|
|
26-02-2015, 20:29
|
#1
|
Intermedio
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 101
|
Non sapevo bene dove aprire questa discussione quindi in caso spostatela dove ritenete più giusto.
Ultimamente è un periodo ricco di stress per me a causa del tirocinio; ieri pomeriggio, dopo che la dottoranda che mi segue mi ha chiamato per darmi l'ennesima brutta notizia, ho chiamata la ragazza che fa sto tirocinio con me. Mentre ero al telefono mi sono vestita e sono uscita di casa perché dovevo andare in terapia. Insomma prendo sto tram ancora al telefono (ci stavamo lamentando na cifra) e dopo un po' ci salutiamo; nel momento in cui chiudo la chiamata mi inizio a sentire male. Sento la nausea che sale, il mal di pancia. Non capisco cos'ho. Ho bisogno d'aria. Esco e rientro nel tram. Sento le gambe tremarmi e la testa è pesante e vedo le stelline. Dopo 10 minuti di panico (pensavo di poter vomitare dentro al tram) finalmente esco e vado in terapia. Alla fine mi sarà passato dopo una quindicina di minuti. Ma comunque dopo volevo parlarne con qualcuno e insomma pensavo di smuovere interesse nelle persone che conosco, visto che per un cacchio di tirocinio mi sento male. E invece non ho riscosso così tanto successo. Non riesco a capire se sono io che pretendo attenzioni esagerate per cose di cui non c'è bisogno o se forse percepisco diciamo in maniera distorta le attenzioni degli altri. Insomma fatto sta che io mi sento un po' poco presa in considerazione, in un periodo estremamente difficile e stressante che a mala pena riesco a sostenere (ce la faccio però è duro). Comunque alla fine dei giochi volevo chiedere se anche voi vi sentite perennemente l'ultima ruota del carro e insomma secondo voi è dovuto effettivamente ad una mancanza d'interesse oppure magari ad una nostra percezione errata della realtà booom questo è quanto...saluti!
|
|
26-02-2015, 20:36
|
#2
|
Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: fuori Cagliari
Messaggi: 632
|
nella cattiveria (inteso sia come prese in giro pesanti sia come banalità che dovrebbero suscitare uno pseudo ottimismo ed invece sono solo prese in giro leggere fastidiose) sono tutti pronti a dire qualcosa, però quando si parla di dover aiutare, cercare di comprendere, ASCOLTARE una persona, c'è un fuggi fuggi generale.
|
|
26-02-2015, 20:49
|
#3
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
|
Difficile parli con qualcuno dei miei problemi o mi lamenti (salvo coi miei genitori, ma loro si son rassegnati e comunque non è che mi diano soddisfazione).
Penso sia normale...la gente è presa dalla propria vita e l'empatia è limitata...d'altra parte tutti (o quasi) vorrebbero ricevere più attenzioni.
|
|
26-02-2015, 21:09
|
#4
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 995
|
Tralasciando determinati periodi, non mi sono mai sentito particolarmente considerato. Però se guardo onestamente dentro al mio vissuto, nemmeno io ho mai dato troppo peso ai problemi altrui (a parte situazioni oggettivamente drammatiche). Quindi penso semplicemente che spesso speriamo di ottenere un'attenzione di cui in fondo non gode nessuno, non in modo naturale e spontaneo comunque. Perché ci sono persone che prpretendono e ottengono attenzione ma utilizzano delle dinamiche relazionali che io onestamente non approvo.
|
|
26-02-2015, 21:11
|
#5
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
|
Quote:
Originariamente inviata da DeadMan87
Perché ci sono persone che prpretendono e ottengono attenzione ma utilizzano delle dinamiche relazionali che io onestamente non approvo.
|
ovvero?
|
|
26-02-2015, 21:17
|
#6
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 995
|
Quote:
Originariamente inviata da ila82
ovvero?
