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18-03-2012, 11:51
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#21
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Introversione
Il principale elemento che porta negli individui introversi una forte sensazione di malessere è il continuo senso di inferiorità rispetto agli altri. Essi rimangono spesso isolati, e, quando tentano forzatamente di socializzare, spesso lo fanno con cattivo esito, quindi avvertono continuamente un forte senso di solitudine. E questo continuo confronto con gli altri porta loro ad avere un atteggiamento supercritico, ma nello stesso tempo, paradossalmente, invidia per le persone che dimostrano superficialità e scarsa sensibilità.
Le persone di temperamento introverso hanno una naturale tendenza alla riflessione, che però viene spesso indirizzata verso le proprie problematiche, e comporta così il senso complessivo di una vita faticosa, a volte perfino dolorosa; soprattutto per la consapevolezza di sprecare la propria potenzialità intellettiva concentrandosi sui propri problemi, quando in assenza di questi si è consci di come la si potrebbe incentrare su sviluppi professionali atti al bene sia proprio che comune.
Questa psicopatologia nella maggior parte dei casi è prolungata per tutta la vita, e porta non pochi introversi a radicalizzare la loro avversione nei confronti del proprio modo di essere, portando nei casi più estremi pensieri suicidi.
Secondo me non c'è da stare cosi allegri, e molti di noi qua dentro lo sanno bene..
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Però secondo me questo malessere deriva dal senso di inadeguatezza dell'introverso rispetto a come la società contemporanea si è andata evolvendo; c'è maggiore competitività e individualismo (inteso negativamente) e questo ha portato i tipi introversi a sentirsi al di fuori delle dinamiche di una società frenetica, massificata, iper-competitiva, conformista e tutta tesa più al fare che a riflettere. Come dice anche la relatrice del link che vi ho messo, prima l'introversione non era percepita come una cosa negativa. Questa percezione è una cosa dell'ultimo secolo...
Ma poi siamo sicuri che anche al di fuori della società occidentale vi sia la stessa percezione negativa dell'introverso? Non credo che in oriente sia proprio così...
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18-03-2012, 12:22
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#22
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
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Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
ecco cosa intendo. Non mi sento di avere inclinazione caratteriali stupende. Io mi sento normale, ma talvolta sono a disagio perchè non è cosi che mi vedono gli altri.
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In sostanza diciamo la stessa cosa. Tu dici che vorresti essere considerato "normale", ossia con nulla in meno rispetto agli altri, ma purtroppo, per la demonizzazione dell'introversione a loro non vai bene così come sei.
Quindi, se non ho capito male, per te essere introverso significa essere una persona che può avere i suoi difetti ma che non merita di essere esclusa perchè ha bisogno di alcuni momenti di solitudine o perchè non ama parlare a caso.
Per me fondamentalmente è lo stesso, gli introversi hanno i loro pregi e difetti di fondo, e alcuni difetti possono ovviamente averli in comune con tanti estro e, in generale, con tanti altri esseri umani. Io però pongo l'accento anche su quanto sia bello, a mio modo di vedere, un carattere più sensibile e riflessivo, più attento e, perchè no, tranquillo. Caratteristiche che sono praticamente comuni ad ogni introverso.
Se la società attuale fosse meno rivolta all'apparenza, alla comunicazione ecc. ecc. noi vivremmo molto meglio, senza sentirci colpevoli, malati, degli emarginati che hanno come opzioni o il fare una vita che non gli si addice o andare in cima a un monte.
Molte volte le conseguenze negative che si associano all'introversione, come la fobia sociale, non sussiterebbero in una società fatta a modo.
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18-03-2012, 12:28
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#23
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
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Originariamente inviata da barclay
Ho un nuovo tormentone per voi: introversione e sociofobia non sono la stessa cosa
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Esattamente quello che volevo far notare io.
Fino a che sono stato solo introverso, cioè fino ai 13-14 anni, a scuola andavo bene, ero apprezzato, riuscivo ad avere amicizie...poi degenerando nella sociofobia/evitantismo tutto questo è finito, non sono più stato considerato da nessuno.
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18-03-2012, 13:18
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#24
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
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Per me è impressionante. Non il filmato, che è in inglese e mi ha annoiato dopo un minuto, ma leggere i post di Clizia, che condivido al 100%, anzi anche di più, dato che lei scrive meglio di me.
E' da tempo che cerco di mettere d'accordo questi due poli opposti, che non rappresentano altro che il bisogno di appartenenza e il bisogno di opposizione/individuazione di cui si parla (anche) nel Vangelo degli Introversi, ovvero Timido Docile Ardente, libro che ha cambiato il mio modo di vedere le cose e che consiglio a tutti di comprare.
