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03-01-2017, 21:03
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#1261
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Esperto
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Termina field
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Originariamente inviata da redone
Io non c'ho mai provato,timidezza,insicurezza,fisico non certo da modella,in più mettici che dopo la scuola sono rimasta disoccupata senza amici,zero vita sociale,famiglia asfissiante,tutto ha contribuito e ti posso assicurare che non ce via d'uscita,dovrei buttarmi e provare quei stupidi siti d'incontro ma non sono il tipo!
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Secondo me i siti d'incontro sono dei moltiplicatori delle opportunità che hai normalmente IRL. Se le tue opportunità nella vita di tutti i giorni sono zero....
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03-01-2017, 21:05
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#1262
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Esperto
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Termina field
Messaggi: 2,688
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Originariamente inviata da muttley
Ecco allora che si scopre che non abbiamo fame perché sentiamo l'istinto di nutrirci per sopravvivere, ma perché ce l'hanno detto fin da bambini, ecco che si scopre che non abbiamo schifo dei nostri rifiuti organici perché un tempo erano il mezzo di delimitazione del territorio ma perché ce l'hanno detto fin da piccoli...insomma, è tutto culturalizzato, compreso il dolore fisico, il sonno ecc.
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Mai usato toni così assolutistici. Invece quello che ho scritto rappresenta esattamente il tuo pensiero (do you remember? "le donne sono roba solo per i ricchi e i fighi", etc...).
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03-01-2017, 21:12
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#1263
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
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Originariamente inviata da Takkuri
Secondo me i siti d'incontro sono dei moltiplicatori delle opportunità che hai normalmente IRL. Se le tue opportunità nella vita di tutti i giorni sono zero....
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irl????????????????????????
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03-01-2017, 21:14
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#1264
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
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Originariamente inviata da Takkuri
Secondo me i siti d'incontro sono dei moltiplicatori delle opportunità che hai normalmente IRL. Se le tue opportunità nella vita di tutti i giorni sono zero....
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irl?????????????????????????????????????????
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03-01-2017, 21:49
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#1265
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
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Quote:
Originariamente inviata da Takkuri
Mai usato toni così assolutistici.
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Ecco un bel libro che secondo me dovresti leggere
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03-01-2017, 22:02
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#1266
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Prima recensione che ho trovato del libro. Non parliamo poi della pagina Amazon inglese (quella italiana ha quattro gatti) dove le prime tre recensioni sono tutte negative e con migliaia di "mi piace".
Cominciamo col dire quello che il libro non è. The Female Brain non tratta, se non in minima parte, delle peculiarità neuroanatomiche del cervello femminile. Si potrebbe notare, a essere un po’ severi, che il libro non rispetta quello che è il suo stesso titolo. Si tratta, piuttosto, di un’analisi dettagliata del modo in cui le variazioni ormonali che si realizzano ai vari stadi della vita di una donna ne influenzano pensieri, emozioni e comportamenti. Il sistema endocrino delle donne sarebbe stato un titolo più calzante. Sarebbe stato interessante soffermarsi su quello che è lo stato dell’arte circa le ricerche sulle differenze neuroanatomiche tra i due sessi (se ve ne sono) e ancor più sulle differenze psicologiche (se ne ve sono). Purtroppo, non è quello che il libro sceglie di fare. E quello che invece fa, lo fa a mio avviso con scarsi risultati.Brizendine contesta l’idea che l’umanità sia dotata di un cervello per così dire ungendered. Può darsi, e io stesso credo che abbia ragione. Ma nell’abbandonare una forma di essenzialismo finisce giocoforza per abbracciarne un’altra: l’idea che vi siano delle ben marcate e ben identificabili differenze gender-related. L’argomentazione viene seguita mescolando un approccio più accademico a uno più divulgativo: riferimenti alla letteratura specialistica si alternano così alle avventure, perlopiù sentimentali, delle pazienti dell’autrice. Di per sé non sarebbe neanche male come approccio. Quello che tuttavia ne risulta è il trionfo dello stereotipo. Non mi sorprende che fra i lettori abbia suscitato così tanto consenso, perché (non so quanto volontariamente) è un libro