|
Nel senso che se incontrano anche una minima parte di freddezza (magari totalmente fraintesa) di freddezza in qualcuno da cui desiderano attenzione, la pretendono quasi con forza e violenza (non fisica ovviamente). Io non ho mai subito questo influsso ma ho visto e tutt'ora vedo nella vita di un paio di conoscenti, una vera e propria irradiazione tossica di richieste di attenzioni da parte di amico/partner del caso veramente esagerate. Cioè roba da finire a urla e slcerate epiche per una frase ignorata.
|
|
26-02-2015, 21:32
|
#7
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
|
La confidenza, nella maggior parte dei casi, si ottiene dopo aver raggiunto un certo grado di affiatamento. Si tratta di un processo tutt'altro che banale, richiede coltivazione del rapporto e una certa costanza. Inoltre, spesso, accade che le altre persone non siano in grado di capire i nostri problemi sin dall'inizio.
Succede che non conoscendo le pene e le agonie causate da un particolare disturbo dell'umore una persona possa addirittura negare la sua esistenza, in quanto manca dalla sua esperienza. Quindi quello che bisogna fare è spiegare lentamente alle persone a cui teniamo di più i nostri disagi, giorno per giorno, e se il loro desiderio di comprenderci e quindi il bene che ci vogliono è sufficiente otterremo la tanto agognata confidenza.
Io ad esempio con i miei attuali amici, fino a solo un anno fa, avevo un grado di confidenza decisamente più basso, dovuto non solo allo scarso affiatamento, ma anche ad un'espressione di me stesso scarna ed episodica; parlando dei miei disagi ai miei amici una volta al mese essi non avevano un'idea chiara di essi, pensando che si trattasse di una cosa del tutto temporanea. Se invece descriviamo il problema magari accennandolo ogni sera, ovviamente senza renderlo troppo pesante e facendo capire che siamo in grado di gestirlo, allora ci sarà una comprensione più estesa della cosa.
Non dimentichiamo mai che gli amici non sono "per definizione", la forza percepita di un rapporto dipende parecchio dalle esperienze che si sono fatte insieme, dall'aiuto ricevuto, dai comportamenti, dagli argomenti trattati ecc.
Più le esperienze risultano unificanti, più si è disposti ad ascoltare l'amico.
|
Ultima modifica di cancellato15306; 26-02-2015 a 21:35.
|
26-02-2015, 21:41
|
#8
|
Banned
Qui dal: Feb 2015
Messaggi: 858
|
Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
La confidenza, nella maggior parte dei casi, si ottiene dopo aver raggiunto un certo grado di affiatamento. Si tratta di un processo tutt'altro che banale, richiede coltivazione del rapporto e una certa costanza. Inoltre, spesso, accade che le altre persone non siano in grado di capire i nostri problemi sin dall'inizio.
Succede che non conoscendo le pene e le agonie causate da un particolare disturbo dell'umore una persona possa addirittura negare la sua esistenza, in quanto manca dalla sua esperienza. Quindi quello che bisogna fare è spiegare lentamente alle persone a cui teniamo di più i nostri disagi, giorno per giorno, e se il loro desiderio di comprenderci e quindi il bene che ci vogliono è sufficiente otterremo la tanto agognata confidenza.
Io ad esempio con i miei attuali amici, fino a solo un anno fa, avevo un grado di confidenza decisamente più basso, dovuto non solo allo scarso affiatamento, ma anche ad un'espressione di me stesso scarna ed episodica; parlando dei miei disagi ai miei amici una volta al mese essi non avevano un'idea chiara di essi, pensando che si trattasse di una cosa del tutto temporanea. Se invece descriviamo il problema magari accennandolo ogni sera, ovviamente senza renderlo troppo pesante e facendo capire che siamo in grado di gestirlo, allora ci sarà una comprensione più estesa della cosa.
Non dimentichiamo mai che gli amici non sono "per definizione", la forza percepita di un rapporto dipende parecchio dalle esperienze che si sono fatte insieme, dall'aiuto ricevuto, dai comportamenti, dagli argomenti trattati ecc.
Più le esperienze risultano unificanti, più si è disposti ad ascoltare l'amico.
|
Concordo in pieno.
