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08-10-2007, 19:18
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#1
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Esperto
Qui dal: Dec 2006
Messaggi: 950
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Chi ha visto il suddetto film?
Non avete paura di poter impazzire così?
La solitudine può distorcere la realtà e portarti alla pazzia...
lui non era fobico, ma strano ed insonne.
Viveva ai margini della società, la schifava
in effetti un po' di cose in comune con qualcuno di qui le ha :p
x fortuna che non è così facile procurarsi una pistola
bò, speriamo di non degenerare mai così :?
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08-10-2007, 19:23
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#2
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Intermedio
Qui dal: Jul 2007
Ubicazione: prov varese
Messaggi: 188
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lui aveva pure le palle....
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08-10-2007, 19:28
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#3
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Principiante
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 12
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Quote:
Originariamente inviata da carla
lui aveva pure le palle....
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le palle dell'esasperazione
cmq per sua sfortuna non conosceva lo xanax
mitttica la scena del cinema porno
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08-10-2007, 19:39
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#4
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Esperto
Qui dal: Dec 2006
Messaggi: 950
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Quote:
Originariamente inviata da fu-sio-ne
cmq per sua sfortuna non conosceva lo xanax
mitttica la scena del cinema porno
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eheheh, li si è giocato tutto
se non avesse toppato magari non sarebbe impazzito
mi sa che lo xanax gli avrebbe fatto un baffo a lui
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08-10-2007, 20:22
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2007
Messaggi: 1,041
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Per me Taxi Driver è uno dei più grandi film di sempre, ma in particolare forse il più grande sulla solitudine; la solitudine di chi per certi motivi, o il carattere, o il proprio passato, o la propria mentalità ha una personalità più malinconica, e si sente e si ritrova ad essere diverso e isolato, e non si vuole integrare o non riesce ad integrarsi nella società, che guarda dall'esterno, di cui non si sente e non può sentirsi parte, verso cui è fortemente o ferocemente critico.
E' vero, ci sono dei punti di contatto tra il protagonista e molti di noi nel forum. Sicuramente direi la solitudine, per alcuni questo stato d'animo malinconico, il sentimento del passato, l'esclusione dalla società e la critica verso questa, forse anche la confusione. Ma ciò che è molto in risalto è quest'uomo perso nei suoi pensieri, il suo sguardo, che vaga nel buio, metaforicamente e non, di una città e forse di una vita (alla fine è quasi un suicidio) a cui non sente di appartenere.
Le scene in cui si vede Los Angeles di notte sono fantastiche poi, le strade sono luride, e non si vedono le cose chiaramente ma le luci sono sfocate; si concentra tutto sugli occhi di De Niro, l'osservatore, e questo secondo me accentua il senso di straniamento e distacco che lui prova verso il mondo esterno, interrotto solamente dai brevi momenti in cui lui sente/vede dei pezzi di vita dei suoi clienti nello specchietto retrovisore ... anche qui direi un altro punto di contatto, l'osservazione della vita degli altri, il senso di straniamento.
Certo, speriamo però di non impazzire noi. :lol:
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08-10-2007, 20:51
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#6
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Esperto
Qui dal: Dec 2006
Messaggi: 950
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QUESTA si che è una rece valmor, complimenti, sei molto bravo.
cmq è un mal comune la solitudine, anche se nel suo caso non si capisce come ci sia finito
anche se però lo spiega bene che l'ha sempre perseguitato, da quando è nato
ed è la sensazione che molti di noi han spesso provato, di esser nati soli
vedere gli altri diversi, non necessariamente schifarli, ma vederli diversi completamente
pensare, io non sarò mai così
e a volte non sentirsi proprio normali, in qualsiasi cosa si fa, si trova che non sia come la fanno gli altri
saran solo complessi?
e la cosa bruttina del film, è che li aveva solo 26 anni!