che solletica le nostre più dozzinali percezioni di senso comune, alimentate dai veicoli culturali ai quali siamo giornalmente sottoposti.Leggendo questo libro scopriamo così che la “scienza” avrebbe confermato che le donne siano più emotive, più empatiche, più abili verbalmente, più bisognose di rassicurazioni, più votate alla socialità e più bisognose di socializzare, più timorose dei conflitti, più abili nel valutare le sfumature emotive nelle espressioni e nella voce altrui. Gli uomini, di contro, sono meno emotivi, meno capaci di comprendere le emozioni altrui – per inciso, è per questo che le donne scoppiano sempre a piangere: perché l’uomo ha bisogno di un segnale palese per cogliere il disagio della propria compagna –, più interessati al sesso, alla competizione e alla dominanza, più aggressivi, più lupi solitari, più facili all’ira. Nella ricerca di un partner, poi, le prime sono preoccupate soprattutto di trovare qualcuno che possa materialmente provvedere al sostentamento dei figli, i secondi sono interessati anzitutto allo spargimento del seme.Com’è facile intuire da quest’ultima osservazione, la prospettiva scientifica cui Brizendine fa riferimento è quella della psicologia evoluzionistica, secondo cui tratti comportamentali e psicologici dell’essere umano odierno avrebbero la propria ragione d’essere in ciò che si dimostrò adattativo – cioè, ciò che assicurò una discendenza più numerosa – per i nostri antenati. Qui non mi soffermo a far presente quanto siano deboli le credenziali scientifiche di questa prospettiva, che fa riferimento a un modo di vedere l’evoluzione obsoleto e non più sostenibile (si veda uno degli ultimi libri di T. Pievani, Evoluti e abbandonati).Di quell’approccio, l’autrice condivide la stessa disinvoltura nello spiegare tratti comportamentali e cognitivi complessi. Al di là di qualche affermazione sbrigativa, il libro non fornisce alcun tentativo di comprendere come i fattori naturali interagiscano con quelli sociali e culturali, ignorando inoltre la possibilità che lo sviluppo neurale sia plasmato dalle esperienze almeno quanto lo è dal genere. Nel non fare ciò, il libro fornisce la fuorviante e diseducativa impressione che problemi complessi possano essere affrontati con strumenti semplici, e che la scienza sia nelle condizioni di giungere a una risposta chiara su un argomento di cui in realtà si capisce ben poco.È il caso di non farsi trarre in inganno dalla gigantesca bibliografia. Osservando i rimandi in fondo al libro si nota come la letteratura sia usata in modo per nulla critico; e leggendo i titoli degli articoli citati, ci si rende conto che spesso non hanno un legame diretto con la tesi che l’autrice sostiene nel farvi riferimento (lo nota Nature nella sua recensione al libro: [...] ). D’altronde, se la letteratura specialistica supportasse inequivocabilmente le considerazioni dell’autrice, ci sarebbe assai meno bisogno di ricorrere a storielle, peraltro così stereotipate (da un punto di vista personale, sono stato particolarmente punto sul vivo dal cap. in cui si attribuisce agli uomini la più completa inettitudine a capire gli stati emotivi altrui).Nel libro si dà per scontata, con estrema scioltezza, l’immediatezza del passaggio dall’attività neuroendocrina alla produzione di stati mentali e relativi comportamenti. Il rapporto mente-corpo, com’è ovvio, è un problema filosofico enorme. Benché non sia giusto pretendere che un autore tratti un problema secondo una specializzazione che non è la sua, si potrebbe quantomeno fare un piccolo sforzo per non banalizzare la questione. Quello che troviamo costantemente qui invece è il riduzionistico presupposto che quanto avviene a livello ormonale sia causa di quanto avviene a livello psicologico e comportamentale. L’esempio più clamoroso lo abbiamo nella tabella posta all’inizio del libro, che ci informa che i cambiamenti ormonali che avvengono durante una gravidanza generano nella madre una maggiore attenzione «per l’ottenimento del congedo di maternità»!!! E questa forma di ragionamento è in effetti il presupposto di tutto il libro: vale a dire, è la logica che secondo l’autrice spiega il comportamento umano in generale.L’ultima considerazione da fare è la più delicata. La descrizione dei cambiamenti ormonali che si accompagnano alle fasi della vita di una donna presuppone l’idea che vi sia, per le donne, un percorso di vita naturale, prevedibile e lineare. Ora, è francamente incredibile che un’accademica non colga la portata prescrittiva e “normalizzante” che un simile approccio si trascina dietro. Dopo decenni di femminismo fa specie leggere che per una donna sarebbe “naturale” cercare la protezione di un uomo a una certa età e diventare madre a un’altra. E fa specie, più in generale, che si spacci per “naturale” o “genetico”, dunque immutabile, quello che è invece il prodotto di precisi modelli culturali (avendo pure il coraggio di presentare il proprio contributo come dirompente, proprio rispetto alle questioni di genere); il tutto, naturalmente, sotto il vessillo rassicurante e autorevole della “scienza”.6*di*6*persone hanno trovato utile questa recensioneGrazie del feedback.Avanti→Vedi tutte le recensioni cliente (10)Torna a Il cervello delle donneINIZIO PAGINA
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Ultima modifica di Bluevelvet93; 03-01-2017 a 22:12.
