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27-03-2013, 15:46
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#1
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Poi mi ritiravo con la notte in un labirinto di straducce solitarie. Guardando i lumi accesi nella casa degli uomini, mi trasportavo col pensiero tra le scene di dolore e di gioia che illuminavano, e pensavo che sotto quei tetti non c’era un amico per me.
René, Chateaubriand
Vi è mai accaduto di percorrere le vie del vostro quartiere, della vostra città, di guardare il succedersi di facciate delle case, di cancelli e cortili e di essere afferrati dal pensiero che l’atmosfera invitante e accogliente che splende attraverso le finestre non è per voi?
Sia nei grandi edifici del centro della città, sia nelle abitazioni più semplici del paese si svolge una vita a voi affatto estranea: nessun conoscente, nessun amico che vi abbia introdotto almeno una volta nell’intimità di un’abitazione, nelle abitudini semplici e regolari che appaiono tanto meravigliose ai vostri occhi.
Dietro le imposte di una stanza non il sonno di qualcuno che possa rivolgervi un pensiero.
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27-03-2013, 15:49
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Beh, certo. Più che facciate e finestre, però, direi porte di stanze e di appartamenti di studenti/studentesse.
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27-03-2013, 16:05
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Nord
Messaggi: 538
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Si mi capita
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27-03-2013, 20:10
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#4
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 2,097
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Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Poi mi ritiravo con la notte in un labirinto di straducce solitarie. Guardando i lumi accesi nella casa degli uomini, mi trasportavo col pensiero tra le scene di dolore e di gioia che illuminavano, e pensavo che sotto quei tetti non c’era un amico per me.
René, Chateaubriand
Vi è mai accaduto di percorrere le vie del vostro quartiere, della vostra città, di guardare il succedersi di facciate delle case, di cancelli e cortili e di essere afferrati dal pensiero che l’atmosfera invitante e accogliente che splende attraverso le finestre non è per voi?
Sia nei grandi edifici del centro della città, sia nelle abitazioni più semplici del paese si svolge una vita a voi affatto estranea: nessun conoscente, nessun amico che vi abbia introdotto almeno una volta nell’intimità di un’abitazione, nelle abitudini semplici e regolari che appaiono tanto meravigliose ai vostri occhi.
Dietro le imposte di una stanza non il sonno di qualcuno che possa rivolgervi un pensiero.
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beh ma non c'è una entitòà divina che te lo proibisce
certo prima devi farti degli amici...
ma qua c'è gente che sta in casa 24 ore su 24 e si rifiuta di uscire, e poi si lamenta...
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27-03-2013, 21:06
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#5
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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A me più che altro succede quando viaggio sui mezzi pubblici, guardando dai finestrini le persone, i frangenti della vita che vivono, le emozioni sui loro volti e come si muovono, interagiscono...
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28-03-2013, 00:34
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#6
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Esperto
Qui dal: Jan 2013
Messaggi: 1,556
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Io passaeggio e immagino cosa facciano e pArlino
Lo trovo rilassante
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28-03-2013, 01:01
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#7
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Esperto
Qui dal: Jun 2011
Messaggi: 1,024
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Sì, mi capita in estate. Alla fine delle interminabili giornate afose, nella vampa d'agosto, verso sera cerco ristoro sul balcone. Dal mio balcone vedo buona parte della città, le finestre aperte, il rumore delle posate, la gente che cena, magari la partita di pallone in sottofondo.
Sento la vita, ma non sento di farne parte fino in fondo.
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28-03-2013, 01:09
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#8
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Messaggi: 560
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Molto spesso, è capitato. Capita di passeggiare solitariamente nella notte e pensare a che vita conducano le persone dietro le finestre, con quella luce accesa. Quante persone che vivono la loro vita, senza saperne nulla. Quante splendide storie, quanta felicità, quanti dolori.
Ci si accorge che la vita non è quella descritta dai mass media, ma c'è un fermento nel profondo.
A volte c'è un desiderio di entrare in un paio di case,sedersi, ascoltare le storie, dare una pacca sulla spalla, talvolta anche un aiuto concreto sotto qualsiasi forma, oppure ascoltare semplicemente le storie, come un bambino incantato da favole però reali.
Il fatto paradossale è che si fa di tutto a volte per evitare di passare sotto le finestre illuminate degli 'amici' di città, perchè si percepisce come intollerabile invasione il fatto che sappiano dove si è in quel momento, si vuole la massima libertà nel girovagare senza una meta.
Non è tanto il fatto di non avere amici, a volte li si ha anche, ma di non avere un amico che abbia lo stesso pensiero, ma amici che pensano a tutt'altre faccende.
Resta solo una malinconia vaga per un contatto perduto, una voglia di rivalsa altrettanto nuvolosa, e una strada che cambia prospettiva mentre il pensiero e il sentimento scorre nella mente.
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28-03-2013, 02:04
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,952
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Quote:
Originariamente inviata da recluso
Sì, mi capita in estate. Alla fine delle interminabili giornate afose, nella vampa d'agosto, verso sera cerco ristoro sul balcone. Dal mio balcone vedo buona parte della città, le finestre aperte, il rumore delle posate, la gente che cena, magari la partita di pallone in sottofondo.
Sento la vita, ma non sento di farne parte fino in fondo.
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anche a me; soprattutto in estate, perché le finestre di tutti sono aperte, la gente cena fuori o sui balconi, senti le loro parole, le risate.. famiglie, con bambini, coppie, gruppi di amici e amiche, gente che si conosce da tanto tempo e gente che si è appena conosciuta.. è come il suono della vita che scorre.. che scorre per tutti ma non per te: una sensazione d'esclusione orribile, mi ritrovo spesso a piangere.
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