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30-11-2014, 10:39
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#1
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Buongiorno. Oggi vi parlerò della struttura noetica e della teoria degli ambienti.
Intanto diamo qualche definizione.
La teoria degli ambienti è una teoria che tratta alcuni dei legami che esistono fra gli stimoli sensoriali e il pensiero. Essa si focalizza sulla relazioni fra uno stimolo e la radice del pensiero, e fra le varie radici del pensiero.
La radice del pensiero è il contenuto fondamentale di un istante, veicolato da una struttura sensoriale, come un'immagine. Nella radice del pensiero sono concentrate le filosofia della vita, la nostra concezione degli altri, i nostri comportamenti relativi ad un istante della nostra vita.
Vale la pena trattarla perché è utile per il trattamento dei disturbi ossessivi conoscerla.
CAPITOLO 1: Quello che pensiamo non è stimolo-indipendente
Il nostro modo di pensare non è indipendente dagli stimoli a cui siamo sottoposti. Questo è il motivo fondamentale perché uno stesso individuo può pensare cose diverse e "credere" di essere coerente: è effettivamente coerente, perché pensa le stesse cose se sottoposto ad uno stesso stimolo, mentre se sottoposto a stimoli diversi pensa cose diverse. Questo perché a stimoli diversi sono associate radici del pensiero diverse.
Facciamo un esempio concreto.
Quando ero piccolo (5-6 anni ) i miei genitori ascoltavano di frequente Fabrizio de André, ed io lo ascoltavo di riflesso. Tranquillizzava, si è cristallizzato ed è rimasto, mi piace ancora. E' un cantautore.
Negli anni successivi non ho più ascoltato alcun cantautore: ho di frequente giocato ai videogiochi ed ascoltavo più che altro le colonne sonore dei videogiochi. Ho sviluppato la passione per queste colonne sonore e le ascolto tutt'ora.
Si arriva ad una contraddizione. Se mi chiedete:
"Che musica ti piace?"
Io vi rispondo:
"Non mi piacciono le canzoni coi testi, ascolto soprattutto colonne sonore"
E se mi chiedete:
"Perché ti piace de André?"
Io vi rispondo:
"Perché mi piacciono le canzoni con dei testi significativi."
Nessuna delle due cose è assolutamente vera. A me piace de André quando ascolto de André, e mi piacciono le colonne sonore quando ascolto le colonne sonore. In genere non mi piacciono gran parte delle altre canzoni (vabeh, ci sono molti autori-gruppi che apprezzo ovviamente) perché non mi comunicano niente, anche se sono effettivamente significative.
Non è che sono incoerente. E' che agli stimoli che ricevo associo una radice del pensiero diversa. C'era il periodo in cui ero drogato di colonne sonore e allora le idealizzavo e c'è stato un simile periodo per de André. Sono stati periodi indipendenti e quindi le radici del pensiero sono risultate indipendenti. Da qui deriva una apparente incoerenza.
CAPITOLO 2: Descrizione accurata della stimolo-dipendenza
Prima di tutto bisogna evidenziare che la stimolo-dipendenza non è univoca né lineare. Non è detto che ad uno stesso stimolo sia associata una sola radice del pensiero e non è neppure detto che uno stimolo sia in grado di influenzare la globalità del nostro essere.
Per esplorare la struttura della stimolo dipendenza ho fatto un esperimento.
Ho scelto come stimolo delle colonne sonore e delle canzoni, che ho ascoltato su youtube. Spesso, mentre ascoltavo alcune di queste canzoni o colonne sonore, mi veniva spontaneo per qualche motivo interrompere e gettarmi su un'altra di queste. Questo "venirmi spontaneo" è il nocciolo del flusso di pensiero. Esiste una connessione fra i vari stimoli e quindi fra le varie radici di pensiero che ci permette il cambiamento tramite confronto e relazione di prossimità.
continua...
