|
|
13-08-2014, 22:00
|
#1
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Ciao ciao Forum,
Stavolta apro io un topic, forse qualcosa c'è ma è anche vero che questo forum permette (e ringraziamo) una notevole proliferazione di topic a problematiche molto affini tra loro. Caso mai sarà spostato o accorpato.
Dunque, conoscevo questo lato di me stesso di cui vi vado a parlare ma mi sono sorpreso di vederlo all'opera e con effetti così negativi.
Mi sento una persona in bilico tra timidezza eccessiva e forme lievi di fobia sociale, questo in media. Su certi aspetti quasi non sono timido, su altri di più ma diciamo che sono in grado di vivere il quotidiano senza stress, sudore o cose simili (diverso il caso di colloqui che implicano rapporti di forza, etc., parlo di uscire, fare la spesa e una normale giornata).
Ma quando mi capita di usare una lingua straniera vado nel pallone totale. Non sono di quegli italiani che si fanno capire a gesti. Se scordo il costrutto grammaticale o sbaglio qualcosa vado in panico, oltre ai normali problemi di comprensione del parlato che ho come tutti i non madrelingua. Questo è da attendersi in chiunque, in qualche misura: anche nel miglior facciadibronzo che esista, è chiaro che non poter comunicare produrrà qualche effetto almeno di disappunto. Ma su di me lo stress è parecchio forte.
Ora vi chiedo: capita a qualcuno di voi uno scarto tanto forte tra due modalità comportamentali? La circostanza che poi mi ha indotto a scrivere il post è stata l'arrivo in un posto dall'altra parte del mondo; sceso dall'aereo telefono a un'amica di penna del posto con cui si era detto che ci saremmo finalmente conosciuti di persona. Ebbene, unica volta nella mia vita, dopo il suo "hello..." ho attaccato facendo finta che la conversazione fosse caduta; successivamente ho comunicato solo con SMS e alla fine ci siamo incontrati per un paio d'ore, impacciatissime; non vedevo l'ora di andare via mentre il livello di disagio era abbastanza vicino a diventare ansia.
Non avevo mai fatto cadere intenzionalmente una conversazione al telefono in vita mia.
vostre esperienze?
|
Ultima modifica di pokorny; 14-08-2014 a 09:57.
|
13-08-2014, 23:17
|
#2
|
Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
|
Per quanto riguarda la difficoltà con le lingue straniere, anche nel mio caso c'è stata una cattiva influenza delle mie caratteristiche caratteriali. Sono stato per qualche mese all'estero. Mi dicevano di non preoccuparmi per la lingua, perché tempo due settimane al massimo sul posto e avrei imparato a parlare quasi come i madrelingua. Ovviamente nel mio caso non è stato così. Ero alquanto lento e impacciato nell'esprimere ciò che dovevo dire, la pronuncia credo che facesse schifo. Tutto sommato mi riuscivano a capire, il problema era più che altro che io non riuscivo a capire gli altri, ed era abbastanza frustante sentire gli altri parlare tra di loro e non afferrare cosa cavolo stavano dicendo. La responsabile del corso di lingua di lì mi disse che il problema si presentava spesso con chi non aveva in genere molta propensione alla comunicazione. Infatti gli altri, anche chi, come me, non aveva mai studiato la lingua prima, bene o male riuscivano a interagire abbastanza facilmente in lingua, grazie appunto al carattere più estroverso e probabilmente anche più dinamico e positivo. Comunque c'è da dire che ero capitato pure in mezzo a quei fanatici linguistici dei francesi che l'inglese lo schifano abbastanza
|
|
13-08-2014, 23:28
|
#3
|
Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 1,573
|
Io al contrario non ho mai avuto grossi problemi a parlare in inglese.
Anzi, mi mette a mio agio dover parlare in un'altra lingua e mi sento meno impacciata o "fobica".
Non so esattamente perché, ma ho notato questa differenza.
|
|
13-08-2014, 23:47
|
#4
|
Banned
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: NO
Messaggi: 4,011
|
Quote:
Originariamente inviata da alice89
Io al contrario non ho mai avuto grossi problemi a parlare in inglese.
Anzi, mi mette a mio agio dover parlare in un'altra lingua e mi sento meno impacciata o "fobica".
Non so esattamente perché, ma ho notato questa differenza.
|
più o meno idem
|
|
14-08-2014, 00:09
|
#5
|
Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,700
|
Io ho seri problemi nel colloquiare usando un'altra lingua (che poi sarebbe l'inglese, dato che altre di fatto non le conosco).
