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Vecchio 19-02-2013, 22:34   #1
Avanzato
L'avatar di Quinzio
 

Unisco due 3d che mi sono venuti in mente oggi.

Ricapitoliamo: questa roba di cui parliamo si chiama "fobia sociale".
La fobia è la "paura".
Ora a me c'è qualcosa che non torna.
Io NON avverto in presenza della gente una sensazione di "paura".
Tante volte ho delle reazioni che posso descrivere come: imbarazzo, agitazione, scarsa capacità di concentramento, diminuzione della memoria, tensione.
Tutto ciò io non lo descriverei esattamente come paura.
Mi spiego:
io non guardo mai film horror perchè mi terrorizzano nel vero senso della parola. L'ultimo che ho visto, di sera da solo e davanti al computer, mi ha tenuto nella mia stanza fino alla mattina seguente. Anche se avevo bisogno del bagno non ho avuto il coraggio di andarci. Non avevo il coraggio di spostarmi dal letto. Ho tenuto la luce accesa tutta notte. La mattina dopo anche raggiungere la cucina mi ha richiesto del coraggio: dietro ogni uscio e dietro ogni muro ci poteva essere chissa cosa.
Ok, infatti film del genere non ne guardo mai.
Arrivo al punto: questa è paura. Questa che provo quando guardo un film horror è paura vera e propria.
Ma non la "fobia sociale". Quella io non la descrivo come paura.
Forse non me ne rendo neanche più conto, e le reazioni alla fine sono le stesse, ma io non la definirei davvero paura. Pur essendo una cosa molto sgradevole e fastidiosa è una cosa diversa dalla paura.
Io la chiamerei imbarazzo, vergogna, insicurezza, agitazione, perdita di controllo. Voi che ne pensate ?
Per voi la fobia sociale è un tipo di paura paragonabile a quella che si prova davanti a un film horror ?

Poi arrivo al secondo punto di cui volevo parlare:
questo fatto dei film horror dice molto su come lavora il cervello. In questo caso parlo come se la fobia sociale fosse paura vera e propria quindi un po' mi contraddico.
Quando uno è spaventato, il ragionamento razionale serve a poco, anzi non serve a nulla.
Allora: adesso sono in casa mia e sono relativamente tranquillo. Non ho paura ad andare in alcuna stanza, nel bagno in cucina, mi muovo anche con poca luce o con le luci basse, sono concentrato su quello che sto facendo, la mia casa è "tranquilla".
Adesso vado su youtube e mi cerco un film horror che ce ne sono a volontà e me lo guardo.
Nel giro di un'ora la percezione della mia casa (come ho descritto prima) è totalmente cambiata. Muovermi da una stanza all'altra diventa qualcosa di terrificante, apro gli usci come se dietro dovessero esserci le creature e i personaggi più orribili del mondo, ogni rumore diventa sospetto. Rimango sostanzialmente immobile, la paura mi inchioda, poi piano piano passa, come passa un mal di testa.
Ora, razionalmente, in quegli stessi momenti ho fatto questo esperimento di pensiero: la casa è esattamente la stessa di due ore fa. Se allora la ritenevo tranquilla, lo deve essere anche adesso. L'unica cosa che è successa in queste due ore è stato che sul mio monitor sono apparse delle immagini terrificanti (neanche poi tanto, mi basta poco). Tutto ciò è totalmente irrazionale. Non c'è nessun pensiero, nessun ragionamento capace di far passare quella sensazione orribile di paura. Sono perfettamente consapevole che dietro all'uscio non c'è niente e nessuno, nè due ore fa, nè adesso, nè ieri, nè un anno fa. Il mio bagno è uno dei posti per me più tranquilli al mondo. Eppure, sotto l'effetto della paura ogni ragionamento è totalmente inutile.
Ora, io mi chiedo, se facendo un esperimento controllato, come la visione di un film horror, non sono in grado di controllare la paura, anche avendo la certezza matematica che in quel momento la paura è totalmente ingiustificata, che speranze posso avere di dominare quell'altro tipo di paura, quella sociale ?
Le tattiche, se esistono, per dominare la paura da film horror (o altri tipi di paura), possono in qualche modo essere utili per la fobia sociale ?
Abituarsi alla paura in situazioni "controllate" come la visione di immagini terrificanti, può in qualche modo insegnare qualcosa su come dominare la paura in generale ?
Adesso vorrei sentire i vostri commenti, basta che non mettete immagini sanguinolente, di mostri, o di gente segata a metà nel 3d.
Vecchio 19-02-2013, 22:37   #2
Esperto
L'avatar di Pablo's way
 

Quote:
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basta che non mettete immagini sanguinolente, di mostri, o di gente segata a metà nel 3d.
uffa
Vecchio 19-02-2013, 22:38   #3
Avanzato
L'avatar di Quinzio
 

Quote:
Originariamente inviata da Pablo's way Visualizza il messaggio
uffa
Non azzardarti neanche !
Vecchio 19-02-2013, 23:39   #4
Banned
 

Il sentimento più nobile e antico dell'animo umano è la paura e la paura più grande è quella dell'ignoto. H.P. Lovecraft

Sta ad ognuno poi stabilire cosa rappresenti per sé l'ignoto, ...la società per esempio...
Vecchio 20-02-2013, 02:59   #5
y
Banned
 

probabilmente è solo una cosa più inconscia, che non puoi contrastare al momento, ma che devi smontare un po' alla volta, col tempo.
Vecchio 20-02-2013, 03:24   #6
Principiante
L'avatar di Fiox
 

Secondo la teoria della dissonanza cognitiva (Festinger), si crea una condizione di dissonanza, ovvero di incompatibilità, quando la constatazione: "Ho effettuato l'azione A" entra in conflitto con la credenza personale: "L'azione A potrebbe essere incompatibile con il mio atteggiamento".

Semplificando, la dissonanza è uno stato di tensione spiacevole che richiede un cambiamento cognitivo finalizzato a ridurre tale incompatibilità. Un soggetto convinto e pienamente soddisfatto della scelta fatta tende a dare scarso credito agli elementi che vi si trovano in dissonanza, concedendo maggior spazio a tutti gli elementi che la avvalorano.

Ovviamente, affinché la dissonanza abbia luogo, è necessario un certo impegno emotivo, cioè un attaccamento in qualche modo emotivo rispetto a una decisione.

Il livello di dissonanza è determinato da vari fattori come:
l’importanza della decisione (quanto più percepisco importante la scelta, tanto più tenderò ad avvalorarla in futuro),
l’attrattiva esercitata dalle diverse opzioni (quanto più le opzioni sono attraenti, tanto più si attiverà la dissonanza),
la quantità e la differenziazione delle alternative (quanto più le alternative sono simili, tanto più avrò difficoltà a scegliere e avrò la tentazione di riconsiderare la mia scelta in futuro).
La dissonanza colpisce prevalentemente le persone più sicure di sé o comunque tutti quelli che si definiscono esperti in un determinato campo o settore e che, basandosi su modelli di analisi collaudati, si fidano ciecamente delle indicazioni di questi ultimi, ignorando le informazioni che provengono dal mondo esterno.
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