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09-10-2007, 00:06
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#7
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Guest
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Quote:
Originariamente inviata da valmor
Per me Taxi Driver è uno dei più grandi film di sempre, ma in particolare forse il più grande sulla solitudine; la solitudine di chi per certi motivi, o il carattere, o il proprio passato, o la propria mentalità ha una personalità più malinconica, e si sente e si ritrova ad essere diverso e isolato, e non si vuole integrare o non riesce ad integrarsi nella società, che guarda dall'esterno, di cui non si sente e non può sentirsi parte, verso cui è fortemente o ferocemente critico.
E' vero, ci sono dei punti di contatto tra il protagonista e molti di noi nel forum. Sicuramente direi la solitudine, per alcuni questo stato d'animo malinconico, il sentimento del passato, l'esclusione dalla società e la critica verso questa, forse anche la confusione. Ma ciò che è molto in risalto è quest'uomo perso nei suoi pensieri, il suo sguardo, che vaga nel buio, metaforicamente e non, di una città e forse di una vita (alla fine è quasi un suicidio) a cui non sente di appartenere.
Le scene in cui si vede Los Angeles di notte sono fantastiche poi, le strade sono luride, e non si vedono le cose chiaramente ma le luci sono sfocate; si concentra tutto sugli occhi di De Niro, l'osservatore, e questo secondo me accentua il senso di straniamento e distacco che lui prova verso il mondo esterno, interrotto solamente dai brevi momenti in cui lui sente/vede dei pezzi di vita dei suoi clienti nello specchietto retrovisore ... anche qui direi un altro punto di contatto, l'osservazione della vita degli altri, il senso di straniamento.
Certo, speriamo però di non impazzire noi. :lol:
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Ottima rece
Mi hai fatto venire voglia
di rivedermi questo capolavoro
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09-10-2007, 00:37
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#8
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Principiante
Qui dal: Jan 2006
Ubicazione: Roma
Messaggi: 97
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A proposito di Taxi Driver (citazione riciclata da un vecchio thread):
Quote:
Originariamente inviata da italianpsycho
La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, dappertutto.
Non c'è scampo: sono nato per essere solo (Taxi Driver)
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09-10-2007, 00:52
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#9
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Banned
Qui dal: Jun 2005
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,757
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fossi in voi più che alla solitudine penserei alla giustizia...
è un concetto più vivo...la solitutidine è un specchiarsi dopo un movimento o dopo una negazione del moto stesso
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09-10-2007, 09:49
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#10
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Esperto
Qui dal: Apr 2007
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,091
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Quote:
Originariamente inviata da valmor
Per me Taxi Driver è uno dei più grandi film di sempre, ma in particolare forse il più grande sulla solitudine; la solitudine di chi per certi motivi, o il carattere, o il proprio passato, o la propria mentalità ha una personalità più malinconica, e si sente e si ritrova ad essere diverso e isolato, e non si vuole integrare o non riesce ad integrarsi nella società, che guarda dall'esterno, di cui non si sente e non può sentirsi parte, verso cui è fortemente o ferocemente critico.
E' vero, ci sono dei punti di contatto tra il protagonista e molti di noi nel forum. Sicuramente direi la solitudine, per alcuni questo stato d'animo malinconico, il sentimento del passato, l'esclusione dalla società e la critica verso questa, forse anche la confusione. Ma ciò che è molto in risalto è quest'uomo perso nei suoi pensieri, il suo sguardo, che vaga nel buio, metaforicamente e non, di una città e forse di una vita (alla fine è quasi un suicidio) a cui non sente di appartenere.
Le scene in cui si vede Los Angeles di notte sono fantastiche poi, le strade sono luride, e non si vedono le cose chiaramente ma le luci sono sfocate; si concentra tutto sugli occhi di De Niro, l'osservatore, e questo secondo me accentua il senso di straniamento e distacco che lui prova verso il mondo esterno, interrotto solamente dai brevi momenti in cui lui sente/vede dei pezzi di vita dei suoi clienti nello specchietto retrovisore ... anche qui direi un altro punto di contatto, l'osservazione della vita degli altri, il senso di straniamento.
Certo, speriamo però di non impazzire noi. :lol:
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Bella recensione di un film bellissimo e crudelmente vero...uno di quei film che puoi amare od odiare ma che comunque comunica e trasmette qualcosa e non ti lascia indifferente ; ti fa vivere sensazioni "forti"..insomma è il classico film che come si dice in gergo ti da un pugno nello stomaco...