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03-01-2017, 22:21
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#1267
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,123
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Hai pescato nel mucchio di recensioni positive, quelle 3-4 negative.
Il fatto è che certe teorie godono di un'ampia letteratura scientifica, altre invece sono facilmente reperibili sui post pieni di livore dei forum sulla qm.
Ah già, dimenticavo gli studi di genere, quelli si che sono supportati da grandi evidenze scientifiche sottoposte ad inconfutabili verifiche sperimentali...
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03-01-2017, 22:26
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#1268
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Lo sai vero che praticamente nessuno si è cagato quel libro in ambito accademico?
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03-01-2017, 22:28
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#1269
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,123
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Perché è un libro divulgativo, testina...di sicuro non si cagano nemmeno i libri sugli studi di genere
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03-01-2017, 22:29
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#1270
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
...insomma, è tutto culturalizzato
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Anche la gara all'omologazione in una certa fascia di età (prima adolescenza), per cercare di mostrarsi il più "normali" e inseriti possibile al fine di accalappiare le prime tipe? Oppure anche questo è 1. me lo so' sognato, 2. rancore, 3. io dico così un altro invece dice che non è vero, 4. ti stai sbagliando di certo non è, non è complotto (semicit.)...?
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03-01-2017, 22:37
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#1271
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Perché è un libro divulgativo, testina...di sicuro non si cagano nemmeno i libri sugli studi di genere
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E quindi? Anche i libri di Pinker (divulgativi) vengono citati nei manuali di neuroscienze...
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03-01-2017, 22:40
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#1272
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Banned
Qui dal: Dec 2016
Ubicazione: nebbia
Messaggi: 2,265
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Quote:
Originariamente inviata da Takkuri
Secondo Muttley (almeno, il Muttley degli ultimi tempi) i condizionamenti culturali non esistono, è tutta una questione di istinti ancestrali e "condizioni materiali". Sempre secondo Muttley (almeno, il Muttley degli ultimi tempi) le donne ben difficilmente si accontentano, oggigiorno preferiscono rimanere single a vita piuttosto che accontentarsi, figuriamoci abbassarsi ad andare coi "big bamboo". Mi sa che faresti meglio a conoscere il Muttley-pensiero prima di predicarlo.
Concordo, anche se secondo me non basta essere semplicemente "non fighe".
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Avevo gia' detto anch'io che siamo i soliti trogloditi. E la penso un po' come Muttley.
I condizionamenti modificano l' esteriorita' non la psiche piu' intima.
Ma modifiche di natura materiale (giuridica-economica-tecnologica) sono capaci di incidere profondamente nella vita quotidiana.
La donna single a vita indipendente da tutto, che mantiene da sola figli suoi nati in provetta non poteva esistere in tempi preistorici.
Lo avrebbe fatto anche in antichita' se fosse stata libera di decidere come comandare la sua maternita', ma non poteva. In antichita' badava ai figli degli altri
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03-01-2017, 22:45
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#1273
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,123
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Quote:
Originariamente inviata da paccello
Anche la gara all'omologazione in una certa fascia di età (prima adolescenza), per cercare di mostrarsi il più "normali" e inseriti possibile al fine di accalappiare le prime tipe? Oppure anche questo è 1. me lo so' sognato, 2. rancore, 3. io dico così un altro invece dice che non è vero, 4. ti stai sbagliando di certo non è, non è complotto (semicit.)...?
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Secondo te è qualcosa che nasce dal nulla? Non c'è forse uno stimolo fisico che spinge la maggioranza delle persone a fare così? Il fatto che tu non ti ci riconosca, non significa che la supposta maggioranza sia però un'accolita di pecore belanti...seguono quello che vogliono seguire. A te (e anche a me) non sta bene, ma così come non ci piace essere giudicati, forse dovremmo smettere di giudicare pure noi...
