Eccomi di ritorno sul problema. Quale problema? Già definirlo non è
facile.
Non vorrei ripetermi; probabilmente ho già fatto questi discorsi.
Se è così, mi scuso fin d'ora.
In breve: qualche giorno fa sono stato nella piscina della mia palestra; si teneva una lezione di un'attività acquatica dove solitamente gli uomini sono molti pochi, oggi ero addirittura l'unico. Oltre me, una ventina di donne.
Dovrebbe essere l'ideale, no? Niente concorrenza.
Se aggiungi che sono fisicamente a posto, perfettamente normale, anzi in
forma, uno dovrebbe trarre delle conclusioni.
Conclusioni ovvie, se riferite ad uno "normale". Per me non è così.
Anche frequentando ambienti pieni di donne, come ad es. la palestra,
il mio rapporto rimane sul "ciao - ciao" oppure con alcune entro
maggiormente in confidenza, scherzo ecc. ma non riesco ad andare oltre.
Non è neanche che io mi blocchi con loro... come ho detto a prima vista,
benchè riservato e certo non chiaccherone, posso risultare del tutto
normale, ma questo solo finchè la conoscenza e la familiarità non
progrediscono perchè, infatti, il mio atteggiamento non si adegua al mutare
della situazione e rimango sempre abbastanza formale, sempre allo stesso
punto, anche frequentando per mesi lo stesso ambiente. Immagino, invece, che
col passare del tempo le altre persone (mi riferisco nel caso specifico alle
donne) si aspettino un qualcosa da me, che però non mi viene spontaneo, non
riesco a cogliere determinati segnali (che, in ogni caso, non saprei come
interpretare), non so cosa fare, cosa cambiare nel mio atteggiamento col
mutare della situazione e soprattutto quando è il caso di cambiare qualcosa.
Insomma, cose del tutto evidenti per gli altri per me restano avvolte
nell'incertezza e nel dubbio.
E se sono a volte tentato di fare qualcosa, temo di essere frainteso, o di
sbagliare momento e di risultare inopportuno... allo stesso tempo ho questi
timori non facendo nulla. E' come se mi servisse un manuale per spiegarmi
come bisogna comportarsi all'inizio, e in seguito, cosa fare e come, e
quando.
Io tutte queste cose non riesco a metabolizzarle, se mi sforzo a fare
qualcosa di diverso, a tenere un atteggiamento diverso dal solito, mi pare
di essere artificiale, fuori luogo.
Senza contare che, essendo timido, devo vincere anzitutto la mia naturale
propensione a lasciare che siano gli altri (le altre!) a fare il primo passo
anche se poi, quand'anche avvenisse, faticherei persino a riconoscerlo come
tale.
Tutto questo mi impedisce di superare una certa soglia di familiarità con le
ragazze, di intimità che credo sia necessaria per procedere oltre.
Quando poi vedo che alcuni miei amici al primo tentativo riescono a portare
a casa il massimo risultato (non so se mi spiego) allora penso che deve
esserci in me qualcosa che non va, perchè io non ci riesco nemmeno dopo un
anno; e, quel che è peggio, non perchè mi blocco, o perchè mi assale il
panico, no, niente di tutto questo. E' un qualcosa di più sottile che entra
in gioco, di più subdolo, che fatico ad inquadrare e quindi a combattere.
Infatti, andando con una prostituta, il problema non si pone: sono lì per un
motivo, lei lo stesso, so cosa devo fare, non possono esserci equivoci, e lo
faccio. Tutto è chiaro, preciso, lineare. Ed è paradossale pensare che
alcuni dei miei amici, di una faccia tosta più unica che rara, mi confessano
che loro non hanno mai avuto il coraggio di fare questa esperienza, mentre
io, spinto certo dalla necessità, con tutta la mia timidezza, ci sono
riuscito.
Veramente ancora non ho capito da che cosa sono affetto.
Mi pare, mi pare, di essere inconsapevolmente preso da una sorta di timore
di comportarmi in modo diverso dal solito - che comunque non mi soddisfa - e
di non rispondere all'immagine che io credo gli altri abbiano di me. Cosa me
ne importa? razionalmente nulla, ma questi atteggiamenti sono automatici e
condizionano anche le azioni consapevoli. Tanto più che sono perfettamente
conscio del fatto che questa immagine certo non deve essere molto
lusinghiera. E allora cosa ci perderei a cambiarla? Perchè sono così
attaccato ad essa? Sono attaccato ad una cosa che detesto? Come è possibile?