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Vecchio 14-04-2010, 02:07   #1
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Qualche tempo fa aprii un topic sui http://www.fobiasociale.com/pensieri...zionali-11612/, che fanno parte di quella classe di pensieri automatici che costituiscono il continuo dialogo interno della mente umana. Questo tipo di pensieri sono facilmente riconoscibili ed identificabili, e sono anche in genere non troppo rigidi e più facili da modificare. Tutti i giorni ne facciamo uso, quando vado in ufficio ad esempio faccio tutti i giorni la stessa strada e non sto a chiedermi ad ogni incrocio da che parte andare. Però se un giorno decidessi di cambiare strada potrei farlo senza problemi.

Poco tempo dopo feci un passo avanti (o meglio indietro) e aprii un topic sulle http://www.fobiasociale.com/credenze-di-base-13217/, che sono invece il livello di convinzioni più profonde del nostro inconscio, ipergeneralizzate e globali, di cui non siamo consapevoli e che sono pertanto molto più difficili da modificare. Come esemplificato nello schema che avevo riportato in quel topic, i pensieri automatici sono generati dalle credenze di base, con la mediazione delle credenze intermedie.

Il mio stato dell'arte è che sono arrivato al punto di identificare abbastanza bene i miei pensieri automatici e capire quando sono disfunzionali. Ora questo gioco lo conosco (cit.)

Ma dato che sono un eterno impaziente e ho sempre il desiderio di sapere al più presto come andrà a finire, vabbè, diciamo che sono lungimirante che suona meglio , mi pongo questa domanda: a che pro cercare di lavorare sui pensieri automatici se tanto questi ultimi sono generati dalle credenze di base? Se non si modificano le credenze di base che stanno alla radice di tutto non è solo tempo perso?

Faccio un esempio:
  • situazione: alla cassa al supermercato
  • pensiero automatico: "devo riporre la spesa velocemente altrimenti la cassiera e le altre persone penseranno che sono lento e imbranato"
  • credenza di base: "sono timidissimo e ciò non è socialmente accettato"

Ok, il pensiero automatico è senz'altro un po' eccessivo: sicuramente non sono lento nel riporre la spesa (anzi sono un razzo per poter scappare il prima possibile ), e non è detto che la cassiera o altre persone mi trovino imbranato. Il problema però è che la credenza di base sottostante è sostanzialmente ed indiscutibilmente vera. Quindi!?!?!?

Quindi occorre lottare contro una credenza di base vera per farla diventare un po' meno vera, ovverosia lavorare per eliminare quei meccanismi di evitamento e protettivi che rendono la timidezza molto più evidente. Nella fattispecie è proprio ciò che è scatenato dal pensiero automatico, cioè l'idea di dover riporre la spesa in fretta, che potrebbe rendere più evidente l'imbranataggine e la timidezza.

Ok, mi sono risposto da solo: lavorare sui pensieri automatici dovrebbe avere lo scopo di attuare dei comportamenti diversi che sovvertano la credenza di base, mettendola alla prova pratica (d'altronde costruire una magnifica credenza di base alternativa da custodire nella propria cameretta, o magari nella credenza , per quanto più bella, realistica e funzionale, non sarebbe cosa di grande utilità). Uhm... a questo punto c'è un altro punto che mi preoccupa: il perfezionismo. Come la maggior parte delle persone ansiose avverto del perfezionismo in me. Come si fa ad agire in modo diverso e sovvertire le credenze di base se si è perfezionisti? L'esempio della cassa del supermercato non va bene per spiegare questo concetto: immaginiamo allora adesso che io debba conversare con una ragazza. Il perfezionismo mi porterà a non essere soddisfatto, a prescindere da come sia andata la conversazione, e qualunque risultato io ottenga, per quanto possa dare un momentaneo sollievo, si scioglierà ben presto come neve al sole, sicché ritornerò a pensare che sarebbe stato meglio evitare e avanti di questo passo la credenza di base non verrà scardinata proprio per niente.

Ricapitolando:
  1. lavorare sui pensieri automatici per sovvertire i comportamenti evitanti
  2. ridurre il perfezionismo
Vecchio 14-04-2010, 03:53   #2
Esperto
L'avatar di Nick
 

Non è più facile convincersi che se la cassiera pensa che sei lento e imbranato sarà solo una stronza insofferente?
Più seriamente se pensi che la cassiera pensi...secondo me non esiste.
Sei tu (e anch'io naturalmente, perchè mi capita la medesima cosa sennò non mi permetterei mai...) che pensi di essere lento ed imbranato e proietti su di lei il giudizio che tu ha di te stesso.