Mi fa piacere constatare che, a quanto sembra, abbiamo punti di vista abbastanza simili.
|
|
26-02-2015, 21:43
|
#9
|
Esperto
Qui dal: Apr 2010
Messaggi: 11,600
|
Il dolore fisico e mentale fa paura alle persone anche se riguarda un altro... Anch'io non dico nulla IRL delle mie magagne perché verrei ancora più isolata...
Che triste però :\
|
|
26-02-2015, 21:59
|
#10
|
Intermedio
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 101
|
Quote:
Prima hai parlato di andare in terapia, non ho capito però che cosa intendi dire, psicoterapia? Se così fosse, ti consiglio di parlarne con lo specialista che ti segue, perché i sintomi che descrivi mi ricordano i segnali che provo io con l'ansia. Secondo me, è difficile far capire agli altri cosa hai vissuto in quei momenti e, di solito, cercano di ridimensionare la tua paura, penso senza cattiveria, solo per farti sentire momentaneamente meglio. Non credo che sia sbagliato il loro punto di vista, ma tu cercavi altre risposte che loro non possono darti, forse perché non le avranno vissute a quei livelli.
|
Un evento per me significativo che mai prima mi era accaduto è stato praticamente snobbato. Comunque ne parlerò la prossima volta, ovviamente questa volta non ho potuto i quando è capitato dopo!
|
|
26-02-2015, 22:08
|
#11
|
Intermedio
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 101
|
Quote:
La confidenza, nella maggior parte dei casi, si ottiene dopo aver raggiunto un certo grado di affiatamento. Si tratta di un processo tutt'altro che banale, richiede coltivazione del rapporto e una certa costanza. Inoltre, spesso, accade che le altre persone non siano in grado di capire i nostri problemi sin dall'inizio.
Succede che non conoscendo le pene e le agonie causate da un particolare disturbo dell'umore una persona possa addirittura negare la sua esistenza, in quanto manca dalla sua esperienza. Quindi quello che bisogna fare è spiegare lentamente alle persone a cui teniamo di più i nostri disagi, giorno per giorno, e se il loro desiderio di comprenderci e quindi il bene che ci vogliono è sufficiente otterremo la tanto agognata confidenza.
Io ad esempio con i miei attuali amici, fino a solo un anno fa, avevo un grado di confidenza decisamente più basso, dovuto non solo allo scarso affiatamento, ma anche ad un'espressione di me stesso scarna ed episodica; parlando dei miei disagi ai miei amici una volta al mese essi non avevano un'idea chiara di essi, pensando che si trattasse di una cosa del tutto temporanea. Se invece descriviamo il problema magari accennandolo ogni sera, ovviamente senza renderlo troppo pesante e facendo capire che siamo in grado di gestirlo, allora ci sarà una comprensione più estesa della cosa.
Non dimentichiamo mai che gli amici non sono "per definizione", la forza percepita di un rapporto dipende parecchio dalle esperienze che si sono fatte insieme, dall'aiuto ricevuto, dai comportamenti, dagli argomenti trattati ecc.
Più le esperienze risultano unificanti, più si è disposti ad ascoltare l'amico.
|
Ma io mi riferisco a persone vicine ovviamente.
Quote:
Tralasciando determinati periodi, non mi sono mai sentito particolarmente considerato. Però se guardo onestamente dentro al mio vissuto, nemmeno io ho mai dato troppo peso ai problemi altrui (a parte situazioni oggettivamente drammatiche). Quindi penso semplicemente che spesso speriamo di ottenere un'attenzione di cui in fondo non gode nessuno, non in modo naturale e spontaneo comunque. Perché ci sono persone che prpretendono e ottengono attenzione ma utilizzano delle dinamiche relazionali che io onestamente non approvo.
|
Ecco io invece tendo a dare importanza ai problemi altrui, ad essere presente e ad aiutare se posso. Forse magari dando determinate cose ne pretendo altrettante (meccanismo che odio, ma spesso ragiono così). Quindi ecco bho
|
|
26-02-2015, 22:47
|
#12
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
|
Non mi riferisco al tuo caso, che non conosco, però è una tendenza generale pensare che si dà più di quanto si riceve, ma siccome non può essere che tutti diano più di quanto ricevano ci deve essere un problema di percezione.
|
|
26-02-2015, 22:56
|
#13
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
|
Quote:
Originariamente inviata da Wrong
Il dolore fisico e mentale fa paura alle persone anche se riguarda un altro... Anch'io non dico nulla IRL delle mie magagne perché verrei ancora più isolata...