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30-11-2014, 11:20
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Stimolo dipendenza?
Suppongo questa sia la stessa "fregatura" dei desideri.
Siamo bombardati di stimoli. Potremmo mai desiderare qualcosa il cui stimolo non ci ha mai minimamente sfiorato?
300 anni fa poteva mai un qualsiasi popolano avere il desiderio di un computer con una connessione a internet?
Questa teoria è roba forte, trattatela coi guanti bianchi.
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30-11-2014, 12:03
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#3
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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mi è interessato leggere
penso che topic come questi possano essere molto utili e.. quando io introverso, spesso nemmeno "traducendo" le cose che penso in parole, sono arrivato a conclusioni analoghe a quelle che hai riportato qui.. ovvero che il pensiero dipende da stimoli però son del parere che una certa predisposizione genetica ad avere certi pensieri sia innegabile..
alla prossima !!
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30-11-2014, 12:04
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
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Come i rituali del DOC, solo più ripetuti e "irrazionali" a causa dell'ansia e della sensazione di mancanza di controllo.
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01-12-2014, 03:06
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Eccoci per un'altra puntata.
Capitolo 2: continua!
L'esperimento che ho condotto su youtube ha mostrato molti risultati interessanti.
Ci sono, in primo luogo, dei pezzi musicali che ascoltavo in un periodo in cui mi sentivo bene. Ad esempio disamistade, ho visto nina volare, anime salve etc. di de andré. Quando ascolto quei pezzi cosa succede? Non sento assolutamente la necessità di riascoltarli ma volo da un pezzo ad un altro. Li penso, li interpreto, li vivo.
Poi ci sono dei pezzi musicali che ascoltavo quando stavo male ed avevo le ossessioni. Ad esempio, questo lo ascoltavo in coincidenza con l'ossessione della morte:
I collegamenti fra questo pezzo ed altri pezzi sono molto stretti. Delle 1700 visualizzazioni di quel video 1000 probabilmente sono mie. Cosa ci suggerisce questo?
Ci suggerisce che quando si ha un disturbo ossessivo ci si concentra su determinati stimoli esterni. Si continua a ricercare qualcosa sempre nella stessa "radice del pensiero" associata a quegli stimoli e ci si chiude.
Per questo è opportuno per una persona afflitta da disturbo ossessivo di separarsi da alcuni precisi stimoli e di inondarsi di altro. Non sempre funziona ovviamente, perché l'ossessionato tende a cercare lo stimolo pure laddove esso non esiste, continuamente.
Stasera sono un po' scarico, magari domani non vi sommergo di banalità ^_^
Continua...
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Ultima modifica di cancellato15306; 01-12-2014 a 03:13.
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01-12-2014, 03:20
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#6
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Principiante
Qui dal: Nov 2014
Messaggi: 31
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Secondo me è un'analisi troppo semplicistica, sicuramente quello che pensiamo non è uno stimolo indipendente ma non credo sia possibile giungere alla radice. Siamo infinitamente complessi e ogni giorno assimiliamo centinaia di stimoli che formeranno il nostro pensiero di domani.
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01-12-2014, 03:32
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#7
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da ArtificialDream
Secondo me è un'analisi troppo semplicistica, sicuramente quello che pensiamo non è uno stimolo indipendente ma non credo sia possibile giungere alla radice. Siamo infinitamente complessi e ogni giorno assimiliamo centinaia di stimoli che formeranno il nostro pensiero di domani.
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Sono appena all'inizio. Se la complessità di cui parli la comprendi e la vuoi esporre è un arricchimento del topic. Ti invito pertanto a scrivere quanto più puoi sull'argomento. Se vuoi ne parliamo anche nella chat del forum
Non appena avrò voglia ci andrò giù più pesantemente ^_^
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Ultima modifica di cancellato15306; 01-12-2014 a 03:39.