Sebbene a scuola sia sempre andato bene in questa materia, e non incontri troppe difficoltà nel leggere testi anche specialistici scritti in inglese (come ad esempio accaduto all'università), quando si tratta di parlare con altre persone lì emergono tutti i miei clamorosi limiti. Se dovessi indicare il mio livello di capacità di espressione orale, lo definirei sicuramente con la lettera "V" (che sta per Vanziniano...insomma, altro che A1 e B1 ).
Questa mia difficoltà credo sia dovuta probabilmente al fatto che, al di là del mio scarso interesse per il padroneggiamento delle lingue straniere e al mio non essere granché portato per il loro apprendimento, non ho mai avuto lo stimolo a mettere in pratica né ad allenare le mie conoscenze, dato che non mi interessa viaggiare (in 29 anni di vita non ho mai varcato i confini nazionali...e detto sinceramente, nemmeno oggi trovo alcun motivo per farlo) né tantomeno fare il ridicolo mettendomi a rimorchiare turiste.
Il guaio è che oggi per motivi di lavoro mi trovo ad avere a che fare con gente proveniente da tutto il mondo, perciò pensate voi che bellezza quando provo ad interagire con loro... Meno male che non posso vedermi dall'esterno, sennò a causa dell'imbarazzo proverei il desiderio di strozzarmi con le mie stesse mani
|
|
14-08-2014, 05:42
|
#6
|
Principiante
Qui dal: Aug 2014
Messaggi: 18
|
Io parlo fluentemente una lingua straniera e so qualcosa di inglese. Nella lingua in cui sono fluente mi sento sempre in tensione perché mi vergogno dell'accento, non riesco mai a rilassarmi quando parlo con qualcuno anche se non ho nessun problema a capire, solo che mi sento scema per questo accento italiano che proprio non riesco a togliere.
Per l'inglese è ancora peggio. Però non so come spiegare ma proprio perché il mio inglese non è granché che mi viene voglia di praticarlo di più. Un inglese/americano che mi sente parlare capisce subito che non ho mai vissuto nei loro paesi, e ho sempre notato che di solito ti sorridono e iniziano a parlarti come parlassero ad un bambino. Ecco, questo tipo di situazione paradossalmente mi tranquillizza, non dovrò affrontare battutine che non capisco perché non le diranno, mi parleranno usando parole semplici e di solito anche trattandomi come una bambina. Inoltre il non capire il parlato veloce mi rende come sorda ai commenti della gente. Quante volte ho desiderato passeggiare per strada e non saper l'italiano per non dover mai sentire niente...
|
|
14-08-2014, 08:00
|
#7
|
Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,046
|
io ho il terrore del mio accento, e questo di solito me lo fa peggiorare quando mi trovo in conversazione con anglofoni ( per la mia solita tara mentale del "ho il terrore di una cosa facciamola quindi realizzare " ), e poi vado in panico quando non capisco qualcosa o quando non riesco a farmi capire. Li spesso mi blocco.
E la cosa mi irrita, perchè alla fine non sono male in inglese, lo leggo tranquillamente e nella mia testa lo so pure parlare
|
|
14-08-2014, 09:06
|
#8
|
Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
|
Quote:
Originariamente inviata da pokorny
La circostanza che poi mi ha indotto a scrivere il post è stata l'arrivo in un posto dall'altra parte del mondo; sceso dall'aereo telefono a un'amica di penna del posto con cui si era detto che ci saremmo finalmente conosciuti di persona. Ebbene, unica volta nella mia vita, dopo il suo "hello..." ho attaccato facendo finta che la conversazione fosse caduta; successivamente ho comunicato solo con SMS e alla fine ci siamo incontrati per un paio d'ore, impacciatissime; non vedevo l'ora di andare via mentre il livello di disagio era abbastanza vicino a diventare ansia.
Non avevo mai fatto cadere intenzionalmente una conversazione al telefono in vita mia.
vostre esperienze?
|
no direi proprio di no !
ricordo un viaggio in aereo con un sudafricano che si complimentava del mio inglese (bontà sua ...) altre volte sono rimasto imbarazzato come quella volta che chiesi il gelato "two flowers" invece di dire "two flavours" ricordo ancora le facce allibite delle due negrette ...
nella scena descritta da pokorny sarei stato imbarazzato ma non per la lingua pe la difficoltà di incontrare una persona e di sesso femminile pe r giunta conosciuta solo via penna ...
