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31-12-2024, 14:36
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#1
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Marche
Messaggi: 4,118
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Non conosco la diagnosi di ognuno di voi né fin quanto sia pervasivo il vostro disturbo.
Generalizzando per non dilungarmi: so che ci sono diverse tipologie di utenti: alcuni seguiti, con diagnosi, invalidità e farmaci... e la loro "controparte" che magari fa solo psicoterapia o nemmeno quella.
Una percentuale alta leggo che ha un lavoro, alcuni come categoria protetta altri in modo canonico. Sì, avete capito. E no, il mio non è vuole essere un discorso che divida in categorie gli utenti ma serve per arrivare al quesito.
In voi, malgrado i vostri vari livelli di malessere, ha mai prevalso il timore per lo stigma di "malato"? Portandovi a non chiedere aiuto, a vivere in ritiro la vostra malattia, a fare qualunque cosa pur di non giungere non tanto alla diagnosi, ma anche solo a quello che lo precede: test, colloqui, etc? Quindi comunque a una forma di giudizio?
Articolate la vostra esperienza, se volete.
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31-12-2024, 15:00
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2017
Ubicazione: Toscana/Bologna
Messaggi: 4,802
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ho timore dello stigma ma solo nel senso del giudizio negativo che riceverei dagli altri... del tipo nel dire a una persona che sto male o che ho un tale disturbo.
Ma nell'andare da specialisti della salute mentale, fare test e ricevere diagnosi non ho assolutamente alcun problema. Anzi mi piace un sacco! Peccato solo che siano molto costosi, infatti per questa ragione da un po' di tempo non vado da nessuno.
Insomma, da psico et similia non mi sento giudicato; da persone comuni che posso conoscere nella realtà fuori dalle sedute sì.
(proprio stamattina, a proposito, mi sono rimesso a guardare se ci fossero psico della mia città che offrono la prima seduta gratuita. Ormai le ho provate quasi tutte, ne restano due che però sono troppo brutte e non mi ispirano ahah)
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Ultima modifica di Darby Crash; 31-12-2024 a 15:13.
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31-12-2024, 15:25
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,780
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Non credo che quello che mi spinge lontano dai lettini sia lo stigma del malato.
Quasi quasi essere malati è una cosa bella se hai un curriculum sessuale come il mio: ti giustifica.
In realtà non c' è alcun motivo di giustificarsi, ma il rischio è di andarci per quello.
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31-12-2024, 15:31
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#4
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Intermedio
Qui dal: Jun 2024
Messaggi: 263
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Si, prevale su quasi tutto.
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Ultima modifica di 3stm; 31-12-2024 a 17:15.
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31-12-2024, 15:57
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2022
Ubicazione: ok computer
Messaggi: 1,520
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Sinceramente no. Prima di avere una diagnosi non volevo curarmi ma solo perché avevo paura che i medici volessero farmi del male, che mi dessero i farmaci per manipolarmi e controllare la mia testa, o anche semplicemente perché avevo paura mi dicessero che non stavo abbastanza male (nel frattempo non mangiavo, non dormivo, piangevo continuamente), in soldoni ero paranoico. Però paura che gli altri sapessero che sono malato, questo no. Anzi adesso lo dico apertamente anche ai colleghi e anzi sembra che mi trattino meglio quando lo sanno perché capiscono il motivo di certi miei limiti. Con la diagnosi sento di avere una conoscenza di me stesso più approfondita.
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31-12-2024, 16:38
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#6
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 104
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E' successo il contrario
La sfera del giudizio sociale decade dopo un effettivo lutto o malattia (nel mio caso fisica), perchè la vita e il tempo si mettono di mezzo, conta di più stare con famiglia e affetti piuttosto che badare a questioni di giudizio di terzi. Le menate si ridimensionano di fronte a questioni più grandi
Sono snodi della vita in cui il tempo si accorcia e subentrano priorità
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31-12-2024, 16:40
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#7
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Super Moderator
Qui dal: Mar 2019
Ubicazione: Sotto il letto del mostro
Messaggi: 4,828
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Tornassi indietro ne avrei di piú.