C'è la polarità ottimista, quello di cui in questo post, è rappresentata da Clizia, e c'è il suo opposto, quello pessimista, di coloro che hanno risposto che è inutile fare finta di considerare pregi ciò che gli altri considerano difetti e sono alla base delle nostre sventure sociali.
Tutti hanno ragione, entrambi descrivono un loro modo di vedere le cose. Però la grande diversità tra queste due polarità è che sono sbilanciate: i positivisti sono meno forti e meno insistenti dei negativisti, perché in quest'ultima categoria partecipano i fatti della vita, che rispediscono al mittente ogni nostra velleità di think positive.
Dobbiamo essere coscienti del bombardamento anti-introversione e dobbiamo essere coscienti che le forze pro-autostima hanno un linguaggio ancora inadatto e immaturo, quindi poco efficace (ottimo l'esempio di Clizia sul bullismo).
Io ho personalmente fatto parte di entrambi gli schieramenti, parteggiando per gli omologatori-negativisti quando dall'altra parte albergava la faciloneria comportamentista dei seduttologi, ma spesso mi avete letto dalla parte degli ottimisti orgogliosi dell'introversione, quando dall'altra parte si proponeva l'omologazione cieca e sconclusionata.
Ho detto che questi ultimi sono più forti, non è un caso che i suicidi sono normalmente a carico degli introversi estrovertiti.
Ovviamente io adesso mi dovrò schierare dalla parte dei più deboli, gli oppositori , perché credo che in questo modo io spinga la questione verso un più salutare equilibrio.
Dovrò quindi scrivere qualcosa di molto profondo per trovare le parole migliori e sono convinto che un giorno troverò l'ispirazione.
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Ultima modifica di Warlordmaniac; 18-03-2012 a 13:29.
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18-03-2012, 13:37
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#25
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
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Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
L'introverso è tale in qualsiasi perdiodo storico e, secondo me, soffre sempre gli stessi disagi. Sul fatto che nell'ultima fase storica siano accentuati possiamo anche concordare.
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Soffre gli stessi disagi, ma oggi sono accentuati a dismisura. Una volta, per quel poco che ne so (non ho visto com'era il mondo 50/100 anni fa quindi parlo inevitabilmente per sentito dire ) non dico che essere estro non contasse, però almeno di facciata erano importanti anche valori come l'essere un bravo ragazzo, tranquillo, gentile, ecc., (il che non implica avere una mancanza in fatto di cojones) e proprio per questo permetteva anche ad uno più mansueto, di essere apprezzato anche dall'altro sesso. O, se vogliamo vederla sotto un altro punto di vista, gli estro che volevano aver successo dovevano anche far vedere di possedere queste qualità che, a torto o ragione, si tendono ad associare all'introversione.
Quote:
Ma se l'evoluzione si muove in un senso che ci possiamo fare?
Non dico che sia giusto, ma è semplicemente inevitabile.
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Sono comunque le decisioni umane che fanno evolvere l'umanità, non è un corso di eventi immutabile/incontrastabile come fosse un destino comune a guidarci attraverso le ere in una destinazione predeterminata. Capirne le dinamiche e agire di conseguenza è difficile, vero, ma non conviene pensare di essere in balìa di qualcosa che non possiamo arrestare. Poi, per carità, non saremo probabilmente noi a mutare il corso degli eventi , ma almeno vedere questo meccanismo e capire che non è per forza un qualcosa di incomprensibile e quasi sovrannaturale a mio parere è utile.
Quote:
Qualsiasi categoria di emarginati prova a riscattarsi cercando di mettere in risalto le proprie qualità. Ma in questo modo si discrimina in senso opposto e ci si ritrova una volta di più emarginati..
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Ma io non sono un introverso puro, ho anche delle discrete componenti di estroversione (con pregi e limiti che ne derivano), non vorrei far passare il messaggio che essere estroversi è sbagliato, altrimenti finirei per dire che è sbagliata anche una componente, seppur minore, di me . Se devo elencare sempre i pregi dell'essere intro è perchè evidentemente non vengono riconosciuti a dovere, o vengono svalutati. L'estroversione non ha bisogno di essere difesa in questo periodo, l'intro sì.
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19-03-2012, 19:55
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#26
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Originariamente inviata da shady74
Per me tutto quello che cerca di domostrare la non inferiorità degli introversi rispetto a tutti gli altri, attenzione ho detto NON INFERIORITA'... per me è uno sprone a non demoralizzarsi e soprattutto vuol dire non stare al gioco di chi ci considera di serie B. Chi si piega a quest'ottica valorizza solo le tesi di chi cerca di denigrarci.