Che triste però :\
|
Magari semplicemente le persone non sanno cosa dire al riguardo per cui parlarne le mette a disagio, non vuol dire che la cosa non gli interessi o dispiaccia.
|
Ultima modifica di cancellato2824; 26-02-2015 a 23:08.
|
26-02-2015, 23:06
|
#14
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
|
Quote:
Originariamente inviata da bellamerda
Ma io mi riferisco a persone vicine ovviamente.
|
Allora non sono vicine.
Se il giorno stesso o il giorno dopo o dopo una settimana, una persona che mi è vicina mi riferisce sempre il suo pensiero riguardo ad un disagio che ho espresso con lui o lei...
A volte è a scoppio ritardato.
Comunque il meccanismo dei rapporti umani è ben più complesso di un "ti offro aiuto e quindi tu me ne offri in ugual misura". Di certo aiutare qualcuno in una situazione di difficoltà non ti garantisce un trattamento pari con sicurezza, per molti motivi. Pretenderlo può solo farti stare male...
|
Ultima modifica di cancellato15306; 26-02-2015 a 23:25.
|
26-02-2015, 23:55
|
#15
|
Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Genova
Messaggi: 5,672
|
Teoricamente una persona quando offre aiuto dovrebbe essere in pace con se stessa per aver fatto quello che si ritiene giusto ovvero aiutare il prossimo.
In pratica però le cose vanno assai diversamente e spesso si ragiona che se si da un aiuto è per riceverne altrettanto. A tutti noi sarà capitato di pensare in questo modo: non aiuto Tizio o Caia perché se avessi io bisogno del loro aiuto, con il c.... che me lo darebbero. Ovviamente anche qua ognuno può scegliere l atteggiamento a seconda dei casi, non esiste un metodo sempre giusto e uno sempre sbagliato.
|
|
27-02-2015, 00:34
|
#16
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 995
|
Quote:
Originariamente inviata da bellamerda
Ecco io invece tendo a dare importanza ai problemi altrui, ad essere presente e ad aiutare se posso. Forse magari dando determinate cose ne pretendo altrettante (meccanismo che odio, ma spesso ragiono così). Quindi ecco bho
|
Io sono molto presente sulle cose pratiche:
Del tipo: sei rimasto a piedi perché l'auto sfancula e se ti lanci sui mezzi pubblici rischi ti tardare in modo indicibile a un appuntamento importante o al lavoro? Chiamami non mi cambio nemmeno i pantaloni, ti raccatto con l'auto di mia madre e ti porto anche a 40 km di distanza.
Ma non tenermi nemmeno 5 minuti a parlarmi dei problemi di ansia notturna, non saprei cosa dirti e non riuscirei a dare la giusta importanza al tuo problema.