Ma non é colpa "del sistema" in senso ampio, sono leggi singole ad essere assurde e sproporzionate. Se si ha diagnosi psichiatrica si hanno rogne non indifferenti per la patente x dire, porto d'armi o il nulla osta per la detenzione manco a parlarne, lí ci sono proprio criteri on-off. Parlo anche per casi di ansia o depressione lieve. Di problemi si potrebbero averne anche per stipulare un mutuo (alla pari di malattie fisiche ben peggiori mi verrebbe da dire), poi ogni tanto ci sono leaks da data breech su cui alcune assicurazioni e alcuni datori di lavoro potrebbero essere felici di metterci le mani e dal 2025 parrebbe che ogni farmaco (anche le ricette bianche) confluiranno in automatico nel fse senza possibilità alcuna di opporcisi, tanto x chiudere in bellezza il quadretto.
Non sono scherzi ste cose, e non sto parlando del tipo di pazzo fuori di melone che aggredisce i passanti per strada, parlo di persone con semplici diagnosi e che prendoni farmaci, come tanti.
Verrebbe quasi da dire che se non si hanno cose che necessitano di farmaci, ma sarebbero risolvibili con la semplice psicoterapia (da un privato) sia decisamente meglio a livello di gestione pragmatica di vita. Sempre finché non verranno obbligati pure loro a caricare i referti nel fse.
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31-12-2024, 17:05
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,936
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Non ho mai pensato seriamente di andare da uno specialista, probabilmente un po' mi darebbe fastidio essere considerato "malato", però forse è peggio stare come sto adesso. Senza sapere esattamente cosa non va in me, se si può fare qualcosa, se sono fatto così e basta, se c'è un problema...
Per ora vengo semplicemente visto come una persona timida, chiusa, pigra, inetta e che non ha voglia di fare niente nella vita. Quindi lo stigma sociale già c'è.
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31-12-2024, 17:17
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#9
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Ubicazione: Regno dei fini
Messaggi: 1,692
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Quote:
Originariamente inviata da SugarPhobic
Non conosco la diagnosi di ognuno di voi né fin quanto sia pervasivo il vostro disturbo.
Generalizzando per non dilungarmi: so che ci sono diverse tipologie di utenti: alcuni seguiti, con diagnosi, invalidità e farmaci... e la loro "controparte" che magari fa solo psicoterapia o nemmeno quella.
Una percentuale alta leggo che ha un lavoro, alcuni come categoria protetta altri in modo canonico. Sì, avete capito. E no, il mio non è vuole essere un discorso che divida in categorie gli utenti ma serve per arrivare al quesito.
In voi, malgrado i vostri vari livelli di malessere, ha mai prevalso il timore per lo stigma di "malato"? Portandovi a non chiedere aiuto, a vivere in ritiro la vostra malattia, a fare qualunque cosa pur di non giungere non tanto alla diagnosi, ma anche solo a quello che lo precede: test, colloqui, etc? Quindi comunque a una forma di giudizio?
Articolate la vostra esperienza, se volete.
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Come mai consideri solo l’eventualità dell’auto-stigmatizzazione?
La cosa peggiore per me comunque è quando a stigmatizzarti sono i medici, persone pluri laureate che spacciano opinioni personali per (gaia) scienza. Se a farlo è la gente comune ancora ancora, in ogni caso purtroppo è facile sfociare nella discriminazione e nel razzismo. Io parlo da “privilegiata”, non c’è dubbio, sono donna bianca e etero, però ho una diagnosi che col tempo è diventata un punto debole, un bersaglio troppo facile da colpire. Io d’altra parte sono FIERA anche della mia diagnosi perché certe cose chicchi e chicche non ve le sognereste neanche la notte. A maggior ragione ci vuole RISPETTO! (Fine sfogo ad cazzum verso ignoti )
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Ultima modifica di cosechenonho; 31-12-2024 a 18:51.
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31-12-2024, 17:29
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#10
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Intermedio
Qui dal: May 2024
Messaggi: 208
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Buona parte della mia vita è stata caratterizzata dalla paura del giudizio e dello stigma. Ciò mi ha portato a mentire e soprattutto ad evitare. Anche con gli psicologi, non è stato immediato sbloccarmi su certi temi.
Per fortuna col tempo ho imparato a contestualizzare e a dare il giusto peso al giudizio degli altri, troppo faticoso mantenare gli scudi sempre alzati.
