa, di ritorno dalla parrocchia per l'ennesima giornata di giochi e divertimento con gli altri ragazzini.
Pensi che dovresti metterti qualcosa sotto i denti, ma senti che devi prendere una boccata d'aria...
in pochi minuti senza nemmeno chiederti il motivo sei in mezzo alla strada, che inizia a rabbuiarsi, mentre il tuo cervello è allo stesso tempo un vortice di pensieri e di nulla...ti si avvicina un bimbo con lo sguardo tenero di un qualsiasi esserino di 3 anni...ti vengono quasi le lacrime agli occhi nel momento in cui lo accarezzi dietro la nuca: "una volta....nemmeno troppo tempo fa quell'esserino eri tu".
I ragazzi, le strade, i bimbi, i vecchietti all'angolo...perchè la "strada" si chiama "strada"?
perchè "merda" è una parolaccia? ha fatto del male a qualcuno?
sono semplicemente 5 suoni in successione...perchè etichettarli come spregievoli?
L'uomo è bravo ad etichettare....è bravo ad emarginare...l'ha fatto e lo fa ancora con gli schiavi, con la plebaglia, con le popolazioni di colore, con gli omosessuali, con i deboli, con gli "sfigati".
Gli "Sfigati" sono loro.
Le ore iniziano a passare sempre più in fretta...le 20....le 21....le 22.....il buio si impossessa dei tuoi occhi, del tuo corpo....ti entra quasi nell'animo...ti vuole quasi annullare nella mente e nel cuore.
Le 23: come definireste delle 20enni che starnazzano dietro ad un personaggio ridicolo dello spettacolo? come definiresti dei 20enni che si sento più validi con qualche abito firmato in più addosso? come definiresti dei 20enni che amano nello spogliatoio urlare in faccia all'altro, per la gloria ( e in quel momento tu, giustamente, pensi "che genere di gloria pretendono?"), di essersi fatto l'ennesima "tipa" (pensandoci su bene ti rendi conto che queste persone sono UN TIPO...sono banali...sono superficiali....sono vomitevolmente insignificanti quanto il termine stesso "vomitevole").
E pensando il tuo cuore tira un sospiro di sollievo quando si rende conto che in tutta la tua vita hai amato una sola persona (forse 2...ma è tutta un'altra storia)...quando ti rendi conto che hai sofferto per 1 anno....e dopo 1 anno e mezzo sei ancora lì solo...magari interessato ad una o due persone, ma preferisci approfondire più che puoi la conoscenza senza passi più lunghi della gamba...
e pensando ti chiedi come può...come può una ragazza dirsi innamorata del suo ragazzo a 17-18 anni e 2-3 settimane dopo essere tentata di entrare nel letto con un altro ragazzo?
ma che amore era? eppure si sono lasciati perchè lui non si sentiva pronto e forse non l'amava veramente...ma lei...come può sentirsi già ricaricata dopo 2 settimane soltanto?
Sono le 24.
Hai pensato così tanto...la giornata allo stesso tempo è stata eterna, ma brevissima.
Qualcuno forse ti definirebbe malato...ma tu ti senti sano...con tante ferite da rattoppare, ma sano.
E chissà....chissà se nel sonno quel cuore smettesse di battere...che fregatura sarebbe....non potresti nemmeno soffermarti un attimo sul fatto che ti verrebbe rubato l'ultimo pensiero su tale ingiustizia.
Per fortuna che esistono anche i sogni e una volta che avrai abbassato le palpebre almeno per un po' il problema non ti toccherà...ora bisogna solo imparare a sognare.
:P
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18-10-2008, 16:19
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#8
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 367
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pensavo anche oggi:
pensavo che anche oggi come ogni mattina ho guardato negli occhi le stesse persone di ieri....le guardavo e leggevo nei loro occhi pensieri del tipo "giova ti vorrei parlare/conoscere, ma tu non ti esponi....non agisci....reagisci, ma non fai mai la prima mossa...e dopo la prima non rispondi alla prima di chi ti è davanti".
Pensavo che io contemporaneamente ho fatto un pensiero molto simile:
"vorrei farti capire che la tua vita mi interessa, ma non parlandoti....vorrei che lo potessi capire da questi miei occhi, come io capisco dai tuoi che vorresti che mi esponessi maggiormente".
E pensando mi chiedo "perchè io intuisco cosa c'è dietro gli occhi di chi ho davanti e chi ho davanti fatica a capire cosa sta dietro ai miei?"
Penso che vorrei ritornare ad essere ciò che sono stato, ma allo stesso tempo continuare ad essere ciò che sono; penso che vorrei far comparire sulle labbra degli altri quel sorriso che ero in grado di far comparire incessantemente in passato...ma lo vorrei fare attraverso i miei silenzi e con le mie poche parole.
Inizi a chiederti "quando è iniziato tutto? quando me ne sono accorto? non mi ricordo....come faccio a non ricordarmene?
perchè gli altri non sentono lo stesso bisogno di farsi queste domande e di starsene in silenzio? perchè io un tempo non lo sentivo a mia volta?"
Inizi a chiederti "ma di cosa parla la gente in maniera così estenuante? io di cosa parlavo un tempo?"
Inizi a desiderare di rivivere come un tempo, ma di restare anche ciò che sei; inizi a desiderare che un'ascia ti sfondi all'istante il cranio: e inizi a sentire quel tremendo dolore proprio in cima alla testa, senti la fontanella riaprirsi e senti un brivido ripercorrerti che si arrampica e si divincola intorno al cervello; desideri per un momento di provare il dolore più atroce della tua esistenza e spereresti che il mondo lo subisse prima insieme a te e poi al tuo posto.
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