Sono una persona atroce
|
|
27-02-2015, 00:56
|
#17
|
Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: fuori Cagliari
Messaggi: 632
|
forse la discussione sta andando troppo verso l'idea di "scambio" quasi materiale e quasi obbligatorio. Per spiegarmi meglio, il fatto non è che se uno di noi fa qualcosa per qualcuno o un altro fa qualcosa per noi allora bisogna ricevere qualcosa in cambio sempre e comunque e di almeno pari valore, il fatto è che se qualsiasi persona ha interesse (interesse di qualsiasi tipo, a parte quello subdolo atto a danneggiare gli altri ovviamente) verso un'altra persona dovrebbe cercare di esporsi per capire meglio che accade, invece di solito cosa succede? Facciamo un esempio vicino a noi, una persona magari nota qualcosa di "strano" o comunque di "diverso" in noi, spesso accade che questa persona che nota il fatto si limita a crearsi i propri pensieri e a girare al largo (voglio citare uno dei miei scrittori preferiti, "The oldest and strongest emotion of mankind is fear, and the oldest and strongest kind of fear is fear of the unknown" ), invece si potrebbe fare qualcosa di più e di migliore come per esempio dire "ho notato questo fatto e quest'altro fatto, voi parlarmene?" Poi se questa persona proprio non vuole proprio imbarcarsi anche nei problemi degli altri (scelta comprensibile, anche se tornando al discorso di scambio, "oggi aiuti me mentre domani, per come sono fatto, io aiuterò te" , quindi portare un peso oltre i propri può non essere solo un peso ma anche una salvezza), allora basta rispondere con qualcosa del tipo "mi dispiace, non saprei proprio come aiutarti" risposta molto brutta che implica poco reale interessamento, ma almeno c'è stata una occasione, c'è stato un collegamento sociale che avrebbe potuto sbloccare qualcosa.
A questo punto il discorso dello scambio si tramuta in "dono", ovvero non ti aspetti nulla, ma sai che potrebbe nascere un rapporto di fiducia molto più grande rispetto a quello che ci potrebbe essere tra due persone che hanno poco da dare e poco da ricevere. In ogni caso io ho bisogno di tempo per poter "donare", gli altri non hanno nulla da perdere, anzi, quindi qualcuno dovrebbe comprendere il dislivello e scavalcarlo, a quel punto ci si ritrova faccia a faccia nello stesso livello, le basi per iniziare un rapporto di fiducia e di "doni".
|
|
27-02-2015, 01:03
|
#18
|
Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: fuori Cagliari
Messaggi: 632
|
Quote:
Originariamente inviata da DeadMan87
Ma non tenermi nemmeno 5 minuti a parlarmi dei problemi di ansia notturna, non saprei cosa dirti e non riuscirei a dare la giusta importanza al tuo problema.
Sono una persona atroce
|
Non dire così, non sei atroce, il fatto è che l'altra persona ti starà dando qualcosa quando saprà di doversi fermare a 4:59 minuti, dopo sarai tu stesso a voler sforare i 5 minuti.
Io le volte che ho provato a fare il "primo passo" e parlare di me, sono finito troppe volte con la "caviglia slogata", ho bisogno che l'altra persona faccia il primo passo e che mi faccia capire che non ho nulla da temere, ho bisogno che si fermi ai miei 4:59 minuti.
|
|
27-02-2015, 08:33
|
#19
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 995
|
Quote:
Originariamente inviata da Vargtar90
Non dire così, non sei atroce, il fatto è che l'altra persona ti starà dando qualcosa quando saprà di doversi fermare a 4:59 minuti, dopo sarai tu stesso a voler sforare i 5 minuti.
Io le volte che ho provato a fare il "primo passo" e parlare di me, sono finito troppe volte con la "caviglia slogata", ho bisogno che l'altra persona faccia il primo passo e che mi faccia capire che non ho nulla da temere, ho bisogno che si fermi ai miei 4:59 minuti.
|
Che poi ad esser realmente onesti, prima mi prestavo frequentemente all'ascolto. Ma mi sono ritrovato a valutare il mio apporto a questi dialoghi negativamente.
Spesso soppesavo cautamente il problema ma ritrovavo a dire quello che percepivo fosse "ciò che voleva sentirsi dire" la persona di turno. Altre volte non ero realmente in grado di dare alcun apporto costruttivo o distruttivo che fosse, mi ritrovavo a balbettare dei "mh boh non so".
Poi con il tempo sono rimasto deluso anche da alcuni atteggiamenti nei miei confronti quindi mi sono un po' chiamato fuori da queste meccaniche.
|
|
27-02-2015, 14:12
|
#20
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,907
|
Io sucito poco interesse negli altri. Molte persone mi ricordano come l'amica di X , sorella di y ecc. Non so se e una cosa nostra o di tutti. Esistono pero certe persone che sono delle vere e proprio calamite pur non avendo qualita incredibili. Non riesco a spiegarmelo.
|
|
|
|
|