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03-01-2017, 23:46
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#1274
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Secondo te è qualcosa che nasce dal nulla? Non c'è forse uno stimolo fisico che spinge la maggioranza delle persone a fare così? Il fatto che tu non ti ci riconosca,..seguono quello che vogliono seguire. A te (e anche a me) non sta bene, ma così come non ci piace essere giudicati, forse dovremmo smettere di giudicare pure noi...
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Ti parlo di omologazione e tu subito la neghi, rispondendo "non significa che la supposta maggioranza sia però un'accolita di pecore belanti". Minchia boh. Evidentemente nel tuo mondo l'omologazione neppure esiste, beato te: se non sono omologati neppure tanti ragazzi/ini, io sono un Trombador...
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03-01-2017, 23:56
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#1275
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,123
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Quote:
Originariamente inviata da paccello
Ti parlo di omologazione e tu subito la neghi, rispondendo "non significa che la supposta maggioranza sia però un'accolita di pecore belanti". Minchia boh. Evidentemente nel tuo mondo l'omologazione neppure esiste, beato te: se non sono omologati neppure tanti ragazzi/ini, io sono un Trombador...
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Parli di omologazione come se fosse qualcosa di evidente o apodittico, al punto da non necessitare di alcuna dimostrazione. Insomma se tu vedi l'omologazione vuol dire che questa esiste. Io invece penso che se le persone si comportano in un certo modo non è perché forzate o coatte, ma perché in linea con istinti e mentalità a loro conformi e congeniali. Tutto questo tu non lo trovi conforme e congeniale al tuo sentire? Benissimo, nemmeno io, ma non ho la pretesa di definire tutti gli altri dei coartati.
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04-01-2017, 09:26
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#1276
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Parli di omologazione come se fosse qualcosa di evidente o apodittico, al punto da non necessitare di alcuna dimostrazione. Insomma se tu vedi l'omologazione vuol dire che questa esiste. Io invece penso che se le persone si comportano in un certo modo non è perché forzate o coatte, ma perché in linea con istinti e mentalità a loro conformi e congeniali. Tutto questo tu non lo trovi conforme e congeniale al tuo sentire? Benissimo, nemmeno io, ma non ho la pretesa di definire tutti gli altri dei coartati.
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Quindi, se io la vedo senza riuscire a dimostrartela -e capisco, ma vivendo nello stesso mondo, con l'esempio che ti ho fatto, pur vago...-, tu invece ne neghi proprio l'esistenza. Ognuno fa semplicemente cosa gli pare, senza essere influenzato, per esempio dal "branco". Are you kidding us? Chi è messo peggio tra noi?
I tamarretti che andavano o vanno a farsi i capelli tutti uguali, pure loro immagino lo facciano semplicemente seguendo il loro gusto, mica per uniformarsi... Così come chi sta sempre dietro alla moda, nel vestire ma anche nei gusti cinematografici, spostandoci su un altro piano, lo fa mica perché spinto, ma per spassionato gusto personale ecc. ecc.
Sinceramente, penso che tu possa continuare a invitare gli utenti a fare meno confronti con gli altri (e non essere troppo giudicanti, vero?) e sviluppare-la-propria-personalità nella speranza di acchiappare un morso del "triangolino che ci esalta" (cit.) anche senza impuntarsi su teorie balzane (a meno che non prevalga la volontà di trolling).
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Ultima modifica di paccello; 04-01-2017 a 09:42.
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04-01-2017, 12:48
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#1277
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Banned
Qui dal: Dec 2016
Ubicazione: nebbia
Messaggi: 2,265
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Quote:
Originariamente inviata da paccello
Quindi, se io la vedo senza riuscire a dimostrartela -e capisco, ma vivendo nello stesso mondo, con l'esempio che ti ho fatto, pur vago...-, tu invece ne neghi proprio l'esistenza. Ognuno fa semplicemente cosa gli pare, senza essere influenzato, per esempio dal "branco". Are you kidding us? Chi è messo peggio tra noi?
I tamarretti che andavano o vanno a farsi i capelli tutti uguali, pure loro immagino lo facciano semplicemente seguendo il loro gusto, mica per uniformarsi... Così come chi sta sempre dietro alla moda, nel vestire ma anche nei gusti cinematografici, spostandoci su un altro piano, lo fa mica perché spinto, ma per spassionato gusto personale ecc. ecc.
Sinceramente, penso che tu possa continuare a invitare gli utenti a fare meno confronti con gli altri (e non essere troppo giudicanti, vero?) e sviluppare-la-propria-personalità nella speranza di acchiappare un morso del "triangolino che ci esalta" (cit.) anche senza impuntarsi su teorie balzane (a meno che non prevalga la volontà di trolling).