|
|
14-08-2014, 09:33
|
#9
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da tersite
[...] nella scena descritta da pokorny sarei stato imbarazzato ma non per la lingua pe la difficoltà di incontrare una persona e di sesso femminile pe r giunta conosciuta solo via penna ...
|
Nonono, nemmeno io sarei stato a mio agio per usare un eufemismo. Ma ella è sposata con prole ed ero invitato in famiglia. Questo ha disinnescato in partenza tutti i miei costrutti mentali, ovvero se fosse stata libera e cose così, allora il rapporto non l'avrei portato avanti nemmeno per via epistolare. Si sarebbe ripetuto il solito copione: non avrei ricevuto il minimo segnale di interesse o simpatia e sapendo quanto ci sto male, avrei evitato. Come faccio del resto ora e sempre più farò man mano che l'età e i miei "numeri" passano dallo zero a valori negativi. A maggior ragione, a 20.000 km di distanza se fosse stata la mia grande occasione l'avrei dovuta perdere.
|
|
14-08-2014, 09:39
|
#10
|
Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
|
Sono una frana nell'inglese. Quando uno inizia a parlare con me inizio subito il discorso con "sorry but i don't speak english very well" cosi da pararmi un po' proprio con questa frase mi sparisce l'ansia e faccio meglio i discorsi
|
|
14-08-2014, 09:41
|
#11
|
Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,046
|
Quote:
Originariamente inviata da Biomotivato
Sono una frana nell'inglese. Quando uno inizia a parlare con me inizio subito il discorso con "sorry but i don't speak english very well" cosi da pararmi un po' proprio con questa frase mi sparisce l'ansia e faccio meglio i discorsi
|
si pure io tendo a mettere le mani avanti del tipo ." sorry my english sucks"
|
|
14-08-2014, 10:36
|
#12
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
Il modo migliore per imparare una lingua è prima di tutto ascoltarla (esattamente quello che accade per la nostra lingua madre, inizia tutto con l'ascolto), ma questo è abbastanza difficile in un paese che ancora conserva quell'aberrazione culturale che è il doppiaggio dei prodotti audiovisivi stranieri. Fortunatamente nell'era della comunicazione globale e della disponibilità totale e immediata di ogni genere di informazione, le cose dovrebbero cambiare, perché ormai è possibile reperire quasi tutto in lingua originale. Il mio consiglio è quindi quello di ascoltare un sacco, sempre tenendo conto del fatto che le difficoltà di comunicazione personale non vanno affatto trascurate.
|
|
14-08-2014, 10:47
|
#13
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Il modo migliore per imparare una lingua è prima di tutto ascoltarla (esattamente quello che accade per la nostra lingua madre, inizia tutto con l'ascolto)
|
Grazie del suggerimento ma il fatto è che io non ci tengo più. Volevo pure fare l'indologo piuttosto che quello che ho finito col fare, e le lingue sono sempre state un interesse fondamentale per me. Ma ormai non ho nessun movente per migliorare quelle che conosco o impararne altre. Quello che avevo, ovvero il sogno di trasferirmi altrove, ormai si è dimostrato irrealizzabile.
Io avevo aperto il topic semplicemente per sapere se altri come me hanno delle "impennate" di sociofobia o timidezza così intense come mi capita nelle circostanze che ho descritto.
Comunque grazie per i suggerimenti, che apprezzo sempre a prescindere.
|
|
14-08-2014, 13:23
|
#14
|
Banned
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 4,089
|
Stranamente comunico più efficacemente quando parlo un'altra lingua: all'inizio anch'io controllavo grammatica e sintassi prima di ogni frase, ma poi diventa chiaro che l'importante è comunicare e che viene apprezzata molto la volontà di farsi capire.
Poi un lessico più ridotto costringe a un'immediatezza di espessione che rende conversazioni e rapporti un po' più semplici e meno artefatti.
|
|
14-08-2014, 17:10
|
#15
|
Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Il modo migliore per imparare una lingua è prima di tutto ascoltarla (esattamente quello che accade per la nostra lingua madre, inizia tutto con l'ascolto), ma questo è abbastanza difficile ...
|
mia esperienza 30 anni fa con una insegnante di madre lingua , corso organizzato dal comune di Livorno (dio gliene renda merito ) pagato mi pare 150'000 £ per 6 mesi e poi rinnovato per altri 6 , eravamo 9 persone nove
ho imparato un bel po' peccato che dopo 3 anni non abbia continuato
confermo che l'ascolto è fondamentale e sopratutto la età da giovani si impara meglio , superata una certa età lasciate perdere...