Come se già di denigrazioni non ne ricevessimo abbastanza... che gli altri facciano quello che vogliono, io non mi piego.
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D'accordissimo con te: è giusto non piegarsi ai luoghi comuni o alle idee della massa e iniziare a lavorare sulla propria autostima partendo dalla consapevolezza del valore che ognuno di noi possiede, lavorando anche sulle potenzialità positive insite nella modalità introversa di approccio alla vita...
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19-03-2012, 20:06
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#27
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
http://www.ted.com/talks/lang/en/sus...ntroverts.html
Non aggiungo molto altro; penso che il video parli da sè e che sia molto interessante per tutti coloro che si reputano timidi e introversi, e costretti a subire, in virtù di ciò, una subdola e quotidiana discriminazione per un aspetto della personalità che, in quanto tale, sarebbe semplicemente da considerare come normale.
Purtroppo in una società competitiva come la nostra vi è una percezione distorta di quello che è l'introversione. Da quel che dice questa psicologa, fino al XIX secolo caratteristiche come umiltà, semplicità e riflessione erano viste addirittura come virtù, ma a seguito dei cambiamenti culturali del '900 queste caratteristiche da virtù hanno incominciato ad essere percepite quasi come difetti...
Forse per noi questo video non è nulla di illuminante, ma sarebbe importante che queste idee venissero più ampiamente diffuse, perché non tutte le persone posseggono la consapevolezza della continua svalutazione e marginalizzazione che gli introversi subiscono quotidianamente.
Proprio l'altro giorno mi sono sentita dire da un collega l'ennesima battutina per il mio essere "troppo calma", quasi fosse un crimine commesso a danni di qualcuno...insomma, ci servirebbe più educazione alla diversità e una sensibilizzazione al diverso da noi. Le qualità degli introversi sono moltissime, solo che sono poco appariscenti in una società che valorizza quasi esclusivamente chi urla, grida e si propone in maniera più appariscente. Come valorizzare queste virtù?
La cosa interessante è soprattutto una, a detta della studiosa: 1/ 3 della popolazione sarebbe introversa, ma parte delle persone che lo sono rinnegano questo aspetto, al fine di conformarsi a uno stile di vita che non gli sarebbe in realtà congeniale, e questo perché sono abituate sin da piccine a percepire la parte introversa di sè come sbagliata e necessariamente da modificare, rimuovere....insomma, che ne dite di questo filmato?
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Sono pienamente d'accordo con quello che dice...ma vorrei sapere come si riesce a far emergere tutte le nostre qualità in un mondo in cui si predilige tutto il contrario di noi?
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19-03-2012, 20:08
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#28
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Banned
Qui dal: Mar 2012
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Originariamente inviata da clizia
Mah, guarda [...]
Sull'idea che queste idee andrebbero diffuse lo penso non per auto-compatimento, ma semplicemente perché in giro c'è molta ignoranza su molti temi e sino a quando certe conoscenze rimarranno all'oscuro, si rischia di creare una sorta di inconsapevole dittatura della maggioranza.
[...]
Io parlo di informazioni, diffusione di com'è fatta la realtà e gli uomini per viverli con maggiore consapevolezza e rispetto, tutto qui...
La gente va sensibilizzata attraverso la diffusione di idee e di informazione, così come avviene per il rispetto dell'ambiente, per i diritti degli omosessuali, programmi per incentivare la multiculturalità ecc.
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Ho capito quello che vuoi dire ed ho capito che tu personalmente (come nemmeno io) non identifichi nell'introversione una debolezza o motivo di inferiorità o compassione. Quello su cui non sono daccordo è il metodo. Hai fatto degli esempi che capitano a fagiolo.. ambiente, omosessuali, multiculuralità... sono viste come parti deboli da difendere attraverso l'informazione e la tutela.
Ogniuno di quegli ambiti, guarda caso, si porta dietro.. vandali, omofobi, razzisti.. parti fortemente contrastanti.
Invece quello che dico io è che non penso proprio che la dittatura di maggioranza di cui parli si possa verificare. Non penso che l'introverso sia la parte che deve essere tutelata informando tutti gli altri. E non lo penso proprio perchè ho piena fiducia nelle sue capacità.
E.... proprio il fatto stesso di andare ad informare gli altri riguardo alla sua normalità.. otterrà nell'opinione pubblica l'effetto contrario rispetto a quello che tu auspichi.