Valmor non scherzo potresti fare il critico cinematografico se riesci a fare le recensioni tutte così !
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09-10-2007, 10:13
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#11
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Intermedio
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 192
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Quote:
Originariamente inviata da pesco
fossi in voi più che alla solitudine penserei alla giustizia...
è un concetto più vivo...la solitutidine è un specchiarsi dopo un movimento o dopo una negazione del moto stesso
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facile parlare così adesso che trombi :lol:
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09-10-2007, 11:04
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#12
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Intermedio
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 244
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Io l'avrò visto almeno 10 volte, non so spiegarmi perché mi abbia colpito così tanto. Robert De Niro interpreta il classico reduce del Vietnam che non riesce ad integrarsi nella società, diventa uno psicopatico, ma a differenza di altri che sfogano la loro rabbia repressa contro vittime innocenti, lui invece compie proprio un atto di giustizia eliminando il "pappone" che tiene in schiavitù la ragazzina (Jodie Foster) e liberandola dalla sua condizione.
Certo, mi auguro di non impazzire mai fino a questo punto
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10-10-2007, 19:50
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#13
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Esperto
Qui dal: Dec 2006
Messaggi: 950
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cmq, non lo mitizzerei così il personaggio
è cmq uno che impazzisce, che non distingue più la realtà
non è uno con le palle, è solo un disperato che vuol fare qualcosa x sentirsi importante, per dare un senso alla sua vita
e si, tra i suoi gesti e il suicidio classico, c'è poca differenza
la solitudine è una brutta bestia, ti rende strano, ti rende violento, ti rende invadente, ti rende bizzarro, non ti fa più capire il comportamento adeguato
scendiamo da sto taxi che è meglio* :lol:
* usate il pulman dei fobici per fobicland, viaggi coi fobici e non sei mai solo
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10-10-2007, 20:01
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#14
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Guest
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:?
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10-10-2007, 21:45
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#15
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Intermedio
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 244
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:? :?
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11-10-2007, 00:04
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#16
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Esperto
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: bologna
Messaggi: 515
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io che sono uno scorsesiano della prima ora mi ritrovo totalmente nella recensione di valmor
Anche se la città era New York e non LA :wink:
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11-10-2007, 12:16
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#17
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Banned
Qui dal: Jun 2005
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,757
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Quote:
Originariamente inviata da calimero2
Quote:
Originariamente inviata da pesco
fossi in voi più che alla solitudine penserei alla giustizia...
è un concetto più vivo...la solitutidine è un specchiarsi dopo un movimento o dopo una negazione del moto stesso
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facile parlare così adesso che trombi :lol:
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se è per questo dovrei essere già guarito da un bel po'
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11-10-2007, 16:29
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#18
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Principiante
Qui dal: Aug 2007
Ubicazione: GENOVA
Messaggi: 27
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Quote:
Originariamente inviata da calimero
cmq, non lo mitizzerei così il personaggio
è cmq uno che impazzisce, che non distingue più la realtà
non è uno con le palle, è solo un disperato che vuol fare qualcosa x sentirsi importante, per dare un senso alla sua vita
e si, tra i suoi gesti e il suicidio classico, c'è poca differenza
la solitudine è una brutta bestia, ti rende strano, ti rende violento, ti rende invadente, ti rende bizzarro, non ti fa più capire il comportamento adeguato
scendiamo da sto taxi che è meglio* :lol:
* usate il pulman dei fobici per fobicland, viaggi coi fobici e non sei mai solo
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Quasi alla fine del film,dopo aver compiuto la strage,si siede sul divano nella stanza e cerca di spararsi alla gola,fallendo solo perchè ha tutte le armi scariche.
Mi è sempre parso il ritratto di un uomo dalla personalità fortemente schizoide con tratti paranoidi che,sul finire del film,si aggravano fino a sfociare in un vero e proprio sistema delirante.