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Conformismo e omologazione hanno tante sfaccettature.
Ci s'inchina perche' obbligati, o per convenienza, comodita', incapacita'.
Oppure non c'e' indipendenza di giudizio (come se fosse possibile e facile averne...),
capacita' di discernere e decidere diversamente.
Essere unici e' una chimera, per lo piu' ti adegui sempre a qualcosa,
piu' o meno consapevolmente.
Le idee dominanti sono quelle della classe dominante (karl Marx).
Il fatto di tingersi i capelli in un certo modo, fa il paio
in alternativa con qualsiasi altra cosa, se il tamarro non si tingesse i capelli;
avrebbe indossato i giubbotti Moncler, o gli occhiali Rayban, l'orecchino,
l'anello al naso ecc... C'e' la volonta' di essere accettati
nel gruppo dei piu' forti, dei mejo, dei simili a te, di chi sa di piacere,
di fare cose insieme ad altri come te. Se sei un violento, amante
della zuffa, dei viaggi in gruppo entri negli ultras da curva dello stadio;
e' una scelta voluta, fa parte del tuo proprio essere e mentalita'.
Nella curva da stadio non puoi indossare le pantofole o avere il taglio
di capelli alla Jerry Lewis. Per entrare nel tuo branco di appartenenza
devi essere uno di loro. Che per farlo sia necessario indossare la divisa militare,
o rasarti la testa piuttosto che sniffare erba, o aver il coltello in
tasca non ha importanza. Tu sei ultras, e vuoi andare con loro; questo conta per te.
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04-01-2017, 13:16
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#1278
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
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Ecco. Questa è una risposta
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04-01-2017, 14:43
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#1279
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,102
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Quote:
Originariamente inviata da no-body
Conformismo e omologazione hanno tante sfaccettature.
Ci s'inchina perche' obbligati, o per convenienza, comodita', incapacita'.
Oppure non c'e' indipendenza di giudizio (come se fosse possibile e facile averne...),
capacita' di discernere e decidere diversamente.
Essere unici e' una chimera, per lo piu' ti adegui sempre a qualcosa,
piu' o meno consapevolmente.
Le idee dominanti sono quelle della classe dominante (karl Marx).
Il fatto di tingersi i capelli in un certo modo, fa il paio
in alternativa con qualsiasi altra cosa, se il tamarro non si tingesse i capelli;
avrebbe indossato i giubbotti Moncler, o gli occhiali Rayban, l'orecchino,
l'anello al naso ecc... C'e' la volonta' di essere accettati
nel gruppo dei piu' forti, dei mejo, dei simili a te, di chi sa di piacere,
di fare cose insieme ad altri come te. Se sei un violento, amante
della zuffa, dei viaggi in gruppo entri negli ultras da curva dello stadio;
e' una scelta voluta, fa parte del tuo proprio essere e mentalita'.
Nella curva da stadio non puoi indossare le pantofole o avere il taglio
di capelli alla Jerry Lewis. Per entrare nel tuo branco di appartenenza
devi essere uno di loro. Che per farlo sia necessario indossare la divisa militare,
o rasarti la testa piuttosto che sniffare erba, o aver il coltello in
tasca non ha importanza. Tu sei ultras, e vuoi andare con loro; questo conta per te.
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Non tutti fanno parte di gruppi definiti come possono essere gli ultras, i seguaci di una passione con forte spirito di gruppo, gli amanti dell'hip pop, estremisti politici, ecc. ecc.
C'è un conformismo generale che è più sfumato e consente qualche scostamento, specie se si è superata una certa età. Però resta comunque un'area abbastanza pressante per alcuni che desidererebbero meno richieste e vincoli. Questi in parte cercano di adattarsi, in parte cercano di guardare un po' al di fuori, cercando magari persone simili in questa esigenza. In genere risultano comunque non allineabili tra di loro, ecco perché si finisce per sentirsi isolati.
Però si potrebbe partire da una maggiore accettazione delle differenze e debolezze altrui (oltre che delle proprie), in modo da innestare un processo che porti a un'integrazione che non richieda una forte uniformità, almeno tra le persone che vivono come uno sforzo l'adattarsi a un conformismo pesante.
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05-01-2017, 00:07
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#1280
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Esperto
Qui dal: Jan 2013
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Ecco un bel libro che secondo me dovresti leggere
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Già solo il titolo ha un retrogusto in bocca lombrosiano e vagamente cripto-nazista. A quando "Il cervello dei negri"?
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