Esempio: in una classe la maestra raccomanda di lasciar in pace un bambino perchè è uguale agli altri. Quel bambino sarà tormentato a vita. Proprio a causa dell'affermazione della maestra, verrà identificato dagli altri come il punto debole messo sotto tutela in quanto diverso. Tutto questo per dire che "chi è meglio di chi".... o l'ugualianza o la valutazione dell'individuo, non sono pareri. Sono dati di fatto. Se anche un domani tutti quanti si mettessero a sfottere uno che è superiore (o uguale) a loro, quella persona, sempre superiore (o uguale) a loro rimarrebbe. Il valore di una persona non è un opinione. E questa realtà tenderebbe a venire inevitabilmente fuori. A che pro informare tutti quanti che il fuoco brucia? Lascia che lo tocchino e se ne accorgeranno.
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Ultima modifica di Halastor; 19-03-2012 a 20:23.
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19-03-2012, 20:39
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#29
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Per me è impressionante. Non il filmato, che è in inglese e mi ha annoiato dopo un minuto, ma leggere i post di Clizia, che condivido al 100%, anzi anche di più, dato che lei scrive meglio di me.
E' da tempo che cerco di mettere d'accordo questi due poli opposti, che non rappresentano altro che il bisogno di appartenenza e il bisogno di opposizione/individuazione di cui si parla (anche) nel Vangelo degli Introversi, ovvero Timido Docile Ardente, libro che ha cambiato il mio modo di vedere le cose e che consiglio a tutti di comprare.
C'è la polarità ottimista, quello di cui in questo post, è rappresentata da Clizia, e c'è il suo opposto, quello pessimista, di coloro che hanno risposto che è inutile fare finta di considerare pregi ciò che gli altri considerano difetti e sono alla base delle nostre sventure sociali.
Tutti hanno ragione, entrambi descrivono un loro modo di vedere le cose. Però la grande diversità tra queste due polarità è che sono sbilanciate: i positivisti sono meno forti e meno insistenti dei negativisti, perché in quest'ultima categoria partecipano i fatti della vita, che rispediscono al mittente ogni nostra velleità di think positive.
Dobbiamo essere coscienti del bombardamento anti-introversione e dobbiamo essere coscienti che le forze pro-autostima hanno un linguaggio ancora inadatto e immaturo, quindi poco efficace (ottimo l'esempio di Clizia sul bullismo).
Io ho personalmente fatto parte di entrambi gli schieramenti, parteggiando per gli omologatori-negativisti quando dall'altra parte albergava la faciloneria comportamentista dei seduttologi, ma spesso mi avete letto dalla parte degli ottimisti orgogliosi dell'introversione, quando dall'altra parte si proponeva l'omologazione cieca e sconclusionata.
Ho detto che questi ultimi sono più forti, non è un caso che i suicidi sono normalmente a carico degli introversi estrovertiti.
Ovviamente io adesso mi dovrò schierare dalla parte dei più deboli, gli oppositori , perché credo che in questo modo io spinga la questione verso un più salutare equilibrio.
Dovrò quindi scrivere qualcosa di molto profondo per trovare le parole migliori e sono convinto che un giorno troverò l'ispirazione.
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Ciao Warlord, invece sei stato chiarissimo (anche più di me) e ti sei spiegato utilizzando anche un linguaggio più esatto e scientifico del mio.
Sai, riflettevo sul bisogno di opposizione/individuazione di cui tu parli e credo proprio di aver sempre avuto una spiccata tendenza a coltivare il desiderio di valorizzare e ricercare la mia individualità, la mia personalità, al di là del giudizio altrui, al di là del modus vivendi impostosi e condiviso acriticamente dalla massa o dall'attuale società.
Nonostante molti errori commessi, i miei genitori mi hanno spinto tantissimo a pensare con la mia testa e l'essere cresciuta con valori anti-conformisti mi ha aiutato a vivere positivamente la mia "diversità", nonostante abbia anche sofferto il fatto che mi sentissi sempre lontana da tutti per stile di vita (impostomi da genitori coraggiosi, ma anche assolutisti ed eccessivamente rigidi) e indole.
Però ammetto che sin da adolescente, pur non essendo mai stata una leader (troppo timida!) non sono nemmeno mai stata una gregaria; anche crescendo ho sempre coltivato il mio bisogno di individuazione, vivendo anche con ostilità il fatto che gli altri mi volessero cambiare sulla base di valori e idee alquanto discutibili. Insomma, nonostante la timidezza dentro di me è sempre arso "il sacro fuoco" della ribellione dalle imposizioni altrui che vorrebbero omologarci...
Comunque sia, io credo che sia inutile assolutizzare la percezione negativa dell'introversione, che a mio avviso comporta - come qualsiasi tratto caratteriale - punti di forza e punti di debolezza.