Per tutto il film,Travis è presentato come un uomo profondamente distaccato e straniero all'ambiente sociale in cui vive:non lega coi suoi compagni di lavoro(dei quali osserva perplesso le battute senza essere in grado di comprenderle),cerca di allacciare rapporti con donne senza conoscere minimamente le convenzioni sociali che li regolano:pensa alla scena in cui invita la ragazza che lavora per la campagna del senatore e,come primo appuntamento,la porta a vedere un film pornografico(questo oltretutto nel 1975,ma sarebbe comunque socialmente non accettabile anche adesso):quando la ragazza reagisce con rabbia("avermi portato in un posto come questo significa non avere alcun rispetto per me";nell'originale dice "è come avermi invitata a letto")si dimostra perplesso e non in grado di capire la ragioni del suo comportamento.
Anche in seguito continua a non comprendere minimamente i sentimenti della ragazza e,alla fine ,attribuisce tutta la responsabilità alla insensibilità di lei.
Viene ripreso più volte ,solo,mentre cammina per le strade di New York o chiuso nella sua stanza ad osservare soap televisive(durante la visione di una di queste,quando i 2 attori della fiction si scambiano una dichiarazione d'amore,fa cadere al suolo la tv rompendola.).
Comincia a proiettare la causa del suo disagio sempre più sul mondo esterno,senza vere e proprie basi logiche:prima contro il senatore candidato alla presidenza(più volte sostiene nel film di non conoscere nulla di lui e delle sue idee);fallito l'attentato,sposta la sua aggressività su tre criminali e,infine,tenta il suicidio.
Non credo che qualcuno di noi debba preoccuparsi di poter evolvere in una direzione che lo porti a comportamenti simili,almeno per un punto:la proiezione all'esterno è "efficace" come difesa psicologica finchè non si è consapevoli di se stessi come persone affette da un disturbo psichico.Tale consapevolezza è totalmente assente in Travis(come gerneralmente lo è nei Paranoidi);noi,invece,siamo ben consapevoli di avere un disturbo radicato in noi stessi(come la nostra stessa presenza in questo forum dimostra).
Ciao
Carlo
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11-10-2007, 20:14
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#19
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Esperto
Qui dal: Dec 2006
Messaggi: 950
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Quote:
Originariamente inviata da carloge
Non credo che qualcuno di noi debba preoccuparsi di poter evolvere in una direzione che lo porti a comportamenti simili,almeno per un punto:la proiezione all'esterno è "efficace" come difesa psicologica finchè non si è consapevoli di se stessi come persone affette da un disturbo psichico.Tale consapevolezza è totalmente assente in Travis(come gerneralmente lo è nei Paranoidi);noi,invece,siamo ben consapevoli di avere un disturbo radicato in noi stessi(come la nostra stessa presenza in questo forum dimostra).
Ciao
Carlo
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questo è vero
ma chissà se è un bene o un male
la consapevolezza è sofferenza
oltre al fatto che se si crede di conoscersi, non si accetterà mai l'aiuto di gente come psicologi, ma solo eventualmente di medicine
a me ha fatto pena quando in casa ha rotto la tv e ha sclerato, disperato
il suo disturbo cmq è legato alla nonsomnia, la mancanza di sonno che non causa stanchezza, ma che lascia troppo tempo libero a chi non sa come impegnarlo
se anche noi non dormissimo mai, vi garantisco che dureremmo la metà del tempo
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12-10-2007, 05:49
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#20
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Intermedio
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 244
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Quote:
Originariamente inviata da calimero
cmq, non lo mitizzerei così il personaggio
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Ci tenevo a precisare che non considero Travis un eroe alla John Wayne..
la critica ha molto discusso sugli ultimi minuti del film..
ma il suo destino cambia proprio alla fine..
se avesse ammazzato il senatore sarebbe stato considerato un criminale..
invece lui salvando la ragazza si guadagna pure il ringraziamento dei genitori di lei (la lettera) per non parlare dei giornali che finiscono per sottolineare il suo gesto..
sono d'accordo sul resto (la mancanza di integrazione sociale,la solitudine,la pazzia,il mancato suicidio)..
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