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01-12-2014, 10:28
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#8
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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Quote:
Originariamente inviata da Fluviale
Eccoci per un'altra puntata.
Capitolo 2: continua!
L'esperimento che ho condotto su youtube ha mostrato molti risultati interessanti.
Ci sono, in primo luogo, dei pezzi musicali che ascoltavo in un periodo in cui mi sentivo bene. Ad esempio disamistade, ho visto nina volare, anime salve etc. di de andré. Quando ascolto quei pezzi cosa succede? Non sento assolutamente la necessità di riascoltarli ma volo da un pezzo ad un altro. Li penso, li interpreto, li vivo.
Poi ci sono dei pezzi musicali che ascoltavo quando stavo male ed avevo le ossessioni. Ad esempio, questo lo ascoltavo in coincidenza con l'ossessione della morte:
https://www.youtube.com/watch?v=QgFTP001n1Q
I collegamenti fra questo pezzo ed altri pezzi sono molto stretti. Delle 1700 visualizzazioni di quel video 1000 probabilmente sono mie. Cosa ci suggerisce questo?
Ci suggerisce che quando si ha un disturbo ossessivo ci si concentra su determinati stimoli esterni. Si continua a ricercare qualcosa sempre nella stessa "radice del pensiero" associata a quegli stimoli e ci si chiude.
Per questo è opportuno per una persona afflitta da disturbo ossessivo di separarsi da alcuni precisi stimoli e di inondarsi di altro. Non sempre funziona ovviamente, perché l'ossessionato tende a cercare lo stimolo pure laddove esso non esiste, continuamente.
Stasera sono un po' scarico, magari domani non vi sommergo di banalità ^_^
Continua...
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scusa ma perche demonizzare queste ossessioni sulla musica ?
se uno vuole ascoltarsi mille volta lo stesso pezzo che male c'è ? anzi è buono, perche ci si droga con una cosa che non fa assolutamente danni ^_^
poi non è detto affatto che uno non possa sentire anche altro..
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01-12-2014, 11:03
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
scusa ma perche demonizzare queste ossessioni sulla musica ?
se uno vuole ascoltarsi mille volta lo stesso pezzo che male c'è ? anzi è buono, perche ci si droga con una cosa che non fa assolutamente danni ^_^
poi non è detto affatto che uno non possa sentire anche altro..
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Quote:
Originariamente inviata da ArtificialDream
Secondo me è un'analisi troppo semplicistica, sicuramente quello che pensiamo non è uno stimolo indipendente ma non credo sia possibile giungere alla radice. Siamo infinitamente complessi e ogni giorno assimiliamo centinaia di stimoli che formeranno il nostro pensiero di domani.
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Penso fosse un volutamente semplicistico esempio.
Poi, chi è già a conoscenza dell'argomento tenderà a considerarlo semplicistico.
Chi non lo conosce, potrà magari entrare un minimo nel ragionamento attraverso questi esempi semplicistici per affrontare più in là gli stessi ragionamenti in maniera più complessa.
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Quindi l'obiettivo qui non era il dare un esempio lampante nè demonizzare la musica, ma semplicemente presentare esempi semplici per quanto semplicistici giusto per farli valere come introduzione all'argomento.
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Dico bene?
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01-12-2014, 12:36
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#10
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Quote:
Originariamente inviata da utopia?
Penso fosse un volutamente semplicistico esempio.
Poi, chi è già a conoscenza dell'argomento tenderà a considerarlo semplicistico.
Chi non lo conosce, potrà magari entrare un minimo nel ragionamento attraverso questi esempi semplicistici per affrontare più in là gli stessi ragionamenti in maniera più complessa.
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Quindi l'obiettivo qui non era il dare un esempio lampante nè demonizzare la musica, ma semplicemente presentare esempi semplici per quanto semplicistici giusto per farli valere come introduzione all'argomento.
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Dico bene?
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Sì. L'esempio sul riascoltarmi lo stesso pezzo era pratico.