Ognuno di noi possiede punti di forza e di debolezza, è impossibile essere una persona totalmente positiva o totalmente negativa; l'introverso non brillerà forse per capacità oratoria, non diventerà forse mai un leader perché non possiede il carisma per piacere alla folla, ma magari sa riflettere di più, è più pignolo e attento a ciò che fa ed è in grado di ritagliarsi i suoi spazi e di farsi apprezzare in piccoli gruppi o da persone di un certo tipo.
Esempi di punti di forza contrapposti a punti di debolezza, sulla base di un'analisi reale e realistica:
1) Da ragazzina non brillavo nella pratica e in educazione fisica ero un disastro, ma la professoressa apprezzava i miei temi e alle medie spesso li leggeva alla classe intera. (Punto di debolezza vs punto di forza);
2) Non ero una dalle capacità socio-relazionali eccezionali, ma ero - per via della timidezza - una buona osservatrice: questo non solo mi ha portato a sviluppare spiccate doti di analisi, ma mi ha anche portato a diventare brava nelle imitazioni delle persone, che sapevo rendere con gusto e divertita ironia proprio perché passavo molto tempo a osservare la gente intorno a me. E queste imitazioni piacevano, ne ero capace e a mio modo sapevo risultare buffa o divertente! (Punto di debolezza vs punto di forza)
E su chi dice che è inutile dare colpa della propria inettitudine alla società (mi pare lo dicesse @Ombra di me stesso); se così fosse, questo sarebbe il classico discorso de "la volpe e l'uva", ma non banalizziamo per favore.
Qui non si tratta di giustificare la propria inefficienza inventando presunte ma inesistenti doti, quanto di prendere consapevolezza dei pregi che fanno parte del regno dell'introversione, nonostante spesso vengano sottovalutati da una società frenetica, poco dedita all'osservazione e alla valutazione non superficiale o cinica del prossimo. Personalmente reputo lo stile di vita della società occidentale realmente superficiale e ingiusto, e proprio in virtù di ciò il mio desiderio è quello di vivere il più possibile scollegata da una mentalità e un modo di fare che non mi appartiene e che so non mi renderebbe mai felice.
Inoltre credo che ci siano - nel marasma di individui che formano la società - tantissime brave persone, non affatto superficiali o prepotenti, capaci di valorizzare anche doti e aspetti della personalità meno appariscenti e più sostanziali. Le persone così esistono eccome e sono quelle che nel corso degli anni hanno contribuito a rinsaldare la mia fragile autostima di adolescente alla ricerca di sé....insomma, sarebbe buono - per vivere bene - anche capire quali giudizi avvalorare, a quali dare realmente importanza, senza farci buttare giù da chiunque.
Io non voglio essere amata e stimata da chiunque, bensì da quelle persone che hanno conquistato la mia stima, che sono degne di me e della mia sensibilità, capaci di profonda empatia, affinità mentale, trasparenza e di reale comprensione.
Insomma, per stare bene bisogna operare una selezione e saper scegliere ciò che vogliamo per la nostra felicità nel caos che ci circonda...
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Ultima modifica di clizia; 19-03-2012 a 20:41.
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19-03-2012, 20:42
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#30
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Banned
Qui dal: Feb 2012
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secondo me è sbagliato il concetto stesso di definirsi "introversi" o "estroversi".
diverso sarebbe se si modificasse la definizione con quella di avere un'attitudine introversa/estroversa.
Cosa significa introverso, cosa significa estroverso?
L'intro-verso, girato verso l'interno, rivolge la sua funzione mentale principalmente al suo stato interiore, alle sue riflessioni e alle sue emozioni.
Estro-verso invece è colui che principalmente rivolge la sua funzione mentale ai sensi e alle azioni.
Ora, l'avverbio "principalmente" l'ho grassettato, perché essere TOTALMENTE introversi sarebbe gravemente patologico, dubito ce ne siano molti di voi qua dentro.
Lo sarebbe anche essere totalmente estroversi.
Non so se l'attitudine si possa cambiare, non credo. Una predisposizione renderà più facile l'una o l'altra inclinazione.
Ma credo che sviluppare versatilità e cercare di compensare, cercare di imparare ad estrovertersi, per un introverso, o ad introvertersi, per un estroverso, sia un valore aggiunto.
Mentre ritorno a definire questi ragionamenti, "the power of introverts" come consolatori.
Questo perché un conto è essere riflessivi, un altro è rifiutare a priori di accettare la necessità di sviluppare capacità estrovertive minimali, per poter vivere una vita soddisfacente.
(vale anche per gli estroversi patologici, i quali devono assolutamente accettare la necessità di imparare un mimimo di riflessività).
I miei due cents.