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31-12-2024, 17:37
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#11
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 104
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Quote:
Per fortuna col tempo ho imparato a contestualizzare e a dare il giusto peso al giudizio degli altri, troppo faticoso mantenare gli scudi sempre alzati
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Più che altro subentrano emergenze di vita che non sono rimandandabili neanche per chi speri di giocarsi la carta del suic**o (a volte si manda avanti l'idea che sia tutto evitabile sulla lunga), è un attimo ritrovarsi con due piedi a dover risolvere una situazione di colpo
Concretamente potrebbero succedere fatti da un momento all'altro e giocoforza tutta la narrazione sul giudizio sociale decade quando ci si rende conto che la maggior parte del mondo ha da pensare alle proprie incombenze e sfighe già di suo
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31-12-2024, 17:46
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#12
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Ubicazione: Regno dei fini
Messaggi: 1,692
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Quote:
Originariamente inviata da rogues
Più che altro subentrano emergenze di vita che non sono rimandandabili neanche per chi speri di giocarsi la carta del suic**o (a volte si manda avanti l'idea che sia tutto evitabile sulla lunga), è un attimo ritrovarsi con due piedi a dover risolvere una situazione di colpo
Concretamente potrebbero succedere fatti da un momento all'altro e giocoforza tutta la narrazione sul giudizio sociale decade quando ci si rende conto che la maggior parte del mondo ha da pensare alle proprie incombenze e sfighe già di suo
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Quindi per te il concetto di stigma è anacronistico? Non ha nessun peso, nessun valore, è giocoforza un qualcosa di superfluo e a cui non pensare proprio?
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31-12-2024, 17:51
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#13
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 104
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Quote:
Originariamente inviata da cosechenonho
Quindi per te il concetto di stigma è anacronistico? Non ha nessun peso, nessun valore, è giocoforza un qualcosa di superfluo e a cui non pensare proprio?
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Beh diciamo che quando cambio i fiori alla lapide dei miei famigliari, e lo faccio con una certa commozione, il ricordo di un qualche collega che nel 201* faceva una battute alla macchinetta del caffè è un filino ridimensionato al nulla, sì
E' anacronistico solo in senso soggettivo, immagino
P.s. off topic, il mio post era sul concetto di stigma sociale in generale, non strettamente psichiatrico
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Ultima modifica di rogues; 31-12-2024 a 17:59.
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31-12-2024, 17:57
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: Cintura di Castità
Messaggi: 8,133
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Non ci ho mai pensato.. in passato ci son stata da specialisti, anche se non di mia iniziativa.. fui obbligata dai miei.. mi hanno aiutato.. e fortunatamente non ho mai preso medicinali perché non ne ho mai avuto bisogno..
ora come ora, non lo so.. vista la mia situazione probabilmente sarebbe un grosso problema essere considerata una malata psichiatrica.. spero di riuscire a riprendermi senza bisogno di doverci ritornare.. dovessi perdere anche quel poco di lavoro che ho, non so come farei a vivere..
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31-12-2024, 18:13
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#15
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,417
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Le persone che mi conoscono meglio sanno dei problemi che ho avuto.
Ovviamente non ne si può parlare con chiunque, bisogna che ci sia una certa confidenza per poterne parlare.
Io forse anche qua nel forum posso sembrare contraddittorio, in realtà la spiegazione è molto semplice:
Non ho più cadute pesanti e invalidanti dell'umore come quando iniziò tutto (mi impedivano di lavorare e mi chiudevo letteralmente dentro casa), sono fluttuazioni più leggere.
Che ad un occhio distratto, di chi non mi conosce bene, nemmeno si notano.
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31-12-2024, 18:28
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#16
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,537
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Ho evitato a lungo specialisti della mente come psicologi e psichiatri non per una questione di stigma, ma per due motivi:
1) Quando devo fare qualcosa di nuovo rinvio rinvio rinvio.
2) Non mi fidavo molto di psicologia e psichiatria perché le considero delle scienze ancora in fasce e con tanta fuffa, e poi temevo di finire in mano a incapaci.
Tengo a precisare che sul punto 2 non ho cambiato poi troppo idea.
Per quanto riguarda l'aprirmi con gli altri sui miei problemi, il timore non è tanto lo stigma, ma la scarsa informazione che c'è al riguardo.
Ad esempio se dico che sono nello spettro autistico c'è un'alta probabilità che l'altra persona pensi che ho un ritardo cognitivo. Sull'autismo ho trovata una certa disinformazione anche presso psicologi e psichiatri, quindi figuriamoci tra la gente generica.