|
|
14-08-2014, 18:43
|
#16
|
Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,700
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Il modo migliore per imparare una lingua è prima di tutto ascoltarla (esattamente quello che accade per la nostra lingua madre, inizia tutto con l'ascolto), ma questo è abbastanza difficile in un paese che ancora conserva quell'aberrazione culturale che è il doppiaggio dei prodotti audiovisivi stranieri. Fortunatamente nell'era della comunicazione globale e della disponibilità totale e immediata di ogni genere di informazione, le cose dovrebbero cambiare, perché ormai è possibile reperire quasi tutto in lingua originale. Il mio consiglio è quindi quello di ascoltare un sacco, sempre tenendo conto del fatto che le difficoltà di comunicazione personale non vanno affatto trascurate.
|
Concordo in pieno per quanto riguarda l'importanza dell'ascolto nell'appredimento di un idioma linguistico (qualunque esso sia, e qualunque sia l'età dell'apprendente), ma quando definisci la tecnica del doppiaggio addirittura un'"aberrazione culturale" mi sembra che tu la stia sparando davvero grossa (il che non sarebbe la prima volta, del resto).
|
|
14-08-2014, 19:43
|
#17
|
Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
|
Se l'italiano fosse la mia lingua straniera tutto tornerebbe!
Quote:
Originariamente inviata da muttley
ma questo è abbastanza difficile in un paese che ancora conserva quell'aberrazione culturale che è il doppiaggio dei prodotti audiovisivi stranieri
|
Non basta scaricarseli se proprio si vuole?
E poi a volte non sono poi tutto sto granché le voci inglesi eh, anzi (tanto per dire in "How to train a dragon" è stato infinitamente più espressivo il doppiatore italiano rispetto a quello inglese).
|
Ultima modifica di Weltschmerz; 14-08-2014 a 19:47.
|
14-08-2014, 19:52
|
#18
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
Quote:
Originariamente inviata da Tararabbumbieee
Concordo in pieno per quanto riguarda l'importanza dell'ascolto nell'appredimento di un idioma linguistico (qualunque esso sia, e qualunque sia l'età dell'apprendente), ma quando definisci la tecnica del doppiaggio addirittura un'"aberrazione culturale" mi sembra che tu la stia sparando davvero grossa (il che non sarebbe la prima volta, del resto).
|
Il doppiaggio in Italia si è sviluppato come alternativa ai sottotitoli in epoche in cui l'analfabetismo era ancora abbastanza diffuso e non permetteva a molte persone di poter leggere le scritte in sovrimpressione. Ora direi che non si tratta più un problema, purtroppo permangono gli errori di traduzione e adattamento clamorosi dei nostri doppiaggi, talvolta voluti, talvolta accidentali. Il doppiaggio poi non solo ostacola la possibilità di ascoltare l'audio in lingua originale e abituarsi così a familiarizzare con le altre lingue, ma fa perdere un sacco di sfumature linguistiche e interpretative di molti attori, perché tende a livellare le differenze tra attore e attore. Basta pensare ai tempi in cui Ferruccio Amendola doppiava tre attori diversissimi tra loro come De Niro, Scorsese e Stallone, facendo perdere allo spettatore italiano numerosi dettagli interpretativi. E' vero che il doppiaggio esiste anche in paesi come Francia, Spagna, Brasile, Germania eccetera, ma negli stessi paesi c'è anche un'ampia possibilità di usufruire di cinema con programmazioni in doppia lingua. Spiegamelo tu un possibile vantaggio derivante dal doppiare i film, in un'epoca in cui l'analfabetismo (a parte quello cosiddetto "di ritorno") è pressoché scomparso...
|
|
14-08-2014, 20:03
|
#19
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
[...] Spiegamelo tu un possibile vantaggio derivante dal doppiare i film, in un'epoca in cui l'analfabetismo (a parte quello cosiddetto "di ritorno") è pressoché scomparso...
|
Eccone uno: dover leggere contemporaneamente alla gestione dell'informazione visiva in senso stretto è una discreta fatica, in un paese come il nostro che è drammaticamente indietro in quelli che sono gli attuali standard di alfabetizzazione.
Una volta il problema era saper leggere, oggi è sapere l'inglese. Non è che tu sia solo nel tuo punto di vista, anche il più sfegatato supporter del doppiaggio riconosce tutte le problematiche che hai esposto. Ma noi siamo la periferia dell'Europa esattamente come lo eravamo in passato. Semplicemente la richiesta minima di alfabetizzazione di base europea è la propria lingua e almeno l'inglese, e mutatis mutandis non siamo granché cambiati.