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19-03-2012, 20:45
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#31
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Ma credo che sviluppare versatilità e cercare di compensare, cercare di imparare ad estrovertersi, per un introverso, o ad introvertersi, per un estroverso, sia un valore aggiunto.
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In teoria sì, ma ho l'impressione che la pressione sociale tenda molto più a imporre la prima cosa che la seconda. Sarà che le persone prevalentemente estroverse sono la maggioranza, ma mi pare che sia così. Quindi un lavoro di "sdoganamento" del concetto di introverso (che spesso assume una valenza negativa, nel sentire corrente, a differenza del concetto di estroverso) sarebbe comunque importante, anche passando attraverso definizioni come quella che dà il titolo al topic.
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19-03-2012, 20:55
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#32
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor
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Esempio: in una classe la maestra raccomanda di lasciar in pace un bambino perchè è uguale agli altri. Quel bambino sarà tormentato a vita. Proprio a causa dell'affermazione della maestra, verrà identificato dagli altri come il punto debole messo sotto tutela in quanto diverso. Tutto questo per dire che "chi è meglio di chi".... o l'ugualianza o la valutazione dell'individuo, non sono pareri. Sono dati di fatto. Se anche un domani tutti quanti si mettessero a sfottere uno che è superiore (o uguale) a loro, quella persona, sempre superiore (o uguale) a loro rimarrebbe. Il valore di una persona non è un opinione. E questa realtà tenderebbe a venire inevitabilmente fuori. A che pro informare tutti quanti che il fuoco brucia? Lascia che lo tocchino e se ne accorgeranno.
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Ciao Helastor, io lavoro nelle scuole e questo metodo da te descritto è proprio quello che non va utilizzato!!! Non si deve parlare di un bambino specifico di fronte alla classe, nè bisogna impostare la questione partendo da discorsi moralistici su ciò che si deve o non si deve fare: è la volta buona che i ragazzi fanno tutto il contrario di quello che gli dici di fare, magari. Magari è bene fare discorsi generali di comportamento, ma non solo...
Ora uno psicologo sta intervenendo in una terza media dove ci sono casi di alunni bulli e alunni bullizzati. Mica lo psico parte con la ramanzina ai "cattivi", nè identifica o divide i ragazzi in due schieramenti diversi (bulli e bullizzati, per intenderci). Lui li fa semplicemente confrontare mettendoli a sedere in circolo (il cerchio indica la parità e l'assenza di gerarchia), li fa scambiare di posto per abituare i ragazzi a mettersi nei panni altrui e utilizza altri giochi psicologici per far calare i ragazzi nei panni dei loro antagonisti.
Quello che deve scattare nelle menti di questi ragazzini è l'idea di come i propri punti di vista non siano da considerare assoluti ma relativi e l'empatia scatterà quando avranno imparato a mettersi nei panni altrui (tanto per citare uno dei concetti chiave de Il Buio oltre la siepe...)
L'educazione alla differenza non si fa per ramanzine retoriche o additando un bambino come "diverso" da dover trattare come gli altri ( sarebbe compatimento), ma si deve lavorare semplicemente sull'incontro tra due mondi diversi che dallo scontrarsi dovrebbero passare al conoscersi, al capirsi e all'empatizzare.....
Crescere è prendere coscienza dell'altro da sè; così anche dovrebbe avvenire nell'incontro tra mondo dell'estroversione e quello dell'introversione, nel riconoscimento delle reciproche differenze...
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19-03-2012, 21:00
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#33
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ora uno psicologo sta intervenendo in una terza media dove ci sono casi di alunni bulli e alunni bullizzati. Mica lo psico parte con la ramanzina ai "cattivi", nè identifica o divide i ragazzi in due schieramenti diversi (bulli e bullizzati, per intenderci). Lui li fa semplicemente confrontare mettendoli a sedere in circolo (il cerchio indica la parità e l'assenza di gerarchia), li fa scambiare di posto per abituare i ragazzi a mettersi nei panni altrui e utilizza altri giochi psicologici per far calare i ragazzi nei panni dei loro antagonisti.
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Spero per loro che non segua un metodo del genere:
Quote:
Originariamente inviata da monaxia94
In quarta ginnasio la mia classe partecipò a un paio di incontri con uno psicologo; gli incontri erano stati fortemente voluti dall'insegnante di lettere dell'epoca, la quale affermava che in classe ci fossero diversi casi, a suo giudizio "critici" (si parla ovviamente di rapporti tra compagni). In realtà lo psicologo impiegò ben poco a scoprire che l'unico caso disperato ero io, e non vi dico l'imbarazzo che provai quando, durante il secondo o terzo incontro il dottoruncolo chiese a ciascuno di provare a descrivere il compagno che trovavamo meno simpatico... indovinate un po' chi decisero di descrivere quei bestioni dei miei compagni? ME, naturalmente! E lo fecero anche in maniera schietta e franca, senza usare mezzi termini. Da quell'incontro (che per fortuna fu anche l'ultimo) venne fuori che io ero universalmente considerato una specie di fenomeno da baraccone: l'aggettivo più gentile che usarono nei miei confronti fu "secchione"... e ho detto tutto.