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31-12-2024, 18:39
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#17
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Ubicazione: Regno dei fini
Messaggi: 1,692
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Quote:
Originariamente inviata da rogues
Beh diciamo che quando cambio i fiori alla lapide dei miei famigliari, e lo faccio con una certa commozione, il ricordo di un qualche collega che nel 201* faceva una battute alla macchinetta del caffè è un filino ridimensionato al nulla, sì
E' anacronistico solo in senso soggettivo, immagino
P.s. off topic, il mio post era sul concetto di stigma sociale in generale, non strettamente psichiatrico
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È soggettivo, sì, io quando vado alle lapidi dei miei congiunti personalmente penso a tutt’altre cose. Però deve essere stato brutto per te sentire una battuta su una persona deceduta (o che era malata gravemente?). In un contesto poi come quello della macchinetta dei caffè. Il concetto di stigma si dipana in tanti modi.
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31-12-2024, 19:01
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#18
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Marche
Messaggi: 4,118
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Quote:
Originariamente inviata da cosechenonho
Come mai consideri solo l’eventualità dell’auto-stigmatizzazione?...
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Ah, se ho dato questa idea non ho lasciato intendere ciò che intendevo.
No, lo stigma per come lo concepivo io, è qualcosa che ti dai tu, ma che senti provenire dagli altri.
Quindi non era considerata solo l'auto-stigmatizzazione.
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31-12-2024, 19:23
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,192
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Quote:
Originariamente inviata da Daytona
Tornassi indietro ne avrei di piú.
Ma non é colpa "del sistema" in senso ampio, sono leggi singole ad essere assurde e sproporzionate. Se si ha diagnosi psichiatrica si hanno rogne non indifferenti per la patente x dire, porto d'armi o il nulla osta per la detenzione manco a parlarne, lí ci sono proprio criteri on-off. Parlo anche per casi di ansia o depressione lieve. Di problemi si potrebbero averne anche per stipulare un mutuo (alla pari di malattie fisiche ben peggiori mi verrebbe da dire), poi ogni tanto ci sono leaks da data breech su cui alcune assicurazioni e alcuni datori di lavoro potrebbero essere felici di metterci le mani e dal 2025 parrebbe che ogni farmaco (anche le ricette bianche) confluiranno in automatico nel fse senza possibilità alcuna di opporcisi, tanto x chiudere in bellezza il quadretto.
Non sono scherzi ste cose, e non sto parlando del tipo di pazzo fuori di melone che aggredisce i passanti per strada, parlo di persone con semplici diagnosi e che prendoni farmaci, come tanti.
Verrebbe quasi da dire che se non si hanno cose che necessitano di farmaci, ma sarebbero risolvibili con la semplice psicoterapia (da un privato) sia decisamente meglio a livello di gestione pragmatica di vita. Sempre finché non verranno obbligati pure loro a caricare i referti nel fse.
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Per gli stessi motivi che dici tu, non ho mai frequentato strutture pubbliche o SERD. Dicono che c'è la privacy ma non mi fido neanche un po'. Anche se un po' credo che sono fregato in quanto il medico di base le mie patologie le conosce ha i farmaci registrati nel computer. Però finché posso mi rivolgo a privati che fanno ancora tutto su carta.
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31-12-2024, 19:47
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#20
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Super Moderator
Qui dal: Mar 2019
Ubicazione: Sotto il letto del mostro
Messaggi: 4,828
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Quote:
Originariamente inviata da Keith
Per gli stessi motivi che dici tu, non ho mai frequentato strutture pubbliche o SERD. Dicono che c'è la privacy ma non mi fido neanche un po'. Anche se un po' credo che sono fregato in quanto il medico di base le mie patologie le conosce ha i farmaci registrati nel computer. Però finché posso mi rivolgo a privati che fanno ancora tutto su carta.
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Ecco, appunto, i farmaci che vede sono registrati nel tuo fascicolo sanitario, le ricette rosse dovrebbero passare di lí dal covid (misura emergenziale poi rimasta), adesso anche quelle a carico del cittadino finiranno lí. I referti magari si, saranno cartacei, ma i farmaci passeranno da lí. Puoi al piú oscurarlo, per adesso, perché vedrai che questa opzione verrà limata, già stanno parlando di rendere tutto visibile agli operatori del pronto soccorso indipendentemente dalle scelte del cittadino. In teoria comunque tra pubblico e privato dovrebbe esserci poca differenza a livello di privacy se si parla di psichiatria, lo viene a sapere il tuo medico e il centro in cui sei in cura, invece andare da un terapeuta, magari opponendosi al sistema tessera sanitaria, non comporta nulla. Per il momento, perché mi sembra di notare che ci sia stato un certo tipo controllo, progressivo ma irreversibile, su questo tipo di cose
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