Quando io ascolto quel pezzo che succede? Mi viene spontaneo, in genere, riascoltarlo e riascoltarlo.
Quel pezzo io per dei mesi lo ho ascoltato (da gennaio a maggio 2014 circa) quasi ininterrottamente e non riuscivo a fare altro perché era una compulsione. Questo è rimasto nella "struttura noetica", quando lo ascolto infatti difficilmente riesco a staccarmene.
Quel pezzo musicale è talmente infiltrante e compulsivo che inizio a canticchiarlo quando vedo un vecchietto (un essere prossimo alla morte).
Poi è vero, ci sono anche dei casi in cui ascolti un pezzo un sacco di volte perché semplicemente ti piace (anche se magari non 1000 volte). Quello che dice ansiaboy lo appoggio e lo considero uno spunto ^_^
Per quanto riguarda il fatto che il post è semplicistico, magari dovrei essere più approfondito così niente, rendo le cose più interessanti fin da subito.
Quindi fra poco rifaccio Capitolo 1 e Capitolo 2 da capo tenendo conto di quello che avete detto. Grazie per il feedback
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01-12-2014, 12:50
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#11
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Principiante
Qui dal: Nov 2014
Messaggi: 31
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Secondo me aggiungendo questa precisazione diventa perfetto
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01-12-2014, 17:48
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#12
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 993
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Capitolo 1: Il pensiero, il comportamento e il carattere non sono stimolo-indipendenti
Il nostro modo di pensare e di essere non è indipendente dagli stimoli a cui sottoposti. E fin qui, ci siamo.
Cosa è, però, uno stimolo? In quanti tipi possiamo suddividere gli stimoli senza incorrere nel grave errore di matematizzazione del pensiero?
Suddividiamo, per ora e per semplicità, gli stimoli nelle seguenti categorie, senza la pretesa di essere esaustivi o di descrivere la realtà nel dettaglio:
1. Stimoli sensoriali: vista, udito, tatto, olfatto, gusto e i loro oggetti.
2. Stimoli d'azione: stimoli complessi che implicano lo svolgere una specifica attività. Leggere, scrivere, riflettere, passeggiare, studiare, guardarsi allo specchio.
3. Stimoli relazionali: un altro individuo è uno stimolo
4. Stimoli ambientali: un ambiente nel suo complesso (Roma, la maremma, il delta del Po ecc.) è uno stimolo
5. Stimoli noetici: un pensiero è uno stimolo
Quindi il fatto che il pensiero non è stimolo-indipendente implica che i cinque sensi, l'azione che svolgiamo, le persone con cui parliamo, l'ambiente in cui ci troviamo e i pensieri stessi influenzano il pensiero, l'azione e l'essere. [Postulato 1].
Di che tipo possono essere queste influenze?
Per semplicità, dividiamole nei seguenti tipi.
1. Influenza umorale
2. Influenza comportamentale (modo di rapportarsi col mondo)
3. Influenza relazionale (modo di rapportarsi con gli altri)
4. Influenza noetica (modo di pensare e classificare le cose di superficie).
5. Influenza volitiva (i desideri)
Generalmente non sono stimolo-dipendenti
1. Il codice morale
2. L'esperienza formativa cumulata
3. La memoria cruda
4. Le priorità assolute
5. L'integrità dei rapporti umani già stabiliti
6. Modo profondo di pensare
Ad esempio l'ambiente in cui ci troviamo potrà influenzare il nostro comportamento (in un ristorante difficilmente ci metteremo a mangiare il cibo come facciamo a casa) ma difficilmente influenzerà il nostro modo profondo di pensare (se si paga un occhio della testa me ne vado: è un mio principio).
Quindi in generale la stimolo-dipendenza è una dipendenza delle strutture di superficie dell'individuo dagli stimoli e non delle strutture profonde (postulato 2).
Aggiorno più tardi
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