Quindi...secondo me la questione di fondo è sempre l'autostima.
E l'autostima si migliora in 3 modi: fare cose che permettano di piacerti di più, dare meno valore agli altri (piuttosto meschino per&#242, smettere di fare le classifiche e i confronti tra noi e gli altri, attenuare il giudizio sia verso gli altri che verso di noi.
Io opto per la terza opzione ma indubbiamente non è facile, occorre una leggerezza che io comincio a intravedere dopo anni di rassegnazione...una sorta di nirvana fobico.

Auguri comunque.

Ultima modifica di Nick; 14-04-2010 a 04:05.
Vecchio 14-04-2010, 13:46   #3
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Ma no, la cassiera ce l'ha con me, è proprio così!

Sono d'accordo che la questione di fondo è sempre l'autostima, d'altronde si vede bene credo dalla credenza di base che ho enucleato. Sempre che per autostima non si intenda solo la concezione che si ha di sé ma anche quella che si crede che gli altri abbiano di noi. Il mio sé come immagino che sia percepito dagli altri, e gli altri in qualche modo lo percepiranno pure, perché le persone giudicano costantemente, non sono mica solo paranoie da evitante. Ché altrimenti potrei anche dire di avere una buona autostima, ma che me ne faccio di essa? Torniamo al discorso della cameretta, posso anche costruirmi una magnifica confidenza in me stesso e poi che me ne faccio se non la uso?

In merito a come migliorare l'autostima:
  • non sono per niente d'accordo col punto 2, oltre ad essere meschino, mi sembra solo un modo per diventare misantropi, credo non porti da nessuna parte, ovvero allo stesso luogo (l'isolamento) ma facendo un percorso diverso: se gli altri non valgono perché dovrei volerci avere a che fare?
  • il punto 1 è occhei, però come si fa? quel fare-cose-che-permettano-di-piacerti-di-più si può fare se uno ha autostima zero? di sicuro si dovrà fare cose ignote, nelle quali non si è sicuri di riuscire, altrimenti a che serve? ma se si ha autostima zero non si finirà col minimizzare qualunque successo?
  • io sarei perciò per una giusta combinazione di 1 e 3; solo sospendendo il giudizio su di sé e sugli altri ed allo stesso tempo agendo si può migliorare: vale a dire agire prima di essere completamente sicuri di sé, e non avere aspettative esagerate (sospendere il giudizio verso di sé in pratica quello che ho detto prima: cercare di agire in modo nuovo ma senza essere perfezionisti

Altro modo di vedere la cosa: può esserci autostima senza autoaffermazione? O viceversa? Secondo me no, le due cose sono strettamente collegate.

Grazie comuque.

Ultima modifica di Moonwatcher; 14-04-2010 a 23:50.
Vecchio 14-04-2010, 20:05   #4
Esperto
L'avatar di FobicJoe
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Ricapitolando:
  1. lavorare sui pensieri automatici per sovvertire i comportamenti evitanti
  2. ridurre il perfezionismo
quoto, ma solo perchè hai fatto lo schemino riassuntivo
Vecchio 14-04-2010, 23:44   #5
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Un altro pensiero tipico che ho spesso alla cassa è che la cassiera sorrida agli altri clienti e a me invece no. A voi capita?
Vecchio 15-04-2010, 00:28   #6
Esperto
L'avatar di FobicJoe
 

sinceramente no :p
Vecchio 15-04-2010, 00:46   #7
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Sarà più una cosa da evitant che da fobico :p

E invece di avere paura che ti tremi la mano quando paghi?
Vecchio 15-04-2010, 00:47   #8
Esperto
L'avatar di FobicJoe
 

per questo sono passato al bancomat
cmq quando non ci penso non tremo :p
Vecchio 15-04-2010, 00:48   #9
Esperto
L'avatar di Nick
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Un altro pensiero tipico che ho spesso alla cassa è che la cassiera sorrida agli altri clienti e a me invece no. A voi capita?
No, io spero che non si accorga che esisto. (Magari così esco senza pagare )
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