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Simili domande, se pure sia il caso di farle, non andrebbero mai rese pubbliche: alla faccia del segreto professionale!
Dove l'aveva presa la laurea questo, con i punti dei detersivi?
Che commenti fece alla fine, l'espertone?
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Quote:
Originariamente inviata da monaxia94
l'espertuncolo alla fine dell'incontro si avvicinò a me e mi disse qualcosa che non ascoltai nemmeno, tanto ero ferito nel morale e nell'autostima, ma che mi suonò più o meno come una frase del genere: "Svegliati, hanno bisogno di te"
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Classico approccio del cazzo che colpevolizza il "paziente" e gli impone di mettersi al passo con gli altri "normali".
Sì, colpevolizza, perché non si è trattato altro che una sorta di pubblico processo con tanto di "testimoni a carico" per trovare la "mela marcia".
Chissà cosa ha detto ai tuoi compagni, scommetto nulla...tanto loro sono i "normali", sono nel giusto, possono rapportarsi a te come cazzo pare a loro, chiamarti secchione davanti a tutti o anche peggio (e quell'episodio, conoscendo il modo di ragionare di tanti ragazzini a quell'età, può aver fornito ulteriore motivo di prese per il culo): quello che invece deve cambiare registro sei solo tu.
Sarei curioso di sapere cosa ne pensa il Dr. Liverani (che è iscritto qui come utente), o un qualsiasi altro suo collega che ci stia leggendo, di un simile "approccio terapeutico".
P.S.: Questo episodio è da tenere a mente per coloro che pensano che sia il timido a escludere gli altri più di quanto gli altri escludano il timido.
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19-03-2012, 21:01
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#34
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
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Simpatica. (Anche se dice cose -per noi- ormai abbastanza scontate...)
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20-03-2012, 08:13
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#35
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da Layne
I cents possiamo darli a Susan Cain (non me ne volere, ma hai semplicemente ripetuto concetti già espressi da lei nel video).
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a giudicare da quanto leggo allora, sono in molti a non averlo visto.
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20-03-2012, 11:03
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#36
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
secondo me è sbagliato il concetto stesso di definirsi "introversi" o "estroversi".
diverso sarebbe se si modificasse la definizione con quella di avere un'attitudine introversa/estroversa.
Cosa significa introverso, cosa significa estroverso?
L'intro-verso, girato verso l'interno, rivolge la sua funzione mentale principalmente al suo stato interiore, alle sue riflessioni e alle sue emozioni.
Estro-verso invece è colui che principalmente rivolge la sua funzione mentale ai sensi e alle azioni.
Ora, l'avverbio "principalmente" l'ho grassettato, perché essere TOTALMENTE introversi sarebbe gravemente patologico, dubito ce ne siano molti di voi qua dentro.
Lo sarebbe anche essere totalmente estroversi.
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Ma questo lo sappiamo. Lo scrive chiaramente Anepeta sul suo Saggio, che tutti siamo sia introversi che estroversi.
Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Non so se l'attitudine si possa cambiare, non credo. Una predisposizione renderà più facile l'una o l'altra inclinazione.
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Secondo Anepeta non si può cambiare.
Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Ma credo che sviluppare versatilità e cercare di compensare, cercare di imparare ad estrovertersi, per un introverso, o ad introvertersi, per un estroverso, sia un valore aggiunto.
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Quando l'individuo è pronto ed è soddisfatto di crescere in altezza inizierà a crescere in larghezza; quando l'altro è soddisfatto della sua larghezza, inizierà a crescere in altezza. Ci sono momenti adatti, ma spesso si forza la mano creando danni.
Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Mentre ritorno a definire questi ragionamenti, "the power of introverts" come consolatori.
Questo perché un conto è essere riflessivi, un altro è rifiutare a priori di accettare la necessità di sviluppare capacità estrovertive minimali, per poter vivere una vita soddisfacente.
(vale anche per gli estroversi patologici, i quali devono assolutamente accettare la necessità di imparare un mimimo di riflessività).