Sicuramente molto è questione di abitudine, voglio dire, magari nel paese X in cui l'inglese è persino meno conosciuto che da noi, ci si abitua da piccoli al sottotitolo. Ma come si sa, eradicare un'abitudine è difficilissimo e la vitalità del doppiaggio la vedo come una prova in questo senso.
EDIT: Ricordo di aver letto di un articolo su una ricerca riguardante il grado di alfabetizzazione in Europa. Pare che qualcosa come il 40% degli italiani abbia serie difficoltà anche con la sintassi di base dell'italiano, paragonato ad altri paesi con cifre sotto il 10%. Ovviamente non tocca direttamente quello di cui stiamo parlando ma dà un'idea di che problemi verrebbero fuori a sottotitolare i film.
|
Ultima modifica di pokorny; 14-08-2014 a 20:07.
|
14-08-2014, 20:27
|
#20
|
Esperto
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,700
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Il doppiaggio in Italia si è sviluppato come alternativa ai sottotitoli in epoche in cui l'analfabetismo era ancora abbastanza diffuso e non permetteva a molte persone di poter leggere le scritte in sovrimpressione. Ora direi che non si tratta più un problema, purtroppo permangono gli errori di traduzione e adattamento clamorosi dei nostri doppiaggi, talvolta voluti, talvolta accidentali. Il doppiaggio poi non solo ostacola la possibilità di ascoltare l'audio in lingua originale e abituarsi così a familiarizzare con le altre lingue, ma fa perdere un sacco di sfumature linguistiche e interpretative di molti attori, perché tende a livellare le differenze tra attore e attore. Basta pensare ai tempi in cui Ferruccio Amendola doppiava tre attori diversissimi tra loro come De Niro, Scorsese e Stallone, facendo perdere allo spettatore italiano numerosi dettagli interpretativi. E' vero che il doppiaggio esiste anche in paesi come Francia, Spagna, Brasile, Germania eccetera, ma negli stessi paesi c'è anche un'ampia possibilità di usufruire di cinema con programmazioni in doppia lingua. Spiegamelo tu un possibile vantaggio derivante dal doppiare i film, in un'epoca in cui l'analfabetismo (a parte quello cosiddetto "di ritorno") è pressoché scomparso...
|
Dopo questo excursus sulle ragioni storico-sociali che hanno portato in Italia allo sviluppo della pratica del doppiaggio cinematografico, mi sembra ancora più fuorviante l'uso della tua espressione "aberrazione culturale".
E' evidente infatti che, date le premesse da te stesso enunciate, nella diffusione del fenomeno nel nostro Paese non c'è stato proprio nulla di aberrante o di anormale, essendosi anzi il tutto sviluppato come logica conseguenza dello stato di analfabetismo allora dilagante (e a dire il vero ancor oggi tutt'altro che superato).
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Spiegamelo tu un possibile vantaggio derivante dal doppiare i film, in un'epoca in cui l'analfabetismo (a parte quello cosiddetto "di ritorno") è pressoché scomparso...
|
Di vantaggi, a ben guardare, ce ne sarebbero di diversi. Basta rifletterci un po'. Ti riporto qualche esempio:
in primo luogo, la qualità con cui il doppiaggio in lingua italiana risulta spesso effettuato (non a caso il nostro Paese viene riconosciuto come un esempio di eccellenza in tal campo - il che non toglie che vi possano essere, e vi siano, anche numerosi esempi di segno contrario) è tale da rendere la tecnica stessa del doppiaggio un'espressione artistica meritevole di una considerazione a sé stante e di essere goduta pienamente dallo spettatore.
In secondo luogo, la possibilità di divulgare maggiormente un'opera, dato che ancora oggi in Italia pochi conoscono sufficientemente le lingue straniere ed inoltre non tutti sono disposti a seguire un prodotto audiovisivo coi sottotitoli (cosa che a me personalmente non hai mai dato fastidio, l'ho fatto spesso e continuerò certamente a farlo, ciò non toglie tuttavia che molte persone lo trovino scomodo).
In terzo luogo, la possibilità di resistere all'imperialismo culturale di matrice anglosassone ed in particolare statunitense (motivo per cui chi preferisce potrà assistere alla visione del prodotto nella propria lingua, mentre chi predilige l'originale potrà fare diversamente, senza che nessuna delle due categorie possa impedire all'altra di compiere la propria legittima scelta).
Sicuramente si potrebbero aggiungere ancora degli altri vantaggi derivanti dalla pratica del doppiaggio, ma al momento non mi vengono in mente.
|
|
|
|
|