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Qui non sono d'accordo e il perché l'ho scritto nel post sopra. Le spinte omologanti sono fortissime, sono inarrestabili. Non crederai mica a quelli che si autoimpongono "Io sono così, sto bene così, del giudizio degli altri non me ne importa nulla"? Gli introversi sono ossessionati dal desiderio di volere essere diversi, ma non ce la fanno. Come un maratoneta che vorrebbe fare i 100 metri, invidiandoli pensando che facciano meno fatica, si spara quel 100 metri e arriva diversi secondi dopo l'ultimo. Hai voglia a dirgli "devi cambiare tecnica, devi aumentare la frequenza, devi essere più elastico"! Però nella maggior parte dei casi l'introverso ha un'illuminazione nel momento del provarci e questa illuminazione dice loro: "Senti, tu vorresti essere come loro, ma già sai che farai una brutta figura, perché non sei come loro, sei diverso, sei più resistente, ma sei meno veloce, sai bene che non sei pronto, devi ancora allenarti e parecchio". La vulgata chiama questa illuminazione "farsela addosso", però al tempo stesso chiama la controprestazione "figura di m....".
Non sono neanche d'accordo con chi sostiene che il modo per accorciare questo gap sia collezionare figuracce fino a migliorarsi: potresti anche non migliorare mai. Secondo me è sulla predisposizione che si deve lavorare, per migliorare le proprie performance, ed è proprio quello che non fanno abbastanza gli introversi.
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20-03-2012, 13:50
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#37
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Mentre ritorno a definire questi ragionamenti, "the power of introverts" come consolatori.
Questo perché un conto è essere riflessivi, un altro è rifiutare a priori di accettare la necessità di sviluppare capacità estrovertive minimali, per poter vivere una vita soddisfacente.
(vale anche per gli estroversi patologici, i quali devono assolutamente accettare la necessità di imparare un mimimo di riflessività).
I miei due cents.
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Scusa, ma chi ha mai detto che non si debbano sviluppare le capacità estrovertive minimali? Affermare l'utilità di valorizzare gli aspetti positivi dell'introversione non mi pare che equivalga a trascurare del tutto la percentuale di estroversione che tutti noi in minima parte possediamo...è necessario partire dai propri punti di forza per poi ottenere ulteriori risultati nel miglioramento di sé anche per quanto riguarda il potenziamento degli aspetti socio-relazionali....
Però da una parte trovo decisamente sbagliato e irrealistico aspirare a modi di fare o di vita totalmente lontani da noi, volendo emulare stili di vita e modi di fare diametralmente opposti alla nostra indole di base. Per me si rischiano fallimenti e depressione, perché c'è l'alta possibilità di vivere poi in uno stato di eterna frustrazione...
E quindi trovo assurdo quando sento parlare di timidi che invece ricercano esperienze estreme pur non possedendo le abilità per barcamenarsi in determinate situazioni, come fare il coach surfing, tentare le avventure di una notte con donne sconosciute, il fare il filo a ragazze rockettare, estremamente estroverse, autonome e stra-sicure di sè...mi sembra un po' come se mancasse la percezione delle proprie reali possibilità e delle proprie competenze.
I passi nella vita vanno fatti un po' alla volta, ascoltando certamente i propri desideri e cercando nel contempo di realizzarli, senza però rinnegare o reprimere del tutto la propria indole di base, magari facendoci affascinare da situazioni o persone che poi non sappiamo gestire perché più grandi di noi. In questo modo si rischia fallimento e frustrazione....
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20-03-2012, 13:58
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#38
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 13,555
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
essere TOTALMENTE introversi sarebbe gravemente patologico, dubito ce ne siano molti di voi qua dentro.
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no infatti qua dentro è una festa, guarda che allegria che c'è nell'aria, tutti contenti della propria intro-versione.
grazie a susan cain, la mia vita è cambiata, ora so che in realtà la mia vita è stata, è e sarà bellissima, perchè è bellissimo essere intro-versi.
se penso che quella sarà impaccata di soldi per quello che dice..
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Ultima modifica di lauretum; 20-03-2012 a 14:02.
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20-03-2012, 14:25
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#39
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da lauretum
no infatti qua dentro è una festa, guarda che allegria che c'è nell'aria, tutti contenti della propria intro-versione.
grazie a susan cain, la mia vita è cambiata, ora so che in realtà la mia vita è stata, è e sarà bellissima, perchè è bellissimo essere intro-versi.
se penso che quella sarà impaccata di soldi per quello che dice..
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E' solo un problema di definizioni, come in ogni cosa.
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20-03-2012, 15:01
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#40
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 13,555
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
E' solo un problema di definizioni, come in ogni cosa.
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tipo che dire spazzino rende brutto quel lavoro, mentre dire operatore ecologico lo rende bello?
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